domenica 29 novembre 2009

Gravidanza molare

Come già detto in un paio di precedenti post, l'anno scorso ho subito un raschiamento dovuto ad un aborto per sospetto di mola parziale.
Come penso tutti quanti, io non avevo assolutamente idea di cosa fosse, quindi mi sono documentata il più possibile e cercherò di riunire qui ciò che ho appreso, in modo da aiutare qualcun altro. Per chi fosse particolarmente sensibile, è sconsigliata la lettura di questa pagina.

Partiamo dal presupposto che questa patologia è piuttosto rara, in Europa e America si presenta infatti nello 0,1% dei casi (lo so, sono particolarmente fortunata...). Più alta invece è l'incidenza in donne che già sono state colpite da questa patologia (1,25%), anche se, nella maggior parte dei casi, si tratta di anomalie genetiche del concepito talmente sporadiche che solo in una piccola percentuale, sono residenti in uno dei coniugi e, quindi, il rischio di ricorrenza è aumentato.
La gravidanza molare, detta anche mola idatiforme, vescicolare o patologia trofoblastica gestazionale, è causata da uno sviluppo anomalo della placenta che presenta delle cisti piene d'acqua (idatiforme deriva da “hydatid”, che significa appunto questo).
Una mola idatiforme inizia quando l’ovocita viene fecondato, ma ad un certo punto della gravidanza, di solito mai oltre il terzo o quarto mese, parte della placenta (i villi coriali, o trofoblasto) inizia a produrre cisti piene di liquido, o vescicole che si sviluppano rapidamente e dalle dimensioni variabili (dalla punta di uno spillo a un piccolo chicco d’uva).
Le gravidanze molari possono essere:
- complete, quando il bimbo non si sviluppa, la placenta si impianta e crescono molte piccole cisti piene di fluido;
- parziale, quando invece il bimbo inizia a svilupparsi, ma non può sopravvivere e spesso viene assorbito tra le vescicole che continuano a svilupparsi.
Ancora non si conoscono le cause che portano a questa patologia, se non che avvengono soprattutto in donne che hanno più di quarant'anni o meno di venti.

Per quanto riguarda i sintomi, invece, la gravidanza molare è caratterizzata da un'eccessiva produzione dell'ormone della gravidanza (le famosissime beta HCG); questo causa ovviamente nausee più forti e vomito frequente, a cui si aggiungono perdite ematiche e una pressione più alta del normale, tutti sintomi che comunque possono presentarsi in una gravidanza normale.
La conferma viene data solo dall’ecografia, che riscontra innanzitutto un utero più grande per le settimane di gestazione calcolate, oltre che duro al tatto e dolente, inoltre il battito cardiaco del bimbo non si sente, mentre già dalla dodicesima settimana dovrebbe sentirsi.
Molte donne fanno un’ecografia attorno alla diciottesima o ventesima settimana e questo solitamente conferma l’eventualità di una gravidanza molare, altrimenti se non si sentono calci del bambino intorno alla ventiduesima settimana si dovrebbe sospettare qualcosa.
Io me ne sono accorta davvero molto in anticipo, per fortuna. Avevo fatto il test il giorno prima, anche se già avevo forti sintomi (nausee soprattutto, come da manuale!), e mi sono accorta di avere delle piccole perdite marroncine, quindi sono subito andata all'ospedale. Siccome era molto presto con l'ecografia non si vedeva molto, quindi sono stati soprattutto i due esami del sangue, a distanza di due giorni uno dall'altro, che hanno confermato la diagnosi. Solo nella seconda ecografia, fatta con il secondo prelievo si notavano delle vescicolette, ma erano davvero impercettibili e solo la biopsia dopo il raschiamento ha confermato essere una mola parziale.
L'impatto psicologico è stato devastante ovviamente, forse più di un semplice aborto, perchè oltre al lutto per la perdita del tanto ricercato bimbo, ho dovuto aggiungere la paura per una recidiva, l'attesa di mesi prima di poter tornare alla normalità, oltre alla mia pesante fobia verso i prelievi del sangue...insomma non si può davvero immaginare cosa abbia passato e cosa ancora sto cercando di superare.
Ma passerà, dicono...

I rischi di una gravidanza molare sono diversi. Innanzitutto può accadere che prima che la mola venga individuate, durante la rimozione o subito dopo la rimozione, vi siano forti emorragie improvvise. Spesso l'emorragia è causata dalla perforazione dell’utero, che accade quando il tessuto placentare è profondamente impiantato nella parete uterina e si ha difficoltà nel rimuoverlo. L’ulteriore crescita di tale tessuto (mola invasiva) può quindi aprire la parete uterina e causare emorragia interna.
Il rischio peggiore però è quello che si verifichi un corioncarcinoma o ‘tumore trofoblastico gestazionale’, dopo la rimozione chirurgica della mola. Per le donne che hanno avuto una mola completa l’incidenza di questo tumore è di circa 3-5% , mentre per le donne che hanno avuto una mola parziale è del 0.5% circa.

