lunedì 28 ottobre 2013

Si chiude un capitolo?

E contro ogni previsione, appena varcata la soglia dei 13 mesi, il Vitellino ha cominciato a non chiedermi più la poppata notturna delle 4, vuole venire nel lettone, cerca la mia presenza, ma non mi sbava tutto il collo alzandomi la maglia del pigiama, solo mi si spiattella addosso e si riaddormenta. Poi una volta sono riuscita a metterlo di nuovo nel suo lettino, un'altra è rimasto nel letto con noi.
Mi fa davvero strano, come per la Belva, non sono preparata. Ho agognato tanto il momento, ho voluto fortemente reimpossessarmi del mio corpo, dopo queste due gravidanze con allattamenti uno dietro l'altro, ma non riuscivo effettivamente a visualizzarne la fine, soprattutto visto quanto il Vitellino fosse attaccato a me.
Ma una concatenazione di eventi evidentemente lo hanno portato da solo alla scelta: un letto più grande e comodo non più nel materasso per terra, visto che abbiamo terminato di mettere a posto la cameretta, che evidentemente gli ha reso il sonno migliore (comunque continua a risvegliarsi almeno 2 volte per notte), la diminuzione delle famigerate coliche e quindi il poter cominciare a bere acqua con latte la mattina a colazione e il pomeriggio per merenda.
A questo aggiungiamo che oggi ricomincio a muovermi (zumba e sh'bam ho voglia di ballare!!) e il quadro è completo. Dovrei essere al settimo cielo, anche perchè questa volta non ho forzato proprio niente, come invece ho fatto più volte in questi lunghi mesi di questo allattamento che mi ha reso esausta, irascibile mi ha causato ingorghi, mastite, mi ha letteralmente prosciugato. Questa volta tutto è andato secondo i piani, in modo naturale e non traumatico, evviva!
Però ecco siccome mamma = incoerenza io un po' male ci sono rimasta e già inizia a mancarmi questo faticoso allattamento, questo magico momento tra me e il Vitellino, anche se questi ultimi tempi eran più le volte che lo facevo senza rendermene conto nel sonno, che coscientemente.
Il mio piccolo cresce. Entra alla creche senza nemmeno voltarsi a salutarmi, mangia solo, ormai gattona solo quando è veramente stanco, dice sempre più parole...e si sta pure stettando solo, senza che io faccia niente, se non evitare di offrirgli il seno.
Oh mamma mia ora mi viene da piangere!!! :)) Ma passerà, questo irrazionale momento. Perchè più di ogni altra cosa mi fa felice vederli crescere, diventare indipendenti, autonomi, vederli staccarsi da me con sicurezza e camminare nel mondo soli...è doloroso, il cuore sembra trafitto da mille spade, ma è anche la cosa più bella che possa succedere.
Ve l'ho detto che mamma = incoerenza, no??

