martedì 23 dicembre 2014

Natale

Sono a casa dei miei, come ogni Natale da 31 anni a questa parte tranne uno, passato in Spagna con genitori, sorella, cognato e nipote ospiti, ma un Natale che non ho sentito veramente come Natale: troppo caldo e mancavano gli elementi principali del mio Natale.
Perché per me il Natale è a casa dei miei, con tutti i parenti e amici che arrivano, mangiano, bevono un aperitivo o un digestivo, vanno, vengono, chiacchierano, gridano, discutono.
Perché Natale è in questa taverna da sempre, gelida tutto l'anno, compresa l'estate, tranne quei giorni, in cui diventa una fornace, dove si accende il camino e non si spegne fino alla fine delle feste, dove  si bruciano vagonate di bucce di mandarino che donano il loro caratteristico odore alle mie giornate, dove ci si sta in 10, in 20 o in 30 a seconda del momento.
Perché Natale è l'albero in salotto, alto fino al soffitto, amato da tutti i gatti e da tutti i bambini, che diventa il guardiano di decine e decine di regali per amici e parenti.
Perché Natale è l'aria frizzante, che ti pizzica il naso, l'acqua gelida sulla faccia la mattina, i piedi che non si scaldano mai e i maglioni pesanti da mettersi addosso quando si esce.
Perché Natale è salutarsi dicendo "dai domani venite qua a pranzo che finiamo i resti", frase che si ripresenta anche i giorni successivi se sono weekend, proprio come quest'anno.
Perché Natale dai miei è caldo, caciarone, strabordante di cibo, di urla, di noia e di chiacchiere, un concentrato di vita in poche parole!

E quindi sono dai miei, per questi e altri cento motivi non riesco a non passare qua queste feste, è più forte di me. Aspetto impaziente la Sister, neoexpat in UK, che rientra domani notte, e allora sì che sarà proprio Natale a tutti gli effetti!
Buon Natale a tutti!

lunedì 15 dicembre 2014

Anche questa è decrescita in un certo senso...

Amo leggere, amo perdermi in un romanzo, trovare le risposte che cercavo in un saggio, cercare di indovinare la fine di un giallo. Non c'è stile o tipologia che mi fermi, se mi interessa semplicemente lo leggo.
E amo i libri, il loro odore, il rumore delle pagine, i disegni della copertina, la biografia dell'autore. Averli tutti inscatolati e sparsi tra nord e sud Italia (casa dei miei e casa dei suoceri), oltre che quelli che ho letto qua e quindi in Francia, mi fa soffrire fisicamente perchè vorrei una stanza solo per loro, una sorta di libreria, studio, stanza per gli ospiti, proprio come l'avevamo pensata io e il Navigante anni fa con il progetto di quella che doveva essere la nostra casa.
Ma i progetti cambiano e invece che la casa dei sogni con un grande terreno e tanti animali da far diventare un b&B o nelle migliori delle ipotesi un agriturismo, abbiamo deciso per questa folle vita da girovaghi ed expat. Che ci piace da matti e ci da tante soddisfazioni, ma lascia le nostre cose sparse in giro o inscatolate alle volte per anni.
È anche per questo motivo che ho iniziato il mio percorso di decrescita, sfociato man mano in un lento, ma inesorabile decluttering, perchè ero stanca di trasportare cose in giro, cose che spesso non uso, cose che spesso stanno anni ad ammuffire nelle scatole e che quando riapro mi chiedo: ma perchè ho tenuto questa cosa?
Però i libri, sono un'altra cosa. I libri sono parte di me, li sottolineo, li leggo e li rileggo se li amo, li vivo. E da un anno a questa parte dopo un periodo di zero lettura per il subito post nani, ho ripreso a leggere con un vigore da paura. Da paura soprattutto per il portafoglio e per l'ambiente. Perchè i libri costano e sono fatti di carta, purtroppo non sempre reciclata. Una soluzione però c'è, ma io purista dei miei libri non ho mai voluto prenderla in considerazione: l'e-reader.
Un paio di anni fa mia madre ha regalato il Kobo al Navigante, che dopo un iniziale momento di tentennamento non ha fatto altro che sottolinearne i pregi, arrivando ad ammaliarmi con frasi tipo "pensa a quanto meno costano i libri, potremmo mettere via quei soldi per qualche viaggio o per comprare più libri" "poi vuoi mettere quanto l'ambiente ci guadagna??" "lo sai che in un clic hai subito il libro pronto da leggere??" e alla fine ho ceduto. Per amore dell'ambiente, per amore del portafoglio, con la clausola di potermi comprare i libri a cui tengo sul serio, come quelli di Coelho.
Ora sono Kindle-munita. E anche già kindle-addicted!! Ma sapete quanti cavolo di libri posso comprare e a prezzi irrisori in un secondo?? Ma sapete quanto sia facile trasportarlo, averlo sempre con te, leggere in ogni dove senza il peso di un qualsiasi libro?? E sapete quanto fighe sono le cover per proteggerlo??
Se mi manca la carta stampata? Sì, ma i pro sono talmente tanti....mannaggia alla tecnologia, la vince sempre lei!

lunedì 8 dicembre 2014

L'agenda di Hollande mi fa un baffo!

Natale è sempre un periodo molto complicato, ci sono mille cose da fare, da organizzare, da pensare...Questo normalmente, poi si decide di avere figli, che vanno all'asilo o a scuola e si scatena l'inferno! (Sì, lo so inferno e Natale sono due concetti che non dovrebbero stare nella stessa frase, ma continuate a leggere e capitemi!)
Ci sono feste della scuola e qui generalmente chiedono di portare ognuno qualcosa...posso io, che adoro cucinare in particolare i dolci, esimermi dal creare un vero e proprio laboratorio di pasticceria casalingo? Eh no, quindi atto primo tirare fuori tutte le chincaglierie da cucina con tema natalizio che stazionano da una settimana sulla credenza, atto secondo pensare a cosa fare e quindi stilare la lista di quello che manca, atto terzo farlo, possibilmente non con troppo anticipo per mantenere la freschezza del prodotto.
Ah, non dimentichiamo che ci sono anche le torte del venerdì, quelle di cui ho parlato qui, che guarda caso per la classe della Belva cascano proprio prima delle feste...tanto per tenermi un po' impegnata...
Poi ci sono i regali da pensare, da andare a comprare (e qui scatta pure il piano di organizzazione con il marito che vuole ovviamente essere presente, ma che lavora...o almeno ci prova...), da nascondere, da infilare in macchina e portare a casa dei miei, da incartare e infine sistemare sotto l'albero.
C'è ovviamente l'albero, da comprare, da decorare, insieme a tutto il resto della casa, gli adesivi alle finestre che vogliono mettere i nani e che alla fine mi ritrovo tutti ad altezza nanesca, e possibilmente fare tutto in pieno clima natalizio, senza litigi, urla e con musichine di sottofondo...a me non riesce mai, sicuramente qualcosa salta, normalmente le urla sono sempre presenti! Soprattutto quando il Navigante ti molla il venerdì da sola, giorno super pieno, con l'albero da fare, i nani a casa, il Vitellino che inciampa sulle luci dell'albero e le fa saltare in aria, il gatto impazzito che non fa altro che saltare dentro l'albero!
E poi c'è anche Capodanno, qualche giorno da passare sulla neve con due coppie di amici italiani con cui abbiamo condiviso moltissimo quando vivevamo a La Spezia, c'è l'organizzazione per quei giorni, per i vestiti da portare, per i regali da fare, come c'è l'eccitazione di rivedersi ancora una volta tutti insieme.
E infine ci sei anche tu, ci sono i saluti ad amiche che se ne vanno e che non sai quando rivedrai, c'è la solita breakfast con le alleate ma per Natale la si fa a casa di una di noi, non al bar, e ognuna porta qualcosa (obviously!!), c'è la palestra che vuoi continuare a fare fino a prima della partenza, c'è un garage mezzo allagato da sistemare, c'è un Navigante con cui passare un po' del tuo tempo.
Amo il Natale, lo amo sul serio, ma ora come ora vorrei solo distendermi a letto e non alzarmi fino all'anno nuovo!

venerdì 28 novembre 2014

Rimedi naturali per la candida.

Lo dicevo io che prima di venerdì qualcos'altro mi sarebbe capitato, che lo stress, la stanchezza, la sfiga di questo periodo da mamma single hanno fatto combutta e martedì mi sono ritrovata a combattere l'ennesima battaglia contro la candida.
Alzi la mano quale donna non abbia mai avuto questo fastidio in vita sua! Le statistiche parlano di 75% dei casi tra le donne con almeno un 45/50% che ha recidive. Io ho iniziato a 14 anni, sportiva di uno sport che si fa in ambienti umidi adattissimi alla proliferazione di questo fungo naturalmente presente nel nostro corpo, e non ho mai smesso di soffrirne. La combattevo chimicamente, possibilmente con la pastiglia che mi facesse scomparire più velocemente possibile i sintomi e non ci pensavo più fino alla volta successiva.
Poi ecco ho intrapreso questa vita un po' più natural e, senza accorgermene, ho iniziato ad allungare i tempi tra una recidiva e l'altra, passando indenne persino le mie due gravidanze, periodo notoriamente proficuo per il fungaccio in questione.
Quindi quando l'anno scorso mi sono ritrovata dopo il periodo natalizio e post antibiotico di nuovo con il problema ho iniziato ad informarmi meglio su rimedi più naturali. Per fortuna l'attacco è stato breve e si è risolto stando un po' più attenta con l'alimentazione, stavolta invece ho dovuto impegnarmi un po' di più, ma pare che sia arrivata alla fine del tunnel.
Voglio quindi condividere con voi tutti i rimedi naturali di cui ho letto e che ho testato:
  1. Alimentazione: la candida per sopravvivere deve avere determinate condizioni, prima fra tutte deve alimentarsi ed essendo un fungo i suoi alimenti sono in primis zuccheri e lieviti, quindi togliendo questo andremo piano piano a farla morire.
    Per un periodo di almeno una settimana quindi niente più zuccheri raffinati, alcool (in particolare birra), cibi lievitati (come pane e pizza ahimè!), caffè, arachidi, formaggi stagionati e con le muffe, pasticceria e dolci in genere, aceto, latticini, cibi particolarmente grassi e di difficile digestione. Avanti invece a probiotici, prebiotici, carboidrati integrali, pesce, uova, carni magre, tutte le verdure in particolare il finocchio e il carciofo, spezie e aromi come curcuma, anice, cumino e aglio (se riuscite a mangiarne uno spicchio al giorno tanto meglio, io proprio non ce la faccio!).
    Se poi volete continuare a non avere ricadute cercate sempre di limitare gli alimenti no, a favore di quelli sì.

  2. Igiene: usate in generale un detergente per l'igiene intima che sia a ph acido (quello neutro va bene per bambine e donne in menopausa), durante un attacco di candida pensate però a fare degli sciacqui con acqua e bicarbonato che non solo dona sollievo immediato, ma alza moltissimo il ph vaginale rendendo l'ambiente ostile per la candida che quindi regredirà. Non abusare però di questa metodologia, in quanto si rischiano altre infezioni alterando il ph naturale delle mucose.
    Come "crema" potete utilizzare lo yogurt bianco naturale da spalmare all'estero e all'interno della vagina che aiuterà a ristabilire la flora intestinale e che combatterà i miceti della candida. Anche mangiarlo ovviamente aiuta ;)

  3. Abbigliamento: la candida predilige un ambiente umido, quindi tutti quegli indumenti che lo mantengono, come pantaloni stretti, slip sintetici, collant, costumi da bagno, sono da bandire. Via alle gonne senza le calze, a pantaloni larghi, slip in cotone naturale e possibilmente bianchi...non molto sexy, ma sfido a sentirsi sexy con un attacco di candida!

  4. Stile di vita: e qui per me sono un po' dolori...evitare ambienti promiscui o caldo-umidi quindi addio palestra e piscina (impossibile per me, posso limitarle, ma non eliminarle) almeno durante l'attacco forte, evitare situazioni di stress (ahahahahahaha!!!), limitare l'uso di antibiotici o in generale farmaci che attacchino la flora batterica (qui ci siamo ;P), mantenere uno stile di vita attivo con una dieta sana ed equilibrata (ça depend ;P).