Per quanto riguarda invece la cura della gravidanza molare, l'unica cosa da fare è un intervento per rimuovere la mola tramite svuotamento della cavità uterina (isterosuzione o raschiamento di cui abbiamo parlato qui).
Circa il 10% delle donne richiede ulteriori interventi per prevenire una recidiva delle cisti e del tumore, evidente se le analisi non tornano normali, a cui generalmente si aggiunge la chemioterapia. Circa il 90% delle donne sottoposte a chemioterapia guarisce totalmente, rmanendo anche fertile, con l'unica prescrizione di dover aspettare almeno dodici mesi dalla fine della cura prima di riprendere la ricerca di un bimbo, per ridurre il rischio che il bimbo venga danneggiato a causa della chemioterapia. Inoltre è raccomandabile ripetere le analisi delle urine e del sangue dopo la nascita del bambino, per assicurarsi che i livelli ormonali siano tornati alla normalità e che la gravidanza molare non recidivi.

Dato che le cisti molari possono riformarsi ed espandersi, e data la piccola possibilità che il tumore si ripresenti, bisogna aspettare un po’ prima di riprovare ad avere un bambino. Quanto tempo aspettare dipende dalla gravità della gravidanza molare e, soprattutto, da quanto velocemente i test sul sangue ritornano normali (le beta HCG rimangono infatti alte anche dopo la rimozione chirurgica). Possono normalizzarsi entro sei mesi o anche entro 2 anni dopo l’intervento di rimozione; io sono stata fortunata in questo, forse perchè la mia è stata una semplice mola parziale, oltre che scoperta molto presto: a ottobre, infatti, ho fatto il raschiamento e a fine gennaio avevo già gli esami del sangue a posto, però ho ricominciato a provare, con scarsi risultati, a rimanere incinta da marzo (in anticipo, perchè la dottoressa aveva detto da aprile).
Inoltre contraccettivi ormonali, come la pillola, possono accrescere i rischi, dopo una gravidanza molare, quindi bisognerebbe usare i contraccettivi a barriera, come il diaframma o il preservativo, finché le analisi ritornano normali e anche per un po’ dopo.
Assolutamente farsi guidare dal proprio ginecologo per qualsiasi decisione!

Le informazioni sono state tratte dai siti mammeonline.net e da medicinasalute.com, oltre che dalle numerosissime esperienze personali su forum e blog. Interessante anche questo sito, anche se davvero molto molto tecnico, dove si trovano diverse altre pagine con informazioni a riguardo.
Come sempre ringrazio chiunque voglia dire la sua o correggere qualche errore.

lunedì 23 novembre 2009

Aborto e raschiamento, solo routine?

