Dopo 17 giorni posso dire che l'Islanda non è solo una meta kids friendly, ma anche una nazione che offre svariate possibilità per farli svagare al di là della magnifica natura che s'incontra solo lì. Ecco quindi cosa fare in Islanda con bambini:
- le piscine immancabili in qualsiasi sputo di paese, tanto che c'è pure un sito internet con le info basilari di tutte le piscine in Islanda. Vabbè, direte voi, una piscina non è sto gran divertimento, fatta una volta basta, eppure con l'acqua calda, gli hot spot fino ai 42°, l'angolo bambini spesso con scivoli per ogni età, braccioli e giochi a disposizione, nonchè facilities gratuite per i piccolissimi (dal fasciatoio al seggiolone e/o bacinella sotto la doccia) e non (phon, sapone sotto la doccia, armadietti con chiave), è stato uno dei nostri passatempi preferiti per rilassarci noi grandi, per vedere contenti i piccoli. Al contrario dei parchi, che se piove o tira vento non sono proprio gradevoli, le piscine sono usufruibile anche a 8° e pioggia (esperienza diretta!) perché tanto sono calde e tu ti infili con la testa in acqua fino alle orecchie mentre loro scorazzano tra una pozza d'acqua e l'altra con una nonchelance che manco in spiaggia a Toulon (lì di solito vengono a chiedere l'asciugamano che hanno freddo!!! Valli a capire...)! Al di là delle blasonatissime Blue Lagoon e Myvatn Nature Bath, si possono trovare piscine termali sparse dappertutto (e a prezzi ridicoli, la più costosa è stata quella di Reykjavik a 900 isk ad adulto, generalmente stavamo sui 500 isk ad adulto, i bimbi sotto i 6 anni sempre gratis), ce n'è pure una nella penisola di Snæfellsnes che ha un'alga speciale che rende la pelle liscissima, ma l'idea di nuotare in una piscina verde di alghe non è proprio piaciuta alla Belva (e manco al Navigante a dir la verità...)
- i musei uno non va certo in Islanda per i suoi musei, però però io un po' di curiosità sulla loro cultura ne ho avuta, e anche tanta, e dopo l'inaspettato successo del museo di Losanna, non mi spaventa nemmeno portarci i bimbi (ovvio che per il Louvre aspetteremo un pochino...), anzi ho scoperto che è un momento in cui possono imparare davvero molte cose. In Islanda i musei sono incentrati sul come si viveva una volta, sul come hanno imparato a vivere su una terra dove è la natura a comandare e, soprattutto, sui Vichinghi che l'hanno colonizzata. Purtroppo il museo di cui avevo sentito parlare benissimo e sembrava assolutamente da vedere, il Settlement center a Borgarnes, è l'unico quasi infattibile con bimbi dell'età dei miei nani: la visita si fa solamente con un'audioguida (la quale, bisogna ammettere, è presente in moltissime lingue) ed è spesso troppo prolissa per loro, tanto che alla fine siamo riusciti a visitare solo la prima parte, quella sull'insediamente vero e proprio, ma non quella sulle saghe soprattutto per un Francese molto nervoso e perché poi anche gli altri due si sono fatti sopraffare dalla noia (sottolineo che ci hanno fatto pagare il biglietto però ci hanno detto che se non avessimo goduto della visita a causa dell'età dei nani, ci avrebbero rimborsato). Altri sono stati invece per tutti noi molto interessanti: il museo delle balene a Husavik con tanto di scheletro intero di svariati tipi di balene, il Vikingworld a Reykjanesbær poco lontano dall'aeroporto di Keflavik dove si può salire su una nave vichinga ricostruita e funzionante (a onor del vero il biglietto è un po' caro, ma all'esterno c'è anche una mini fattoria e un parco giochi in cui però ci si può andare senza pagare il biglietto del museo), Eiríksstaðir ossia la casa di Eirik, il vichingo che per primo colonizzò le coste americane, precisamente la Groenlandia (ancora prima di Colombo!), e suo figlio Leif, a Búðardalur non tanto per la casa in sè, ma la spiegazione molto dettagliata della stessa, che giustifica il prezzo del biglietto un po' più caro della media, infine lo Skogar museum poco distante da Skogafoss, una delle cascate più visitate del paese, dove si può scoprire la vita in Islanda grazie alla ricostruzione di alcune case, una vecchia scuola, nonchè la parte del museo su comunicazioni (dove c'erano esposti cellulari di un'altra era...la mia quando ero al liceo!!!!! >_<) e trasporti.
