mercoledì 27 novembre 2013

4 mesi meno due giorni

Il Navigante è partito da due giorni e io sto cercando ancora di raccogliere i cocci, di riassestare la famiglia, ma ecco diciamo che non sono aiutata dal destino.
La Belva ha la tosse e nella prima e unica notte intera 21-7.30 del Vitellino lei mi ha tenuto sveglia dalle 4 alle 5.30 per tosse, pipì, cacca, "mamma dov'è gatta Koala??"...
Il Vitellino in compenso non è stato da meno passando la seconda notte a ululare dall'una in avanti senza fermarsi mai, nemmeno con dose di tachipirina da fargli ingoiare col naso tappato che sennò la sputa. Denti? Mal di pancia?? Chennesò...responso della mattina: un pisello grosso quanto un pollice di un adulto, rosso e a pelle viva o___O che solo a guardarlo mi faceva un senso!!
Quindi chiama la "simpaticissssssssima" segretaria del dottore, fatti più o meno capire in un francese maccaronico che hai assoluto bisogno di far vedere il petit garçon strillante, chiudi la telefonata quasi piangendo quando ti viene risposto di venire alle 11.45, piangendo perchè hai capito l'ora al volo (che io i numeri francesi proprio non riesco a incamerarli) e perchè seppur antipatica ha capito l'urgenza, vai dal docteur che appena vede il pistolino strabuzza gli occhi e si chiede come mai il Vitellino sia così allegro e pieno di vita (non lo so nemmeno io, visto che io invece sono uno straccio e non ho niente, solo poche ore di sonno addosso). Alla fine torno a casa con una crema antibiotica e mille carte che dovrò compilare per il rimborso spese, visto che ancora non ci è arrivata la tessera sanitaria di qua, e da portare alle Seguridad Social prima o poi.
In tutto questo, monumento alla mia Au Pair che, non dorme una sega come me, ma riesce a stare dietro ai miei piccoli mostri facendoli giocare, cantare, disegnare, parlare in spagnolo (prossimo post alcune considerazioni su questo), mentre io faccio vagonate di lavatrici con le cose che il Navigante ha messo a lavare prima di andarsene e che non so nemmeno dove mettere perchè non metto mai via la sua roba negli armadi, come lui non mette via la mia (tacito accordo per sopravvivere e non beccarsi relativi cazziatoni, non ridete!). E soprattutto stamattina è rimasta a casa con la Belva mentre io andavo dal doctuer sola con il Vitellino e che strano è stato stare attenta solo di un nano!
Insomma dai ce la faremo del resto mancano solo ancora...4 mesi meno due giorni!!! o_______________O