venerdì 25 ottobre 2013

Tutti pazzi per la spesa: pulizia

Continua la saga della spesa di una famiglia expat in un paese che, seppur geograficamente vicino all'Italia e molto affine per certi aspetti, è pur sempre un altro paese e proprio per questo alle volte ti ritrovi a girare per gli scaffali del supermercato come un'imbecille cercando qualcosa, pensando che non è possibile che quella data cosa non ci sia, che sicuramente sei tu che non hai guardato bene o non hai capito bene le etichette. Che poi, mica si parla di cose così assurde, voglio dire da noi sono abbastanza usuali e mai e poi mai ti verrebbe da pensare che in un paese confinante e abbastanza simile al nostro, non abbiano nemmeno idea del loro utilizzo.
Vi chiederete di che cosa sto parlando, stavolta non di cibo, ma qualcosa inerente alla pulizia.
Primo su tutte, quando siamo arrivati, visto che avevano giusto un paio di valigie con i vestiti e comunque quando sono arrivate tutte le casse, pochi giorni dopo di noi, cercarlo era impossibile, siamo andati alla ricerca dell'amido per fare il bagnetto alle belve. Ok, in Italia non lo usano tutti, ma si trova sicuramente in tutti i grandi ipermercati e sempre più spesso anche in quelli più piccoli. Bene, qui non esiste. Giuro, non lo trovi da nessuna parte e non hanno nemmeno idea di cosa tu stia parlando.
La prima trasferta in Italia è ovviamente servita, oltre che per fagocitare quantità ignobili di pizza, anche per rinfoltire le nostre scorte di amido, che qui con due nani sotto i tre anni viene ancora usato a gogò, ovviamente per quel che il bagaglio a mano Ryanair lo consentisse, insieme anche al bicarbonato. Sissignori, quello che da noi è di utilizzo comune, anzi con chiunque parli riesci sicuramente a scovarne un uso che non avevi ancora sperimentato, qui è forse giusto utilizzato per cucinare e quindi lo trovi in formati mignon e soprattutto costosissimi, come in Spagna del resto. Tragedia per me che lo uso nella lavatrice per i pannolini lavabili, per cucinare e per dove serva eliminare qualche odoraccio indesiderato, come quello della pipì che la nostra cara gatta koala ci ha lasciato sul divano la seconda notte qui...giusto così, per fare un esempio fresco fresco.
E infine l'ultima tragica scoperta: qui usano candeggina come se piovesse, probabilmente la mettono pure nel caffè da quanta che ne vendono, ma dell'alcool nemmeno l'ombra, il nostro caro amato alcool puro, quello rosa che puzza tantissimo, ma anche l'unico metodo infallibile per pulire vetri e specchi, nonchè l'unico igienizzante che sia ecocompatibile e che quindi possa usare senza troppi sensi di colpa ogni qualvolta i miei figli sporcano di pipì o cacca o di qualsivoglia schifezza bagno o pavimento o quel che è.
Insomma nella dispensa le nostre scorte (poche) di tutto ciò stanno finendo, perchè mica mi ero preparata come con la pasta integrale (sono arrivata con almeno 20kg di pasta integrale :D), ma grazie al cielo il ponte del primo novembre dovremmo avere ospiti una coppia di amici e gli ho già commissionato la spesa! E poi il rientro dopo le vacanze di Natale ci vedrà carichi con pacchi di pasta integrale, biscotti (su questi bisognerà che ne parli), alcool, amido e bicarbonato...e aspettate che sicuramente qualcos'altro dovremo infilare!

mercoledì 23 ottobre 2013

Una settimana soli

Questa settimana sono sola, il Navigante è andato a fare dei corsi in Inghilterra per la missione di quattro mesi e io ho deciso per una volta di non seguirlo, nè di chiedere ai miei di venire qua o io di andare là. Sì, masochismo. O semplice voglia di provare a starci davvero sola con i bimbi in un paese straniero, perchè ora prenderemo una au pair, ma se capitasse una partenza improvvisa più avanti? O se non riuscissi a combinare la au pair per novembre?
Insomma per una settimana ho voluto provarci e i primi giorni sono stati un disastro, non tanto durante la giornata, visto che ormai sono scafatissima a star sola con loro tutto il giorno, il problema sorge nella messa a letto e nella notte.
La messa a letto perchè entrambi sono abituati ad avere un momento esclusivo con me o con il papà, inoltre entrambi vanno a letto praticamente alla stessa ora. Quindi il cambio routine è stato difficile oltre al fatto che proprio la sera la Belva patisce maggiormente la mancanza del papà.
La notte invece ho deciso di tenerli entrambi a dormire con me, visto che poi sarà così con la au pair che dormirà nella cameretta in cui ora dorme la Belva e che nel futuro spero si trasferirà anche il Vitellino. Quindi un delirio, si svegliano a vicenda, poi il Vitellino è particolarmente nervoso e fa mille risvegli piangendo, la sorella che gli urla "Baaastaaaa", che poi al mattino è la prima a svegliarsi e comincia a voler baciare il fratello, io che non so se prendere a capocciate il muro o loro...
Insomma un quadro rilassante...Fortuna che in questo periodo qui è vacanza, quindi il mio corso di francese salta e quelle ore mi permettono di tenere a posto casa e fare la spesa, incombenze che quindi non ho quando ci sono in casa i nani.
Sono davvero stanca, anche perchè quando il Navigante parte io divento subito tesa come una corda di violino e di certo non aiuta stare in un paese straniero, anche se un lato positivo c'è, ossia sono costretta a parlare molto di più il francese, visto che normalmente facciamo spesa e quant'altro insieme e quindi per qualsiasi cosa c'è lui che parla.
Alla fine dei giochi arriverò stremata, ma contenta, perchè ancora una volta mi rendo conto che tante mie paure sono infondante, che in fondo ce la posso fare anche senza il Navigante al mio fianco. Però 4 mesi, Natale, il mio compleanno...sarà decisamente diverso di una settimana. Per non parlare che alla Belva manca davvero tanto il suo papà e quando non voleva farlo partire, mi si è stretto il cuore ed è scesa una lacrimuccia.
Molti mi dicono che devo essere forte davanti a loro, che devo sostenerli e poi da sola posso sfogarmi, ma non sono sicura che sia corretto, credo che sia giusto fargli capire che non sono solo loro a provare certi sentimenti, che è normale avere nostalgia delle persone amate, che l'importante è che poi ritornino (come dice la Belva "Dopo torna papà? Certo che torna papà!") e di approfittare delle cose belle come il dormire nel lettone con mamma e i regali che sicuro il papà porterà. Non voglio che passi l'idea che mamma non piange, mamma è forte, perchè poi equivale a dire che se mamma fa così, così è giusto e non è giusto non piangere, non stare male, è solo giusto riconoscere questi sentimenti e cercare in qualche modo di sopravvivere ad essi.
Voi cosa ne pensate?