Ho avuto finalmente il mio primo commentino su questo blog, da una (presumo) lettrice che è voluta rimanere anonima. Solitamente non mi piacciono e tante volte nemmeno accetto commenti anonimi, ma quello che lei mi ha scritto mi ha fatto tornare alla mente i brutti momenti passati e non solo per la situazione che stavo vivendo.
Ma partiamo dall'inizio. Settembre 2008 rimango incinta, non faccio il test per scaramanzia fino a quando mio marito torna da un periodo passato fuori per lavoro. Al suo ritorno quindi lo saluto con un "Ciao papà" dopo un test positivissimo fatto la mattina, ma è praticamente l'ultimo momento di gioia che viviamo per questo avvenimento tanto desiderato.
Il giorno dopo inizio a vedere delle perdite e corriamo all'ospedale: ecogravia transvaginale e classico prelievo del sangue, che per me però è tutto fuorchè una passeggiata in quanto ho un vero e proprio terrore, soprattutto quando mi viene fatto nell'incavo del braccio, punto che non voglio mi si venga nemmeno toccato. Trovo comunque un'infermiera che tenta di capirmi ed essere comprensiva con le mie lacrime a fiumi (avevo capito che quella gravidanza non sarebbe andata a buon fine, sebbene non ci fosse la certezza) e il mio terrore degli aghi.
Torniamo dopo due giorni, seconda ecografia, che mi conferma l'aborto, e secondo prelievo stavolta sono molto più nervosa e l'infermiera non è la stessa: mi tratta come una bambina, mi sgrida e non capisce "tutti i miei piagnistei", non vuole nemmeno farsi dare il cambio dall'altra che impietosita da me, le dice di voler fare lei il prelievo. Risposta seccata "NO! Se lo fa fare da me senza discutere!"...no comment! Io ero totalmente sconvolta per il ricovero immediato, che non reagisco quasi, ma tuttora ho una rabbia incredibile verso quella persona. Il giorno dopo comunque è programmato un raschiamento piuttosto urgente vista la natura particolarmente pericolosa dell'aborto, di cui farò un post specifico, e le cattive sorprese non mancheranno.
Vengo portata quindi in una stanza sola, e se non fosse per il Navigante rimasto al mio fianco praticamente sempre, non avrei visto anima viva per due giorni: vengo lasciata infatti senza padella (non vi dico come il Navigante ha dovuto arrangiarsi...) e con l'impossibilità di muovermi prima dell'intervento, programmato per le undici, ma eseguito all'una. Vengo visitata solo una volta e lasciata andare a casa il giorno dopo con 37,5° di temperatura...questi i due dettagli eclatanti, ma l'intero soggiorno è stato da dimenticare e fortuna che eran solo due giorni!
Non parliamo poi del tatto con cui vengo trattata prima, dopo e durante l'intervento: io ero terrorizzata e sconvolta allo stesso tempo e sembravo semplicemente una cosa inanimata su cui eseguire determinate procedure, nessuna è venuto a parlarmi o a rassicurarmi e sono rimasta in una stanzona ad aspettare per un bel po', affianco a delle stanze dove vi erano delle partoriente...che scelta di cattivo gusto! Quando poi mi hanno riacompagnato in camera sono usciti a vedere se c'era qualcuno con me e non hanno aspettatto nemmeno il tempo necessario per far sì che il Navigante arrivasse alla porta che se ne sono andati lasciandolo lì come uno scemo. Sono arrivata in camera da sola, infatti, con solo tante tante lacrime in corpo e nessuno con cui parlare o sfogarmi; lui è arrivato mezz'ora dopo avermi cercato per mezzo ospedale e chiedendo a ottomila infermieri dove mi avessero portato.
Contate poi che non ero in Italia, ma probabilmente uno degli Stati con più attenzione verso la famiglia di tutta l'Europa, ossia la Spagna. Trattata davvero come un numero e senza un minimo di comprensione verso la persona e la determinata situazione, ancora mi chiedo come potessero essere così insensibili. Io capisco che il raschiamento è ormai una procedura standard, ma non capiscono quanto può essere doloroso, hanno solo una minima idea di quello che può voler dire per una donna a livello psicologico?
Io penso che debba essere contemplato almeno un aiuto psicologico per le donne che come me devono affrontare quest'operazione e si trovino in uno stato di difficoltà come mi sono trovata io. Ammetto che per me è stato quasi più traumatico tutto questo, che l'idea di aver perso il bambino. Solo ora, dopo più di un anno, mi sto effettivamente rendendo conto di aver perso un figlio, di aver subito un lutto e che questo sia molto peggio che tutto il corollario appena descritto. Certo tutto questo non ha di certo aiutato e sono ancora indignata a sentire che il mio non è un caso isolato e che questa sia semplicemente "la routine" per chi ti deve visitare e accudire per quei giorni.

Non vorrei tediarvi ancora e quindi chiudo qui questo discorso, sottolineando come sempre che ogni esperienza diretta, ogni dettaglio, ogni commento è sempre ben accetto.

giovedì 19 novembre 2009

Rapporti mirati

Parliamo oggi di questi fantomatici rapporti mirati, di cui tutti quelli che cercano un bimbo hanno sentito sicuramente parlare. Ma in soldoni che significa?
Partiamo dla presupposto che per ciclo si intendono i giorni che vanno dal primo giorno abbondante di mestruazione al primo giorno abbondante della mestruazione successiva (non si contano quindi i giorni con piccole perdite), che nella normalità dovrebbero esere tra i 25 e i 35.
A questo punto bisogna individuare i giorni dell'ovulazione e conseguentemente i giorni dove avere dei rapporti che abbiano una maggior percentuale di riuscita nella ricerca di una gravidanza. Nello specifico:
- per le donne con ciclo di 27-28 giorni, l’ovulazione avviene al quattordicesimo giorno circa ed i rapporti mirati dovrebbero avvenire il giorno 12, 14 e 16 del ciclo.
- per le donne con ciclo inferiore ai 27 giorni, l’ovulazione avviene tra il non e il tredicesimo giorno circa ed i rapporti mirati dovrebbero avvenire il giorno 9, 11 e 13 del ciclo.
- per le donne con ciclo superiore ai 28 giorni, l’ovulazione avviene tra il quattordicesimo e diciottesimo giorno circa ed i rapporti mirati dovrebbero avvenire il giorno 14, 16 e 18 del ciclo.

In questa statistica non sono contante le donne con cicli irregolari, che possono usare gli stick per trovare l’ovulazione oppure farsi monitorare il ciclo da un medico esperto.
Io posso parlarvi degli stick, che ho comperato su questo sito e utilizzato quest'estate. Il loro funzionamento è simile a un normale test di gravidanza in quanto misurano degli specifici ormoni delle urine, che un paio di giorni prima dell'ovulazione s'innalzano; questo innalzamento viene registrato negli stick che lo segnalano con due strisce.
Il problema è stato che nel mese in cui io le ho utilizzate non ho ovulato e quindi ho fatto pipì su strisce per un mese per...niente! Il ciclo anaovulatorio è uno dei problemi più grandi per chi cerca un bimbo e, rapporti mirati o meno, se non vi è ovetto ovviamente non vi è nemmeno bimbo!