Se poi ci si vuole aiutare con rimedi omeopatici o fitopatici la scelta è piuttosto ampia. Io questa volta ho voluto l'aiuto omeopatico perchè l'attacco è stato proprio forte e mi è stato consigliato Monilia Albicans (5 granuli due volte al giorno); inoltre avendo ancora un po' di tea tree oil, che usavo nel lavaggio dei pannolini lavabili, ne metto qualche goccia nell'acqua e bicarbonato, l'anno scorso con l'attacco più lieve per esempio è bastato solo quello spalmato direttamente sulle mucose infiammate.
Leggendo in giro ho trovato che anche l'olio essenziale di origano e l'olio essenziale di timo rosso possono essere impiegati, così come l'utilizzo di estratto secco dei semi di pompelmo, tintura madre ed estratto secco delle sommità fiorite di verga d'oro, corteccia di pau d'arco, radice di ratania, ma sono tutti rimedi che non ho mai provato personalmente al contrario dei consigli sopra elencati.
Sottolineo che non sono un medico, volevo però darvi un ventaglio di esperienze e qualche consiglio che spero esservi utile. Se avete altri consigli, anedotti, esperienze da darmi in merito a rimedi più o meno naturali contro la candida, sono tutt'orecchi, perchè purtroppo so che questa sarà una battaglia che dovrò affrontare ancora.

martedì 25 novembre 2014

Di truffe e zecche

Weekend intenso, la legge di Murphy ha colpito ancora: tutto quello che può succedere, succederà quando il marito non c'è! Dite che non era proprio così?? Bè però ci sta!!
Iniziamo con sabato mattina, una notte un po' agitata, un risveglio alla solita ora quando speravo almeno in una mezz'oretta in più e il telefono fisso che inizia a squillare...alle 8 di mattina di sabato??? Mi allarmo un po' e corro a rispondere.
Parlano in inglese, che anche me la cavo, però capitemi al mattino, al telefono con le belve che richiamavano colazione e un rumore di sottofondo quasi assordante. Dicono di essere della Microsoft Florida, parlano di gravi problemi al computer, mi chiedono di accendere il computer.
Il primo pensiero è: oddio che abbiamo combinato?? Il secondo è qua c'è qualcosa che non torna e nel frattempo che il mio macinino carica ("eh signora ci sono grossi problemi per quello è lento") mando un sms a mio marito che mi richiama immediatamente.
Anche lui non sa cosa pensare e il dubbio è sempre più grande quando mi dice che in Florida sono le 4 del mattino. Qualche minuto di panico in cui non sappiamo cosa fare finchè mi dice di dargli la mail e farci mandare tutte le istruzioni del caso.
Chiusa la conversazione possiamo rilassarci tutti, bimbi compresi, visto che li ho piazzati davanti a latte e biscotti, quindi iniziamo la ricerca su internet: basta digitare truffa telefonica Microsoft e si avranno svariati siti, vi segnalo questo articolo e sempre dello stesso autore, quest'altro articolo dove potrete anche ascoltare le registrazioni telefoniche. Inoltre andando direttamente sul sito della Microsoft si può leggere (cito):
Microsoft non effettua chiamate non richieste per aiutarti a riparare il tuo computer

Qui se volete leggere direttamente dal loro sito le varie truffe in cui viene utilizzato il loro nome in maniera fraudolenta.

Bene, mi dico che ho dato, che ormai il Navigante sta per tornare, ma invece devo fare ancora i conti con la sfiga che ci vede benissimo e domenica, mentre sono tranquilla e beata al parco con i nani e alcuni amici, con ben 20º gradi e un sole da far invidia alla primavera, me ne aspetta un'altra: faccio vedere alla mia amica la botta che il Vitellino ha preso in testa a casa sua qualche giorno prima e invece della botta trovo...UNA ZECCA!!! O__o Emachecaz...
Quindi prendi il Vitellino, portalo in ospedale, aspetta un'ora (ovviamente vicino all'ora di pranzo che il Vitellino stava per sbranare me e il dottore), sentilo strillare mentre lo teniamo bloccato in tre per togliere l'animalaccio, torna a casa dai miei amici dove ho lasciato la Belva, mangia con loro (che Dio li benedica, perchè se dovevo pure fare da mangiare ero nella m...), riprendi i nani portali a casa, mettili a dormire...e pensa che è domenica pomeriggio e che sei tutto fuorchè riposata e che mancano ancora cinque giorni al rientro del Navigante...
Aiutatemi!

venerdì 21 novembre 2014

L'ingrediente che ci amalgama

E siamo all'ultima settimana da mamma single o vedova bianca o come cavolo volete chiamarmi.
Sono molto molto molto stanca. Anche se i nani sono tutte le mattine all'ecole e alla creche (ho chiesto anche il venerdì per il Vitellino in queste settimane per avere una mattina in più "libera"), io non riesco a tirare il fiato. Le mattine tra il corso di francese e le commissioni in giro, andare a portare e riprendere entrambi i nani sono un delirio. I pomeriggi tra il mettere a posto casa, cucinare per la cena, stare dietro a loro sono estenuanti. Semplicemente non vedo l'ora che arrivi la sera, leggere qualche storia nel lettone e buttarmi a dormire. Alle 21, insieme a loro. Che depressione!
Quando rimango da sola con i nani per giorni tutti i miei limiti di mamma salgono come le bollicine dello champagne. Divento rigida, non riesco a rilassarmi, la mia pazienza è sotto i tacchi, urlo davvero troppo, le mani fremono spesso. Oddio, scrivendolo, mi rendo conto che divento come mia madre! Che effettivamente era come se fosse sola visto l'aiuto nullo di mio padre...
Cerco di essere indulgente con me stessa, cerco di darmi svariati pat pat sulla spalla quando le cose filano più o meno nel verso giusto, cerco di cambiare quello che dentro di me sento sbagliato anche se faccio davvero un'enorme fatica.
Essere soli non è facile. Soprattutto quando il compagno che hai al tuo fianco è davvero parte integrante della tua vita e di quella dei tuoi figli. E per inciso non è facile nemmeno essere senza un papà, lo vedo negli occhi dei miei nani quanto questo periodo sia per loro difficile, soprattutto ora che iniziano a rendersene conto davvero di cosa significhi "papà andrà via qualche giorno per lavoro".
Senza dimenticare che il Navigante, con tutti i difetti di un uomo, è una persona che quando è con noi è solo per noi. E quindi quando non c'è davvero manca qualcosa, la nostra non è più una famiglia vera e propria, facciamo fatica ad amalgamarci perchè l'ingrediente che ci lega armoniosamente non c'è.
Questo ingredienti fa parte della mia vita da nove anni proprio ieri. Ci sono stati momenti in cui la ricetta è impazzita, ma siamo sempre riusciti a salvarla. Ora non riesco proprio a pensarci diversamente se non insieme e ogni secondo di lontananza diventa sempre più pesante, dopo tutto questo tempo dovrei essermi abituata e invece è sempre peggio.
E penso con terrore all'anno nuovo: nella tabella di marcia c'è come l'anno scorso una missione di 4 mesi fuori. Sto ballando la macumba perchè succeda qualcosa che non lo faccia partire, che ne so, la crisi mondiale, che la nave si scasci, che si rompa una gamba...magari quello no, che poi un uomo malato in casa, è peggio di 4 mesi di lontananza! Ma ancora una volta penso che non ce la posso fare, anche se poi dovrò :(

martedì 18 novembre 2014

Un altro passo natural: la coppetta mestruale

Chi mi legge sa che io sono una di quelle mamme un po' natural-fanatiche: un po' di decrescita lì, un po' di pannolini lavabili là, rimedi naturali per i malanni, autoproduzione...insomma non sono proprio perfetta, ma mi dico sempre che se tutti facessero come me il mondo ne gioverebbe alquanto.
In tutto questo però non avevo ancora fatto niente per l'impatto ambientale prodotto dal mio ciclo mestruale, visto che ho continuato ad usare assorbenti usa e getta, anche perchè il mio ciclo è sempre stato ballerino e per 2 anni abbondanti tra gravidanze e allattamento quasi non l'ho avuto.
Poi però il ciclo è ritornato, sempre lasciandomi lunghi periodi a secco (figo! direte voi. Sì, un po' meno quando si cercano figli, dico io) e quindi ho iniziato a pensarci. Lungi dal volere usare quelli lavabili (mi fa un po' senso il sangue), ho cominciato ad usare gli assorbenti usa e getta, ma biodegradabili che tra l'altro qui in Francia hanno prezzi decisamente più abbordabili e si trovano in quasi tutti i supermercati.
Il passo successivo invece è stato la coppetta mestruale. Dapprima ho letto un po' di info sul web, poi finalmente mi sono decisa e l'ho comprata, spinta anche da un prezzo decisamente molto buono (in Italia l'avevo trovata sempre in negozi bio intorno ai 30 euro, la mia invece è costata 10 euro!). Ovviamente è arrivata poco prima rimassi incinta quest'estate e quindi, ben contenta, non l'ho potuto provare.
Poi vabbè chi mi legge sa com'è andata e dopo il raschiamento, il primo ciclo post raschiamento e le sei settimane post intervento in cui consigliano di non utilizzarla, ho potuto aprire la confezione della mia coppetta mestruale, sterilizzarla ed indossarla.
Il primo giorno è stato un po' strano, sono riuscita ad inserirla senza problemi, ma la sentivo spingere sulla parete e ho letto che se è inserita correttamente non dovrebbe sentirsi quasi. Il secondo giorno invece ho avuto qualche perdita e quindi l'ho tolta e messa più volte, ora ho più o meno capito come inserirla nel modo corretto. La cosa che ancora non mi riesce per niente è tirarla fuori senza combinare disastri, per ora quindi la tolgo solo nella doccia così non ho problemi. Stamattina poi sono andata in palestra e non mi ha dato nessun fastidio, nè ho avuto nessuna perdita!
Sono contenta, anche se devo ancora perfezionarmi bene; la consiglio vivamente, ma solo se si ha una buona conoscenza del proprio corpo, altrimenti secondo me diventa davvero difficile.

Qualche info:
- fatta in gomma, latex o silicone è morbida, si adatta perfettamente a tutte le tipologie di donna e fino ad oggi non sono stati registrati casi di sindrome da shock tossico causati dall'utilizzo della coppetta mestruale;
- vi sono generalmente due formati: uno per le donne sopra i 30 anni o che abbiano partorito naturalmente e uno per quelle al di sotto dei 28 anni, è utilizzabile anche da donne vergini;
- ha una durata che varia dai 5 ai 10 anni e già nel giro di quattro cicli si ammortizza il suo costo iniziale;
- con flussi di sangue normali si svuota generalmente ogni 12 ore, la si sciacqua con l'acqua e la si reinserisce;

Per qualsiasi domanda non esitate a chiedermi.

mercoledì 12 novembre 2014

Ecole e dintorni

Questo weekend è stato per noi particolarmente lungo: qui in Francia l'11 è festa nazionale per commemorare l'armistizio della Prima guerra mondiale, quindi lunedì la creche era chiusa, il Navigante non andava a lavoro, quindi anche la Belva è rimasta a casa con noi.
Abbiamo fatto tante cose: siamo stati tanto in famiglia (vuoi il tempo che ci ha rinchiuso in casa, vuoi qualche linea di febbre del Vitellino, vuoi che il Navigante oggi partiva e quindi ce lo siamo goduti fino alla fine), abbiamo avuto amici a pranzo, siamo stati a un mercatino di prodotti alsaziani, siamo stati in piscina e alla fête de la chataigne a Toulon.
Volevo raccontarvi in particolare di venerdì, giorno dedicato all'ecole della Belva. Era il turno della sua classe per la vendita dei gateaux, torte fatte dalle mamme e rivendute all'uscita di scuola; questo accade ogni venerdì, a turni di due classi per volta e con il ricavato della quale alla fine dell'anno si organizzerà qualche uscita tutti insieme. La mattina quindi, insieme al Vitellino, mi sono messa a fare dei semplici muffin con una glassa al cioccolato e qualche decorazione di zucchero, che hanno fatto davvero furore con mamme che li hanno prenotato in anticipo e i bimbi che volevano rubare tutte le decorazioni...alle volte basta così poco per fare una cosa carina che piaccia a tutti :)
Dopo la nostra merenda con i gateaux comprati all'ecole, i nani sono andati con il papà e io sono rimasta per il mio primo consiglio d'istituto. Ammetto che non sapevo bene a cosa andavo incontro e quando mi sono trovata nella mensa a parlare con la direttrice, le maestre, un rappresentante del comune di Toulon, una rappresentante del consiglio nazionale per l'educazione e sei mamme perfettamente francofone (of course) tutti muniti di block-notes e penna (io invece non avevo niente se non il cellulare...of course!) per prendere appunti...mi sono un po' spaventata!
Alla fine me la sono decisamente cavata capendo tutto (almeno in generale, eheh!!), intervenendo, appuntandomi quelle poche cose interessanti sul cellulare...che poi penna + block notes sarebbero stati comunque inutili per due motivi: primo non c'era niente di così fondamentale da dover essere scritto, se non forse i vari appuntamenti dell'anno scolastico, di cui comunque verremo avvisati tramite foglietti nel quaderno apposito; secondo la direttrice, nonchè maestra della Belva, ha voluto la mail di tutte per poter mandare il resoconto scritto dell'intero consiglio. Vedete francesi? Take it easy! ;P
È stato interessante essere presenti, far parte di questo consiglio. È stato stupefacente vedere il rappresentante del comune prendere appunti su appunti, con tanto di sottolineature e frecce sulle cose più importanti (era affianco a me, sbirciavo :D). Mi ha colpito sapere che durante le vacanze d'autunno (le due settimane di vacanza di fine ottobre) il comune ha sostituito un pannello per le comunicazioni, posto all'esterno e bruciato da dei teppisti due giorni prima che la scuola chiudesse, senza che nemmeno la scuola avesse avuto il tempo di farne richiesta. E infine vogliamo parlare delle richieste avanzate da scuola e mamme? Telecamera con chiusura automatica del portone d'ingresso, pulizia del muro da graffiti e pulizia delle strade intorno all'ecole, ripristino del giardiniere con cui si faceva attività e che quest'anno non è stato confermato, tutte comunque prese in considerazione...meditiamo gente, meditiamo...
Insomma la nostra vita francese si intensifica e io sono contenta di poter assorbire tutto quello che posso da questa esperienza. C'è sempre da imparare e c'è sempre da insegnare. Mi stancherò mai della mia expat life?