domenica 20 ottobre 2013

Aggiungi un posto a tavola perchè c'è un micio in più!

Ho iniziato questo blog quando ero incinta del Vitellino, ho parlato di lui, della Belva, del Navigante, poi dopo svariati mesi questo post nato dal nulla, che parla di una storia lunga, di un amore finito, uno di quegli amori talmente scontati che non ci si pensa nemmeno, ma così grande da riempire le intere giornate.
Il mio gatto pazzo ci ha lasciato da un bel po', ma non passa giorno in cui non ci pensi, il mio primo vero gatto, il mio primo piccolo a cui dare le mie cure e il mio amore.
E poi va da sé che senza animali non posso stare, quindi sebbene in lutto e con il cuore scosso ho sempre detto che avrei preso un gatto appena ci fossimo trasferiti, ho poi prolungato l'attesa per svariati motivi, finché ieri è entrata a far parte della nostra famiglia una piccola micina color tartaruga, due mesi, coccolona all'ennesima potenza, tanto da essersi meritata il soprannome di gatta koala :) ed è con noi da solo 24 ore!!
Nell'ordine ci ha già fatto capire che i croccantini ce li possiamo mangiare noi, che lei vuole la carne; che di stare nel trasportino con la sua calda coperta in pile non se ne parla, il posto migliore è quello più impensato tipo sotto il divano o sopra il beauty case in bagno oppure molto più semplicemente addosso a qualcuno, ovviamente anche di notte; che non ama stare sola a meno che non debba dormire e che se si sente sola un miagolio intermittente, ma continuo non ce lo leva nessuno.
Insomma il Navigante oggi è partito per una settimana lasciandomi da sola non solo con i due nani mezzi malaticci, ma pure con una gatta rompiballe!!! Se non scriverò più su queste pagine vorrà dire che mi sono suicidata, sappiatelo!!

Per chi non abbia colto, sono strafelice di questo nuovo elemento della famiglia, la pet therapy con me funziona alla grande e di sti tempi ne ho fortemente bisogno.
Pensandoci un attimo vi lascio con questa chicca: la nostra prima esperienza expat ci ha regalato il nostro gatto pazzo, la seconda esperienza expat ci ha regalato la gatta koala...evidentemente a noi se non sono expat non ci piacciono!!

mercoledì 16 ottobre 2013

Di botte, partenze e umore sotto i tacchi

Ok, decisamente non è un gran momento.
Il Vitellino ha deciso che deve farmi invecchiare precocemente e in queste settimane: nell'ordine ha messo la mano sulla stufa di mia sorella, per cui domenica mattina invece di prepararmi per un aperitivo + pranzo sola con il Navigante, ho passato due ore al pronto soccorso pediatrico con lui spitasciato contro di me a dormire dopo massiccia dose di tachipirina; poi all'asilo è inciampato ed è andato a sbattere sull'angolo di una sedia facendosi un taglio dentro nella bocca che a vederlo m'è venuto un colpo e, come se non bastasse, sta uscendo un premolare che lo sta facendo letteralmente impazzire. Passa le giornate ad essere isterico e le notti ad urlare, anche con dose di tachipirina.
La Belva al solito non ascolta niente, ma davvero zero di zero e passa le sue giornate a spingere il fratello o a dargli noia.
Ovviamente io sono nervosissima anche perchè sono da settimane in attesa di sapere se effettivamente il Navigante parte. Ecco almeno l'attesa è finita: parte. E non so se sono sollevata che almeno così posso organizzarmi o così depressa da non poter pensare a qualcosa di costruttivo. In questo preciso momento, dopo questi due anni davvero duri, quello che meno ci voleva era una sua partenza, stavamo iniziando ad avere un equilibrio, come genitori, ma anche come coppia e per una volta la frase da diario adolescenziale "la lontananza è come l'aria per il fuoco etc.etc.etc." mi pare una gran strunzata.
Ecco insomma scusate se non riesco a fare dei post sensati, carini e magari con qualche anedotto da expat, ma in questo momento la mia vita da expat mi terrorizza, perchè sarò una expat sola con due bimbi che insieme fanno a malapena tre anni, in un paese straniero tutto nuovo per me, senza amici, solo qualche conoscente con cui parlare in inglese e, sebbene sia una lingua che mastico da quando ero alle elementari, non è che poi riesca a fare sti grandi discorsi filosofici e un po' mi scoccia.
Mi riprendo lo giuro, il mio umore non è dei migliori, ma nel frattempo sto guardando per una au pair, per una babysitter, per il dottore, per la cameretta dei bimbi, per un'altro pezzo di libreria (in un mese ne abbiamo già riempita una O.o) e per un micino...che dite, mi tengo abbastanza impegnata la mente?