Per aumentare le possibilità di rimanere incinta si puó monitorare il ciclo sia con l'aiuto di un medico che, con l'ecografia, segue l'intero percorso, sia con gli stick (o con il computerino Persona) e la misurazione della temperatura basale (di cui abbiamo già parlato qui). Si dovrebbe poi cercare di avere rapporti sessuali da un paio di giorni prima dell'ovulazione a un paio di giorni dopo.
Parlando invece di quantità di rapporti, è sbagliato credere che più rapporti si hanno, più si hanno probabilità di riuscita. Troppi rapporti portano ad "impoverire" lo sperma, oltre che portare a una stanchezza psicologica per cui il rapporto fisico non è più un piacere, ma un dovere da portare a termine.
Si deve cercare quindi di avere una buona media durante tutto il mese, se non si vuole utilizzare il metodo dei rapporti mirati, ma senza esagerare (un giorno sì e uno no, è il sistema più accreditato).

Spero di non aver dimenticato niente e ricordo che ogni critica e suggerimento è sempre ben accetta!

domenica 15 novembre 2009

Aborto con grandi paroloni.

Parliamo oggi di un argomento poco felice, ossia l'aborto, che come tutti credo sanno è un'interruzione prematura della gravidanza. Qui parliamo di aborto spontaneo, ovviamente, non di quello provocato artificialmente, e in maniera più scientifica; vi parlerò poi più avanti della mia esperienza personale.
Si può inoltre dividere l'aborto a seconda delle modalità con cui avviene (completo, incompleto o ritenuto, ossia quando vi è la morte, ma non l'espulsione) o nel periodo in cui avviene (embrionale, entro le prime sette settimane, fetale, dall'ottava settimana, o tardivo, dopo le 21 settimane di gestazione).

L'aborto spontaneo è molto più frequente di quanto si immagini e pare interessi quasi il 15% delle gravidanze, e si presenta quasi sempre nel primo trimestre, che è per questo considerato "a rischio". Addirittura una parte sembra passi addirittura inosservata e si presenti come un semplice ciclo mestruale.
In tema di statistiche si ha inoltre un 3% di coppie che hanno un aborto ripetuto (ossia due aborti uno dietro l'altro) e solo l'1% si trova ad affrontare tre casi di aborto consecutivi. E infine dei casi clinicamente riconosciuti si è notato che il 12% la madre aveva meno di vent'anni e il 26% più di quarant'anni.

Per quanto riguarda i sintomi si hanno in particolare perdite ematiche e contrazioni uterine, anche se non necessariamente questo indica un aborto. Quando s'interrompe la gravidanza senza alcun sintomo si ha un aborto interno, ossia la cervice rimane chiusa, ma non vi è battito cardiaco. Simile è anche la gravidanza anembrionica, o "uovo chiaro", dove c'è la camera gestazionale, ma non vi è l'embrione e spesso neanche il sacco vitellino.
Tutto questo si può capire solo con l'ecografia o con esami di laboratorio, come il dosaggio delle beta HCG.

Le cause invece non sono così semplici da capire, principalmente l'aborto avviene per aberrazioni cromosomiche (alterazione nella struttura dei cromosomi) riguardanti il feto o l'embrione, oppure per problemi della donna, come un utero anomalo, malattie infettive, malnutrizione o abuso di droga e alcool.
Per la terapia solitamente si aspetta l'espulsione naturale sotto costante controllo medico, ma alle volte si deve intervenire chirurgicamente, con un raschiamento o un isterosuzione (dove viene risucchiato il materiale abortivo, invece che raschiato).
Psicologicamente quest'esperienza è a dir poco devastante, in particolare per la donna, ma anche per l'uomo e per la coppia in generale, e spesso si consiglia un appoggio da parte di terzi.

Quello che posso dirvi io è che il dolore che si prova è inspiegabile e ciò che porta dopo è stato per me e per noi una devastazione totale dopo quasi un anno stiamo ancora raccogliendo i cocci...ma questa è un'altra storia...

giovedì 12 novembre 2009

Alla ricerca del problema...

Spesso, spessissimo, anzi oserei dire anche sempre se si cerca un bimbo e questo non arriva subito, si pensa sempre che sia la donna che debba controllarsi ogni piega della pelle, che tanto il problema è sicuramente suo. Grazie al cielo ultimamente questa brutta abitudine sta andando via via scemando e anche gli uomini iniziano a controllarsi, ma sempre e solo se c'è la possibilità di un problema, non come prevenzione come invece fanno la maggior parte delle donne.
Ma non è di questo che voglio parlare oggi, bensì delle analisi che vengono fatte proprio ai nostri ometti di casa.

