lunedì 18 dicembre 2017

La perfezione non fa per me (cit.)

Piccolo spazio paranoia pre natalizia.
Sono una persona con molti limiti e li riconosco tutti: nervosa, irascibile, alle volte purtroppo anche aggressiva, un po' meno permalosa di un tempo, ma comunque...non mi piace sbagliare e poi sono competitiva, però potrebbero essere anche dei pregi più che dei difetti, se ben dosati. Negli anni ho imparato sto imparando a smussare gli angoli, ma chi nasce quadrato non è che può diventare tondo, quindi cerco di compensare con i lati più nobili di me: generosità, senso del sacrificio, forza di carattere. Insomma so che faccio schifo da una parte, quindi mi do da fare con quello che ho.
Cerco di trovare un equilibrio, ma so di non essere perfetta come persona e come madre, lo so perfettamente visto che il mio è un lavoro quotidiano per mantenere questo equilibrio nella zona positiva. Sentirmi dire che sono brava, perfetta, buona mi mette fortemente a disagio, alle volte mi infastidisce al limite del nervosismo (...appunto...), soprattutto se a dirlo sono i miei figli, che a mio vedere sono quelli che più risentono e risentiranno dei miei limiti, come succede per tutti i bambini con i limiti dei loro genitori.
E devo dire che da quando sono rientrata in Italia non faccio altro che sentirmi dire quanto sono brava a educare i miei figli, quanto sono brava a incastrare tutto e a fare tutto da sola con tre, ma come faccio a fare X o Y o Z...e ogni volta mi sento una merdolina perché in realtà sopravvivo a malapena alla giornata e non mi sembra giusto ricevere la stima, i complimenti, le lusinghe. Non parliamo poi se sono i miei figli a dirmi quanto sono buona e brava...
Ok, mi sa che anche questo va messo tra i limiti: accetta il complimento, per questa volta! (cit.)

PS: comare mi sono permessa di citarti addirittura nel titolo!

mercoledì 6 dicembre 2017

Il Grinch

Più volte ho scritto di quanto adori il Natale, l'atmosfera, le decorazioni, il camino acceso della taverna a casa dei miei, il cibo, le chiacchiere, i regali.
Amo tutto del Natale e aspetto impaziente la mattina del 25, come un bimbo di cinque anni, come se ancora credessi nell'omone barbuto e vestito di rosso. Mi piace scartare i regali, mi piace comprarli e mi piace pensare per bene cosa comprare a ognuno.
E le decorazioni...oh le decorazioni...potrei comprare tutto! Potrei riempire l'albero, sempre troppo piccolo, con milioni di decorazioni colorate, luci, ghirlande, lavoretti fatti a mano. Potrei accendere milioni di candele profumate e riempire gli angoli di stelle di Natale, ma ne ho pietà e ne compro solo una, che tanto so non durerà più in là delle feste.
Ma quest'anno è diverso, quest'anno il Natale ha un retrogusto amaro e nemmeno fare l'albero è stato un momento di gioia pura, ma solo un fastidio: comprarlo, portarlo in casa, decorarlo. Non ho nemmeno messo le canzoncine come sottofondo, come ogni anno, l'ho liquidato velocemente una domenica rientrati da un pomeriggio in giro e in un'oretta prima di cenare l'abbiamo decorato, lasciando il resto per i giorni successivi, pezzetto per volta, mentre di solito facevo tutto in una giornata dedicata esclusivamente a quello. Mi sono sentita un po' in colpa, proprio quest'anno che la Belva e il Vitellino erano super partecipativi e il Francese inizia finalmente a capirci qualcosa, ma quest'anno va così, non riesco a sentire lo spirito natalizio, vorrei solo fosse già gennaio.
Il Navigante continua a chiedermi cosa voglio sotto l'albero. Questa domanda mi infastidisce e mi fa salire le lacrime. Innanzitutto odio che mi si chieda cosa voglio, stiamo insieme da 12 anni credo che puoi pensarci da solo e poi che cavolo di sorpresa sarebbe così? Non ha senso che io ti dica cosa voglio e tu me la fai trovare impacchettata sotto l'albero! Preferisco non avere niente.
Poi rifletto un secondo e l'unica cosa che vorrei non si può impacchettare, non si può ordinare su Amazon, non è possibile averla. E allora mi viene da piangere, ancora dopo tutti questi mesi.
Per me Natale è famiglia, famiglia allargata dai parenti più stretti, a quelli meno stretti, agli amici e quest'anno la mia famiglia ha subito due gravi perdite e una defezione, visto che non parlo con mia sorella da aprile, ma di questo non voglio proprio parlare, non m'interessa nemmeno sinceramente. Ecco, vorrei tornare indietro di un anno esatto e rimanere lì in quel dicembre 2016, ultimo Natale tutti insieme in quella grande taverna dall'odore di polenta e mandarini. Ma, come dicevo, non è possibile, quindi quest'anno sono un po' il Grinch. Io. Il folletto natalizio perennemente felice farà il Grinch. Con buona pace di tutti, figli compresi.
Che stia invece semplicemente maturando? O invecchiando scegliete voi...

martedì 28 novembre 2017

Turisti a casa propria: Roma coi bambini un pezzettino per volta.

Mi credete che non riesco a sedermi nemmeno per guardare la mail? Passano giorni e poi settimane e mi rendo conto che non sono riuscita a farmi un po' di sani internauti cazzi miei nemmeno per cinque minuti, a causa di questa vita un pochino troppo incasinata che è la nostra in questa nuova parte di mondo.
La settimana è tutto un correre a destra e a sinistra, mentre il fine settimana ce lo concediamo per scoprire questa magnifica città, per stare con qualche amico o semplicemente per pulire casa. Lo scorso fine settimana per esempio è stato dedicato ai nostri amici francesi che hanno comprato i biglietti aerei per venire a trovarci ancora prima che lasciassimo Tolone!
In questi mesi quindi abbiamo raggranellato diversi giretti interessanti da fare con i bambini e pensavo potesse essere utile fare un elenco delle attrazioni visitate fino ad ora per chi volesse visitare Roma in famiglia.

  1. Colosseo: non è stata la nostra prima visita, ma sicuramente quella che ha suscitato più entusiasmo, complici anche i fumetti di Asterix&Obelix di cui i miei figli sono completamente addicted. Peccato che quel giorno fossero particolarmente stanchi e quindi non hanno apprezzato appieno la sucessiva camminata nei Fori Imperiali (il prezzo del biglietto del Colosseo comprende anche i Fori e quindi non ce li siamo fatti mancare), che io invece adoro
  2. Piazza Navona: la leggenda della rivalità tra Bernini e Borromini è piaciuta molto ai bimbi che sono rimasti ad ascoltare a faccia in su la storia raccontata da papà e hanno continuato a fare domande anche nei giorni successivi.
  3. Fontana di Trevi: a chi non rimane impressa la magnifica fontana delle cascate (come l'ha ribattezzata il Vitellino)? I miei due grandi sono rimasti affascinati anche senza sentire storie o aneddoti particolari, che di solito usiamo per interessarli.
  4. Chiesa di san Luigi dei Francesi: quando riusciamo ad arrivare in tempo, questa è la chiesa dove andiamo a Messa, visto che viene celebrata in francese e perciò ci aiuta per mantenere la lingua. Che poi sia magnifica e si possano ammirare delle tele di Caravaggio è ovviamente un surplus.
  5. Mostra di Arcimboldo (Palazzo Barberini): la maestra di seconda asilo in Francia era una patita d'arte e ha utilizzato diversi artisti per spiegare e insegnare, uno di questi è stato Arcimboldo, che con le sue facce fatte con frutta, animali e oggetti non può non piacere ai bambini. Ammetto di non essere grande fan di mostre+bambini, ma una congiunzione astrale di Francese dormiente + audioguide apposta per i bimbi ha reso la visita alla mostra davvero piacevole per tutti.
Abbiamo anche visto velocemente, passeggiando per la città, il Mausoleo di Augusto, l'Ara Pacis, piazza di Spagna, Castel sant'Angelo e piazza del Vaticano, ma mi riservo di fare un post più approfondito quando andremo a visitarli, inoltre nel prossimo futuro ci aspettano la mostra di Monet e The art of the Bricks Superheros.
Ora ricomincio a correre, la mia mezz'ora d'aria giornaliera, se non settimanale, per il momento è terminata!

martedì 14 novembre 2017

Il mio weekend tutta sola...

Io non amo stare sola, per niente. Mi piace condividere tutto, chiacchierare, discutere, confrontarmi, stare insieme, con amici e parenti. Eppure questo weekend da sola è stata la cosa migliore degli ultimi...mesi? Anni? Questa cosa devo dire che mi ha fatto un po' riflettere: come cavolo ho fatto ad arrivare a tanto, a stare così bene da sola? Quanto stressata devo essere? Tanto...
Ma parliamone di questo weekend di fuoco!

Venerdì: la ciurma se ne va subito dopo pranzo e io mi sono dedicata a una pulizia a fondo di tutta casa, che ne aveva tanto tanto bisogno. Ho anche riordinato le ultime casse in giro, visto che abbiamo degli amici francesi che arrivano il prossimo venerdì, e i libri dei bambini che erano davvero una baraonda.
La sera pizza e birra sul divano e poi visione di film nel letto.

Sabato: sveglia alle ore 9.51!!! Quando ho visto l'ora mi veniva da piangere!!! Poi tranquilla colazione con lettura di TUTTI i giornali online, sono stata tipo un'ora seduta inzuppando con calma i miei biscotti preferiti nel caffelatte. Poi verso le 11.30 decido di fare una corsetta, penso di fare la mia solita oretta, ma la notte di sonno ha fatto effetto e ho fatto il doppio! Penso che sia dai tempi della mia vita da atleta che non corro così tanto!
Pomeriggio dedicato a lavatrici e panni da piegare e sistemare, ovviamente dopo una luuunga doccia ristoratrice. La sera mi sono ordinata il sushi, che ho assaggiato per la prima volta qualche settimana fa, ma non mi aveva entusiasmata, quindi ho voluto provare da un'altra parte e ne sono stata decisamente più soddisfatta.

Domenica: devo dire che ho passato una nottataccia e mi sono pure svegliata presto, alle 8.35 :D Poi, dopo una colazione leggerina, ho sistemato casa aspettando una mia amica che è venuta a prendermi per andare a pranzo da lei.
Qualche chiacchiera sul divano e verso le 16 la ciurma è arrivata a prendermi.