martedì 4 novembre 2014

L'autunno nel mio cuore

È un periodo un po' così.
Il Navigante è andato via, è ritornato, è in procinto di partire di nuovo. Per il Kuwait, che vabbè ditemi quello che volete, ma in questo particolare momento storico mi fa un po' di apprensione.
Le due settimane con i miei sono state disastrose, non potrei dire altrimenti. Mia madre una continua intromissione in una mia qualsiasi decisione educativa, mio padre peggio di un bambino di due anni egocentrico e capriccioso, i bambini adeguati al mio nervosismo e all'atmosfera che si respirava.
E fuori piove, il caldo ottobre ci ha lasciati, è arrivato prepotente novembre portando l'autunno e l'ora legale (che odio), i pomeriggi cortissimi, le serate interminabili, l'umidità perenne, senza nemmeno darci il tempo di abituarsi.
Sono malinconica e incazzata con il mondo e quando sono così malinconica e incazzata con il mondo penso solo alle cose brutte che mi succedono, alle amiche che fra un po' dovrò salutare, alla mia pancia che ha smesso di crescere, agli anni che avanzano anche se ho appena passato i 30, alla pancia molle post gravidanza che non se ne va via nemmeno se mi ammazzo in palestra.
Palestra che, per inciso, invece di farmi star bene con me stessa, come succede di solito con la scarica di endorfina post attività fisica, in questi momenti mi fa solo ricordare quanto giovane e sportiva fossi, quanti anni spensierati ho passato facendomi pippe mentali per stupidaggini e quanto ormai la mia vita sarà tutto, tranne che spensierata.
Mi sento in colpa durante questi periodi, mi sento in colpa verso il Navigante con cui me la prendo più spesso di quanto meriterebbe, mi sento in colpa verso i nani, crescono sani, forti, intelligenti, sono la mia gioia, ma una gioia offuscata dalla nuvola nera che mi opprime, mi sento in colpa perchè non mi va bene niente. Le piccole cose che rendono la mia vita meravigliosa sono schiacciate da questo macigno nero che grava sul mio umore, sul mio cuore.
So che affrontare la perdita del proprio bimbo/a non è cosa da poco, so che i nodi da sciogliere quando si parla del rapporto con i miei genitori sono tanti, so che le assenze del Navigante sono per me fortemente destabilizzanti, so che tutto questo insieme è tanto, è troppo. Ma so anche che sono fortemente metereopatica e che l'autunno non è decisamente la mia stagione, quindi spero nei raggi del sole, che arrivino, prima o poi, e rischiarino il mio mondo, internamente ed esternamente.
Per dirvi che ci sono, che vorrei scrivere di più, ma che rischio di essere un po' deprimente. Per dirvi che se capita anche a voi, non siete soli, per dirvi che la vita è fatta di alti e bassi ed è giusto che si sappia. Per dirvi che è un periodo un po' così.

giovedì 23 ottobre 2014

La fine (o quasi) dei pannolini lavabili

E quindi è arrivato il momento di archiviare i pannolini lavabili. Non tutti, eh, che qui la notte si piscia ancora peggio di due neonati e perciò quelli più assorbenti rimarranno fuori, accanto a usa&getta ecologici per viaggi e/o evenienze varie! Di giorno ormai la Belva fa tutto sola, mentre il Vitellino comincia ad avvisare, nel frattempo lo accompagno io ogni tot e ce la caviamo spessissimo senza nemmeno una pipì persa.
Un po' strano, vi ammetto, me lo fa vederli tutti e due con le mutandine e dover fare lo scatolone di pannolini. Che, tra parentesi, non so nemmeno come mettere via: scatolone? Busta? Antitarme sì o no? Se qualcuno sapesse darmi qualche dritta avrebbe la mia eterna gratitudine! Per ora sono in una scatola nella mia camera da letto finchè non decido il da farsi.
Ma dicevamo...che insomma a mettere via sti pannolini sono stata assalita da svariate emozioni:
  • GIOIA ESTREMA di liberarsi finalmente di questa rottura di palle infinita che per me sono i pannolini (lavabili o usa&getta per me fa lo stesso)
  • MALINCONIA nel ricordo del tempo passato, dai dubbi iniziali, alla mania di comprarne ogni volta che ne trovavo uno carino, dai momenti in cui avevo pannolini stesi per tutta a casa ad ora che faccio una lavatrice a settimana, forse
  • RABBIA/TRISTEZZA perchè in fondo questi pannolini avrei potuto fare a meno di archiviarli, avrei potuto semplicemente lasciarli lì dov'erano per riutilizzarli tra qualche mese se le cose fossero andate diversamente
Ecco come un semplice gesto può far arrivare una valanga di emozioni devastanti addosso ad una mamma di due nani che crescono in fretta e che ha una voglia matta di avere ancora un nanetto urlante tra le braccia...
Bè magari, se il Principale mi stesse per caso ascoltando, non troppo urlante se possibile, viste le pregresse esperienze, grazie :)

venerdì 17 ottobre 2014

Ricominciano i periodi da vedova bianca.

Il Navigante ha ripreso a navigare, non molto per ora: un paio di settimane ad ottobre, un altro paio a novembre, poi con l'anno nuovo invece dovremo fare i conti in mesi, ma per ora non ci voglio pensare.
Dovrei essere sempre più abituata e invece sono sempre estenuata e stanca, inoltre ora i nani se ne rendono conto sul serio e la cosa decisamente non aiuta. Il Vitellino non fa altro che dire "Papà!!" ogni volta che sente il rumore della porta d'entrata e quindi via a spiegargli per l'ennesima volta che no, non è papà, che papà è sulla nave e per un po' di giorni non sarà con noi. La Belva ha avuto una crisi di pianto alla prima messa a letto (normalmente la fa il papà) e sono entrambi estremamente capricciosi e ingestibili, anche se questo probabilmente è dovuto anche dalla presenza dei nonni.
Già i nonni...le dinamiche tra me e i miei genitori meriterebbero un post a sè, ma non so se sono in grado di affrontare così pubblicamente un argomento così spinoso. Non ancora forse...
Sta di fatto che a me di essere una vedova bianca non va proprio giù, non tanto per l'organizzazione in sè della vita sola con i nani, ma proprio per la mancanza della metà della mela. Suona romantico? Non lo so se è romantico, ma dopo aver corso a sinistra e a destra tutto il giorno, zigzagando tra crisi, litigi e capricci, arrivo la sera completamente spompata e la cosa migliore che posso fare è infilarmi a letto a leggere un libro con a fianco il Navigante, anche quando siamo ai ferri corti.
Il letto grande è desolante e non ci riesco a stare, il letto piccolo nella camera dei bimbi (opzione scelta questa volta per essere più comoda nell'affrontare le notti agitate - sì, ancora, non finiranno mai i suoi risvegli!! - del Vitellino) quasi soffocante. La sera è proprio brutta, faccio fatica ad addormentarmi, ho un sonno leggerissimo con sogni emotivamente molto carichi, che spesso mi svegliano, eppure durante il giorno non faccio altro che aspettare la sera per riposare. Un circolo vizioso.
Mi rendo conto che ho bisogno di coccole e contatto fisico come i bambini (infatti non ho mai capito come si potesse deliberatamente scegliere di lasciare i bambini soli a piangere per addormentarsi) o quantomeno una presenza fisica per potermi rilassare e abbandonare nelle braccia di Morfeo. Quindi alla prossima vedovanza bianca di novembre l'opzione scelta è: tutti nel lettone a dormire insieme. E vediamo cosa ne viene fuori...

venerdì 10 ottobre 2014

La quiete e la tempesta

Stamattina, come ogni venerdì, il Vitellino era a casa mentre la Belva era a scuola. Abbiamo passato una mattinata quasi idilliaca, andando a fare la spesa in ben due posti diversi, preparando da mangiare per pranzo e per cena, mettendo apposto la lavatrice e infine camminando fino all'ecole della Belva..
Tutto è andato fantasticamente bene, fino alla prima curva per l'ecole, lì sono iniziati i capricci del Vitellino, che pensavo fosse semplicemente stanco. I capricci per camminare però sono aumentati esponenzialmente al ritorno, anche se la strada è tutta in discesa.
A casa poi volevo scapparmene in Nuova Zelanda: c'erano solo urla e pianti di uno o dell'altra, la Belva che non faceva giocare il Vitellino, il Vitellino che spingeva o menava la Belva, pianti per fame, per sonno, per noia...Ovviamente il mio intervento è sempre inefficace se non controproducente e quindi a un certo punto ho semplicemente detto a entrambi che se volevano continuare a litigare che se ne andassero in un'altra stanza perchè non li volevo sentire.
Dopo una mattina così bella, mi sembrava ingiusto dover sopportare tutto ciò e sentivo salire il nervosismo per non riuscire a farli andare d'accordo, per non riuscire ad insegnare come comportarsi l'uno con l'altro. Ovviamente il nervosismo è scoppiato, precisamente quando il Vitellino si è messo a giocare con le forchette per terra, invece di portarle al tavolo, dopo aver litigato con la sorella per i piatti (mi aiutano sempre a preparare la tavola mentre cuoce la pasta, così passiamo qualche minuto, loro sono contenti e imparano ad essere utili in casa).
Ora sono a dormire e io sono spossata. Mi immaginavo già di scrivere un post su questa idilliaca mattinata madre&figlio, di come siamo stati bene insieme, di come è facile gestirne solo uno e invece mi ritrovo con i sensi di colpa a mille per aver urlato come una pazza e averlo allontanato in malo modo.
Ma ci sono mai, dico mai, mai giornate che iniziano tranquille, trascorrono tranquille e finiscono tranquille? Non chiedo bambini sempre zitti e buoni, chiedo che giochino senza far venire il finimondo, chiedo che provino ad ascoltarmi, chiedo situazioni da poter gestire e non che vadano al di fuori dell'umana comprensione...è chiedere troppo?? Mi sa di sì... :((

sabato 4 ottobre 2014

Promemoria per momenti bui

Ieri la Belva è tornata a casa con il suo zainetto e in più una borsa verde della Ives Rocher (non chiedetemi perchè questa scelta...) con dentro il quaderno delle comunicazioni con la famiglia e il quaderno delle attività. Se non ho capito male dovrebbero essere così ogni venerdì, comunque sta di fatto che questo è il primo venerdì che succede, quindi è la prima volta che vedo quello che fanno.
Nella prima pagina ci sono le foto delle maestre e dell'assistente, nonchè bella in grande quella di un peluche, un'orsetto di nome Poumpon, che è la loro mascotte.
Poi in ogni pagina c'è l'attività della settimana, che normalmente ruota intorno a un libro letto; sono tutti libri dove c'è un animaletto per protagonista che si trova ad affrontare quello che i nostri bimbi affrontano ogni giorno in questo mondo nuovo che è per loro l'ecole: sentimenti, regole da seguire, lontananza dai genitori.
Il primo libro parlava di un coniglietto che si sentiva solo all'ecole e quindi la mamma gli ha preparato una busta con dentro tanti baci così lui, quando voleva, poteva tirarne fuori uno e sentirsi più vicino alla sua mamma. Affianco al piccolo riassunto della storia, c'era una busta colorata dai bimbi (ognuno colorava la sua ovviamente) dove noi genitori avremmo dovuto mettere i nostri baci, così nel momento del bisogno loro avrebbero potuto prendere il quaderno, che è sempre a loro disposizione, e tirarne fuori qualcuno per sentirsi meglio.
Quindi ieri prima di pranzo, mentre aspettavamo che tornasse il papà e l'acqua della pasta bollisse, con la Belva e il Vitellino che, curiosi, sono rimasti a guardarmi tutto il tempo, ho tirato fuori tutti i miei rossetti (ne ho di diversi colori) e mi sono messa a schioccare baci su un foglio, li ho poi ritagliati uno ad uno e messi nella bustina. La gioia negli occhi della Belva era indescrivibile, la mia commozione (iniziata già quando mi sono trovata tra le mani il quaderno delle attività) era palpabile.
Questi momenti fanno dimenticare tutto il resto, tutti i momenti di sconforto, le crisi, i litigi, i momenti down. questi momenti mi fanno ricordare il perchè ho scelto questa vita.