mercoledì 9 ottobre 2013

Decluttering anche dell'anima.

Dalla nascita del Vitellino al trasloco ammetto che tutti i miei buoni propositi di decrescita sono andati un po' a farsi friggere: poco tempo, poca voglia, poca fantasia, tanta stanchezza...di motivi ce ne sarebbero a milioni. Ma se poi qualcosa ce l'hai dentro, se senti che è tuo e ti appertiene sul serio, poi prima o poi uscirà senza nemmeno che te lo aspetti, in momenti e situazioni che nè tu, nè chi ti sta vicino avrebbe potuto immaginare.
Si sono intrecciati più fatti: le gravidanze mi hanno regalato un corpo nuovo, non che sia più grassa, ma il mio bacino è più largo e la mia pancia ancora un po' moscetta (che visione orrenda scusate!), la pelle poi è molto sensibile. Aggiungeteci una casa con pochi armadi, i vestiti dei nani che sono in continua evoluzione (fortuna che mia sorella ha appena partorito e le ritorno un po' di cose), le creme della marca che ho usato per anni mi iniziano a pizzicare e una mia amica con cui ho scambiato un po' di vestiti quest'estate, ora mi viene a trovare.
E quindi ecco che se da un lato continuo la certosina cernita degli abiti per i nani, che arrivano dalle cugine e poi passano da me, da mia sorella e tornano dalle cugine come in un cerchio senza fine, dall'altro ho iniziato in modo molto naturale e logico a fare anche una borsa con i miei abiti inutilizzati: quelli che non uso più perchè non sono più il mio stile, quelli che non ho mai usato, magari regali poco azzeccati o vestiti prestati in cui non mi sono mai sentita a mio agio, e infine quelli che è inutile che ci giro intorno, posso dimagrire, ma limare le anche no e quindi non riuscirò mai più a infilarli.
Giusto per intenderci, ho ancora vestiti che usavo alle superiori e poi all'università e poi nelle mie notti folli in Spagna...nell'era post mamma ancora non mi sono permessa di fare shopping e quindi ora prima mi disfo di tutto quello che è inutile, così se poi trovo qualcosa di carino che mi sconfinfera almeno non mi devo sentire in colpa per l'armadio strapieno che mi ritrovo!
Parallelamente ho preso una decisione che fra un po' il Navigante sviene: basta, ho deciso: uso i campioncini! Cosa?? direte voi...Bè, ecco, io sono una maniaca seriale collezionista di campioncini, non solo quelli negli hotel, anche nei negozi, nelle profumerie, li chiedo sempre e poi non li uso, quando ero in gravidanza non vi dico quanti ne ho richiesti e messi da parte, per poi ritrovarmi a usare solo amido e olio di mandorle :)) Quando ho finito la mia ultima crema della marca di cui sopra, ho tentennato un po', ho valutato l'idea di buttarmi nelle marche super bio costosissime e alla fine ho deciso che mi sarei convertita al bio totale solo dopo aver terminato tutte le scorte di campioncini. Da oggi non comprerò più bagnoschiuma, bagnodoccia, creme per il viso, creme per il corpo, saponi.
Non so quanto tempo ci metterò e cosa succederà alla fine, ma questa cosa da una parte mi entusiasma moltissimo, dall'altra il mio lato romantico ed estremamente attaccato al passato sta un po' tremando. Insomma niente di nuovo, farò un banalissimo decluttering, ma ho l'impressione che più che la casa e l'ordine, ci guadagnerà la mia anima, anche se non so bene ancora perchè.

mercoledì 2 ottobre 2013

Il mio modo di essere expat.

In anticipo vi avviso che questo è un post di riflessione, pieno di cioè, ma, quindi, giri di parole, spiegazioni razionali o di cuore, pensieri di una expat, quindi se pensate possano annoiarvi non iniziate neppure, visto che mi sa che sarà pure un post lunghetto!