Sto già pensando alla prossima volta...perché col cavolo che vado a farmi il sangue amaro dai suoceri! Me ne sto a casina mia e mi rilasso, magari la prossima volta mi faccio pure il bagno con bolle e acqua bollente...why not?

giovedì 9 novembre 2017

Un miraggio che diventa realtà

Il weekend lungo è passato, siamo ritornati al nostro tram tram con tanto di armadio nuovo nella mia camera (ed era anche ora), però senza ante, ma diciamo che va benissimo così. Sono poi passati elettricista e tecnico della caldaia per aggiustare quelle due o tre cosette, che potrebbero pure sembrare delle cazzate, ma una cosa vicino all'altra mi fa veramente uscire di testa. Ho anche fatto sistemare il vetro della macchina che mi avevano rotto per recuperare le chiavi; ora mi rimane solo che arrivi una parte della cameretta dei bimbi, che è ovviamente una parte di armadio e quindi ho ancora roba in giro che vaga, ma nel complesso la casa inizia ad essere vivibile anche se decisamente sporca.
Questo weekend quindi ho, con grande pianto del cuore, declinato l'invito di mio marito ad andare dai suoceri, per rimettere a posto un po' casa, visto che la prossima settimana vengono degli amici francesi con cui avevamo legato grazie all'amicizia della Belva con la loro primogenita. Durante la settimana mi è proprio difficile trovare il tempo per le grandi pulizie, di solito le faccio venerdì pomeriggio, ma loro arrivano la mattina quindi lo faccio in anticipo e poi cerco di tenere pulito.
Perciò, se non si fosse capito, ho un weekend intero libero da figli e marito, nella città più bella del mondo. Certo devo pulire casa...ma non ho una reggia direi che posso decisamente considerarmi libera da qualsiasi impegno per la prima volta in...non lo so, non voglio nemmeno pensarci da quanto tempo non ho tutte ste ore per me!
Non avrò la macchina quindi mi godrò infiniti trasferimenti in bus/tram/metro/treno con tanto di kindle alla mano stando attenta a non addormentarmi per strada, ma soprattutto mi godrò ben due mattine di sonno che termina quando lo decido io! Questa è goduria pura!
Per il momento però mi tocca una lavatrice da stendere, il Vitellino da portare a rugby sotto la pioggia battente e gli altri due da portare in piscina...ma il weekend ormai è alle porte!!

martedì 31 ottobre 2017

Ho bisogno di comfort zone

Questo periodo intenso, continua ad essere intenso.
Continuo a non avere tutti gli armadi, il che significa che, tralasciando una parte dei vestiti dei bambini, il resto è tutto sparpagliato per casa, nelle valigie, sul letto a castello che era dei bambini prima dell'arrivo della cameretta nuova, sulle cassettiere in camera mia, ovviamente sullo stendino e sul cesto in vimini post stesura. Un vero delirio.
Il rugby del Vitellino, che ho assolutamente voluto come sport per lui, si è rivelato una trappola per noi genitori: l'ambiente è fantastico, una società seria, il che implica però tanti allenamenti (3 a settimana!!!), tornei e raggruppamenti vari...insomma un weekend sì e praticamente l'altro pure siamo impegnati con il rugby!! Di contro il Vitellino sembra rinato: si sfoga in campo (e, scusatemelo, ma è davvero bravo!) e fuori sembra un agnellino! Si sveglia chiedendo "ma oggi si fa rugby?" e persino con la febbre ha detto di stare bene pur di andare ad allenamento, LUI che da bravo uomo con 37.5° è morto sul divano!
A questo aggiungiamo le due volte di piscina della Belva, la volta di piscina che comunque ho voluto mantenere al Vitellino e le due volte in cui vado in piscina con il Francese, lo faccio nelle corsie del nuoto libero quando la Belva fa piscina, non avendo trovato un posto vicino dove poter fare acquaticità per lui. So che sembra un po' una pazzia e anche una martoriata nei cosiddetti, ma la piscina è fondamentale per la mia tranquillità, visto che poi sono io che me li porto al mare da sola tutti e tre!
I weekend sono ovviamente le uniche possibilità di stare tutti insieme e conoscere questa zona d'Italia e, soprattutto, la magnifica città eterna, visto che comunque il Navigante non c'è mai, esce di casa alle 7 e rientra la sera alle 18, senza possibilità di flessibilità...fantastico :(
Mantengo almeno un paio di volte in cui mi faccio la mia ora di corsetta, ma per il resto faccio la colf, la taxi driver, l'organizzatrice generale senza avere un straccio di conversazione adulta, anche perché la sera crollo nel letto; sono francamente distrutta. La scuola dei due grandi fa ponte 31-5 e ovviamente il Navigante non ha potuto prendersi i giorni, quindi ho fatto le valigie e stasera si parte per casa mia dove mia madre si godrà i nipoti e io casa mia, i miei amici, il mio luogo, la mia comfort zone che ultimamente mi fa sempre più nostalgia.
Non so se sia giusto, magari i bimbi sarebbero stati tranquilli qua a casa, si sarebbero riposati, ma ho bisogno di rilassarmi anche io, di non pensare alla cena, al pranzo, a incastrare cose, ho bisogno di spegnere il cervello sulla mia vita e magari tornare un po' più carica per i quasi due mesi che mancano a Natale. Ecco, se c'è qualcosa che vorrei portarmi dietro dell'esperienza estera in Francia sono proprio le vacanze durante l'anno scolastico della scuola francese, quelle sì che ci ricaricavano tutti come famiglia.
Vabbè dai, comfort zone arrivo, poi magari riuscirò anche a essere un po' più presente, vorrei almeno mettervi la mappa del nostro tour estivo in Francia prima del nuovo tour che stiamo programmando per Capodanno...ce la farà la nostra eroina?!

martedì 17 ottobre 2017

Di diversità, stranieritudine e disagio

Essere straniera in terra straniera ha un enorme vantaggio, che è quello di potersi comportare davvero un po' come uno vuole, dare libero sfogo alla propria personalità, tanto per qualsiasi comportamento si verrà sempre tacciati come "ah, ma lui/lei è straniero/a". Una giustificazione che è un misto tra sorpresa, curiosità, critica, ma che ti relega in un angolo ben definito dove fondamentalmente puoi fare un po' quello che ti pare.
Grazie a ciò le amicizie solitamente fioccano in questo modo:
- stranieri con stranieri in terra straniera: ossia persone di nazioni diverse che si trovano in terra straniera, come può essere per esempio le situazioni di militari all'estero. Si ha tanto in comune anche se si proviene da stati all'opposto, si ciaccola tanto del più e del meno, si fanno divertenti discussioni tra le diverse culture, si scambiano idee, ricette, punti di vista. Non ci si capisce proprio fino in fondo, ma è normale "siamo stranieri" uno per l'altro, eppure la base comune di una vita fuori dalla propria patria ci rende affini.
- stranieri della stessa patria: persone che provengono dal proprio paese e che vivono come noi all'estero; spesso in patria non avrebbero mai incrociato il nostro cammino o acceso il nostro interesse, eppure fuori dalla madrepatria si diventa molto amici in quella che è un'esperienza particolare condivisa.
- stranieri con nativi del luogo: sono le amicizie più particolari per quanto mi riguarda, quelle che ti fanno sentire a casa in una nazione che non è la tua, quelle che ti aiutano con la lingua, quelle che ti insegnano la cultura vera: le parolacce, le espressioni, le piccole astuzie quotidiane per sopravvivere all'estero. Senza queste amicizie secondo me non si assapora sul serio la vita all'estero.

La cosa difficile è poi rientrare in un contesto normale, ossia essere nativo del luogo. Il rientro in patria è completamente destabilizzante dal punto di vista relazionale: tu ti senti alle volte straniero in una patria che invece è la tua, ovviamente per gli altri sei italiano a tutti gli effetti e certi comportamenti non sono bollati semplicemente con un sorrisino e la frase "ah è straniera", certi comportamenti vengono semplicemente bollati come negativi/sbagliati, non solo un po' strambi o diversi. Non c'è giustificazione: sei di qua, ti comporti come tutti noi o sei fuori dal giro.
E' un po' così che mi sento: assolutamente straniera, contando che sono una del nord che negli ultimi 12 anni ha vissuto il 50% del tempo all'estero e l'altro 50% divisa tra nord e sud. Non ho radici qui, non ho amici, alle volte devo girare ancora per il supermercato per capire come vengono sistemate le merci e mi trovo ad assaggiare pietanze a me completamente estranee, esattamente come farei in un paese straniero. Eppure sono italiana e per questo la gente non comprende perché mi comporto in certi modi, perché sono spesso in disparte ad osservare, perché non intervengo nelle discussioni, perché ho fatto alcune scelte, invece di altre.
Ovviamente si passa velocemente ai pregiudizi, alle critiche e quindi mi trovo spesso a giustificare davvero ogni mio gesto, ogni mia curiosità/domanda, ogni mia frase. Io mi comporto da straniera che in realtà non sono, anche se mi ci sento, e spesso mi trovo davanti musi duri, facce sospettose (e chissà che sospetteranno poi...), nelle migliori occasioni poche parole di circostanza. Nessuno capisce e quel che è peggio nessuno accetta la diversità in me, che sono italiana e quindi non sono diversa; un po' quello che mi è capitato spesso nella famiglia di mio marito.
Eppure io lo sono, diversa, ma non per questo migliore; perché fondamentalmente la gente davanti alla diversità si pone sempre con atteggiamento difensivo, mentre la diversità dovrebbe essere considerata una ricchezza per entrambi, perché è dalla diversità che si impara quanto si possa essere migliori o peggiori.
Un papirozzo che mi aiuta un po' a sfogare quello che sento in questi primi tempi, ma che in fondo conosco bene da polentona da confine (il Friuli a volte non viene nemmeno considerato Italia dal resto dello stivale...) quale sono, sentimenti che mi hanno sempre fatto sentire a disagio nonché uno dei principali motivi per cui amo vivere all'estero, almeno lì sono straniera sul serio e nessuno  me lo fa pesare!

martedì 10 ottobre 2017

Oggi è la giornata da legge di Murphy: se può andare male, lo farà.

Ci sono giornate che iniziano male, il nervosismo in questi giorni è scalpitante e basta poco per far scattare un litigio. Quando ti trovi a dover litigare con la tua "grande" ancora prima di sapere di essere sveglia, pensi che peggio non possa capitare.
Invece può.
Dopo aver mollato i due nani a scuola, mollo la borsa davanti, metto il Francese sul seggiolino, chiudo la porta e vado davanti. Solo che la porta mia non si apre e nemmeno tutte le altre. La macchina si è chiusa dall'interno e il Francese è dentro.
Ripeto: la macchina è chiusa e il Francese è dentro e io non ho nemmeno il cellulare, nella borsa insieme alle chiavi. Il terrore. Il panico.
Chiedo aiuto a una passante che mi presta il cellulare con cui chiamo i Vigili del Fuoco e con cui la signora intrattiene il Francese con dei video, nel frattempo si fermano altre persone, tra cui un meccanico che lavora in un'officina lì vicino. Cercano di aprire la macchina senza spaccarmi il vetro, ma anche se riescono ad arrivare alla maniglia della porta, essendosi chiusa la macchina dal telecomando (probabilmente si è schiacciato il pulsante mentre mettevo la borsa davanti), la macchina rimane chiusa. Alla fine devono spaccare il piccolo vetro triangolare che è sul davanti e raggiungere le chiavi con il fil di ferro, finalmente riusciamo ad aprire la macchina.
Arrivo alla creche completamente svalvolata e inizio a calmarmi solo dopo aver lasciato il Francese, che ovviamente sta una favola e non ha nemmeno fatto pipì. Ma ovviamente se la giornata inizia male...proprio quando sono vicino a casa, mia madre mi chiama e mi avverte che la nonna, mamma di mio padre, è morta. Niente di inaspettato, 94 anni da mesi allettata, era da una settimana nel letto che rantolava, ma diciamo che quest'anno e oggi in particolare, qualsiasi cosa è come sale sulle ferite. Tutto brucia, tutto fa male.
Perché i litigi, i capricci, le urla, i pianti, le giornate storte, la stanchezza, il Francese che ha deciso di iniziare a spannolinarsi (non adesso, non ora, non sono pronta...eppure "Mamma pipì!!!"), la cameretta dei bimbi che forse arriva, forse no, arriva ma senza una rete...insomma la vita di tutti i giorni, basta un attimo e può spezzarsi.
Cosa sarebbe capitato se il Francese fosse rimasto bloccato 20 minuti, ma non in ottobre, magari a luglio, sotto il sole? Cosa sarebbe capitato se gli fosse venuta una crisi isterica com'è successo qualche giorno fa (maledetti terrible two!) con tanto di rigurgito e io non avessi potuto aiutarlo?
E poi dolore, ancora dolore. Ancora morte. E pensare a mia zia che ha perso suo fratello e sua madre nel giro di 6 mesi. E odiare il fatto che lei sia morta a 94 anni, mentre mio padre non è riuscito ad arrivare ai 65. E sentire che tutto è troppo e che io sono sempre sola e che non ci riesco a tenere duro sempre.
Oggi va così. Domani vedremo. Ma giuro che non penserò mai più "peggio di così non può andare". Perché può ed ultimamente lo fa anche.