E poi è arrivato il marito, che mi guarda e sospettoso esclama: "ma perchè ti sei messa il rossetto??" O___o ...e questi sono i momenti che mi ricordano perchè mi sono innamorata di lui!!!

martedì 30 settembre 2014

Di malattie e riposo

L'altra settimana la Belva prima e il Vitellino sono stati ammalati, niente di serio: una febbriciattola, un po' di diarrea, niente che un giorno a casa e qualche coccola non possano alleviare.
Poi c'è stato il Navigante, che ha fatto una notte un po' del piffero, ma si è rimesso subito, prendendosi qualche pomeriggio libero dal lavoro.
Oggi poi la mia prof del corso di francese mi ha fatto sapere che non sarebbe venuta perchè ammalata.
Venerdì invece era toccata alla maîtresse della Belva e all'ecole hanno ben pensato di rispedire tutti i bimbi a casa, o almeno quelli che avessero qualcuno che potesse vedere di loro (nel caso della Belva ovviamente io).
Ah, anche la signora che mi da una mano in casa una volta a settimana è stata presa nella morsa delle malattie e anche abbastanza seriamente, visto che mi ha detto che per almeno un mesetto non potrà venire.
Vi direte che io sono stata fortunata a non avere niente...vi sbagliate...io sono piena di tosse e catarro da una settimana e ho fatto tre giorni con il mal di gola e qualche linea di febbre...ma mi spiegate io a chi cavolo chiamo per avvertire che sono off??

mercoledì 24 settembre 2014

I giorni passano velocissimi!

È da venerdì scorso che cerco di scrivere un post, ma tra una cosa e l'altra riesco a malapena a leggere la mail. Che raccontarvi?
Che domenica ero al mare, mentre ora piove e ho calzini e pantaloni lunghi.
Che siamo mezzi malaticci: la Belva domenica ha avuto la febbre giusto in tempo per non andare all'ecole lunedì e far saltare i piani miei e del Navigante che prevedevano colazione insieme e alcune commissioni da sbrigare (che ancora dobbiamo sbrigare) il Vitellino non fa che smocciolare, io sono piena di tosse e catarro. Fantastico!
Che ieri il mio nanetto ha fatto due anni! Due anni, festeggiati con pochi amici, una torta cantiere con ruspe e camion e una gita (ancora da fare) al museo oceanografico di Monaco. Suddetto nanetto inoltre da venerdì scorso è senza pannolino e mi sta stupendo tantissimo, alla faccia di tutti quelli che me la tiravano dicendo che i maschi sono più lenti delle femmine! Non avvisa, se non per la cacca (quasi sempre), solo in casi sporadici per la pipì, però la trattiene abbastanza e riusciamo a portarlo al bagno senza tragedie ogni tot, tanto che ieri ha fatto il primo giorno senza nemmeno una pipì persa, oggi invece siamo a quota 1 alla creche.
Che sono rappresentante di classe all'ecole della Belva, che mi sono iscritta all'ANFEM (association femme de marin) dove intendo seguire corsi di cucina e fare tutti gli incontri possibili, che continuo anche il corso di francese e che quindi se alla fine di quest'anno non parlo un francese perfetto m'incacchio come una iena!!
Che ho ricominciato palestra, che ho già perso due chili, che sono passati i 15 giorni post raschiamento di assoluta astinenza (anche se a me pare passata una vita, com'è possibile?), che sono terminate pure le perdite e che quindi adesso non mi ferma più nessuno.
Che, infine, questo settembre è volato e non penso altro se non al futuro. Che dite, bene?

mercoledì 17 settembre 2014

Qui o là...per sempre...

Siamo tornati dopo un weekend lungo passato in Italia, dai miei, tra pizze, cene fuori e vari giri al mitico Friuli DOC. Sempre di più amo ritornare nella nostra tana, che essa sia in Francia, in Italia o in Burundi, non sono le mura o gli oggetti che ci sono dentro, sono le nostre routine ormai ben ingranate, il silenzio dei bimbi che dormono, la spesa che faccio, gli amici che abbiamo.
Mi piace passare qualche giorno a casa dei miei, poter parlare con molte/troppe persone adulte, poter lasciare i miei nani liberi in giardino a giocare con i cugini, poter riuscire a incastrare qualche ora libera solo io&il Navigante senza pensare al budget babysitter, poter mangiare una pizza come si deve, fare una passeggiata in paese vestita in tuta, camminando in mezzo alla strada senza avere paura delle macchine e andare a bere un aperitivo dove tutti ci conoscono; ma alla fine non so se sarei in grado di rimanerci a vivere, per sempre.
Che ultimamente questo per sempre ci sta sempre più stretto, soprattutto al Navigante, così tanto che ora cerca freneticamente un altro lavoro che lo possa portare via, che non ci obblighi a rientrare in Italia, lui che mai e poi mai si sarebbe visto senza divisa.
E quindi mi ritrovo a sognare altre vite, altri luoghi, altre cose nuove tutte da scoprire, così come altri ostacoli, altri "ricominciare tutto daccapo", altre adattamenti. E già mi faccio domande, già mi chiedo se e come reagiranno i miei nani, mi preoccupo del loro futuro, di un nuovo equilibrio che non so se sarà sempre così semplice recuperare. E se dovessimo essere expat "per sempre" non sarebbe un po' come stare "per sempre" in uno stesso luogo? Alla fine il senso di insoddisfazione arriverebbe comunque oppure prima o poi troveremo anche noi la nostra pace?
La cosa più divertente? Che mi sto facendo tutte ste pippe mentali ad ogni curriculum inviato, ad ogni mail di risposta, ma ancora non c'è proprio niente di concreto. Immaginate se ci sarà qualcosa di concreto che dubbi mi assaliranno!

PS: volevo scrivere di quanto mi diverto ultimamente con i miei nani, con i loro discorsi, con i nostri viaggi in macchina tra creche ed ecole, dei momenti in cui sono sola con uno dei due...volevo un post leggero, un post da mamma chioccia e orgogliosa delle sue piccole pesti che crescono e invece mi è uscito sto pappone pieno di inutili incasinamenti mentali! Chiedo venia, rimedierò!

lunedì 8 settembre 2014

Si continua, si deve continuare...

In questa altalena di emozioni che mi ha investito e che ancora devo ben capire come gestire, la realtà continua imperterrita il suo viaggio. Vorrei raccontarvi un po' di più di questa esperienza, ma vorrei far sedimentare meglio tutto ciò che mi passa per la mente.
Nel frattempo stiamo affrontando i primi giorni di ecole maternelle per la Belva e di creche per il Vitellino, entrambi inaspettatamente contenti di questo nuovo inizio.
Il Vitellino ogni tanto ci prova e chiede di andare anche lui all'ecole con la sorella, la quale prontamente gli racconta che lui è "ancora un po' più piccolo e quando sarà un po' più grande vendrà (qualche parola spagnola ogni tanto incappa nel discorso ;) N.d.R.) anche lui all'ecole".
La Belva invece è incredibilmente felice. Oggi sono arrivata a prenderla leggermente tardi (ho provato a prendere prima il Vitellino, più lontano da casa, ma con scarsi risultati >__<) e l'ho trovata in mensa, con la bocca piena di uovo e maionese. Quando mi ha visto è stata tutto fuorchè contenta e la prima cosa che mi ha detto è stata "Ma poi torniamo no??". Alla faccia e io che pensavo si sentisse abbandonata!!!!
Sono contenta di essere tornata quantomeno in forze fisicamente, per poter essere al 100% con loro in questa fase, tanto che ora anche lo spannolinamento del Vitellino mi pare meno problematico.. Insomma nonostante tutto, the show must go on...

mercoledì 3 settembre 2014

Il mio terzo viaggio finisce qui

E quindi niente...quando qualcosa è così perfetto, così sognato, così voluto...è semplicemente normale che voli via senza nemmeno un saluto.
E quindi niente...non credo vedrete più l'etichetta "gravidanza number three" perché oggi, a un controllo al pronto soccorso per alcune perdite, mi hanno trovato di 9 settimane (dovrei essere di 10/11) e senza battito. Venerdì eco controllo ed eventuale raschiamento.
Ancora una volta...e ancora una volta in terra straniera...non ci sarà mai pace per noi?

lunedì 1 settembre 2014

Finalmente settembre!

Primo giorno di settembre. Lunedì. E tutto ricomincia o quasi.
Il Vitellino oggi ha ripreso la creche, siamo andate io e la Belva ad accompagnarlo e sinceramente ero davvero davvero agitata, non mi sento molto a mio agio in situazioni di distacco, soprattutto se non vuole esserci il distacco da una delle due parti (non la mia!). Il Vitellino infatti era da un bel po' che diceva "Popo no creche, Popo ecole" (con la Belva), ma poi quando ha visto quel luogo familiare, i giochi, è partito in quarta con il suo zainetto preparato insieme a me il giorno prima e quasi non mi ha salutato O__o
In compenso la Belva mi ha tartassato tutta la mattina "ma dov'è il Vitellino? Poi io vado a giocare con lui alla creche, non vado all'ecole"...ecco apposto!! Domani tocca a lei iniziare, nuova scuola, nuovo ambiente, nuove persone, non è proprio la situazione per lei, caratterialmente parlando, ma per lo meno stavolta conosce la lingua e sa che la bimba che abita vicino a noi e con cui gioca qualche volta sarà nella sua stessa scuola, speriamo che basti per rassicurarla.
E poi ci sarò io e la mia pancia, che rimarremo sole per ben 4 mattine a settimana, visto che alla creche mi hanno dato disponibilità da lunedì a giovedì. Sono proprio vogliosa di ricominciare questa stagione, probabilmente complice questa fine estate con un clima poco estivo e questo mio continuo star male. Oppure semplicemente la mia solita voglia di finire la gravidanza, che per me tutto è fuorché uno stato di grazia e gioia; dico sempre che partorirei mille volte, ma salterei volentieri i 9 mesi di panzitudine.
Sono già iniziati anche gli incontri con le altre Navy family e anche questo è motivo di gioia. Abbiamo un bel gruppo, tanti bimbi, ben tre pance (due italiane con termine a marzo e una tedesca con termine a novembre), sempre tanta voglia di stare insieme.
Insomma io sono davvero carica! E voi?

martedì 26 agosto 2014

Spannolinare o non spannolinare, questo è il problema...