Visita di controllo (o esame obiettivo).
La visita, eseguita da un andrologo o da un urologo, prevede la palpazione dell'apparato genitale per incontrare eventuale malformazioni o patologie, l'apprezzamento del volume testicolare, in quanto se vi è una riduzione (meno di 15 ml) può essere indice di un danno testicolare, e nel caso anche l'esplorazione rettale, per la valutazione della prostata.


Spermiogramma.
Questo è un test che verifica la qualità degli spematozoi, controllandone la forma, la quantità e la motilità, ed è il principale strumento per capire se un uomo sia fertile o meno.
Perchè questo esame sia effettivamente preciso bisogna seguire poche e semplici regole:

1. Astenersi completamente nell'avere rapporti per almeno 4/5 giorni prima dell'esame (un periodo più breve diminuisce la concentrazione degli spermatozoi, un periodo più lungo ne diminuisce la motilità);
2. Sospendere terapie farmacologiche, soprattutto farmaci anti-infiammatori, ormoni, antibiotici e steroidi;
3. Raccogliere lo sperma mediante masturbazione manuale, in buone condizioni di igiene e in contenitori a bocca larga, possibilmente direttamente presso il laboratorio dove viene effettuata l'analisi; se questo non è possibile si deve raccoglierlo in un contenitore sterile (quello per la raccolta delle urine, per intenderci, è perfetto) e portarlo in laboratorio entro un'ora, mantenendolo al caldo (in tasca, ad esempio).

Quello che può venir fuori da questo test sono di solito tanti paroli che mettono spesso paura, ma non spiegano molto e che poi sono da portare nuovamente dall'urologo o dall'andrologo per una spiegazione più approfondita. Alcune delle terminologie più frequenti sono:
Normozoospermia = quando è tutto nella normalità, secondo dei valori di riferimento presenti nel foglio dei risultati (come succede per gli esami del sangue)
Azoospermia = quando non ci sono spermatozoi nell'eiaculato
Ipoposia = ridotto volume del liquido seminale
Iperposia = aumentato volume del liquido seminale
Oligozoospermia = quantità degli spermatozoi inferiore ai valori di riferimento
Astenozoospermia = mobilità degli spermatozoi inferiore ai valori di riferimento
Teratozoospermia = gli spermatozoi hanno una morofologia non corretta, ossia non si formano, oppure non si formano a sufficienza
Questi ultimi tre, inoltre, possono combinarsi insieme, a coppie o tutti e tre (oligoastenoteratozoospermia) nel peggiore dei casi.

Purtroppo il problema non sempre ha una soluzione e, anzi, alle volte non si sa nemmeno la causa e questo non aiuta chi sta cercando dei figli. Essendoci davvero moltissimi fattori che giocano a sfavore di una liquido seminale perfetto, per un primo inquadramento è quindi obbligatorio effettuare almeno due spermiogrammi.
Per quanto riguarda la nostra esperienza personale, posso dirvi che è stata riscontrata un'astenoteratospermia (spermatozoi poco formati e con poca motilità), non gravissima, ma nemmeno da poter farci stare tranquilli. Per ora la cura sono tre mesi di SperGin Q10, un integratore che agisce sullo sperma migliorandone (in teoria) le varie qualità, e poi di nuovo spermiogramma, se avessi dovuto seguire il consiglio di un medico di famiglia la cura era semplicemente provarci in modo sereno...E vabbè, la cosa si commenta da sola!
Non so dirvi molto altro per ora, ma se qualcuno volesse aggiungere qualche dettaglio utile o la sua esperienza è ben accetto!


Spermiocoltura.
Questo test si fa nel caso ci sia uno spermiogramma non positivo e serve a verificare se vi sono dei germi, dei batteri nello sperma; insomma è un metodo per trovare le cause dell'infertilità maschile.


In casi particolarmente gravi si controllano anche i dosaggi ormonali, con un semplice esame del sangue, e si fanno degli studi genetici, in particolare a chi soffre di forte oligozoospermia.


Per ora questo è quello che sono riuscita a reperire, ma se qualcuno avesse delle notizie più precise o dettagli mancanti, sarei davvero felice di poterli inserire o correggere eventuali errori.

domenica 8 novembre 2009

Quando i sintomi ci sono tutti, o quasi...

Mi fanno male i seni, davvero tanto. Ho pensato fosse colpa del nuovo reggiseno, preso magari troppo grande (si sa le donne prendono le taglie più piccole dei pantaloni, ma più grandi dei reggiseni per sfuggire alla grama realtà), così ci ho fatto il nodo sulle spalline, ma non ho fatto altro che farmi venire due solchi sulle spalle. Il reggiseno è perfetto, è il mio seno che straborda ed si è ingrandito davvero parecchio, quindi sballonzola parecchio. Quindi fa male, parecchio.

