venerdì 16 novembre 2018

Il nostro piccolo tour

Abbiamo ripreso a muoverci un po' con il camper e il weekend scorso, complice la chiusura di lunedì delle scuole per il referendum, abbiamo girovagato tra borghi e sagre nelle Marche e in Umbria.
Partendo venerdì dopo pranzo, abbiamo approfittato del momento siesta viaggiando tranquilli fino a Spoleto, dove ci siamo fermati per rifornirci di acqua e fare una passeggiata per il centro storico, anche se il sole ormai era già sceso. Pur essendo venerdì sera, la città non era molto vitale, così dopo la visita al duomo e un aperitivo sul corso principale siamo rientrati in camper per la cena.
Abbiamo viaggiato dopo la messa a nanna e siamo arrivati ad Acqualagna, la nostra meta principale con la sua Fiera del tartufo. La mattina dopo con la navetta gratuita messa a disposizione, abbiamo raggiunto la gola del Furlo e abbiamo fatto una camminata lungo la strada fino alla diga; bellissimi i paesaggi e i resti romani, peccato che la camminata fosse sull'asfalto!
Pranzo e pomeriggio dedicato al tartufo in tutte le sue declinazioni! Dopo il pranzo nel tendone della proloco, abbiamo girato almeno due volte la fiera, fatto i nostri acquisti e poi ci siamo spostati nel parchetto cittadino per far giocare un po' i bimbi. Prima di rientrare aperitivo con ancora qualche cibaria al tartufo e poi tutti a nanna.
Il giorno dopo ci siamo spostati a Urbania, con l'intenzione di fare un piccolo giro nel paese e poi spostarci al bosco dei folletti poco distante, ma i bimbi erano particolarmente agitati, quindi saltiamo il bosco e ci concentriamo sul centro di Urbania che ci regala anche una bellissima esperienza nella chiesa dei morti, con le celebri mummie, anche per i bambini è stata molto interessante tutta la spiegazione e non ne sono stati affatto spaventati (del resto figli di due genitori fans di Dylan Dog, come avrebbero potuto?).
Dopo aver pranzato in camper con i prodotti comprati in fiera il giorno prima, ci siamo spostati durante la siesta arrivando a Passignano sul Trasimeno in tempo per vedere uno splendido tramonto sul lago. Abbiamo fatto poi un giretto per il centro, abbiamo visitato la rocca (bello il panorama notturno, ma quello diurno deve essere davvero speciale) e abbiamo spiluccato tra le bancarelle delle sagre presenti (festa dell'olio con sagra della bruschetta e sagra della castagna).
L'ultima mattinata è stata dedicata a Civita di Bagnoreggio, la città che muore, una chicca che era sulla mia must to do list della zona. Noi con il camper abbiamo parcheggiato subito fuori dal centro storico di Bagnoreggio, nell'area camper vicino al supermercato, e abbiamo preso la navetta (1€ ad adulto A/R) per arrivare fino quasi al ponte che collega Civita con Bagnoreggio, al ritorno invece siamo tornati a piedi ed è comunque fattibile. Con la macchina si può entrare a Bagnoreggio e raggiungere il ponte, ma i posti per parcheggiare sono pochissimi, erano liberi solo perché era un semplice lunedì di novembre!
Ed ecco sulla carta il nostro piccolo tour.

lunedì 5 novembre 2018

Il parco degli acquedotti (e incarcerazione forzata)

Questa settimana è stata di forzata carcerazione, infatti lunedì e martedì le scuole sono rimaste chiuse per allerta meteo, mercoledì sono rientrati, ma poi 4 giorni di mega pontone, chiusi in casa perché dava pioggia dappertutto e non ci siamo arrischiati a partire col camper visto quello che il tempo aveva combinato nei giorni precedenti.
I bambini e la mamma a un certo punto si stavano arrampicando sui muri, abituati a girare come trottole questo stop ci ha permesso sì di riposare, ma un po' troppo del dovuto! Giovedì credevo veramente di andare fuori di testa!
Comunque alla fine qualcosina l'abbiamo fatta, come un pomeriggio in biblioteca, gli allenamenti di rugby con partita della prima squadra sabato e un raggruppamento di rugby domenica. Il raggruppamento è stato nel campo di rugby adiacente al parco degli acquedotti, un magnifico parco archeologico a Roma sud, che volevo visitare già dall'anno scorso. I ragazzini tra i 6 e i 9 anni hanno giocato all'ombra di nuvolacci ricolmi di pioggia magnifici archi dell'acquedotto romano che migliaia di anni fa portava l'acqua dai castelli fino al centro di Roma. Peccato il tempo infausto che non ci ha permesso di giocare nemmeno semifinali e finali, facendoci scappare prima del dovuto.
Ma per fortuna un paio di settimane fa, in una fortuita domenica libera da impegni e ancora tiepida climaticamente parlando, noi come famiglia siamo riusciti a farci un giro per il parco con le biciclette nuove fiammanti, regalo della nonna per il compleanno dei due nani grandi, con il Francese dietro di me ben appollaiato sul seggiolino.
Il parco degli acquedotti si trova poco dentro al raccordo, all'uscita Anagnina e ha diverse entrate, noi abbiamo scelto quella dove via Lemonia finisce sulla circonvallazione Tuscolana, in quella zona è stato piuttosto facile parcheggiare e vicino c'è un parco giochi dove a fine giro abbiamo smaltito il nostro picnic.
Il giro non è enorme ed è fattibilissimo con bimbi dell'età dei miei (6 e 7 anni), anche meno se sono abituati a pedalare, tutto il percorso è facile, a parte qualche passaggio stretto dove bisogna fare attenzione più che altro alle altre persone in bicicletta o a piedi, e si passa da una parte all'altra dell'acquedotto su sentieri ben battuti e attraverso archi di duemila anni fa. Uno spettacolo!
C'è una zona più frequentata, che si trova sempre su via Lemonia all'altezza della parrocchia di san Policarpo, dove si trovano tavoli e zone per fare un bel barbecue, inoltre vicino alla chiesa c'è un bar ristorante che affaccia sul parco con una zona di sabbia per giocare e delle altalene; l'altro parco giochi invece è meno frequentato dalle famiglie, forse perché più piccolo, comunque ci sono le macchine per fare ginnastica, apprezzate dai miei bimbi più dei giochi stessi.
Unico appunto: alcune zone, in particolare dove ci siamo fermati per mangiare, non sono particolarmente pulite: immondizie come cartoni di pizza e lattine sparsi, fazzoletti, escrementi (umani o animali?! mah...), insomma la cara vecchia inciviltà di cui non si riesce a fare a meno, nemmeno in luoghi che sono la nostra storia millenaria.