Sono in un periodo un po' di dubbi. Amo molto leggere su pedagogia, metodi educativi, esperienze di mamme, non solo perchè io sia mamma, ma perchè trovo l'argomento davvero interessante.
Penso, anche grazie a questo mio interesse, di essermi imbattutta in moltissimi libri e articoli che mi hanno fatto cambiare pian piano il mio modo di vedere, avvicinandomi a un'educazione naturale, più rivolta all'ascolto, in cui i bisogni dei bambini diventino la parte predominante dell'educazione. Può sembrare una scelta scontata, ma non lo è. Per me, per il mio vissuto, per il mio carattere, per l'uomo che vive con me quest'avventura.
Un esempio sciocco che mi viene in mente: leggo spesso di come imporre regole sia alle volte sbagliato, non si deve imporre, ma insegnare l'autodisciplina (in soldoni), parlare, dare l'esempio senza punizioni di alcun genere. Ok, fantastico, fichissimo, ma provate a inculcare l'idea a due persone educate da regole, imposizioni e che di regole e imposizioni sono permeate anche le loro esperienze lavorative (non dimenticate che il Navigante è un militare, da me conosciuto mentre facevo il mio periodo militare).
Si sbaglia, si cresce, si trova la via giusta. O almeno si tenta e si chiede scusa se si sbaglia. E di sbagli io personalmente ne ho fatti davvero tanti, soprattutto con la Belva, la prima nonchè cresciuta in mezzo a una bufera emotiva non da poco. Questo mi rende sempre piena di sensi di colpa e quando mi affaccio a una nuova sfida con il Vitellino, mi sento male a ricordare quanti errori grossolani abbia fatto con le Belva.
Ora per esempio sono ad un bivio: vorrei spannolinare il Vitellino, ma da un lato con quello che number three mi fa passare non ne ho proprio voglia, dall'altro so che devo farlo entro la prossima estate (quando avrò un frugoletto di pochi mesi a cui dare attenzioni) e che non voglio lasciarlo troppo con il pannolino, che comunque trovo scomodo e antigienico.
Con la Belva ho fatto un EC parziale e uno spannolinamento precoce, ma quanto nervoso e stress ho scaricato su di lei in questo percorso! Mi aspettavo risultati, mi innervosivo alle pipì perse o alle volte che lei non voleva andare sul water. So quanto questo sia assolutamente controproducente, ma era la fase più buia del mio essere mamma e ne pago ancora le conseguenze, con sensi di colpa e con un pannolino notturno che non c'è verso di togliere, che potrebbe benissimo essere riconducibile a tutto li pregresso percorso di spannolinamento.
Con il vitellino anche ho fatto un parziale EC, molto più blando rispetto alla sorella, e vorrei poter fare uno spannolinamento non troppo precoce, ma nemmeno arrivare ai tre anni, senza però tutto quello che "ho fatto passare" alla Belva. So che nella vita si sbaglia e non è che ci si può martoriare le cosidette tutta la vita per espiare la colpa, ma certi ricordi mi fanno davvero tanto tanto male e tutto quello che vorrei è cancellarli. So anche che però senza certi sbagli forse ora non sarei quella che sono e quindi so che tutto il bene che ho fatto con il Vitellino è merito della mia Belva, ci mettiamo sempre a dura prova una con l'altra e spesso ne usciamo tutte e due abbastanza malconce.
Vabbè un post un po' ingarbugliato per dire che sono alle soglie di uno spannolinamento che mi fa molta paura. Non voglio ricadere negli errori, ma devo farlo per svariate circostanze. Mi farò aiutare alla creche, anche se avrei voluto fare da sola...come sempre...ma so, ormai, che non posso sempre riuscire da sola in tutto.
Ho già iniziato in realtà in maniera molto molto blanda, mettendo le mutandine in casa o in giardino, ma senza imporle e non come regola fissa, solo così per vedere come va, ma so che devo semplicemente buttarmi, so che lo farò, appena finirò di martoriarmi le cosidette...scrivere i miei pensieri forse è un primo passo...

domenica 24 agosto 2014

Io, me e number three

Lo so che lo aspettavate da tanto un bel post di lagne! E quindi vi accontento subito :D
Number three mi fa penare, ma tanto. Ho delle nausee fortissime, conati di vomito, una stanchezza allucinante che mi porta ad andare a letto subito dopo cena, prima dei bimbi (e fortuna che il Navigante è super presente in questo momento)! Da qualche giorno poi ho anche attacchi di diarrea e crampi allo stomaco che ho letto essere anch'essi potenziali sintomi gravidici. Una gastroenterite ho, altro che una vita che cresce dentro di me!!
Da qualche giorno va meglio, riesco a tenere a bada il tutto con pane, tarallucci, limonata e Nux vomica. Ho già una pancia da quarto mese eppure non ho messo su nemmeno un chilo. Number three mi sta mangiando dall'interno.
Number three, voluto, cercato, che ora mi fa penare. Number three che potrebbe nascere, vedere suo padre e poi doverlo subito salutare per quattro mesi. Number three che sarà il terzo e il piccolino, perché gli altri due ormai saranno già anni luce e per me sarà strano perché gli altri due sembrano ogni giorno di più due gemelli e lui invece sarà sempre il più piccolo o piccola.
Vivo questa gravidanza con una consapevolezza diversa, mi guardo il pancione, penso al futuro e già so a cosa andrò in contro, almeno per le cose pratiche, non ho l'inesperienza che avevo con la Belva, non ho il terrore di non farcela che avevo con il Vitellino, perché loro sono indipendenti e io ora so come farmi aiutare dagli altri.
Number three dopotutto mi sta facendo diventare molto zen, anche con i nanetti, il che non guasta. Speriamo solo che se mi fa penare ora, sarà clemente dopo!

martedì 19 agosto 2014

La nostra esperienza camperistica

Potrei ammorbarvi con i racconti delle mie giornate di nausea e stanchezza, ma sono gentile e quindi vi parlo un po' della nostra esperienza con il camper (senza sottolineare come ogni odore mi facesse quasi dar di stomaco).
Premettendo che noi amiamo le vacanze on the road, il camper è decisamente la nostra soluzione di viaggio, però la pratica è sempre molto diversa dalla teoria. Ad esempio prima di partire io ero un po' preoccupata per lo svuotamento e riempimento di acqua, poi però complice il fatto di aver scelto una meta molto camper-friendly, il tutto è entrato nella semplice routine, già dalla prima volta.
Prima di partire poi non sapevamo bene come e dove fermarci, non avevamo molto ben chiare le idee su aree di sosta, parcheggi (mica tutti possono essere utilizzati), camping. Eravamo ben decisi a sfruttare al massimo la nostra guida France Passion consigliataci da MaFa (grazie ancora!), ma non eravamo sicuri a cosa effettivamente andavamo incontro.
Alla fine proprio perchè la Bretagna è molto semplice da girare in camper (tanto per dirvene una trovate le stazioni per svuotamento e rifornimento acqua anche nei supermercati per solo 2 euro; alle volte si trovano anche le lavatrici a gettoni) tutto è stato più semplice del previsto.
I contro sono stati essenzialmente due: punto uno, la vacanza in camper non è affatto economica (in autostrada qui pagavamo la tariffa 3, quella dei camion di media grandezza per intenderci) e per decidere di comprarne uno, anche che sia di seconda mano, si deve pensare di utilizzarlo molto spesso, non solo in estate un paio di settimane; punto due, i bambini prima di adattarsi completamente a un ritmo così movimentato di spostamenti ci hanno messo praticamente tutta la prima settimana, che poi è stato anche il nostro periodo di adattamento.
Per il resto bisogna avere sicuramente un buon spirito di adattamento (è come essere in campeggio, con sicuramente più comodità, ma bisogna sempre avere mille attenzioni, per esempio a non disperdere inutilmente acqua), bisogna amare guidare se volete fare una vacanza on the road e soprattutto bisogna imparare in fretta a guidare un cambrone grande e grosso che non sempre si può parcheggiare o far passare dove si vuole.
Per noi è stato comunque un'ottima esperienza che probabilmente ripeteremo ancora.

martedì 12 agosto 2014

Number three

E poi, ecco una fa un post davvero lagnoso in cui riceve tanti messaggi carini e poi si sente davvero una schifezza, perché ecco io ho dato le colpe al preciclo, lagnandomi di una gravidanza che non arrivava, di un gonfiore e di sbalzi d'umore.
Vi prego di scusarmi, per la lagna, soprattutto chi ancora un figlio non ce l'ha, ma gli ormoni gravidici fanno anche questo: ti fanno vedere tutto nero e ti gonfiano la pancia tanto che una gonna comprata la settimana prima (ed era perfetta), improvvisamente non ti sta più e tutti i tuoi reggiseni sono di nuovi piccoli.
Gli stessi ormoni che mi hanno fatto passare due settimane in giro per la Bretagna con nausea e una spossatezza che mi metteva ko già alle 5 di pomeriggio. E quindi scusatemi se non ho grandi ricordi di quel posto magnifico, ma solo un nauseante ricordo di odori fortissimi come il burro e il caramello.
Bè insomma la lagna non serviva, visto che ero incinta e me l'ha confermato un'eco proprio il giorno del terzo compleanno della Belva. Un giorno pieno di doppie emozioni.
Scusate per la lagna inutile, ora preparatevi ad altrettante lagne gravidiche, io ne ho sempre a bizzeffe!!

domenica 10 agosto 2014

Un veloce bilancio

Tornati ieri da un lungo, stancante, ma molto bello viaggio in camper in Bretagna.
15 giorni, 3616 km, due bimbi davvero ingestibili (uno entrato da poco nei terrible two...ma proprio in vacanza?!?), un marito barbone (nel senso che non si è tagliato mai la barba) che si è sobbarcato buona parte di tutto, io che sono un capitolo a parte e ve lo racconterò per bene.
Belva cosa abbiamo visto in questa vacanza? Mucche, vitellini, mucche e case di Gesù distrutte!!
Bè dai abbiamo anche visto pecore, conigli e papere, case di Gesù intere, castelli e paesini che sembrano usciti da un film di storia medievale.
Ma soprattutto abbiamo mangiato: crepes (le vere crepes!), burro (salato) e caramello (al burro salato), biscotti, tanti prodotti comprati direttamente in fattoria. E abbiamo imparato a curarci di un camper, usarlo come si deve, fare manovra negli spazi stretti, sprecare il meno possibile risorse e soldi.
E alla fine, dopo aver macinato tutti sti chilometri e aver fatto indigestione di paesaggi fantastici e gente sorridente (sì, francesi che sorridono, incredibile!!!), siamo tornati alla nostra calda routine del sud della Francia. Con un pensiero a un camper tutto nostro e a una vita (bè no dai qualche anno visti i nostri standard) in un luogo freddo...e chi lo sa...

giovedì 24 luglio 2014

Anche questa è andata

E anche la festa della mia Belva è passata, mi sono messa in testa di fare tutto io e di dire, a chi volesse, di rimanere anche per un bbq post festa.
Eravamo una trentina di persone, 14 bambini dai 5 mesi agli 11 anni, in una casa di scarsi 70 mq e un giardino di terra senza erba di 22mq...non vi posso spiegare quello che è venuto fuori! La Belva poi era super eccitata e non siamo riusciti a metterla a dormire prima delle 23 per non parlare di quello che ci ha fatto passare oggi a suon di capricci e pianti.
Ma è stato magico vederla aprire i regali, guardare tutti i topolini che decoravano cibo e tavola, soffiare su una candelina che prima non voleva accendersi e poi non voleva spegnersi, essere circondata da amici di mille nazionalità senza nessun problema a relazionarci e i suoi occhioni di meraviglia per tutto quello che la circondava.
Mi è dispiaciuto non essere al 100%, ma mi sono comunque goduta tutto. E oggi come lei sto accusando il colpo per tutte le mille emozioni.

Tre anni. Tre anni fa iniziavo la mia vita da mamma. Grazie amore mio per tutto quello che mi hai insegnato in questi tre anni. Continua a crescere così, forte e indipendente. Buona vita da bimba grande :)

venerdì 18 luglio 2014

La festa della Belva tema Topolino (...coi piedi!)