mercoledì 4 ottobre 2017

Davanti a scuola

Mi diverto un sacco davanti a scuola, mentre aspetto i nani, ad osservare la fauna delle mamme italiane e faccio divertenti confronti con la fauna francese.
Tipica situazione mattutina: milioni di mamme e qualche papà accompagnano i bimbi a scuola. I primi giorni c'è stato il delirio (la scuola è comunque un bel po' più grande di quella a cui eravamo abituati): mamme che accompagnavano i bimbi fino dentro scuola e poi stavano a salutarli dalla finestra, tanto che io ho deciso di lasciare la Belva sul portone perché con gli altri due nani non riuscivo a muovermi nella folla; bacio al volo e la tenevo d'occhio fino a che non entrava. Solo dopo ho scoperto che in realtà non si può affatto accompagnarli dentro ed era stato chiuso un occhio solo per le mamme di quelli di prima elementare (tranne la sottoscritta, che da madre snaturata l'ha sempre lasciata sul portone...), senza però inerpicarsi sulle finestre per salutarli ovviamente.
La situazione con il tempo è migliorata, ora non entra nessuno, ma accompagnarla fino al portone è sempre problematico: lei sta davanti con la sua amata cartella-trolley, io dietro tenendo per mano gli altri due. Dopo averla salutata vengo risucchiata da una folla ciacolante che mi risputa direttamente sul portone della materna, dove invece devo mollare il Vitellino direttamente in classe dalla maestra, decisamente molto più facile.
L'uscita è come in Francia: la maestra consegna i bimbi dal portone direttamente ai genitori, sia per la materna che per la primaria, con l'eccezione che qui i genitori non stanno a debita distanza, ma accalcati uno sull'altro o salutandoli dalle sbarre della recinzione, perché aspettare due minuti che ti venga consegnato è impossibile.
Io me ne sto sempre in disparte. Spicco in maniera incredibile: sono la nuova, non conosco nessuno e quindi tendenzialmente sono l'unica che non urla parla con chicchessia, vestita relativamente estiva (mi mancano solo i sandali, ma la mattina fa frescolino per quelli), con i bambini che se ne vanno camminando liberi per il marciapiede senza che li segua e non hanno nè canottiera, nè maniche lunghe, anzi alcune volte con ancora i pantaloni corti.
Da qualche giorno e, soprattutto dopo la prima festa di compleanno a cui è stato invitato il Vitellino, qualche mamma della materna inizia ad approcciarmi. Ovviamente mi conoscono tutti, sanno che sono la mamma del Vitellino e che sono nuova, ma non sanno niente di me e sono tutte avidissime di dettagli e non mancano assolutamente di raccontarmi tutti i fatti loro o di qualcun altro.
Tutto ciò è fantastico! Tanto irritante, quanto fantastico! Mi rendo conto di essere stata catapultata in una cultura completamente diversa dalla mia in quanto italiana del super nord e in quanto expat appena rientrata. Tutti questi anni in giro però mi hanno aiutato davvero a capire il significato di "adattamento ad altre culture" ed è proprio quello che sto facendo in questo momento, con l'unico beneficio di riuscire a farlo nella mia lingua madre.
Sebbene sia cresciuta in Italia, certi meccanismi sono fuori dal mio essere mamma: non capisco come ci si possa preoccupare così tanto della merenda, anche quando il primo giorno di scuola la Belva è entrata alle 10.30 per uscire alle 13.20, l'unica senza cartella (io avevo scritto una mail per capire se servisse, ma mi è stato detto che le maestre mi avrebbero detto il primo giorno cosa portare) e la grande preoccupazione di direttrice e maestra è stata appunto la fantomatica merenda: "ma che mangerà questa bimba?" mi sono sentita dire.
Merenda anche per il Francese che arriva alle 8.30 alla creche (o meglio spazio Be.bi) e alle 12.30 mangia, nel mezzo merendina, fatta di cereali e pizza. Alla faccia della merendina di metà mattina!!!
Vogliamo poi parlare della preoccupazione delle mamme che hanno i figli nella classe del Vitellino? Lì la maestra è arrivata il primo giorno di scuola come sostituta della maestra che è in maternità. Tralasciamo il fatto che questa è andata in maternità a giugno e la sostituta temporanea è stata avvisata il giorno stesso dell'inizio delle lezioni, organizzazione saltami addosso! Vabbè, chiudiamo un occhio, tanto siamo alla materna...macché la fauna locale fuori da scuola sta facendo discussioni lunghissime su chi verrà, se verrà, se questa poi se ne va che le danno la cattedra annuale, e mica li conosce sti bambini, come farà mai??? Oh mammasantissimabeata...ma come come farà?? E' il suo lavoro! Che deve conoscere di sti bambini?? Se c'è qualcosa di grave, tipo allergie o malattie, le sarà stato comunicato no?
Parliamo poi del fatto che chi ha i bambini di 5 anni sta già iniziando a pensare alle classi del prossimo anno sperando che i propri figli vadano nella stessa sezione dei loro amici? No, non parliamone perché io invece sto già pensando al prossimo spostamento e mi sento davvero una mamma degenere!!

lunedì 2 ottobre 2017

Un po' di news sulla nostra nuova vita

Finalmente sono di nuovo a cazzeggiare scrivere sul computer in un dopo pranzo qualsiasi con due nani che dormono e una che legge. Non potete capire quanto questo ritorno alla normalità mi faccia bene allo spirito.
Queste pazze settimane appena trascorse mi hanno decisamente devastata e non tanto il trasloco in sé, ma per tutto quello a cui abbiamo fatto fronte:
- una casa nuova, vuota, dimora di piccioni, lasciata allo sbando perché l'agibilità è arrivata tardi, ma che dopo una bella pulita con tanto di idropulitrice stiamo facendo diventare piano piano nostra
- un quartiere bistrattato da edilizia e discariche abusive, prostituzione, ma dove viene fatta perfettamente la raccolta differenziata e che è di una tranquillità impensabile e a mezz'ora dalla città più bella del mondo
- l'alluvione senza nemmeno aver finito di spacchettare, mi sono ritrovata l'acqua in casa dopo un weekend a casa di mia madre con scatole zuppe (tra cui i miei amatissimim Dylan Dog che finalmente mi ero decisa a portare e spacchettare) e mobili appena comprati già bombati d'acqua...vi giuro che mi sono messa a piangere come una bambina
- un inizio di scuola che mi ha scombussolato tutti gli orari e che mi ha ricordato la celeberrima organizzazione all'italiana, cose tipo "no tranquilli, non comprate i regoli, è presto!" Una settimana dopo i regoli vengono richiesti e ovviamente i supermercati non ne sono più forniti...una cazzata, ma che sommata a mille altre cazzate, capite bene...
Non voglio fare la solita polentona per di più expat che si lagna, ma ammetto che lo shock culturale per noi grandi è stato più forte del previsto e questo, ovviamente, non ha aiutato i piccoli che hanno passato un mese abbondante in continua modalità capriccio. Oggi è il primo giorno che li gestisco in toto io, visto che il Navigante ha ripreso a lavorare e parte la mattina alle 7 per rientrare abbondantemente dopo le 17 e ieri sera ho faticato ad addormentarmi per l'agitazione, ma in realtà, pur avendo scoperto di non avere più gas a mezzogiorno (ancora non hanno fatto gli allacci al gas cittadino...), sono riuscita a gestire abbastanza bene tutto.

Le novità sono ovviamente tante: il Francese è diventato un gran chiacchierone e va tre mattine in una ludoteca dove fa merenda e mangia pure (altrimenti dovendo recuperare gli altri due si farebbe troppo tardi per il pranzo), il Vitellino va a rugby tre volte a settimana e la cosa ci sballona un bel po' i ritmi (ma è normale a 5 anni???), la Belva invece è tutta presa dalla scuola e dai compiti che ama moltissimo, ha fatto una prova per propedeutica alla danza che io non amo particolarmente, ma lei me l'ha chiesto spesso e visto che nei dintorni di dove abitiamo non c'era molto altro, proviamo anche questa.
Siamo stati a Roma centro già una marea di volte: solo io e il Navigante, solo io e mia madre, tutti insieme, di giorno, di sera, durante la settimana, durante i weekend...Roma è stupenda, magnifica, tanto quanto me la ricordavo. La mia me viaggiatrice è proprio tanto contenta di viverci così vicino e di poter visitare questa zona d'Italia che non conosco molto bene.
Insomma siamo di nuovo in modalità esseri umani e pian piano ci prendiamo i nostri spazi. La nostra vita romana è cominciata!

domenica 1 ottobre 2017

Ancora viva

Se magari qualcuno se lo stesse chiedendo sono ancora viva, sono installata a Roma, i nani hanno cominciato la scuola e io sono talmente esaurita che vorrei addormentarmi oggi e svegliarmi direttamente nel 2020!
A breve spero di avere un po' di tempo per riprendere le mie attività online, il che significherebbe che ho almeno un'oretta al giorno per sedermi sul divano e cazzeggiare!!!
Per ora mi accontento di crollare nel letto la sera alle 9 dopo aver fatto il taxi tutto il giorno e aver ovviamente aperto scatole. Ma ve l'ho detto che non ho ancora nessun armadio e quindi tutti i vestiti sono sparsi per casa?!

venerdì 18 agosto 2017

Troppe cose da raccontare...

Volevo iniziare a scrivere qualcosa del nostro viaggio on the road, ma mi risulta davvero difficile decidermi come farlo, da cosa cominciare, su cosa porre l'accento. Vabbè, ci provo con pensieri sparsi a caso.
A livello logistico, girare la Francia con il camper è molto facile, ci sono molte aree parcheggio che ti danno i servizi, ma non sono care come i campeggi; anzi alle volte ci sono zone totalmente gratuite con tanto di carico/scarico acqua, certo non sono aree in città turistiche, ma in minuscoli paesini dove però è ottimo fare tappa per una notte, giocare nel parco giochi accanto, fare colazione nel silenzio della campagna. Quando, dopo giorni di zone così lontane dalla frenesia, arrivavamo a visitare qualche città mi sentivo stordita tutto il giorno.
A livello familiare, girare la Francia è forse ancora più facile: i francesi hanno capito che le famiglie che viaggiano con i bimbi sono ottimi clienti e fanno di tutto per invogliarti a muoverti. C'è sempre un menù dedicato, un parco/area giochi, un libretto guida per intrattenerli durante una visita, fino ai 6 anni difficle che paghino l'entrata nei musei e girare diventa decisamente meno stressante.
Riguardo a quello che abbiamo visto, fare una classifica è sempre difficile, ogni luogo al mondo secondo me ha una caratteristica per cui vale la pena essere visitato, inoltre abbiamo fatto un tour talmente ampio e toccato parti della Francia talmente diverse, che non possono assolutamente competere una con l'altra. Se dovessi però dare dei suggerimenti, ecco cosa mi viene in mente:

- i castelli della Loira sono un ottimo viaggio da fare con i bambini, magari in età scolare. Se li fate senza bambini però non è necessario vederne 15 come abbiamo fatto noi: per i bambini c'è sempre qualche attività interessante adatta a loro, per noi dopo un po' è diventato tutto uguale, quindi senza bambini direi che i più famosi (Chambord, Chenonceau, Chaumont, Villandry, Amboise - e visto che siete lì anche Clos Lucè, dove ha vissuto ed è morto Leonardo da Vinci, che è a meno di 2km di distanza - Azay le Rideau) in una settimana sono più che sufficienti. Se avete più tempo secondo me vale la pena aggiungere qualche città come Chartres, Bourges, Orleans o Nantes.

- se siete amanti della storia, la Normandia vi entrerà nel cuore con le spiagge delle sbarco e il memoriale di Caen. Ma vi entrerà nel cuore anche se siete amanti di formaggi e frutti di mare, paesini sperduti e mucche al pascolo, città gotiche e crepes. Piove sì, ma sinceramente non ci siamo fermati mai, avevamo la nostra giacca a vento e le temperature miti rendevano il viaggio decisamente più piacevole rispetto a quando il termometro saliva.