Poi ci sono quei crampetti alle ovaie, niente di esagerato intendiamoci, ma comunque ci sono, si fanno sentire, mi dicono "Ehi, siamo qua, ricordati di noi" proprio mentre sto caricando la macchina o m'innervosisco per qualcosa. E allora devo fermarmi un attimo, riprendere fiato e ricominciare. Con più calma.

Parliamo poi dell'insonnia che mi ha colpito negli ultimi giorni? L'altra sera in un tripudio di ronfamenti da un lato e fusa dall'altro, mi sono alzata stizzita, sveglia come non mai e mi sono messa a fare svariati servizi. Fino alle quattro e un quarto del mattino. Mi sono rimessa a letto perchè ho pensato fosse davvero un'ora esagerata per essere sveglia e pimpante, ma sono rimasta a guardare il soffitto almeno per un'altra ora. Ovviamente la mattina sono uno straccio e il mio proposito di alzarmi alle nove e mezza (la mattina starei nel letto fino a ora di pranzo se potessi!!) è ogni giorno più difficile da mantenere.
Mi dico che è lo stress, ma mi sembra comunque davvero molto strano, perchè sono stanca e la sera comincio a sbadigliare dalle otto. Poi arrivo nel letto e i miei occhi non si vogliono chiudere nemmeno per riposare un attimo, almeno non prima delle due/tre/quattro...

Mi misuro per sicurezza la temperatura basale la mattina, ma quella rimane sempre nei suoi solito 36°-36,1°...sembra che pure si diverta a vedermi sperare in qualche grado in più. Vede la mia attesa, la mia delusione ed è contenta di essere sempre la stessa, di non cambiare mai...Secondo me lo fa apposta, la temperatura, a rimanere sempre uguale, ci gode la st###za...

Mi dico infine che non devo pensarci, che sarebbe davvero difficile e che devo concentrarmi su altro. Ma il ciclo non arriva e senza che neanche me ne accorgessi, siamo a quasi 10 giorni di ritardo, anche se per me sono normalissimi, anzi 10 giorni non sono davvero niente rispetto ad alcuni ritardi che ho avuto.
Cerco di essere superiore a questa speranza che mi attanaglia; cerco di non essere nè ottimista, nè pessimista; cerco con tutte le mie forze di non pensarci, ma poi arriva il doloretto nel punto giusto e tutto il mio self controll se ne va a quel paese.
Che almeno mi arrivino però, perchè i seni mi fanno davvero male...

giovedì 5 novembre 2009

Temperatura basale

Ne avevo parlato in questo post, ma oggi voglio approfondire l'argomento, per quelle poche che ancora non conoscono questo metodo.

Utilizzato anche come metodo anticoncettivo, la misurazione della temperatura basale è diciamo un metodo spartano per capire il proprio ciclo. La temperatura basale è infatti la temperatura corporea che si registra appena svegli, prima che si compia qualsiasi attività e rende l'idea di quello che più o meno sta succedendo nel nostro corpo.
Seguendo l'andamento del ciclo si avrà che nella fase follicolare, quando il progesterone è quasi assente, la temperatura basale è più bassa, mentre nella fase luteale, quando il progesterone aumenta, la temperatura basale è più alta rispetto alla fase precedente.
Se l'andamento è normale, ossia con ovulazione, si dice che è bifasico: si ha quindi una temperatura più bassa subito dopo le mestruazioni, che si alzerà con l'ovulazione per poi ridiscendere con le seguenti mestruazioni. Se la temperatura invece rimane alta dopo due settimane dall'ovulazione, allora si sarà abbastanza certi di essere rimaste incinta. Nel caso in cui non si registri un andamento bifasico è probabile che si abbia un ciclo anovulatorio, ossia senza ovulazione.

Misurare la temperatura basale non è così semplice come sembra.
Innanzitutto bisogna dire che ci vogliono almeno tre cicli per capire se effettivamente stiamo prendendo la temperatura in modo corretto e per capire per bene l'andamento del nostro ciclo.
Si comincia dal primo giorno del ciclo e si può misurare per via vaginale, rettale o dalla bocca (purtroppo questo però è il meno preciso), l'importante è che poi si utilizzi sempre lo stesso metodo e con un termometro digitale, che segni anche i decimali.
Man mano che si prende la temperatura, la si segna poi su un grafico apposito, in modo tale che alla fine del ciclo si abbia la visuale dell'andamento. Potete scaricare il grafico da questa pagina.