Settimana un po' pienotta, oggi arriva l'allegra ciurma formata da mia madre, mia sorella, mia nipote di 8 anni e mio nipote di meno di un anno O__o si installeranno abusivamente per tutta casa e resteranno qui per una settimana...sarà da ridere!!
Inoltre sono in pieno preparativi per il terzo compleanno della Belva... e non mi fate pensare che sono già passati tre anni perchè davvero non ci credo. Tre anni mi è sempre sembrato lo spartiaque tra bimbo piccolo e bimbo grande, quindi pensare a mia figlia come a una bimba grande mi fa un po'il magone, ma sono anche molto contenta!
Come già accennato, ha scelto Topolino (con i piedi!) e quindi mi sono ingegnata per fare una festa tema topastro :)) L'idea, oltre alla torta con il disegno del topo in pasta di zucchero sopra, è di creare anche tutto il resto a forma di topo, dai sandwich prosciutto e formaggio all'insalata di frutta melone e anguria, dai biscotti da mettere nei sacchettini degli invitati alla pizza, il tutto con l'aiuto di un taglia pasta con la forma della testa di topolino e un po' di inventiva.
Sono poi andata in un negozio specializzato in feste e ricevimenti (Fête e recevoir) e ho comprato varie cose, alcune di Topolino (tipo il festone Joyeux anniversaire), altre che faranno funzione di Topolino tipo i piatti: ne ho presi grandi rossi che saranno la faccia e quelli piccoli neri che metterò vicino come orecchie. Ho poi fatto (con due semipalle in polistirolo, del cartoncino e della tempera nera) due teste di topolino dove infilerò dei chupachups di frutta; pensavo anche a dei ghiaccioli di frutta, ma forse esagero con il mangiare.
Lunedì e martedì poi saranno i giorni di fuoco in cui voglio preprare il più possibile, mentre mercoledì mattina deve essere libera per decorare la torta e addobbare tutta casa. Ah, dopo la festa penso che faremo un piccolo barbecue con i genitori che vorranno rimanere e la mia famiglia...una giornatina leggera insomma!
Se ve lo state chiedendo, SÌ, MI STO DIVERTENDO DA MORIRE!!! :)))

mercoledì 9 luglio 2014

Un post un po' mogio

In questi giorni mi sento un po' giù di corda.
Sono tante piccole sciocchezze che mi fanno sentire male, principalmente con me stessa, perchè per il resto tutto è stranamente tranquillo.
Innanzitutto mi sento gonfia e goffa, dovrei essere in periodo pre ciclo, il che significa pancia e gambe gonfie. Vado a correre, mi tengo nel mangiare, ma non sembra mai bastare...ma come ho fatto dopo la Belva a tornare più magra del pre gravidanza? Con il Vitellino mi sono fermata a +4kg anche se ciucciava come un forsennato e il fine allattamento non ha fatto che peggiorare le cose, aggiungendo ancora un paio di chiletti. Da un paio di mesi cerco di fare più movimento, finita la palestra mi sono prefissata di fare una mezz'oretta di corsa almeno 5 volte a settimana, e ho iniziato a stare molto attenta agli sgarri alimentari.
E poi...dovrei essere nel preciclo...questo dovrei...di nuovo quest'ansia, questi calcoli, solo perchè ho deciso di cercare un terzo frugoletto. Perchè l'ansia? Prima di tutto perchè dal fine allattamento del Vitellino (ottobre scorso) ho avuto solo quattro cicli mestruali: saltato tutto il periodo in cui il Navigante non c'era, gli altri sempre più di 40 giorni uno dall'altro il che significa anaovulatori quasi certamente. Quindi pochi cicli, poco utili, peso che non scende, io che cerco un bimbo...la storia si ripete e mi fa ansia.
Aggiungiamo che il Navigante ha in programma altri 3 mesi e fischia in mare nel 2015 tutto questo quadro mi pare nero, che più nero non si può, anche se razionalmente so che è solo un momento, magari proprio a causa del preciclo.
E comunque ho deciso che se nemmeno stavolta è andata bene (mi sembrava davvero di aver azzeccato l'ovulazione!), m'impegnerò per scendere almeno di 4/5kg per inizio settembre e inoltre voglio provare un integratore di inositolo, ho letto che è molto utile nella sindrome dell'ovaio policistico.
Tanto mi ero ripromessa di non pensarci, tanto avevo giurato a me stessa che non mi sarei fatta prendere dalla foga della ricerca...e invece eccomi qua! Ma è solo un attimo, mi riprometto di non cascarci troppo spesso in questa sorta di ansia mista a malinconia, anche perchè so perfettamente non aiuta, anzi. Un altro limite da superare, ce la farò!

lunedì 7 luglio 2014

Finalmente il nostro gruppo d'acquisto!

Quando ho iniziato questa sorta di percorso di decrescita, uno dei punti che mi ero prefissata era il far parte di un GAS (= gruppo acquisto solidale), progetto che slittava tra continui spostamenti, nascite, montagne russe fisiche ed emotive, e che pensavo definitivamente accantonato quando è iniziata la nostra avventura in terra francese.
Ma le vie del Signore sono infinite e, in una calda mattina di giugno, perdendoci in un paesino alla ricerca dell'ambulatorio dell'osteopata per il Vitellino (altra cosa che ho rimandato per mesi e che finalmente sono riuscita a fare), siamo finiti in un minuscolo ma super fornito ufficio del turismo. Tra le varie brochure, abbiamo trovato alcuni interessanti libercoli tra cui quello dell'AGRIBIOVAR, l'associazione degli agricoltori biologici del dipartimento del Var.
Sbirciando mi sono trovata a leggere degli AMAP (Associations pour le maintien d'une agriculture paysanne), un gruppo d'acquisto per mantenere attiva l'agricoltura paesana di tutta la Francia. Ho letto mi sono infonrmata, ho guardato un po' in giro e con gioia ne abbiamo trovato uno che facesse al caso nostro (ossia che vendesse verdura e ortaggi) proprio in una cittadina a pochi km da Toulon.
Funziona così: ci si iscrive per 6 mesi, si può decidere per un paniere di 22 euro (stimato per una famiglia di due adulti e 2 bambini) o un mezzo paniere di 11 euro a settimana e il giorno scelto si va a recuperare i prodotti, che variano a seconda della stagione e di quello che è disponibile al momento. In più ci sono altri prodotti che settimanalmente si possono ordinare come olio, formaggi, vino, birra.
Giovedì scorso siamo andati a recuperare il nostro primo paniere: 2kg e mezzo di zucchine (tra tonde, normali o gialle!!), 5 barbabietole grandi, 2 barbabietole piccole, 1 kg e mezzo di fave, 1 peperone verde (aperitivo della serata), 2 piedi di cicoria, 1 piede di insalata, 2 mazzi di cipollotti, 1 mazzolino grande di erbe aromatiche (basilico, già trasformato in pesto, e salvia, che è finita con il pollo e il limone venerdì sera) e cipolle quante se ne voleva. In più avevamo ordinato una toma piccola da mezzo chilo circa di formaggio di pecora.
Sono contenta di questa decisione, eccitata per i prodotti nuovi che imparerò a cucinare e consumare, come le barbabietole ad esempio, curiosa di conoscere meglio le persone che fanno parte di questa associazione. E soprattutto contenta di aver aggiunto questo tassello al nostro puzzle natural!

mercoledì 2 luglio 2014

La mia città e le chicche della Belva

Weekend intensi, mi sembra di averlo ribadito più e più volte. Sabato e domenica abbiamo collezionato 7 ore di macchina (a noi l'on the road decisamente non ci spaventa!): sabato ad Antibes al compleanno dei bimbi di Mamma Far and Away, domenica invece a riscoprire Saintes Marie de la mer.
Dico riscoprire perchè io e il Navigate c'eravamo andati freschi fidanzatini (non stavamo insieme nemmeno da un anno), il nostro primo viaggio on the road che ha toccato Bordeaux, Pauillac, Andorra, Carcassone e tutta la costa sud, compresa appunto una sosta in Camargue.
Ricordavo sensazioni davvero piacevoli, anche se eravamo fuori stagione, e quando ho iniziato a camminare ancora una volta per quel paesino, ho capito subito perchè: Saintes Marie de la mer è in tutto e per tutto un paesino andaluso, con case bianche e basse, vento costante, sabbia che ti si infila nelle scarpe, adorazione di cavalli e della corrida; in più ha solo un elegante tocco provenzale che si nota nelle decorazione sui muri e nei negozi di souvenir. Questa cittadina è un mix perfetto delle mie due vite da expat!
La cosa strana è che la prima volta che ho messo piedo in Camargue, non conoscevo la Spagna, se non da turista, non sapevo che ci sarei finita a vivere per due anni, nè che una parte del mio cuore sarà irrimediabilmente e per sempre legato a quella parte di mondo. E rimetterci il piede adesso, dopo aver vissuto tutto questo, mi ha emozionato tantissimo.
Insomma in pensione se non mi trasferisco in Andalusia, mi troverete sicuro a Saintes Marie de la mer!!!


E ora due chicche della mia nana.

Al ritorno dalla festa di compleanno, abbiamo tre palloncini in macchina:
La Belva: questo palloncino è per la Belva, questo per il Vitellino e questo per il papà.
Io: e per la mamma niente?
La Belva: no mamma, tu a casa hai la cucina e il computer!

Io: Belva per il compleanno vuoi Minnie?
La Belva: no, Topolino!!
Io: Vuoi questa torta qui (Torta con la forma di faccia di Topolino)?
La Belva: no, ci voglio i piedi!!!!

Figlia mia sarà dura con te!

mercoledì 25 giugno 2014

Tempismo genetico

Nella frenesia di questi nuovi mici in arrivo e di weekend sempre molti busy, mi sono dimenticata di scrivere di una cosa importantissima!!
Nella nostra continua sfida alle molteplici lingue che ci circondano, devo avervi accennato che la Belva alla creche non parlava francese, lo faceva a casa, con il fratello soprattutto, ma con le maestre non spiccicava parola, comprendeva tutto, ma rispondeva continuamente in italiano. Era da un lato strano, dall'altro un po' frustrante, visto che appena varcato il cancello cominciava con me a parlare in francese.
M'infastidiva poi il suo ostinarsi a non voler salutare, anche fosse solo con la mano, mi sembrava volesse mantenere questo muro tipo adolescente arrabbiata con il mondo e ammetto che alle volte per questo mi sono arrabbiata.
Poi arrivo un giorno, la settimana scorsa, a prenderla, il giorno prima c'era stata la festa di fine anno e la Belva si era davvero divertita e voleva fortemente tornare alla creche, e quando sono arrivata la direttrice mi ha accolto con un gioioso "Grandi progressi: PARLA!" e con quel parla non intendeva semplici parole, ma frasi intere, discorsi, quasi come l'italiano, forse meglio dello spagnolo!
E l'ho guardata, raggiante, parlare, interfacciarsi, non voler tornare a casa e quando si è decisa ad andarsene, urlare uno stupendo, fantastico: Au revoir L. (la direttrice) che ancora mi rimbomba nelle orecchie!
Nulla è cambiato da quel giorno, tutta la settimana è un continuo chiacchiericcio e salutare tutti, con gioia sua e mia. Mi viene solo un pensiero (oltre al Finalmente!), ma piccola mia, dovevi per forza aspettare l'ultima settimana di creche della tua vita per sbloccarti?!?!
Tempismo perfetto...è proprio la copia di suo padre!

lunedì 23 giugno 2014

Un momento magico

E sono qui, dopo un luuungo weekend di party, cene fuori, spiaggia, vomito e diarrea, decidete voi l'ordine. Ma invece di riposare e perdermi nel magico mondo del web, fedele compagno durante la siesta dei nani, sorveglio in trepidante attesa la mia gattina (ricordate??) giunta al fatidico giorno.
Dopo averla cacciata tipo dieci volte dalla camera dei bimbi, anzi dal letto della Belva per la precisione, visto che si infilava sotto le coperte (cosa che non fa mai), proprio nel momento in cui loro dovevano dormire, ho avuto una folgorazione: comportamento strano, voler stare in un luogo silenzioso e semi buio...ok, ci siamo! Quindi preso la cuccia preparata con le mie sante mani (niente di che, solo tagliato uno scatolone e foderato con cuscini e teli) e portata di sotto vicino al computer.
Siamo sole, io e lei, nel pieno di una magia: la nascita. Ed è strano perchè se ci penso, ho assistito solo al mio di parto e ora al suo. La vedo soffrire, spingere, ansimare, ogni tanto mi guarda e mi chiede una coccola. È nato già il primo che sta ovviamente tettando da quando è uscito, che se non ho visto male sembra avere i suoi stessi colori, quindi è una lei.
Tutto è naturale e silenzioso, ansima, spinge, si lecca...ed è così commovente e mi fa rivivere così tante cose...
Ok, mi sa proprio che se anche permarranno i mille e mille dubbi, dopo questa giornata la mia voglia di abbracciare un terzo nanetto di sicuro aumenterà!

mercoledì 18 giugno 2014

Francesi childfriendly? Mah...