- abbiamo fatto due parchi tematici come regalo di compleanno per la Belva e il Vitellino: le Puy du Fou vicino a Nantes e parc Asterix a nord di Parigi. Il primo merita davvero, ma solo se capite il francese visto che si tratta di un parco tematico a tema storico tutto con spettacoli, non di giostre; il parc Asterix invece merita se amate le giostre e i fumetti di Asterix, ma per me che sono cresciuta a pane&Disney non posso davvero dire di farlo al posto di Disneyland Paris, anche se molti dicono che nel parc Asterix ci sono molte più giostre ed è fatto meglio...mah, sarà, ma la magia di Disneyland per me è stata impareggiabile!...de gustibus...

- ritornando verso casa abbiamo fatto un paio di soste in Borgogna, che assolutamente non sono sufficienti per conoscere questa regione di vini. Però a Digione, mi sono fatta il pieno di mostarda :D e abbiamo lanciato un "chissà, magari ci torneremo..."

Per ora non aggiungo altro, ma sono ben lieta di rispondere alle vostre curiosità, anche via mail; poi con calma farò qualche altro post più specifico.

mercoledì 16 agosto 2017

Rientrata e indaffarata

Il nostro mese on the road è letteralmente volato via, siamo rientrati da due giorni e sono in un turbinio di lavatrici e organizzazione festa di compleanno/trasloco che non mi lascia nemmeno il tempo di respirare. Figurarsi di postare qualcosa su queste nostre lunghe e bellissime vacanze!
Abbiamo fatto e visto davvero tanto, a volte mi chiedo se non è stato troppo, se non è il caso a volte di rallentare e lasciare scorrere...Ma non ci riesco, sono un vortice continuo, più vedo, più faccio, più mi viene voglia di vedere e fare. E infatti appena ci siamo fermati, dopo aver lasciato mia madre e mia nipote all'aeroporto, mi è crollata addosso una stanchezza manco fossi stata colpita da un tir in corsa.
Arrivata a casa però mi sono dovuta ripigliare a forza: c'era un camper da pulire e da svuotare, una casa da riaprire, un compleanno da organizzare e un trasloco da affrontare. Ce la posso fare!
Insomma era per dirvi che sono rientrata, anche se magari non riuscirò a postare moltissimo ;)

venerdì 14 luglio 2017

A noi non piace l'on the road, proprio no!

E infine ci siamo: camper sotto carica da due giorni, vestiti e vettovaglie caricate, fuochi d'artificio del 14 luglio visti; itinerario pianificato...più o meno! Domani finalmente partiamo per questo viaggio super on the road in Francia sapendo un pressapoco quello che vogliamo vedere, ma lasciando aperta ogni possibilità. Ho dato un'occhiata generale, ma non ho voluto organizzare troppo nel dettaglio, soprattutto visto che il camper fino all'ultimo era in forse...quest'anno ho già annullato un viaggio già tutto organizzato, non volevo rischiare di fare la stessa fine...

Comunque l'idea generale è la seguente:
- partenza domani dopo pranzo, prima tappa chateau Anjony in Auvergne
- successivi 12 giorni tra castelli della Loira, cattedrali gotiche (Chartres e Bourges sicuramente) e la città del formaggio che più adora il Navigante: Camembert!
- sosta obbligatoria a Dinard il 30 luglio per recuperare mia nipote e mia mamma che arrivano dritte dritte dall'Inghilterra
- Visita a Mont Saint Michel, che noi conosciamo già, ma non posso farlo saltare a mia madre, e stop nanna con ristoro a Cancale in un produttore di ostriche già collaudato
- Da lì comincia il nostro giro in Normandia; tra spiagge dello sbarco, paesi rimasti ad altri tempi o dipinti da famosi pittori (Giverny ospita il giardino dipinto da Monet) e ancora cattedrali gotiche (Rouen)
- Lasceremo poi la Normandia per chateau Chantilly a nord di Parigi, ma soprattutto per Parc Asterix, regalo di compleanno dei nani grandi e tappa da loro molto bramata, in quanto super addicted ai fumetti di Asterix
- Dobbiamo infine lasciare mia madre e mia nipote a Lione, dove prenderanno l'aereo per rientrare in Italia, mentre noi dovremmo arrivare in tempo per vedere la patrouille de France (frecce tricolori francesi) a Tolone il 15 agosto, non so se riusciremo a visitare la città o qualcosa d'altro nei dintorni.

Sarà una bella vacanza, incasinata quanto basta per darci l'energia giusta per rientrare a Tolone, salutare tutti i nostri amici e buttarci a capofitto nel trasloco. Non so se riuscirò a connettermi, nel caso ci risentiamo tra un mesetto! Bonnes vacances!

martedì 11 luglio 2017

Arredando a distanza

Una delle cose più "divertenti" di questo trasloco è il fatto che dobbiamo costruirci la cameretta dei bimbi e la cucina tutto nel virtuale; questo perché la cameretta che abbiamo qua è solo un letto a castello con il terzo letto che si tira fuori da sotto (e non voglio il letto degli ospiti per il Francese!!), mentre in cucina abbiamo solo gli elettrodomestici (ma sto cercando di vendere anche questi) visto che i mobili erano l'unica cosa che c'era in casa quando siamo entrati.
Quindi ci stiamo impantanando con planner online, mail, progetti con misure che speriamo siano quelle reali...fortuna che, al contrario dei francesi, gli italiani se possono ti danno una mano e quindi oggi l'amministratore del condominio andrà a misurare per bene le stanze; ciò significa che per la fine della settimana, ossia prima di partire un mese con il camper (che se Dio vuole dovrebbe essere abile ed arruolato...), potremmo riuscire ad ordinare entrambe.
Una volta ordinate, dovremmo far coincidere l'arrivo del trasloco con la consegna e il montaggio, in modo tale da fare tutto in una volta e non avere il cantiere aperto per troppi giorni.
I bimbi in tutto questo verranno prontamente impacchetati e spediti in lidi nonneschi per tutta la durata del trasloco. L'idea è di andarli a riprendere quando almeno i mobili della casa a Roma (e soprattutto la loro cameretta) siano montati e la casa simil agibile. Il Navigante non era troppo convinto di lasciarli tutti e tre per così tanti giorni a mia madre, ma sono stata irremovibile: "o trasloco senza nani, o trasloco senza ME e i nani!".
E giusto per rendere le cose più semplici, facciamo tutto questo in una casa che io ho visto solo in progetto o tramite qualche foto, mentre il Navigante, più fortunato, l'ha visitata...una volta sola 5 anni fa...Noi e le sfide, un amore incondizionato...

sabato 8 luglio 2017

Rotolando verso Roma...

Ieri ci è stata comunicata le date definitive del trasloco e, inoltre, è finita la scuola per tutti i miei nani, in realtà la creche del Francese rimane aperta per quasi tutta l'estate, ma mi sembrava assurdo portarlo all'asilo quando ho comunque gli altri due in casa.
Così ieri è stata la giornata dei saluti definitivi per me e per loro. Ho ricevuto tanti Bon courage!, tanti recapiti, tanti merci pour votre confiance. Ho avuto un groppo in gola guardando la Belva con gli occhietti tristi tristi salutare la sua maestra (che tra parentesi avrebbe comunque lasciato sia perché qui cambiano insegnante ogni anno, sia perché sarebbe passata alla scuola primaria), salutando le maestre della creche e percorrendo per l'ultima volta quella maledetta collina per arrivare alla scuola dei due grandi, che tanto mi ha fatto penare quando ero incinta del Francese.
Mi continuo a ripetere che è l'ultima volta che faccio quello o quell'altro, ma senza sentirmi davvero emotivamente presa. E' come se cercassi volontariamente di arrivare al limite, come se cercassi di sfiatare una pentola a pressione intasata perché poi se scoppia è un gran casino.
Cerco di capire come mai sto reagendo in modo così pragmatico e freddo, normalmente sono una molto emotiva, soprattutto quando si tratta di cambiamenti così importanti, che riguardano tra l'altro anche i miei bimbi. Mi dico che forse ormai mi sono abituata a questa vita, ma sotto sotto mi rendo conto che negli ultimi tempi ho perso talmente tanto che questo mio atteggiamento sembra più una corazza di difesa. E il fatto che abbia mal di stomaco da più o meno un mese non è che una conferma, perché se io cerco di difendermi, il mio corpo pure e somatizza tutto, ma finché non mi prende il sonno non mi preoccupo più di tanto.
Per adesso mi concentro sul nostro camper che ancora non è uscito del tutto da alcuni problemucci, facendo gli scongiuri che sia pronto all'uso per la nostra partenza programmata per il 15 luglio...E sperem che almeno queste vacanze non vengano cancellate ancora prima di cominciarle...

domenica 2 luglio 2017

Chi si ferma è perduto

Un'altra settimana intensa, di saluti ed emozioni.
Un pomeriggio di saldi con la mia amica/babysitter/donna delle pulizie nonché cena fuori per iniziare a dirci addio...iniziare per non finire mai perché davvero troppo difficile; e infatti torneremo a fare la deuxième demarque, ossia la seconda tornata di saldi dove quello che rimane viene ulteriormente scontato (vi ho mai detto che adoro i saldi francesi?!? Ah sì, ve l'ho detto...)...un altro pomeriggio insieme, un'altra cena con chiacchiere in libertà.
Ennesima cena di saluto stavolta solo tra straniere senza mariti al seguito, a cui ha partecipato anche la nuova "me", ossia la compagna del sostituto del Navigante; sono qua entrambi per qualche giorno alla ricerca di una casa e per sbrigare le prima formalità. Che periodo incasinato! E noi l'abbiamo fatto pure con due nani che in non facevano tre anni insieme!!
La scuola non è ancora finita, ci manca ancora una settimana, ma per le maestre dei due grandi (e non solo, hanno voluto a tutti costi anche fare il regalo alle due cuoche della mensa!) abbiamo già portato i regali, fatti rigorosamente da loro con l'aiuto della mamma: delle crostatine con la marmellata decorate con la pasta frolla intagliata nelle forme più disparate. Regalo scelto e voluto da loro, almeno io non ci ho dovuto pensare, cosa che invece mi tocca fare per la creche del Francese, a cui tra l'altro sono molto legata e quindi non voglio qualcosa di scontato...ci sto ancora meditando...
Non dimentichiamoci poi apéro dinatoire a schiovere, fatti pure all'ultimo minuto, cosa non proprio scontata qui. Ne ho uno anche stasera in spiaggia, cosa che adoro!
E come questa settimana ripeteremo la prossima e quella dopo ancora, ultime due settimane prima della nostra partenza con il camper, di cui non parlo per scaramanzia visto che il camper deve fare qualche lavoretto per passare la revisione. Comunque abbiamo in ballo davvero un gran bel giro...sono in fermento di riavere il mio camper pronto all'uso...dopo attenta disinfestazione, visto che sono più di due mesi che nessuno ci entra!
E infine due piccole emozioni scollegate al nostro rientro: la Belva che perde il suo primo dentino (...ma com'è possibile?? Quando è successo che siamo già arrivati alla soglia dei 6 anni??) e il concerto di Vasco Rossi ieri sera...per molti non avrà senso, per me Vasco è la mia infanzia, la mia adolescenza, le mie emozioni...avrei voluto esserci e anche mio padre avrebbe voluto essere lì in mezzo a 220.000 persone. Ho pianto quasi tutto il concerto e sono sicura che pure mia madre stava facendo lo stesso.
...domani è un altro giorno arriverà...

lunedì 26 giugno 2017

Tante emozioni, ma niente lacrime...per adesso!