Nel misurare la temperatura basale dobbiamo tener conto di alcuni dettagli piuttosto importanti, un decalogo da leggere per bene che ho preso qui:
A - Non è assolutamente necessario che la temperatura vada presa sempre alla stessa ora, l'essenziale è prenderla dopo almeno 4-5 ore di sonno ininterrotto. Dunque non ossessionatevi con gli orari!
B - Non esiste un valore giusto di temperatura basale. I valori assoluti della temperatura non contano nulla, contano solo i valori relativi, cioè il fatto che dopo l'ovulazione ci sia un rialzo stabile di almeno 3 decimi di grado rispetto alla prima parte del ciclo. Dunque non preoccupatevi se le vostre temperature sono più basse o più alte di quelle di altre donne: c'è chi arriva tranquillamente a 37.5 e chi non supera mai i 37, ma non fa la minima differenza.
C - Alcune donne registrano un lieve calo della temperatura poco prima dell'ovulazione, ma questo picco basso preovulatorio non è assolutamente una regola; dunque non preoccupatevi se non lo notate.
D - Raffreddori, influenza e in generale tutti gli eventi che comportano una variazione della temperatura corporea influenzano la temperatura basale; in questi casi potete continuare a prendere la temperatura come al solito, ma sappiate che le misurazioni possono non essere affidabili.
E - Ricordate che la temperatura basale non è molto utile per aiutarvi a concepire, perché vi avvisa dell'ovulazione solo quando è già avvenuta ed è troppo tardi per avere rapporti. La temperatura basale è utile per capire l'andamento dei cicli, ma per avere rapporti mirati è meglio usare altri metodi che consentono di capire in anticipo se state per ovulare, ad esempio l'analisi del muco cervicale.
F - Se utilizzate un termometro al mercurio, scaricatelo la notte precedente (o chiedete al vostro partner di farlo).
G - Mantenete il vostro termometro facilmente accessibile dal vostro letto cosicché non dovete cercarlo.
H - Utilizzate lo stesso termometro per tutto il vostro ciclo se possibile. Se rompe ed utilizzate uno nuovo, prendete nota di esso sulle vostre tabelle. Tenete un termometro di ricambio nel caso che si rompa.
I - Registrate la vostra temperatura subito dopo averla presa (o chiedetelo al vostro partner). Se dovete fare qualcos'altro o volete stare a letto, voi potete registrarla più tardi, ma si raccomanda di registrarla immediatamente quando possibile evitare di dimenticare.
L - Se dovete utilizzare un sacco a pelo o una coperta elettrica, mantenete la stessa impostazione per tutto il vostro ciclo.

Sul punto E in realtà ci sarebbe una discussione da fare, in quanto molti affermano che si è fertili per un arco di tempo che è di 24/48 ore e non tutte prima dell'ovulazione, quindi in questo caso la temperatura basale potrebbe essere d'aiuto nel caso si volesse concepire.
Un'altra pagina piuttosto interessante e ben spiegata riguardo la temperatura basale è questa, dateci un occhio se non l'avete già fatto.

Certo è che, più si legge, più sembra che fare una perfetta misurazione della temperatura basale sia praticamente impossibile. Io dopo mesi a "misurare la febbre" come dice mio marito, mi sono un po' scocciata, lo faccio solo quando sono in ritardo per capire se potrebbe essere un qualcosa di più di un semplice ritardo, tanto ormai ho capito per me quanto deve essere la temperatura tipo e un rialzo lo sgamo abbastanza facilmente!
Ovviamente ogni correzione di errori, esperienze personali e quant'altro sono ben accette! Per oggi direi che posso provare a tornare nel letto...che sia finita l'insonnia post zuccotto??

Stress pre gravidanza

Ti dicono che tutto è normale.
Ti dicono che non ci devi pensare.
Ti dicono che arriverà da solo.
Ti dicono che tutto quello che credi è solo coincidenza.
Ti dicono di non darci peso.
Eppure dove dove ti giro, vedi un pancione, un neonato in braccio alla mamma, persino il marito leggermente sovrappeso della tua amica (ovviamente incinta al primo colpo) ti sembra abbia una pancia da donna incinta...Tutto ti ricorda che tu non lo sei e che chissà quando lo sarai.

Ti dicono poi che sei giovane e che non devi preoccuparti.
Ma quando sono quasi due anni che te lo dicono e ovviamente ancora non è successo niente, (altrimenti non starei qui a lamentarmi in piena notte) ti senti leggermente presa per il culo. Sarò giovane per tutta la vita anche a settant'anni o qualcuno prima si accorgerà che quella è una frase del cazzo, scusate il francesismo, che fa tutto fuorchè rassicurarti??

Poi ci sono i momenti in cui ogni segno potrebbe essere un sintomo di gravidanza.
Tipo che ora alle tre di notte sto qua a scrivere nel mio blog perchè potrebbe essere benissimo insonnia, invece che il caffè di cui era impregnato quello splendido zuccotto che avevo fatto per la cena con il suddetto amico leggermente sovrappeso.
Oppure queste tette che ti danno fastidio anche solo a guardarle: speri sempre che sia per una gravidanza e non per l'odiosissimo ciclo, che manda tutti i suoi sintomi, ma poi non si fa vedere manco a pregarlo oro per i prossimo due mesi...e non certo per la dolce attesa, ma solo perchè sei tutta sballata dalla testa alle ovaie.