Da quando sono arrivata qui mi sono sempre stupita dell'attenzione verso i bambini, dei giochi che si trovano dappertutto, dei seggioloni per mangiare in ogni ristorante, dei parchi divisi per età, delle tante attività proposte.
Per dirne qualcuna, la Belva adora letteralmente andare in farmacia, perchè c'è un banchetto made by Ikea con un cestone di giochi che periodicamente vengono incrementati; non parlo solo della farmacia vicino casa, ma di tutte quelle in cui siamo entrati, così come uffici del turismo, studi medici vari...insomma tutti i luoghi dove si deve aspettare sono sempre ben attrezzati per intrattenere con giochi o libri i nanetti.
Non dimentichiamoci poi dei parchi giochi, divisi per fasce d'età, sempre recintati o ben delimitati; ci sono poi i parchi giochi indoor, per le giornate invernali, per i mercoledì in cui i bimbi non sono a scuola, per una domenica diversa.
Atelier di ogni tipo, attività proposte per tutte le età, feste e sagre dove c'è sempre l'angolo animazione bimbi comlpetano il quadro. Che sollievo, che gioia poter passare questi tre anni con i miei nani in un paese dove i bimbi sono sempre tenuti in considerazione!
O no? O è solo una mia impressione? No, perchè poi ad un'attenta analisi, sembra quasi che tutto questo non sia creato per i bimbi in sè, per il loro benessere, ma semplicemente per non disturbare gli adulti. Forse ho l'occhio distorto e vivo di pregiudizi, ma avendo già cocciato e continuando a cocciare ripetutamente con un modo di educare decisamente lontano dal mio, non sempre riesco a vedere del buono.
Un esempio su tutti è stata la nostra domenica a Messa. Arriviamo ovviamente all'ultimo secondo, anche se abbiamo iniziato a cambiarci presto e la chiesta è a due passi da casa nostra (ma perchè con i bimbi non si riesce mai ad essere puntuali?!); entriamo e ci sediamo in disparte nella navata, vicinissimi all'uscita, che non si sa mai. I miei nani iniziano a chiedere (dov'è Gesù? dov'è la mamma di Gesù?), a muoversi, a guardare in giro e io noto che nel silezio generale solo i nostri bimbi si muovono e parlano, tutti gli altri (e ce n'erano tanti)sono zitti e fermi, appena qualcuno si muove un pochino o dice una parola, un genitore lo prende e lo porta in una stanza a parte. Rimaniamo un po' interdetti, ma dopo qualche tentennamento, onde evitare occhiatacce, il Navigante si infila nella suddetta stanza, che altro non è che una succursale della chiesa, una stanza con quattro panche e un televisore da cui poter seguire la messa mentre i bambini possono muoversi in libertà. Io ero fuori e comunque, per inciso, gli unici che si sentivano erano i miei nani, che avevano anche qualche libretto per distrarsi (non abbastanza evidentemente).
Continuo a rivedere quella stanza, quei bimbi che venivano come segregati, lontano per non disturbare, anche se in realtà non stavano affatto disturbando, almeno non quanto i miei, per intenderci! E vedo quei genitori al parco che smollano i figli dentro il recinto dove ci sono i giochi e si siedono lontani con lo smartphone tra le mani o chiacchierando con un'amica; ripenso ai tanti discorsi fatti con mamme francesi tra cui spicca una frase "ah io con la mia seconda che si alzava la notte per bere, ho escogitato un metodo: le ho legato il biberon di acqua al lettino, così io non dovevo alzarmi e faceva tutto sola! E aveva meno di un anno!" O__o cioè, ma che? Davero??? Come i criceti???
Non voglio generalizzare, nè dire che le famiglie francesi siano senza amore, ma questa spinta perenne all'autonomia, al distaccarsi mi lascia perplessa. Mi guardo intorno e vedo bimbi silenziosi ed educatissimi, ma che ridono poco, attaccati morbosamente a doudou, ciucci, bambole o che si succhiano il dito ad età davvero improponibili, lasciati sempre con qualcun altro che sia una nanny, una au pair o semplicemente alla creche (tutto il giorno tutti i giorni dall'età di 4/6 mesi) e penso che in fondo mi piace il mio modo, probabilmente molto italiano, di crescere ed educare i miei figli, così come mi piace poter usufruire dei tanti intrattenimenti che qui ci sono per loro mentre sono in farmacia, dal medico o ad una sagra paesana. Però magari ecco in chiesa ci andrò a poco a poco e quando saranno stanchi semplicemente uscirò per rientrare un'altra volta, nella stanza segregati proprio non ce li metto!

sabato 14 giugno 2014

5 foods that I'm addicted

Amo spasmodicamente quei post che partono da un blog e si propagono tipo catena di sant'Antonio, soprattutto quelle degli expat blog, che generalmente mi fanno morire davvero dal ridere e che trovo sempre nel blog di Valentina.
Ovviamente se riesco ci partecipo sempre volentieri, quindi dopo le 10 cose che un expat fa, ma non dice è la volta dei 5 foods that I'm addicted in Francia.

1.La crème fraîche: da amante della panna acida, non posso che adorare letteralmente questa versione, in tutte le combinazioni possibili, che siano esse salate o dolci, ma anche semplicemente spalmata su un crostino di semi di zucca ed emmental.

2.Il pain au chocolat, una sorta di saccottino sfogliato con pepite di cioccolato, meglio ancora nella sua versione aux amandes (con pasta di mandorle all'interno e lamelle di mandorle a decorazione), appena sfornato la mattina è gioia pura.

3.I mille mila tipi di pane, che quando entro nella boulangerie, sto sempre un'ora a scegliere, aizzandomi contro la tipa dietro al banco e l'orda di vecchiette inacidite (dalla crème fraîche) entrate subito dopo di me. Alla fine poi prendo sempre lo stesso, ossia il multigrain o il multicereal, troppo buono per cambiare!

4.La tartiflette, piatto tipico dell'Alta Savoia fatto con reblochon, patate, cipolle e pancetta, che però spopola, soprattutto durante l'inverno e nei mercatini di Natale, in qualsiasi parte di Francia. Non dimentichiamoci la mitica pizza gusto tartiflette...e qui ho detto tutto!

5.E infine l'immancabile quiche, gusto classico (uova, crème fraîche e pancetta), ma anche nelle più svariate cambinazioni: formaggi, verdure provenzali, pollo al curry, tartiflette (ehmmm....). Insomma la "serata focaccine" che facevamo a La Spezia si è trasformata senza troppi problemi in "serata boulangerie", ossia vado là e razzio tutte le sfiziosità, di cui le quiche sono le padrone indiscusse.

Un piccolo appunto però ci vuole, per una ricetta scoperta grazie a degli amici norvegesi; non è una ricetta francese, ho fatto una veloce ricerca e pare arrivi dal Canada, anzi dal Quebec, ma per me sarà sempre e indissolubilmente legata ai ricordi qui a Toulon, alle nostre serate Cheese&Wine, ai nostri amici Alleati (ossia tutti i colleghi del Navigante, tutti parte della NATO, e relative famiglie). In realtà non si può nemmeno definire una vera e propria ricetta, l'ingrediente principale è un brie, scaldato nel forno, poi annaffiato con un sughetto di sciroppo d'acero e burro, infine cosparso di noci pecan...non sarà una ricetta da chef stellato, non sarà francese, ma per me è goduria all'ennesima potenza! Alle feste è un must di questa famiglia norvegese e io non posso fare a meno di mangiarne almeno due fette!
Grazie Valentina che mi fa sempre venire vogla di partecipare a questi piccoli giochini, oltre a farmi conoscere la terra che la ospita, di cui non so proprio nient0,e e anche altri expat blog.

martedì 10 giugno 2014

Dici viaggi, dici me, dici noi

Il blogstormig del mese scorso era qualcosa che mi toccava da vicino: l'alimentazione.
Il blogstorming di questo mese...anche. Se ricordate, qualche mese fa parlavo di un progetto di cui però non ho dato molti dettagli, ma sarà proprio riguardo alle mie mie più grandi passioni, ossia la gastronomia e i viaggi, che vorrei riuscire a fondere insieme. Il progetto è in via di sviluppo, nel frattempo colleziono esperienze in entrambi i campi.
I viaggi sono ormai parte di me e della mia famiglia: non solo amiamo viaggiare, ma lo facciamo anche per il lavoro del Navigante e lo facciamo con piacere, non come un peso. Ci siamo conosciuti lontani da casa, abbiamo cominciato a conoscerci sul serio viaggiando, abbiamo costruito la nostra coppia spostandoci e così la nostra famiglia.
Il viaggio per noi è conoscere, imparare, insegnare. Soprattutto insegnare.
Insegnare il rispetto della diversità, insegnare a guardare con gli occhi di qualcun altro, insegnare quanto di bello e di brutto c'è nel mondo, insegnare che qualcosa che per noi è bianco, per altri è nero, insegnare che sempre ci sono delle regole, ma che non sono sempre le stesse, insegnare che il mondo è immenso e non si finisce mai di imparare.
Tanti ci hanno detto che con l'avvento dei figli avremmo smesso di viaggiare. Sbagliavano. Con l'arrivo dei nostri nani abbiamo solo imparato a viaggiare in modo diverso, abbiamo imparato a interessarci a cose che prima non ci tangevano, abbiamo imparato a rallentare i ritmi e a plasmarli non più su due persone, ma su quattro, abbiamo imparato a godere di piccole cose scontate, come un parcogiochi all'ombra dove mangiare un panino, abbiamo imparato a guardare il mondo con gli occhi e la meraviglia di un bambino.
In compenso ci abbiamo guadagnato esperienze incredibili e la voglia ancora più grande di scoprire il mondo. Insieme a loro, ma anche ritagliandoci spazi solo per noi come abbiamo fatto qualche tempo fa a Parigi. E ad ogni ritorno, la voglia di ricominciare ad organizzare, sognare, attendere trepidanti è sempre alta, altissima.
E la gioia più grande è vedere i miei nani crescere così sicuri nel mondo, sicuri con noi e anche senza di noi, abituati a qualsiasi mezzo di trasporto, abituati a cambiare, diventare expat, conoscere il mondo, vedere in loro la naturalezza nel portare un trolley o nel giocare in un aeroporto.
Il ricordo più dolce sono i bimbi di Zanzibar che li circondano meravigliati toccandogli i biondi capelli, è la Belva che dice alla nonna "Stiamo organizzando la vacanza insieme", è il Vitellino che guarda il camper che abbiamo preso a noleggio per quest'estate (destinazione Bretagna, ve l'avevo detto??) e urla di felicità.
Sono fermamente convinta che viaggiare sia uno dei migliori modi al modo per educare, educare i bimbi, educare noi al mondo, alla vita.

Questo post partecipa al blogstorming di questo mese su Genitoricrescono.

venerdì 6 giugno 2014

Volete dei gattini?

Oggi è una giornata proprio no. Di quelle no-no-no e ancora no. E per non piangere mi estraneo dalla realtà, mi butto in un mondo parallelo, cerco sfogo. Poi guardo la mia gatta Koala, la piccola della famiglia, che è incinta e tutto torna: le emozioni negative e quelle positive, le lacrime e la stanchezza, il sonno, la voglia di scappare, ma anche quella di ricominciare, di aggiungere, di amare ancora.
Quasi non si vede, lei è piccolina di suo, quella rotondità del ventre viene nascosta piuttosto bene, se poi contiamo che salta, caccia, corre, gioca come sempre proprio non verrebbe da dire che sta per dare alla luce. Sì, perchè poi manca poco, pochissimo! E avremo un parto in casa e qualche cucciolino da accudire per un po'.
Ci è riuscita prima di me, al primo calore, pur cercando di tenerla chiusa in casa, ci ha letteralmente fatto fessi...la natura...E lei è lì inconsapevole. Due mesi di gestazione, due mesi di accudimento e i cuccioli sono pronti per andarsene, pronti per la vita, lontano o vicino da quella mamma che si dimenticherà presto di essere mamma, per ricominciare: calore-gestazione-accudimento in un ciclo senza fine.
E invece noi? La donna diventa mamma appena sente che qualcosa è cambiato, appena vede quel puntino battere sul monitor o quelle due lineette rosse su un bastoncino zuppo di pipì. Inizia e non finisce più di preoccuparsi, sbagliare, piangere, ridere, gioire, emozionarsi, perdere anni di vita per lo spavento, perdere la pazienza ogni giorno per una cosa diverse oppure ogni giorno sempre per la stessa cosa, muore sapendo di lasciare i suoi figli in questo mondo, di lasciarli soli, anche se hanno 60 anni e a loro volta dei figli o magari anche dei nipoti. L'essere mamma è qualcosa che ti travolge, non ti lascia respirare, nel bene e nel male ti sovrasta totalmente, non puoi affrontare questa cosa, solo viverla.
E in una giornata no-no-no e ancora no come questa, guardo un po' con invidia la mia gatta Koala, che tra qualche mese, dopo aver partorito e insegnato a vivere ai cuccioli, sentirà solo di dover concepire un'altra volta, senza nemmeno ricordarsi l'odore dei suoi gattini. La semplicità della natura animale, non la trovate così stupendamente tranquilla?