Il weekend appena passato è stato davvero ricco di emozioni.
Partiamo con venerdì mattina, giorno della kermesse scolastica dei due grandi, un giorno per loro, e un po' anche per me, decisamente epocale! Oltre ad essere emozionati per le festa di fine anno in sè, eravamo tutti emozionati perché era l'ultima festa di fine anno in Francia, in questa piccola scuola che è stata per me e per loro un punto di riferimento negli ultimi tre anni. Loro hanno imparato la vita al di fuori della famiglia, hanno imparato ad apprendere nozioni (qui iniziano già nella sezione dei piccoli insegnando prescrittura e insiemistica), hanno creato una parte di vita propria; io ho imparato una parte di questa cultura diversa, ho fatto amicizie fuori dal giro degli expat e dei militari, ho imparato a fare a meno dei miei figli.
Quindi grande emozione quella mattina, ma poi il Vitellino ha iniziato a lamentarsi che aveva male al piede e quando l'ho guardato, robe che non mi piglia un infarto!! Un taglio di due settimane fa era gonfio e infetto, ma proprio tanto, talmente tanto che ho dovuto drenare almeno un pochino bucando con un ago (e non vi dico gli strilli...il Vitellino è uno di quelli che non lo puoi toccare che parte una sirena...) prima di spedirlo a scuola (non poteva mancare quella mattina!) e chiamare il dottore. Dottore che dice di controllarlo al rientro alle 11.30 e nel caso portarlo a visitare. Ovviamente l'ho portato a visitare, era un'infezione troppo brutta ed era venerdì - ovviamente! - non volevo rischiare di dover andare al pronto soccorso durante il weekend. Responso del dottore, che ha dovuto drenare ancora pus per gioia del Vitellino: infezione che ha preso il sistema linfatico, tanto da ingrossargli una ghiandola nel linguine, 8 giorni di antibiotico 4 giorni almeno senza mare! Peggio di quello che pensassi...
E mentre il Navigante portava lui dal dottore, io preparavo il pranzo, i muffin salati per la kermesse e mi docciavo prima di uscire per andare ad aiutare ad allestire la mise en scène. Perché ovviamente pur con un piede malconcio e uno stress da mamma che non vi dico, non si poteva mancare questa kermesse! Che tra l'altro è andata alla grande, abbiamo pure vinto un premio della lotteria per il primo anno e io sono riuscita a non piangere! (Sono una che si commuove facilmente...).
Sia venerdì che sabato sera avevamo inoltre impegni serali solo io e il Navigante: venerdì probabilmente ultimo Cheese&Wine, la serata mensile tra militari stranieri e francesi dove ognuno porta una bottiglia di vino e un pezzo di formaggio, ma soprattutto sabato la nostra cena di addio con i colleghi stranieri di Elia e le mogli ovviamente. Questa comunità è stata per me di vitale importanza, ho avuto sostegno, amicizia, momenti di svago, vita sociale, ho migliorato il mio inglese in maniera esponenziale e ha dato la possibilità di avere tanti amici anche ai bimbi, visto che quasi tutte erano famiglie con bimbi di età differenti.
Anche questa volta non mi sono commossa, anche se hanno parlato di noi, del nostro periodo qui, anche se questi eventi sono un po' la chiusura del cerchio. Non capisco se sono talmente presa dalla situazione (trasloco, il Navigante appena rientrato, ma anche la morte di mio padre, mia madre, i litig con la Sister...) da non riuscire a rendermene conto o siccome ho ancora tutta l'estate davanti prima di andarmene non me ne rendo conto uguale. Insomma alla fin fine continua a non sembrarmi vero che da qui a due mesi lasceremo questo posto che per ben 4 anni è stata casa.
Per il momento continuo con la vita sociale: mercoledì esco con la mia amica/babysitter/donna delle pulizie per una sessione di shopping nei saldi + cena di addio (anche lei sta per partire), giovedì sera Ladies night ancora una volta per salutare chi se ne va e infine domenica picnic per salutare degli amici francesi in partenza pure loro.
Non smetto di salutare, di dire au revoir, di dire goodbye...e mi pare tutto normale, per la prima volta non verso lacrime, devo ancora capire se sono diventa magicamente insensibile o solo serenamente rassegnata! Ma le attendo, perché prima o poi arriveranno le lacrime...eccome se arriveranno!

lunedì 19 giugno 2017

Mantenere le lingue dopo un periodo expat

Dopo 4 anni in Francia il Vitellino e la Belva sono totalmente bilingue (italiano-francese), anzi devo dire che il francese prende spesso il sopravvento, soprattutto quando giocano. Anche il Francese, che ormai è in pieno trip "ripeto tutto quello che sento", pronuncia parole in entrambe le lingue con preferenza verso quella francese per una questione, secondo me, di facilità del suono (i suoni francesi sono più dolci, meno duri, meno consonanti che danno problemi ai bimbi).
Per quanto riguarda lo spagnolo abbiamo un po' lasciato stare, ma nel gruppo degli stranieri ci sono varie famiglie spagnole e devo dire che i due grandi capiscono praticamente tutto e alle volte cercano anche di esprimersi. La cosa mi fa veramente piacere. Anche le nostre amicizie inglesi e i periodi a casa della Sister devo dire che danno i loro frutti: per loro l'inglese non è una lingua totalmente sconosciuta, ne sono curiosi, carpiscono qualche significato e non vedono l'ora di incominciare a studiarlo.
Tutto questo però diventa per me un grosso problema con il rientro in Italia per svariati motivi. Innanzitutto mi sento di dover assolutamente mantenere la lingua francese che per loro è in questo momento la lingua principale. Sarebbe un vero peccato fargliela perdere, come sarebbe un peccato che il Francese, unico dei tre nato in Francia, non potesse nemmeno capirlo!
La mia organizzazione sarà la seguente: molti libri in lingua, così come eventuali cartoni animati (noi non siamo grandi fans della tv, i bimbi la vedono rarissime volte e di solito sono i cartoni Disney), babysitter madrelingua francese (nel caso avessimo bisogno, ma devo ancora cercarla) e studio con i libri degli esercizi per le vacanze che qui vendono nei supermercati a dei prezzi accessibilissimi, ho già comprato un primo stock per tutti i livelli fino al college (nostre scuole medie) a 2€ l'uno al Lidl!
Sto valutando qualche attività in lingua, visto che comunque non faranno tempo pieno a scuola, avranno i pomeriggi liberi e vivremo in una capitale, il che significa tanta gente, tanta domanda, tanta offerta. Qui però arriva un'altra questione: cercare di mantenere anche un po' di spagnolo (per l'inglese non mi preoccupo visto che nella loro scuola iniziano dalla materna con qualche infarinatura) oppure concentrarsi esclusivamente sul francese? Fosse per loro studierebbero entrambi!!
Sono un po' titubante, sono tra il non voler caricarli di troppe attività, tenendo conto che voglio lasciare spazio anche allo sport e alla noia, e la paura di perdere l'arricchimento culturale e linguistico acquisito in questi 4 anni.
Conoscendo poi la nostra insana passione per gli spostamenti, non so da qui a 2/3 anni in cui staremo a Roma sicuramente, cosa ne sarà di noi. L'idea è di provare ad andare ancora all'estero, ma non è così automatico poterlo fare; di certo non staremo a Roma per sempre quindi mi chiedo se ha senso cominciare qualcosa che poi magari dove andremo non sarà possibile continuare.
Questa vita che ci siamo scelti ha davvero tanti lati positivi e noi la adoriamo, ma ci sono momenti come questo in cui parte lo sconforto per non poter pianificare niente e si instilla la voglia di mettere radici e non spostarsi nemmeno per le vacanze!! So che è un momento e poi passa, mi ritorna la voglia di conoscere, cambiare, muovermi, ma ora ci sono dentro fino al collo e vorrei solo scappare DA SOLA a Santo Domingo! Madre degenere...

venerdì 16 giugno 2017

Incastri

E' passato un po' più del solito dal mio ultimo post, ma quando il Navigante torna da missioni lunghette è sempre un bel casino rientrare in una routine decente e le cose da fare si moltiplicano al quadrato, per non parlare delle uscite sociali che, visto anche il periodo, diventano un incastro degno dell'agenda di un VIP.
Nell'ordine questa settimana: lunedì il Navigante è arrivato e si è portato subito i due grandi in piscina, martedì mentre io arrangiavo un po' di spesa lui andava alla visita oculistica sempre dei due grandi (e come mamma sospettava da tempo, il Vitellino dovrà mettere gli occhiali...), come ogni mercoledì i nani erano a casa il  pomeriggio quindi spiaggia, ieri mamma è partita lasciando solo papà con il Francese e i due grandi a scuola tutto il giorno per farsi una giornata a Sophia Antipolis, a un'ora e mezza da Tolone e sostenere il tanto agognato esame di francese; infine oggi inizia il weekend con spiaggia, aperitivi con amici e saggio di fine anno di nuoto per tutti e tre.
Settimana prossima invece incateniamo: cena soli soletti io&il Navigante, che pure ci vuole no? Cena di addio per la nostra partenza con i colleghi del lavoro stranieri, solita serata Cheese&Wine con colleghi stranieri e francesi, mitica Fête de la musique per celebrare la notte più corta dell'anno il 21 giugno, due kermesse di fine anno e qualche giorno fuori con il camper.
Ricordo che qui la scuola finisce il 7 luglio quindi siamo ancora ben lontani dal poterci riposare almeno la mattina...E quindi inizia la nostra lunga estate calda, e quando dico calda è anche perché oggi sono andata a correre (con il Navigante che è in ferie fino a lunedì...bellissimo!!) alle 9 di mattina e c'erano già 30°...al 7 km ho dato forfait e siamo andati a farci la doccia ;P

mercoledì 7 giugno 2017

Di essere soli e cercare di farsela andare giù...

Stamattina alle 6.30, mentre una mia amica, nonché fidata babysitter e donna delle pulizie, rimaneva a casa mia con i nani ancora addormentati (quasi tutti...il Francese ha deciso che svegliarsi alle 6 è molto divertente, ma poco salutare per la sanità mentale della mamma...), io ho accompagnato mia madre alla stazione dei treni. Non aveva nessuna voglia di rientrare in quella grande casa vuota, aveva ancora meno voglia di andare a fare 730, vendere la macchina, vendere la moto, vedere di tutte quelle scartoffie burocratiche da fare dopo la morte di un parente...come non essere d'accordo con lei?
Dal canto mio non è che mi fa piacere saperla sola, nè mi fa piacere rimanere ancora da sola, visto che il Navigante doveva tornare domani e invece l'hanno trattenuto fino a lunedì, perché a quanto sembra il suo contributo in questo lavoro è imprescindibile. Non fatemi parlare che altrimenti faccio cascare il cielo con gli insulti...
Però così è.
Il Navigante solo in Bahrein trastullandosi tra lavoro, cene con i colleghi e sport; mia mamma sola in una grande casa vuota trastullandosi tra carte e burocrazia post morte di mio padre; io in Francia sola trastullandomi tra tre figli, casse da trasloco che si accumulano e una voglia di scappare dalla mia vita che metà basta.
Per contrastare tutto ciò oggi ho corso 15km, mia massima distanza dai tempi degli allenamenti seri, e forse per premiare i miei sforzi le cicale finalmente hanno cominciato a cantare, quindi l'estate ormai è qui perciò stasera imbusterò i bambini a letto presto e mi godrò il silenzio e il fresco della sera con un bel cornetto al caramello. Me lo merito!