- la fauna qui gli animali sono liberi, nel loro habitat naturale e scovarli spesso è difficile, ma seppure i nani abbiano visto solo qualche coda di balena, delle pulcinelle di mare che volavano velocissime e la testa di qualche foca sbucare dall'acqua, per loro è stata un'avventura che non si scorderanno facilmente. Ovviamente ci siamo riempiti gli occchi anche di pecore, che sono dappertutto e ti attraversano la strada all'improvviso, e dei docilissimi cavalli islandesi, sui quali abbiamo anche fatto un piccolo giretto in una fantastica guethouse super kids friendly (la più economica, se non contiamo l'appartamento a Reykjavik, anche più degli ostelli, il che non guasta!) e da tenere assolutamente in considerazione come stop anche di un paio di giorni.
- le camminate tutti a usare il passeggino fino a età assurde perché "i bambini si stancano", senza rendersi conto che se li lasciate in un parco divertimenti tutto il giorno non si fermano un secondo! I bambini camminano eccome, anche se non sono abituati a farlo, basta solo dare l'input giusto (dai che mangiamo il fruttino sul ghiacciaio, dai che vediamo una cascata enorme, vediamo chi è le champion de la randonnèe...) e cominciare a spiegare quello che ci circonda, contare gli scalini se ci sono le scale, fargli notare le piccolezze che il loro occhio curioso non coglie, ma di cui va matto. Noi non siamo una famiglia di quelle con lo zaino super figo da trekking che facciamo le vacanze segnando i percorsi da fare a piedi, però non è un'attività che disdegnamo ed è stato bello farlo in questa terra e con i nostri bimbi. La più apprezzata è stata sicuramente la camminata a Kjarnaskogur (il sito è in islandese, questo invece quello in inglese del comune di Akureyri), un piccolo bosco (gli islandesi lo chiamano "foresta" e ne vanno molto fieri...ma vi assicuro che è poco più di un bosco!) alle porte di Akureyri dove si può camminare, fare picnic nelle aree apposite con tanto di barbecue e zone coperte, scoprire parchi giochi nascosti dagli alberi o al di là di ponti su piccoi ruscelli d'acqua...insomma avevo programmato una piccola visita svago a fine giornata, ma ci stava passarci qualche ora in più.
Infine se per caso passate nel periodo in cui c'è la maratona di Reykjavik (terza settimana di agosto), sappiate che in contemporanea fanno la giornata della cultura, tutto è aperto, inoltre ci sono moltissime manifestazioni, angoli dove privati cittadini offrono waffles e pancake gratuitamente, dei gonfiabili in tutto il parco intorno al lago Tjörnin, in centro città, e persino un villaggio vichingo sulle sponde del lago. Non mancate di iscrivere i bimbi alla kids marathon, è stata una delle esperienze più belle di tutta la vacanza per i miei bimbi, hanno corso 550m dopo un riscaldamento fatto con un clown e un pinguino e hanno ricevuto maglietta + medaglia; avrei potuto iscrivere anche il Francese, ma non lo sapevo.
Credo davvero di aver detto tutto, ma se qualcosa è poco chiaro o avete altre curiosità chiedete pure!
Sei bravissima! Durante il nostro viaggio in Norvegia abbiamo soprattutto camminato, perché anche i bambini se coinvolti riescono a camminare per ore e ore.
RispondiEliminaNoi però siamo poco kids friendly, quindi niente piscine o musei, tendiamo a far adattare i bambini ai nostri ritmi cercando però di coinvolgerli in ogni cosa.
Penso che molto dipenda dall'età, io ne ho tre che insieme non fanno dieci anni...Non posso e non voglio proprio fargli fare i ritmi che farei io, diventerebbe un inferno per tutti e lo dico per esperienza sia come figlia trascinata a fare solo "cose per genitori", sia come genitore che ha provato a fargli fare i ritmi folli miei e di mio marito...impossibile anche solo pensarci!
EliminaE poi devo dire che seguendo un po' i loro ritmi si riesce ad apprezzare meglio certe cose, esempio le piscine che fanno veramente parte della cultura islandese, ma che senza i bimbi non avremo probabilmente calcolato più di tanto.