Dimenticavo: qualcuno vuole dei gattini???? :))

lunedì 2 giugno 2014

Un invito accettato, un consiglio spassionato

Metti delle donne expat, mogli di marinai, abituate a stare sole, a crescere i figli sole, a girare il mondo e non avere nessun conforto da amici stretti e parenti.
Metti la voglia di organizzare qualcosa insieme, di rilassarsi lontano da tutti, da una realtà che spesso ti schiaccia, anche se è la realtà che hai scelto e che ti rende felice.
Metti delle brave organizzatrici, un giro di mail infinito e un lungo ponte di fine maggio.
E quindi eccoci, otto donne a scoprire Aix-en-Provence, a rilassarsi in una spa di un albergo in centro città, tra avventure, risate, chiacchiere, massaggi e piscine. Per 36 ore sono stata semplicemente una donna tra donne, con un libro da leggere, una città da conoscere, un po' di shopping da fare e non mi sembrava vero.
C'è chi mi ha detto che mi sarebbero mancati troppo i nani, chi mi ha detto che i sensi di colpa non mi avrebbero fatto dormire in pace, c'è chi mi ha semplicemente e sinceramente invidiato. Io semplicemente e sinceramente non avrei voluto tornare a casa. Perchè per la prima volta in tre anni, o forse anche di più, sono stata solo io e questa è stata la cosa più rilassante, molto più che la sauna o l'idromassaggio.
Da rifare e assolutamente consigliato a tutte quelle mamme, quelle mogli che non si sono ancora ritrovate, che si stanno cercando in un mare di infinite possibilità, prendetevi del tempo, solo per voi, magari con qualche amica. Perchè siamo mamme, mogli, lavoratrici, ma siamo anche donne, sole, che fanno tutto questo ogni giorno e spesso ce lo dimentichiamo, trascurandoci e mettendo gli altri davanti a noi. E no, non va affatto bene, perchè tutto questo c'è, ingrana, continua, esiste, evolve, grazie a noi e i nostri figli, soprattutto le nostre figlie, devono sapere che essere mamme non significa perdere noi stesse, significa solo dare amore più di quello che sia umanamente possibile e immaginabile.

lunedì 26 maggio 2014

Pensieri sparsi

Periodo particolarmente intenso per quanto riguarda luoghi nuovi da visitare e vita sociale in genere, soprattutto nel fine settimana, tanto che che arrivo la domenica sera pensando stremata "Sì, finalmente domani è lunedì e mi rilasso un po!".
Durante la settimana, pur non lavorando, sono sempre abbastanza di corsa, tra impegni quotidiana, spesa, creche, corso di francese, poi ho anche deciso di andare in palestra almeno 3 volte a settimana (dopo la seconda gravidanza sono ritornata al mio peso più o meno, ma ho guadagnato comunque una taglia, sono disperata!) quindi la giornata mi vola.
I nani, dopo un paio di settimane davvero infernali, si sono ritarati ed io con loro, quindi siamo tutti un po' meno agitati e strilloni. Stanno crescendo a vista d'occhio, la Belva fa dei ragionamenti che mi lasciano davvero basita e il Vitellino ormai si è lanciato nell'avventura del parlare e non lo ferma più nessuno. Sono una forza della natura anche durante i nostri movimentati weekend, non perdono un colpo, anche se poi la sera è un travaglio perchè sono stancherrimi!
Stiamo organizzando poi la nostra estate, le vacanze in Bretagna con il camper (nuova esperienza per tutti!), le varie feste di compleanno che ancora non so se accorpare o meno (la Belva compie gli anni a luglio quando molti non saranno qui), il mio progetto, tanti amici da incontrare (tra cui una nuova amica expat incontrata sabato per la prima volta dal vero!) e da ospitare.
Insomma giornate piene! Sorrido se ripenso alla mia vita da expat in Spagna, sola, senza figli, senza una vera routine, a bighellonare annoiandomi spesso e volentieri a morte. Alle volte vorrei tanto poter passare una giornata come allora, ma poi penso che in questo momento sono proprio contenta e ho tutto in equilibrio, tanto che mi aspetto a breve qualche drastico cambiamento. Per ora mi godo il momento!

giovedì 22 maggio 2014

Mi intervistano!

Niente post, solo un annuncio: anche io sono stata finita sulla bellissima rubrica di Alessandra - Mommyplanner sulle famiglie expat nel mondo!
Sono molto emozionata innanzitutto perchè amo moltissimo quella rubrica e poi perchè, con questo blog, ho sempre cercato di rimanere quanto più possibile nell'anonimato e invece nell'intervista ho raccontato tutta la nostra storia, messo foto (anche se non sono visibili i volti) e pure il mio nome! Mi sento come una timida scolaretta che racconta di sè in piedi davanti a tutta la classe :))) Bugia, mai stata timida io!!! :D
Andate a darci un'occhiata, sia alla mia intervista che spero vi piaccia, sia a tutto blog, Alessandra mette foto magnifiche e racconta un sacco di cose interessanti! Vedere per credere ;)

martedì 20 maggio 2014

La paura del mondo esterno

Una frase, passeggera, detta in tono tranquillo, senza grande enfasi "la maestra ha dato una botta a Jules" da una bambina che solitamente non racconta niente della creche, ma che ieri era in vena di chiacchiere.
Mi si è momentaneamente gelato il sangue prima, per poi ripartire a mille e far ingrippare il cervello a suon di pensieri "Cos'ha voluto dire?" "Cosa sarà successo?" "Ma sarà davvero successo?".
Ho cercato di indagare, con una calma che decisamente non mi appartiene, e dalle parole della mia Belva sembrava proprio che una maestra avesse fatto male/dato una botta a un bimbo e che lo avesse fatto di proposito.
Io sono...o forse sarebbe meglio dire ero prima di diventare mamma...della scuola che le maestre, gli insegnati, in generale gli adulti dovrebbero essere per il bambino un punto fermo da cui imparare, non qualcuno da combattere e contro cui scontrarsi per difendere il figlio, che ha sempre ragione. Sono della scuola che se la maestra ti ha punito aveva le sue ragioni, che se prendi un 2 o vieni bocciato la colpa è tua e non di un insegnante che ti ha preso di mira, perchè queste persone prendono i nostri figli e li allevano dopo di noi, hanno nelle mani il loro futuro e quindi della società in generale, faccio quindi fatica a vederci del marcio.
Poi mi sono scontrata con quegli occhi candidi, ho rivisto i miei sensi di colpa quando urlo troppo o mi parte uno scapellotto e ho incrociato immagini di telegiornali dove si parla delle peggio nefandezze fatte a dei bambini ancora più piccoli di lei. Per un attimo mi sono sentita la madre peggiore al mondo perchè ho deciso di farle fare tre ore di asilo tre volte a settimana, perchè non mi sono posta il problema di affidare a mani estranee i miei figli, perchè mai posso essere davvero sicura che vada tutto bene.
Sono ovviamente andata a parlare con la maestra in questione, insieme a mio marito che padroneggia molto meglio la lingua, poi anche la direttrice ha voluto parlare con me e ovviamente hanno negato che si utilizzino certi metodi e la direttrice ha rimarcato più volte che se mai vedesse una cosa del genere sarebbe la prima a prendere provvedimenti. Abbiamo cercato di capire cosa possa essere successe perchè siamo entrambe d'accordo che se la Belva ha raccontentato questo, qualcosa deve averla colpita, lei mi ha detto che il bimbo in questione parla molto bene e forse ha detto qualcosa tipo "mi hai fatto male" mentre veniva sgridato o portato al coin, che sarebbe un angolino dove fanno sedere i bambini se fanno qualcosa che non va, dove li fanno calmare e li fanno pensare a quello che è successo.
Sono ancora molto scossa e probabilmente si nota da questo post, scritto un po' alla rinfusa, mescolando fatti ed emozioni. È già un periodo un po' complicato, dove la Belva non fa che dire no, non fa che opporsi, non fa che cercare i limiti, non fa che imitare i nostri lati peggiori. Sono una che si mette sempre in discussione, che sa i suoi limiti e fa fatica a darsi una buona pacca sulla spalla, quindi non ho pensato nemmeno per un secondo che questo suo volerci mettere continuamente alla prova, sia il risultato di qualcosa che abbia fatto o detto qualcun altro e non io (egocentrica!). E se invece volesse semplicemente farci capire il suo malessere fuori dalle mura di casa?
Mi rendo conto, razionalmente, che la cosa più probabile è che stia passando una fase, ma dopo aver sentito quella frase inizio a convincermi che forse io, le mie urla, i miei scatti di rabbia siamo decisamente il meno peggio che possa capitarle nella vita...

giovedì 15 maggio 2014

Un cammino graduale

Il tema del blogstorming di genitoricrescono di questo mese è un tema che mi tocca molto da vicino, perchè sono ormai anni che il cibo buono e la sana alimentazione fanno parte della mia vita.
Tutto è probabilmente iniziato con il mio essere a casa, senza lavorare, in un paese straniero, ho cominciato a cucinare piatti e preparazione che invece prima compravo, ho aperto un foodblog, sono entrata nel mondo del cakedesign; poi è arrivata la prima gravidanza e con essa la consapevolezza che dovevo saperne di più, ho fatto corsi, ho imparato a fare a meno di molti preconcetti imparati da piccola, che per esempio mettevano la carne al di sopra di ogni altro alimento, ho cominciato a leggere sul serio le etichette, a seguire la stagionalità, a fare a meno di tante cose che prima mi sembravano essenziali e ora anche il progetto di cui vi parlavo nel post scorso sarà attinente in qualche modo a tutto ciò.
Il tutto si è unito a una sensibilità verso l'ambiente sempre più crescente, ho incrociato quindi parole come decrescita, natural e bio, il tutto senza smettere di mangiare, ma anzi diventando quando serviva più critica ed esaltando invece sapori nuovi o prima mai apprezzati.
È stato un cammino molto graduale, all'inizio mi ero ripromessa di non diventare una talebana in questo senso, ma ora mi ritrovo a boicottare catene, ad evitare determinati marchi, a cambiare abitudini alimentari se trovo qualcosa che non quadra, a fare il 70% delle cose homemade e a curare un giardino di zucchine e melanzane.
Da poco ho comprato un libro all'Ikea qui in Francia (ma penso che ci sia anche in Italia) che parla di come cucinare in modo sano con un occhio di riguardo anche per l'ambiente e mi sono sorpresa a ritrovarmi in quasi tutto quello che veniva consigliato.
Sento che questo nostro cammino così graduale e senza forzature sia ottimo anche come insegnamento ai bambini, che ho felicemente autosvezzato (qui e qui due post riguardo a questo), sia per una questione ambientale sia per quanto riguarda l'approccio al cibo.
Non mi sento perfetta, assolutamente, adoro il junk food, che però cerco di preparare in casa una volta ogni tanto per togliermi lo sfizio, amo fare e mangiare i dolci, mi piace sollazzarmi al ristorante, non compro tutto bio, continuano a piacermi certe cose industriali anche se le evito...insomma di strada da fare ne ho tanta, ma mi piace pensare che sto facendo già molto, come educazione all'alimentazione e al rispetto per l'ambiente, e spero che i miei figli sapranno apprezzare, capire e condividere questi nostri valori nel loro futuro da adulti

Questo post partecipa al blogstorming di questo mese.

martedì 13 maggio 2014

Progettando

Sono un po' assente dal blog ultimamente, ma a parte la gita a Parigi, mio marito che da quando è tornato è rimasto molto a casa, mia madre che si è fermata una settimana in più e il bel tempo che ci tiene sempre fuori casa, c'è anche dell'altro...ancora dell'altro?? direte...eh già!
Normalmente sono una grande chiacchierona, ma se c'è qualcosa che mi sta a cuore e di cui non sono sicura al 1000% me ne sto zitta zitta fino a che mi rilasso e penso che forse ora posso raccontare, dare qualche dettaglio in più, condividere tutte le mille emozioni.
Ormai un mese e mezzo fa ho iniziato un corso online su come costruirsi una carriera portatile, ossia una carriera lavorativa che può essere spostata, traslocata con me e le esigenze della mia famiglia. Da cosa nasce cosa e tra una chiacchiera, una lezione e qualche compitino sta nascendo qualcosa.
È ancora presto per i dettagli, ma sono molto emozionata perchè per la prima volta da quando è nata la Belva sto facendo qualcosa di diverso dall'essere mamma e per la prima volta da quando ho lasciato il lavoro per seguire il Navigante mi sto rimettendo in gioco.
Da un lato sono impaziente, contenta e piena di energia positiva, ma d'altro canto anche molto spaventata: riuscirò a dare il giusto spazio a questo progetto senza mettere a lato la mia famiglia? Sarò in grado di gestire la stanchezza e il tran tran quotidiano? E se il Navigante dovesse ripartire, riuscirei a portare avanti tutto il carico di lavoro da sola? Mille e uno dubbi, mille e una paure, ma come mi disse qualcuno quasi 10 anni fa: abbi tutti i dubbi del mondo, ma nel contempo non averne mai...e guarda che popò di vita abbiamo costruito insieme io, i miei dubbi e quel qualcuno...