mercoledì 31 maggio 2017

Bisogni e appagamenti

Tra una settimana il Navigante tornerà a casa, anche questi due mesi sono passati. Ancora due mesi lontani, ancora una volta lui a lavorare e a farsi una vita da semi-single mentre io a fare da mamma single con l'aiuto di una nonna a metà. Su 4 anni in Francia il Navigante ha fatto 20 mesi fuori e poteva andare anche peggio, quindi dovrei pure ringraziare.
Francamente ne ho le palle piene!
Ho una famiglia incredibile, che ho sempre fortemente voluto e che mi sono costruita con un sacco di sforzi, ma mi posso godere i risultati sempre a metà, sempre a periodi spezzetati oppure da sola. So che il Navigante non ha il potere di cambiare totalmente le cose, ma so anche che alcuni passi avrebbe potuto farli e non ha voluto. So anche che per lui non è facile stare lontano dalla sua famiglia, certo è che non è in una prigione russa, sta sempre fuori a cena, a chiacchiere con i colleghi, a fare sport...
Io invece sono a casa, mi smazzo i figli, mi smazzo i traslochi, mi smazzo il rendere la nostra vita il più velocemente routinaria ogni volta che ci spostiamo, mi smazzo i c@zzi e mazzi in toto e nel mentre cerco di infilarci qualche ora di corsa, qualche uscita con un'amica, l'esame di francese e magari una mezz'ora di solitudine e pace giornaliera (perché qui non c'è solitudine e pace manco seduti sul trono!!).
Sono felice delle mie scelte, ma è frustrante a volte sapere che in fondo non faccio niente se non in funzione degli altri, in primis mio marito e i miei figli, non c'è niente che faccia in funzione dei miei desideri (perché un paio di ore di corsa alla settimana non vengono annoverati come desideri appaganti giusto?) perché aggiungere anche i miei desideri in questa nostra vita così complicata sarebbe più complicato di un tetris al nono livello velocità massima.
Il Navigante mi ha detto che è giusto ci sia spazio anche per i miei bisogni. E allora ho iniziato a pensare...di cosa hai bisogno Me Stessa?
Ho bisogno di famiglia, ho bisogno di un marito presente con cui poter fare un po' di vita di coppia, ho bisogno di sesso, ma quello vero, non quello che "piano che si svegliano" e "adesso dormono si può".
Ho bisogno di dormire, che qui le sveglie con l'orario nuovo e il caldo sono sempre più anticipate, di domenica ovviamente, mentre durante la settimana bisogna schiodarli dal letto e io se non dormo divento una belva.
Ho bisogno di sentirmi di nuovo donna e riappropriarmi del mio corpo, un corpo completamente nuovo che devo imparare ad amare, un corpo da mamma con smagliature e tette post allattamento.
E ho bisogno di qualcosa che mi faccia battere il cuore, che non siano solo mio marito o i miei figli. Solo una cosa mi ha fatto battere il cuore come loro: il mio sport, la canoa, sono passati 13 anni da quando - mannaggia a me - l'ho lasciata eppure lei è ancora lì ficcata nel mio cuore e solo a pensarci la ferita sanguina e anche abbondantemente. Sto cercando qualcosa che mi faccia battere il cuore come la canoa, ma non ci sono ancora riuscita. Viaggiare mi piace, ascoltare la musica mi piace, correre mi piace...ma la canoa, mioddio...ne sono innamorata pazza! E da quando inizio a separarmi un po' dal mio ruolo di mamma, con i nani che crescono, la canoa torna a occupare prepotentemente parte dei miei pensieri, in fondo a 15 anni volevo vincere le Olimpiadi e fare tre figli...fatti i tre figli rimangono le Olimpiadi...
Tornare in Italia mi apre a una miriade di possibilità, come succede sempre quando si cambia; ho pensato a fare il corso per allenatori, ho pensato a tornare a casa e far resuscitare il mio club ormai morto e sepolto...Ma poi, ma poi...Quanti sacrifici dovrebbe fare la mia famiglia? Non ne fa già abbastanza per seguire il lavoro del Navigante? E' davvero questo quello che renderebbe la mia vita appagante da ogni punto di vista? Non lo so...
Quello che so è che sono un essere che è in ricerca continua di appagamento, non mi basta mai quello che ho, nemmeno quando quello che ho mi rende felice. Voglio altro, voglio ancora, voglio di più, da brava agonista!
Stare da sola mi fa pensare troppo, poi escono sti post sconclusionati che cercano di mettere un punto a tutto il vortice che ho in testa, ma che forse fanno solo danni e annoiano chi li legge. Chiedo venia, ma ricordatevi solo questo: due mesi di assenza maritesca...

lunedì 29 maggio 2017

Ile de Porquerolles, un po' di mar di Sardegna in Costa Azzurra

Visto il bel ponte lungo, avevo previsto qualche bella gita fuori porta, ma un dolore al dente (ovviamente proprio quando dal dentista non si può andare...) mi ha un po' frenato facendo saltare la gita a un'abbazia qua vicino, ma non la giornata sull'ile de Porquerolles.
Questa isola, che fa parte dell'arcipelago delle isole di Hyeres, è una zona ecologica di salvaguardia della natura e gran parte di essa è parco nazionale insieme a un'altra isola dell'arcipelago, quella di Port Cros da cui il parco prende il nome. Ho conosciuto questo luogo grazie a Fabiana, qualche mese dopo essere arrivata, e ho subito cercato di organizzare una giornata lì, ma non mi è bastata e forse non mi basterà mai, perché ci sono ritornata con mia madre, ma volentieri ci rifarei un giretto prima di traslocare...
L'isola è piccolina, non circolano auto, se non i furgoni che portano la merce nei vari negozi del villaggio durante ore prefissate, e quindi se si decide di esplorarla si può farlo a piedi o in bicicletta. Ovviamente la seconda opzione è quella che permette di girare molto di più e noi così l'abbiamo visitata la prima volta, con i bimbi che ancora stavano nel seggiolino. Quel giorno io e il Navigante abbiamo litigato proprio di brutto e devo dire che la gita non è andata come previsto, ma il souvenir di questa isola paradisiaca non me l'ha tolto proprio nessuno. Non abbiamo fatto l'intero periplo, abbiamo girovagato un po' nei dintorni del villaggio, mentre io mi sono addentrata un po' di più dopo aver parcheggiato marito e bimbi nella plage de l'argent, raggiungibile anche a piedi dopo aver sorpassato il piccolo villaggio vicino al porto.
Con mia madre invece ho optato per la prima opzione, niente bici quindi, ma ci siamo mossi a piedi nella zona a sinistra rispetto al porto, ossia verso la plage de notre dame. La passeggiata per arrivarci è piacevole e veloce, sia all'andata che al ritorno quando si è ovviamente più stanchi, ed è possibile farla anche con il passeggino (ma io avevo preso lo stesso lo zaino portabebè per comodità).
Entrambe le spiagge hanno zone di ombra, dettaglio per me essenziale se mi muovo con i nani perché odio dovermi portare anche l'ombrellone, oltre a cambi, cibo e magari giochi (che però qui non ho portato, si sono arrangiati con legni, sassi e il mare ovvio!).
Se decidete di visitare queste isole, cosa che vi consiglio caldamente, è importante sapere che il biglietto del ferry non è regalato, soprattutto se viaggiate con la bicicletta, ma ne vale davvero la pena se amate natura selvaggia e mare limpido. Se non avete con voi le biciclette non disperate: sull'isola ci sono tantissimi posti dove poterle noleggiare con svariate possibilità: bici adulti/bambini, rimorchio, seggiolini, bici elettriche, etc.etc. e il prezzo non è molto più alto del doverle trasportare con il traghetto.
Io non ho provato i vari ristoranti, mi sono portata sempre dietro il picnic per poi fare merenda in paese con un gelato, ma nel caso vogliate mangiare là ho dato un'occhiata ai prezzi e non hanno rincari eccessivi rispetto alla "terra ferma", siamo in Costa Azzurra e i prezzi sono alti ovunque! C'è anche sicuramente un piccolo supermercato e un fruttivendolo nella piazza principale del villaggio.
Questa piccola isola, che tanto mi ricorda l'arcipelago della Maddalena in Sardegna, mi rimarrà nel cuore, spero di riuscire a fare un'altra giornata con il Navigante portando dietro le biciclette, visto che i bimbi me l'hanno chiesto, ma non sono sicura che riusciremo a incastrare tutto quello che vogliamo fare prima del nostro rientro definitivo. Intanto facciamo ritornare il Navigante a casa, poi si vedrà!

giovedì 25 maggio 2017

Vacanze sprecate

Oggi qui in Francia è cominciato il più lungo dei 4 ponti previsti tra maggio e giugno: il ponte dell'Ascensione che culmina con la fête des mères per cui ho già ricevuti doni su doni (fiori di carta, collanina con cuori, maree di poesie...).
Questo ponte lungo senza il Navigante mi scoccia da morire, perché con il camper saremmo potuti partire ieri dopo scuola per ora di pranzo e avremmo avuto quasi cinque giorni di vacanza, ma tant'è...Avevo pensato di andare comunque fuori, senza camper, affittare un appartamento con Airbnb e via, ma mia madre quest'anno non è proprio di grandissimo aiuto e spesso mi ritrovo a dover pensare come se avessi un bambino in più.
Per farvi capire: domenica scorsa siamo stati a Marineland e, il giorno prima, mentre stavo preparando i vestiti per i nani mi è venuta a chiedere cosa doveva mettersi. Ora, capisco tutto, ma cappero pure dei vestiti di mia madre devo pensare?!? Non parliamo del fatto che ha male al ginocchio, ha ancora l'orecchio tappato dalla bronchite presa in UK e ogni volta che facciamo qualcosa di carino, sospira mogia mogia con la mente a tutte le cose che non potrà più fare assieme a suo marito.
Non fraintendetemi, non la sto criticando, né mi sto lamentando, ha perso suo marito e qui da me deve pure adattarsi a delle regole che non sono quelle di casa sua, capisco bene che ci si possa sentire non a proprio agio, ma ammetto che dopo un mese i suoi scatti d'umore simil adolescenziali (in realtà parte integrante del suo carattere da sempre, ma con periodi più o meno ricolmi) iniziano a darmi ai nervi. Anche peggio che quando è di pessimo umore da la colpa a me, perché sicuramente io sono troppo severa (che madre degenere che cerca di educare i suoi figli a comportarsi civilmente!), o poco attenta ai bimbi (perché non gli sto con il fiato sul collo), o troppo nervosa (perché magari metto fretta nell'uscire di casa), o perché che cavolo ne so, l'importante è che sia io il capro espiatorio di tutti i suoi mali, altrimenti senza la mia nefasta presenza lei sarebbe la persona più serena di questo mondo.
La sua compagnia questa volta è tutto fuorché piacevole e mettermi a impacchettare tutti per andare anche solo a fare un picnic in giornata è pesante, figurarsi programmare 3/4 giorni fuori! E quindi niente, rimaniamo qui, cercando di programmare qualche gita nei dintorni, ma senza godere davvero a pieno di questi giorni extra di vacanza, un vero peccato soprattutto in vista del nostro trasferimento. C'e pure vento quindi niente spiaggia #mainagioia oh!!!