Potrei andare avanti per ore, ma mi fermo perchè so che tutto questo è dato dal mio isterismo pre-durante-post mestruale come diceva il mio allenatore...o forse da tutto sto stress pre gravidanza di cui mi sto alimentando da ormai un anno e mezzo.
Giuro il prossimo post sarà più serio e per farmi perdonare lo inserisco immediatamente, tanto qua l'insonnia post zuccotto al caffè sembra non voler passare, se poi la uniamo al "dolce" ronfare della "dolce" metà...

domenica 1 novembre 2009

Primi sintomi di gravidanza

Parliamoci chiaro, quando si cerca un bimbo si sta attenti a qualsiasi cambiamento avvenga al corpo di una donna e, la cosa divertente, è che ci si sente sempre in dolce attesa!!! Questo perchè in fondo i sintomi della gravidanza non sono molto diversi da quelli premestruali, a cui invece non si ha mai dato peso.
Vediamone alcuni.

Amenorrea
È ovviamente il segnale più evidente, ma l’assenza di mestruazioni non sempre porta a una gravidanza soprattutto se parliamo di soggetti, come ovviamente la sottoscritta che non è mai stata regolare e che, anzi, negli ultimi periodi sembra affezionata al salto del ciclo!
Certo è che se insieme alla mancanza del ciclo, si notano alcune perdite ematiche lattiginose, un test di gravidanza è consigliato in quanto queste potrebbero essere "perdite da impianto", ossia dei filamenti di sangue prodotti quando l'embrione si attacca nell'utero.

Tensione al seno
Questo è uno dei sintomi che tutte le donne associano all'arrivo delle mestruazioni, ma appena si cerca un figlio la tensione al seno diventa anche la prima spia che invece il ciclo potrebbe non arrivare affatto. Infatti nelle prime due settimane di gravidanza il seno tende ad ingrossarsi e a indurirsi per l'aumento del progesterone. Altri segni sono la forte irritabilità dei capezzoli, l'aumento delle vene intorno alle mammelle, l'areola più scura e la presenza di lievi protuberanze (tubercoli di Montgomery), che durante l'allattamento secernono una sostanza disinfettante e lubrificante.

Temperatura corporea
Chi di noi, che cerchiamo disperatamente un figlio, non ha misurato la temperatura basale? Quindi credo sia quasi inutile spiegare che, dopo la seconda metà del ciclo, la temperatura aumenta e in caso di gravidanza non scende. E' il progesterone, quell'ormone molto alto durante la gravidanza, che porta all'aumento della temperatura, segnale quindi abbastanza sicuro in caso di dolce attesa.

Urina
Uno dei sintomi sembra sia anche un forte stimolo ad urinare...sinceramente io lo trovo un sintomo davvero poco attendibile e di difficile individuazione, sarà che io la pipì la faccio comunque ogni cinque minuti!!

Pesantezza addominale
Questo è un sintomo che in realtà preso singolarmente non dice niente, ma se unito agli altri può dare una speranza. Con pesantezza addominale s'intendono anche gonfiore generale, tensione e stitichezza, sintomi che però possono benissimo significare l'arrivo del ciclo mestruale.

A questi si devono poi aggiungere i sintomi che penso tutti conosciamo: stanchezza (improvvisa o che stravolge le vostre abitudini), nausea (solitamente mattutina) e una sensibilità agli odori molto marcata. Questi però sono sintomi che non si avvertono immediatamente, qualche tempo dopo la mancata mestruazione.

Se posso dirvi la mia esperienza (1 mese di esperienza, niente più, ma su questo argomento posso dire la mia!), credo che sia molto difficile capire se si è in dolce attesa o se il ciclo sta arrivando. Quello che è capitato a me nel mio mese di gravidanza, non è stato molto diverso da quello che ho sempre avuto prima del ciclo mestruale, se non magari un po' più accentuato. L'unica cosa che si è aggiunta sono state delle forti nausee che iniziavano alle undici del mattino e terminavano intorno all'una, precise-precise! Però è anche vero che io avevo le Beta-Hgc davvero molto alte, in modo anormale (vi spiegherò più avanti quello che è successo).
Mi sono fatta poi un'idea, che forse sembrerà banale, ma che un po' mi ha aiutato: ascoltare il proprio corpo va bene, ma diventarne schiavo, ecco, quello no e credo che possiate essere d'accordo con me in questo.
Quindi con pazienza a riprovare, su! E non state troppo dietro alle tette se diventano dure o meno, utilizzatele per qualcos'altro di più divertente, no?! ;-)