Domani abbiamo prenotato un bel volo low cost direzione Italia, si sposa il padrino di battesimo della Belva e non posso mancare per nulla al mondo, visto che lo considero praticamente un fratello. Rimarremo in Italia qualche giorno, il tempo di scofanarci di pizza e risolvere alcune scartoffie, oltre che far fare un check up completo dei nani al pediatra, che non li vede da un po' e che forse non vedremo più, ma anche così just in case.
E alle soglie di questa partenza mi rendo conto di essere una expat un po' particolare. Dovrei essere contenta per questo come back, ma in realtà non è che mi cambi la vita, cioè non è che io smani così tanto per tornare a casa, capitemi bene, mi sento italianissima e so benissimo quali sono i pregi della nostra Patria, così come però ne riconosco i difetti. Inoltre sarà che ormai sono 10 anni che non ho effettivamente un posto che posso chiamare "casa", quindi non è che posso sentirne nemmeno la mancanza. L'unica casa che sento effettivamente mia è quella dove ho vissuto con i miei genitori fino ai 21 anni, ma me ne sono andata perchè lo volevo fortemente e di certo il mio obiettivo non è quello di tornare lì. Certo ogni tanto qualche giorno è piacevole tornarci, qualche giorno però!
E quindi mi ritrovo a fare discorsi con altre mogli, altre expat, del tipo che loro vivono bene questa esperienza fuori, ma non vedono comunque l'ora di tornare a casa loro e io invece le guardo e mi sento un po' outsider perchè a me non pesa questa cosa e non perchè so che finiti i tre anni me ne torno in Italia; cioè fosse per me, finiti questi tre anni me ne andrei da un'altra parte, in un altro paese, a vivere in un'altra cultura.
Magari con una lingua che io già conosca, che qui la cosa si fa difficile, ma questo è un altro discorso... ;P
Se qualcuno mi chiedesse se voglio tornare in Italia direi: sì, per mangiarmi una pizza. E non scherzo! La pizza è l'unica cosa che mi manca, è l'unica cosa che nel mondo non ho ancora trovato nemmeno passabile.
Tutta la nostalgia e le difficoltà che leggo in giro nei vari expat blog, io proprio non ne sono minimamente sfiorata. Così come quando sono in Italia, non riesco a concepire come certe persone facciano di tutto per tornare a vivere nel minuscolo paesino vicino a mamma e papà, sprechino tutti i giorni di ferie per andarsi a fare un mese nel suddetto paesino e come sia inevitabile che ogni festività venga celebrata lì. Io ammetto che ho un debole per il Natale a casa dei miei, non lo riesco a pensare in nessun altro posto se non lì, solo una volta l'abbiamo festeggiato in Spagna e l'ho trovato davvero triste, ma per il resto non sento proprio il bisogno di rientrare.
Tutto ciò credo sia fantastico, egoisticamente parlando, questo mio non sentirmi legata (Natale a parte) mi rende libera nelle scelte, mi rende consapevole di quante cose fantastiche ci siano nel mondo e, soprattutto, mi renda assolutamente propensa a fare tutte le esperienze possibili. Solo che, tutto ciò, ha un'inevitabile rovescio della medaglia e mi fa sentire enormemente in colpa per come "costringo" a vivere i miei figli.
Mi spiego: loro non hanno come me scelto a piene mani questa vita, non si sono buttati a capofitto in questa esperienza, sognandone altre cento, semplicemente se la sono ritrovata. E mi sembra come di togliergli qualcosa di importate, come di non permettergli di scegliere, io so cosa ho lasciato, so cosa significa avere radici in un posto, avere delle routine e dei punti fermi nei luoghi, nelle persone, nelle feste, loro di tutto ciò non hanno idea.
Razionalmente (e penso che sarà la risposta che chi mi legge avrà pensato) so che non importa, che il punto fermo siamo noi, che ci saranno altri mille punti fermi e altre mille possibilità e, soprattutto, che in fondo loro cresceranno in questo modo e non potranno sentire la mancanza di qualcosa che non hanno sperimentato.
Però ecco, se c'è qualcosa in cui mi riconosco negli altri expat è questa ansia verso i figli, verso la loro vita, verso il loro futuro, cosa piuttosto strana visto quanto io sia abbastanza easy nei loro confronti. Fortunatamente queste sono ansie irrazionali, perchè so che sto dando loro delle opportunità mica da poco. Spero solo che sappiano attingere a piene mani da tutto quello che gli stiamo offrendo.