lunedì 22 maggio 2017

Come cercare asili e scuole a quasi 1000km di distanza

Sapendo che questo poteva essere il nostro ultimo anno in Francia, ci siamo attivati da settembre scorso per organizzare il rientro, in particolare per la ricerca delle scuole e le eventuali iscrizioni.
Non è stato per niente facile, perché non conosciamo assolutamente il territorio, non avendo mai vissuto a Roma, non conosciamo scuole, nè persone che vivono lì (Roma è grande e nessun nostro amico o conoscente abita nella nostra zona) e, cosa ovviamente scontata parlando dell'Italia, è quasi impossibile reperire info in internet o, alle volte, anche solo tramite telefonata.
Quindi, se mai qualcuno si trovasse nella mia situazione, vi spiego come mi sono organizzata io.
Per quanto riguarda la scuola materna ed elementare del Vitellino e della Belva ho cercato informazioni sulle scuole nei due quartieri vicino ai quali abiteremo. Mi interessava non dover muovermi troppo nel traffico romano e che le due scuole fossero vicine, queste le due priorità. Quando poi ho visto che una delle due scuole era un istituto comprensivo che dalla materna arrivava fino alle medie e che, soprattutto, aveva un buon sito internet aggiornato che mi dava un'ampia panoramica di come poteva essere la scuola su attività e vita al suo interno...bè non c'è stata storia!
Non ho avuto grossi problemi con le graduatorie, a parte che, per sapere se avevano preso il Vitellino, l'unico modo era andare di persona...ma all'ennesima mail del Navigante dove spiegava che lui era in Bahrein e io con i bimbi in Francia, ci è stato gentilmente concesso di saperlo tramite mail.
Per quanto riguarda i nidi le info su internet sono più presenti perché probabilmente è il modo migliore di farsi pubblicità, solo che per lui mi interessava soprattutto un asilo, magari di quegli asili in famiglia con pochi bimbi, che fosse ovviamente vicino casa e che fosse flessibile con gli orari, dandomi la possibilità di lasciarlo solo qualche mattina, proprio come faccio qua in Francia; ho trovato che questo entrare gradualmente nel sistema (1/2 volte mattine a settimana nel primo anno di nido, 2/3 mattine nel secondo, poi solo mattine in prima materna, poi aggiungere qualche giorno di mensa...) sia un'ottima cosa per me e per i miei bimbi. In Italia questo sistema non è molto usuale, ma essendo in una grande città non è stato così impossibile trovare strutture che mi potessero dare questa possibilità. Anche il costo ovviamente era uno dei parametri, visto che i nidi in Italia sono mediamente più costosi rispetto alla Francia, per di più noi qui siamo in un nido militare, che ha prezzi ancora più bassi.
Alla fine ho contattato due strutture, ma quella che si trova nel quartiere dell'istituto comprensivo dei fratelli maggiori aveva decisamente la priorità e non solo per la vicinanza all'altra scuola e un costo leggermente inferiore. Questo nido, che è in realtà un cosidetto spazio Be.Bi (qui viene spiegato questo servizio integrativo del comune di Roma), è gestito da un'associazione senza fini di lucro creato da un padre di un bambino autistico, che non trovava un'offerta formativa che aiutasse davvero l'integrazione di quei bimbi che hanno bisogno di una cura e un sostegno differenti. Insomma dopo aver mandato i miei figli in una prima asilo dove insieme alla maestra c'erano un'assistente nera e una down, nonché buona parte dei bimbi nelle classi sono arabe, non posso che approvare in toto la volontà di far crescere i bimbi a contatto con realtà completamente differenti e, a volte, anche meno fortunate. Questa associazione non ha solo questo spazio, ma molti altri servizi per bambini e adulti con prezzi molto interessanti ed ho già notato che potrei far fare delle lezioni di spagnolo ai due nani grandi.
Insomma alla fine non so se ho fatto le scelte giuste e non lo sapremo fino a quando non ci trasferiremo e le vivremo nella nostra pelle, ma purtroppo nella nostra situazione non potevamo fare altrimenti. Quello che consiglio in questi casi è di stilare in modo molto specifico le priorità per ogni tipo di scuola, armarsi di santa pazienza, di Google maps e cercare, cercare, cercare. Ma soprattutto lasciarsi seguire dal proprio istinto...e speriamo che ce la caviamo!

venerdì 19 maggio 2017

Ancora gita

Altro giro, altra corsa: ieri sortie d'ecole (gita scolastica) con la classe della Belva in una fattoria didattica poco distante da Toulon. Niente di speciale, intendiamoci, una piccola fattoria con alcune attività organizzate apposta per i più piccoli, la possibilità di accarezzare capre, conigli, asini, galline e, infine, tutti a mangiare il proprio picnic seduti per terra insieme agli amici...per un bimbo della materna più che sufficiente per essere felice!
Questa volta, al contrario della gita del Vitellino, tutto è filato liscio liscio anche se la classe della Belva è nota come quella con i bimbi più turbolenti e insieme c'era anche la classe dei piccoli. Qualche capriccio, un po' di difficoltà nel tenerli in fila al momento degli spostamenti, ma per il resto tutto gestibilissimo.
La Belva era al settimo cielo per avermi lì, con me quando poteva, ma interessata alle attività e ai suoi amici, proprio come è giusto che sia. Se penso che invece due anni fa non ho voluto accompagnare la sua classe in gita appositamente perché sapevo che non sarebbe stata una giornata idilliaca: lei sarebbe stata troppo appiccicata a me e piagnucolona, oppure mi avrebbe sfidato con comportamenti mirati al farmi arrabbiare fino allo sfinimento, perché questo era il suo modo di rapportarsi a me fino ad un anno e mezzo fa circa; io invece sarei stata troppo attenta a lei, ai suoi bisogni, ai suoi comportamenti giusti o sbagliati per poter essere una buona accompagnatrice. Ora invece finalmente riusciamo entrambe a godere della presenza reciproca e del fatto di essere le uniche femmine di casa ed è davvero magico il rapporto che stiamo creando.
Con un po' di tristezza penso che potrebbe essere l'ultima volta che faccio da accompagnatrice a una gita, perché so che in Italia i genitori non vengono molto coinvolti con le attività scolastiche. Qui tra gite, vendita delle torte (anche se quest'anno, causa piano antiterrorismo, è saltata), spettacolo finale, i genitori sono più che invogliati a partecipare per dare una mano; addirittura alla primaria ci sono i genitori che accompagnano al corso di piscina, che si tiene per 10 settimane durante l'anno scolastico. Insomma do ut des: la scuola propone molte attività, ma la partecipazione da parte di mamme e papà è fortemente richiesta.
Sono curiosa di vedermi in un ambiente completamente diverso come quello italiano, sarà per me tutto nuovo e, come ho già detto diverse volte, mi sentirò un po' straniera a casa mia!

mercoledì 17 maggio 2017

E quindi...Roma

Dai, parliamone! E' tempo di mettere nero su bianco i vari sentimenti che mi borbottano dentro riguardo al nostro trasferimento dalla Costa Azzurra a Roma.
Dovrebbe essere facile, in teoria, far fronte a questo cambiamento per niente inaspettato: sapevamo di dover rimanere qui 3 anni, che poi si sono trasformati in 4 grazie a una nuova legge sulle missioni in ambito NATO; sapevamo anche, con certezza quasi matematica, che la destinazione successiva sarebbe stata Roma, una destinazione non molto amata in ambito militare, a causa di lavoro d'ufficio e non "sul campo", spesso con orario indecenti, per non parlare della location di questi uffici: pieno centro città, il che significa o svenarsi con gli affitti/mutui, o farsi km e km di traffico mattutino e serale. Il Navigante, in tempi non sospetti, aveva acquistato una casa ancora in progetto tramite una cooperativa militare a un prezzo davvero vantaggioso e pronta proprio quest'anno per essere abitata ufficialmente, quindi noi facciamo parte della categoria "km e km di traffico" every day. Yeah.
Saperlo però non rende per niente facile digerire questa notizia, nemmeno sapere di avere un punto di appoggio e aver già tutti e tre i punti nelle relative scuole. No, questo cambiamento non sarà facile.
Non sarà facile passare da una realtà umana e adatta alla famiglia con scuole, lavoro, parco, spiagge tutto a portata di piedi e bici, alla realtà di una capitale caotica e incasinata come quella di Roma. Non sarà facile tornare in Italia, riadattarsi a quello che, credo, nessuno di noi ama del nostro paese: disorganizzazione, traffico, legge del più furbo sopra ogni altra legge, sfruttamento sul lavoro, tutela della famiglia nulla, per non parlare delle nostre città spesso sporche e mal tenute. Non sarà facile ricominciare tutto daccapo dopo quattro anni di una routine che ci piace e, soprattutto, con tre bambini ormai grandi e due dei quali ben coscienti di questo cambiamento.
Un anno fa, quando la certezza di tornare era al 99% mi ero fatta prendere molto dallo sconforto, so a cosa vado incontro, in particolare riguardo al Navigante e al suo lavoro. Però mi sono detta che non potevo essere negativa, perché se io fossi stata negativa lo sarebbero stati anche i bambini e non voglio che vivano male questa nuova esperienza. Non è stato poi così difficile cambiare rotta, ritornare in carreggiata ed evitare questo pessimismo-e-fastidio che mi aveva completamente accecata, perché, in fondo, sì l'Italia ha mille difetti, Roma forse anche qualcuno in più, ma...perdindirindina! E' Roma!! La capitale della nostra cultura, della storia di quasi tutta l'Europa, una capitale che comunque ti può offrire tanto, tantissimo! E poi scusatemelo, ma per me la pizza romana è la migliore in assoluto e dopo 4 anni di pizza francese non vedo l'ora di farne indigestione!
C'è stato quindi quello che i francesi chiamano déclic, il mio cervello ha cominciato a vedere altro, oltre a tutti i lati negativi, ha cominciato a ricordare com'è facile farsi degli amici in Italia, com'è bello uscire a mangiare fuori senza spendere 50€ come se niente fosse, ma soprattutto ha cominciato a ricordare tutte le bellezze storiche e naturali che ci circondano e che non vedo l'ora di scoprire o riscoprire insieme alla mia famiglia.
Lo so che l'adattamento non sarà una passeggiata e forse non riusciremo mai a pieno a riadattarci, ma non importa, ormai ho imparato a vivere anche gli spostamenti in patria come una sorte di esperienza expat, come se fossimo turisti a casa nostra; mi risulta facile farlo visto che ci spostiamo molto spesso e ogni nostra regione ha le sue perculiarità da scoprire. E nel frattempo sogniamo la prossima destinazione estera, perché ci sarà, eccome se ci sarà...

mercoledì 10 maggio 2017

Doniamo l'acqua a tutti i bambini del mondo!

Momento doccia, sempre le solite raccomandazioni di mamma.

Io: Vitellino muoviti, sciacquati veloce, non lasciare l'acqua andare così tanto tempo!!
Vitellino: ...perché?
Io: COME PERCHE'???? Dai te lo dico sempre: l'acqua innanzitutto costa e poi non si spreca, che è importante per l'ambiente. Inoltre non è giusto nei confronti di tutti quei bimbi che l'acqua non ce l'hanno.
Vitellino: ma perché non ce l'hanno?
Io: perché sono poveri e abitano in zone dove c'è poca acqua o è difficile trovarla.
Vitellino: li possiamo far venire a casa nostra!
Io: ma chi?? I bambini??
Vitellino: sì, tutti quelli che non hanno l'acqua! Possono venire a casa nostra e usarla!
Io: ma sono un po' tantini, purtroppo, per farli venire tutti.
Vitellino: ma non importa! Possono venire lo stesso, no?

Meno di cinque anni e un cuore grande come una casa!
Almeno so che, se mai decidessi davvero di prendere un bambino in affido o adottarlo (una cosa che, non so perché, sento dentro come sentivo dentro il voler portare in grembo un figlio...), non incontrerei resistenze!

martedì 9 maggio 2017

Primo vero weekend di attività primaverili

Forse alla fine il beltempo è arrivato, seppur con almeno due settimane di ritardo e con un vento che ha rovinato questo weekend lungo (l'8 maggio in Francia è festa per l'armistizio della seconda guerra mondiale), ma oggi sono in maniche corte, ho tolto il body al Francese e gli altri due nani sono usciti per andare a scuola solo con la giacchetta di jeans.
E' stato un primo weekend all'aria aperta, fatto di picnic in spiaggia, natura e amici; aspettavo questo tempo, aspettavo i picnic, l'aria aperta, gli amici, aspettavo tutto questo perché so che fa bene al mio umore, so che mi fa vedere il bicchiere mezzo pieno, so che rende la mia giornata migliore e mai come quest'anno ne ho bisogno.
Bando alle ciance, parliamo un po' di gite fuori porta, che sono sempre più interessanti dei post lagnosi che ogni tanto vi tocca leggere.
Quindi dopo aver salutato un sabato di vento e pioggia scrosciante, domenica siamo andati a fare un bel picnic in spiaggia, in barba ai quasi 40 km orari di vento che soffiavano. Abbiamo cercato una spiaggia sulla presqu'ile de Giens a Hyeres che fosse il più riparata possibile e abbiamo scelto la Bergerie, che si trova a sinistra poco prima di arrivare a Giens. Noi l'anno scorso avevamo provato la Capte e la Badine (la Bergerie si trova tra le due), sempre dallo stesso lato e questa è una via di mezzo: sicura per i bambini, ricca di attività e con un bel ristorante con i tavolini sulla sabbia. Peccato il vento che comunque soffiava forte, ci siamo trovati sabbia in ogni dove alla fine della giornata!
Dopo una giornata del genere, dove tra parentesi madre degenere che sono non avevo portato la crema solare con il risultato di braccia mie completamente scottate e spalle della Belva ben arrossate (prima volta in 6 anni di mammitudine che faccio scottare uno dei miei figli!!!!), avevamo bisogno di una giornata calma, fresca e nella natura. Avevo pensato a una passeggiata in uno dei tanti giardini della zona, poi mi sono ricordata di un parco che sta nella mia lunghissima To Do List e che per un motivo o un altro avevo sempre accantonato: Aoubré, una specie di parco avventura con animali e sentieri che va bene un po' per accontentare tutti i gusti. Infatti gli amanti di giardini e animali potranno godere del giardino della farfalle e quello delle erbe aromatiche, della piccola fattoria e di animali a cui dar da mangiare (all'ingresso vendono un bel pacchetto di popcorn per animali a 1€, noi lo abbiamo usato per 4 bambini e per tutto il parco); mentre chi non può fare a meno di giocare ci sono un piccolo parcogiochi in legno con percorso avventura e svariati ponti sospesi per tutte le età (per capirci: ci sono andata anche con il Francese in un paio). C'è ovviamente una zona picnic all'ombra proprio vicino all'ingresso, insieme a un snack bar dove si trovano panini, gelati, bibite.






Se qualcuno ama questo tipo di attività, nel parco è possibile, pagando a parte, fare dell'accrobranche, la traduzione letterale sarebbe "corde", in pratica ci si arrampica sugli alberi con l'attrezzatura da arrampicata. Ci sono percorsi anche per i più piccoli, sotto gli 8 anni (non è specificata un'età minima), ma non so darvi dettagli sull'esperienza perché non l'abbiamo provata, anche perché già in questo modo la giornata è stata parecchio colma di attività.
Il prezzo non è bassissimo, nemmeno se si decide di saltare l'accrobranche, ma in giro ci sono spesso coupon di sconto per l'entrata dei bambini, noi per esempio abbiamo ricevuto tre coupon sconto con una cena al Buffalo Grill e quindi abbiamo pagato solo io e mia madre (il Francese entrava gratis, un coupon l'abbiamo regalato alla famiglia di amici che era con noi), ma spesso anche su Groupon si trovano delle offerte o negli uffici del turismo.
Mi sono un po' ristorata l'anima e il corpo con questo weekend, anche se la mancanza del Navigante pesa ancora di più quando ci sono queste belle giornate. Ancora un mese e poi riprenderemo anche le gite con il camper, dobbiamo smarcarci ancora un po' di Francia prima di rientrare in Italia!

venerdì 5 maggio 2017

Perdere un genitore a 30 anni

In generale ci sono cose che devo scrivere e riscrivere, pensare e ripensare, leggere e rileggere per accettare e andare avanti, se poi parliamo di un lutto devo fare questo centuplicato per riuscire ad affrontarlo. Mi manca però soprattutto un confronto, parlare con qualcuno che sappia cosa provo, leggere qualche esperienza, ma per quanto riguarda la perdita di un genitore in età adulta pare ci sia una sorta di mistero, un tacito accordo di non parlarne.
Perché se perdi un genitore a 30 anni hai diritto alle lacrime, ma con circospezione, ché sei un adulto e non hai il diritto a lasciarti andare, devi essere forte, per i tuoi figli ancora piccoli, che potrebbero non capire e stare male di fronte alle tue lacrime e per l'altro genitore, che ha invece il sacro santo diritto di essere sull'orlo di un baratro molto più di chiunque altro. E poi, suvvia, sei un adulto, comportati come tale e ricaccia dentro tutta quel marasma di sentimenti!
Se perdi un genitore a 30 anni a causa di una lunga malattia sei abbastanza adulto per prenderne coscienza in anticipo e quindi non dovresti essere colto di sorpresa, nè dovresti avere problemi a capire quello che sta capitando, non ci dev'essere qualcuno che ti spiega per l'ennesima volta cos'è l'anima, come si va in cielo, cosa è successo al corpo di tuo padre. Eppure ogni tanto vorresti che qualcuno ti prendesse le mani, ti guardasse negli occhi e ti spiegasse per filo e per segno le cose esattamente come a un bambino, perché in fondo non hai capito bene nemmeno tu tutta sta storia degli angioletti e del non poter rivedersi mai più.
Se perdi un genitore a 30 anni credi che potrai condividere questo enorme lutto con le persone che ti sono più vicine, ma: o non sanno proprio come aiutarti perché non hanno idea di quello che stai passando, come succede con il Navigante, o, se ci stanno passando esattamente come ci stai passando tu, stanno affrontando (o non affrontando) la situazione in un modo diametralmente opposto al tuo cosa che invece che avvicinarvi, vi allontana. E quindi sei essenzialmente sola con un dolore che non sai con chi condividere.
Se perdi un genitore a 30 anni nel bene e nel male sai quello che stai perdendo, conosci quella persona come una persona adulta, staccata da te, la conosci profondamente in ogni suo pregio e in ogni suo difetto, hai fatto pace con quasi tutti i vostri conflitti e l'unica cosa che vorresti è poter continuare a relazionarti con lui da persona adulta, cosa che hai fatto per comunque troppo poco tempo, se non addirittura mai.
Quando perdi un genitore a 30 anni stai male innanzitutto per l'altro genitore, che vedi soffrire in un modo impensabile, perché non si può nemmeno immaginare cosa significa perdere il tuo compagno di vita proprio quando si può godere del lavoro fatto insieme negli anni e questo dolore immenso glielo leggi negli occhi in ogni istante, tanto che vorresti smettere di guardarlo/a. Poi stai male per i tuoi figli piccoli che non avranno la gioia di conoscere il nonno, quel nonno che costruisce altalene, ti porta sul trattorino per tagliare l'erba, ti sistema la scala sull'albero per andare a mangiare ciliegie e che non vuole essere disturbato quando è disteso sul divano a guardare Giallo o TopCrime; loro avranno solo una nonna molto presente, ma a cui sembra sempre manchi qualcosa.
E alla fine stai talmente male per gli altri, che non ti rendi conto che dovresti stare male un po' anche per te, proprio perché hai perso un genitore a 30 anni e quindi non avrai più un padre o una madre a cui presentare un eventuale altro figlio, né a cui far vedere quanto sono bravi i suoi nipoti a leggere, scrivere, correre, far di conto o far impazzire; non avrai un padre o una madre che ti fa sorridere quando lo/la vedi nelle vesti di nonno/a, così diverso da come lo ricordi nella tua infanzia; e non avrai più quella presenza silenziosa che ti ricorda da dove arrivi, le tue radici, la forma degli occhi o il carattere ostico, che beve una birra analcolica mentre ascolta musica e pensa a tutto quello che ancora dovrà venire, non solo a quello che è già stato.

mercoledì 3 maggio 2017

Vita 1 - Saggezza 0

Periodo un po' down per me.
L'anno si sa, l'abbiamo capito, non è propriamente da annoverarsi tra i migliori anni di una vita, ma sto cercando di vederla in prospettiva, che un anno di m€rd@ su 80 (che sarebbe la vita media, poi non si sa mai) insomma dai, ci può anche stare, che prima o poi passerà, che i ricordi poi saranno sempre più rosei di quello che è stato...Questo modo di vedere le cose in prospettiva è la saggezza post figli, nonché saggezza post tre figli vicini di età, questa coscienza che in fondo prima o poi quella data situazione che sembra interminabile e ti sta distruggendo dentro e fuori, di sicuro avrà una fine e appena finita parrà una cazzata.
Ma ecco, pure la saggezza post figli a un certo punto vacilla, quando tua mamma, venuta ad aiutarti e a farti compagnia per queste settimane senza Navigante, ha lasciato cadere ogni difesa immunitaria e si trova con una super bronchite e mega herpes combattuti a colpi di antibiotico e cortisone (presente quanto irriti il cortisone??) per una settimana, per non parlare di quanto sia completamente fuori dal mondo, sembra persa, sembra un cucciolo indifeso che hanno sbattuto in un posto nuovo e che non sa come muoversi, cosa fare, le mancano i punti di riferimento. E io cerco di occuparmi anche di lei, ma lei è una mamma e le mamme non si fanno accudire dai figli, giusto?
Poi ecco possiamo aggiungerci che mia nonna, la madre di mio padre, non sta proprio benissimo, diciamo che non le hanno dato molti mesi di speranza; 94 anni, sulla sedia a rotelle, vive in casa di riposo perché mia zia, che viveva con lei, ormai non riusciva più a starle dietro, aveva bisogno di cure e sostegno continuo...insomma una situazione non rosea o che possa migliorare, però ecco, forse era chiedere troppo qualche mese di pace? E non di nuovo essere sul chi va là pronti a partire verso casa, verso un nuovo funerale?
E quindi la saggezza post figli va un po' a farsi friggere, se poi ci aggiungiamo una Sister in crisi di mezza età con cui vorresti tanto, ma non puoi avere una discussione tra adulti e un Navigante in giro, tanto per cambiare, che ti lascia come al solito a dover gestire la quotidianità dei tre figli e, in più, un lutto da risolvere che chissà se mai si risolverà.
Niente ecco, volevo dirvi che comunque oggi ho corso i miei 10km e poi subito dopo mi è arrivato il ciclo e quindi sono proprio distrutta, vorrei buttarmi sotto le coperte e rialzarmi tra qualche mese. Il post probabilmente deriva un po' anche da questo, abbiate pazienza!

domenica 30 aprile 2017

Gita...con incidente!

E' stata una settimana davvero intensa e tra le tante cose successe non posso soprassedere dal raccontarvi l'esperienza di accompagnare in gita il Vitellino venerdì; era una cosa che volevo fare da sempre, ma tra l'arrivo del Francese e il Navigante sempre via non ero mai riuscita a incastrarla, con mia madre qua invece non ho avuto problemi e mi sono proposta subito.
La classe del Vitellino è quella dei petits/moyens, ossia bimbi nati tra l'aprile 2012 e aprile 2013 più o meno, erano 25 bambini e c'erano tre madri accompagnatrici, oltre alla maestra e alla sua assistente.
Ogni anno questa insegnante, che tiene sempre quella sezione (qui ogni insegnante ha una sezione, non segue la classe come succede in Italia), propone la sortie d'ecole al museo d'arte di Toulon. Ricordo che l'anno scorso la Belva è tornata a casa molto contenta dei "grandi quadri" visti, ma non riesco a ricordare invece che esposizione c'era. Quest'anno comunque c'era l'esposizione di opere un po' particolari, molto astratte e moderne, create da due donne (purtroppo si riserva la giornata per la gita ad inizio anno scolastico e non si sa cosa si può trovare); devo dire che per dei bambini di quattro anni non è stato facile seguire le spiegazioni della guida del museo, ma ho notato che alla fine il Vitellino ha ritenuto molte più informazioni di quelle che pensassi. La maestra poi lavorerà in classe partendo da ciò che abbiamo visto quella mattina e non dubito farà un ottimo lavoro: quando si tratta di arte è proprio super!
Mentre aspettavamo il pullman che doveva riportarci a scuola, siamo rimasti un po' nella hall d'ingresso dove i bambini hanno finalmente potuto toccare qualcosa (ci sono delle grandi sculture mitologiche in marmo, di cui la maestra ha raccontato la storia), per poi spostarci nel cortile. Qui un bimbo è inciampato, andando a sbattere la testa contro il muretto e facendosi davvero un brutto taglio sulla fronte. La fortuna è stata che io avevo visto tutto e sono accorsa immediatamente con dei fazzoletti fermando il flusso di sangue che lo avrebbe inzuppato e, soprattutto, avrebbe spaventato moltissimo tutti gli altri bimbi. Abbiamo quindi chiamato i pompieri (qui per le urgenze si fa appello a loro), che hanno portato il bimbo in ospedale e, infine, siamo rientrati con quasi un'ora di ritardo, giusto in tempo per recuperare la Belva.
Dovrei andare ad accompagnare anche la classe della Belva nella loro gita scolastica di fine anno, sperando di non dover fare ancora da crocerossina a qualche bimbo!