lunedì 18 novembre 2013

Forum famiglie

La partenza del Navigante si avvicina e il tutto si fa frenetico, tante cose da sistemare, da preparare, l'arrivo della au pair (ve ne parlerò prossimamente)...in tutto questo una mattina siamo andati nella portaerei francese per un forum famiglie dedicato alle famiglie dei marinai che partiranno in missione. Ammetto che inizialmente eravamo più interessati alla visita dell'unica portaerei nucleare europea, che al forum di per sè, ma ci siamo subito ricreduti.
Arrivando ci ha subito attirato lo spazio giochi dei bimbi con due animatrici che giocavano con loro e li truccavano, poco distante lo spazio caffetteria con succhi, thè, caffè e brioches. Il resto una decina di banchetti con tutto quello che può servire in caso di emergenza, associazioni di mogli, associazioni per la famiglia, sostegno psicologico, assicurazioni aggiuntive, numeri di telefono per babysitter di emergenza in caso per esempio di ricovero ospedaliero di uno dei figli. Il Navigante è andato a raccogliere fogli illustrativi mentre io stavo coi bimbi e il bottino che ha portato comprendeva qualche gadget(portachiavi rosa e azzurro, una penna, una maglietta che però abbiamo comprato), un libretto con una storia illustrata per i bimbi dove il papà era partito e i bimbi vivevano la loro vita senza di lui fino al suo ritorno (ho versato una lacrimuccia quando l'ho letto, non per tristezza, il racconto era allegro e divertente, ma mi si è comunque stretto il cuore), un foglio per chi partiva dove c'erano segnate le cose più importanti da fare per la famiglia prima di partire e un libretto dove venivano spiegate le varie reazioni psicologiche di bimbi e adulti dalla partenza al ritorno.
Io mi sono davvero commosa, mi sono sentita finalmente riconosciuta, mi sono sentita supportata e mi è sembrato quasi possibile sopravvivere a questi lunghi 4 mesi anche senza che avessi la ragazza au pair.
In Italia tutto questo non esiste, anzi come moglie di un militare sono quasi sempre oggetto di invidia perchè abbiamo uno stipendio sicuro, diversi vantaggi, ma nessuno pensa ai molti mesi di missione, ai continui spostamenti, al fatto che per la Marina (o Esercito o qualsiasi apparato) noi famiglia proprio non esistiamo. E per un momento ho capito come qui e in Spagna è ancora abbastanza usuale trovare famiglia di tre, quattro o anche più figli, soprattutto nelle famiglie dove lavora un militare.
Se penso a quella mattina mi emoziono ancora e con amarezza continuo a pensare se mai in Italia avremo anche solo qualcosa che possa essere simile, ma purtroppo so già la risposta :(

martedì 12 novembre 2013

La cosa si fa difficile

La Belva l'altro giorno se n'è uscita con questa frase "Tiene el ecureuil en la felpina" che per me che sono la mamma è stato arduo capirla.
Giusto per capirci: con Tiene intende lei ha, è in spagnolo e si riferisce a lei stessa, ancora non riesce a dire le frasi in prima persona; l'ecureuil è lo scoiattolo in francese; la felpina è felpa, io difficilmente uso diminutivi, ma mi è sfuggito una volta e lei è impazzita per questa parola e lo uso sempre.
Fantastico, ho pensato, però la felpina che indossava in quel momento non aveva nessuno scoiattolo quindi abbiamo pensato si fosse sbagliata o che volesse dirci chissà che. Invece poi sono andata a prendere i vestiti stesi e mi sono ritrovata davanti a un enorme scoiattolo stampato sul pigiama usato una sola volta dalla Belva.
E quindi la ragazza non solo si sta barcamenando con tre lingue, iniziando a farci dei discorsi (poco male se le mischia, so che i bimbi bi-tri-quadri-etc.etc.lingue lo fanno soprattutto se sanno che l'interlocutore li comprende), ma ci batte pure sulla memoria, che chi cavolo si ricordava di quel pigiama con lo scoiattolo se non me lo ritrovavo davanti!!!
Poi ultimamente gioca spesso con le parole e inizia a chiedere "Papà/mamma/la maestra L. dice?" per sapere i vari modi in cui viene chiamata una parola, una volta saputi tutti termina con "La Belva dice..." e tendenzialmente utilizza l'italiano, ma sono sicura che tra un po' questo non sarà cosi scontato.
Insomma l'avventura del trilinguismo è davvero affascinante! E sono così impaziente di sentire come parlerà il Vitellino e soprattutto con che lingua...così poi dovrò tradurne due!!! Sono anche curiosa di vedere che lingua parleranno insieme e, visto che stiamo iniziando a frequentare sempre più spesso bimbi madrelingua inglese, come si interfacceranno con loro.
Però, ecco, i dubbi di qualche tempo fa sono svaniti, anzi hanno lasciato il posto a un'euforia e una gioia per ogni progresso incredibili, il che mi fa capire che abbiamo intrapreso la strada giusta per noi, senza ombra di dubbio!

venerdì 8 novembre 2013

Una lucina...in fondo al tunnel

Quando nasce un figlio è come quando si prende la scatola di un puzzle e la si rovescia sul tavolo: all'inizio è tutto un grande, enorme casino e non si sa nemmeno da che parte cominciare per rimettere a posto i pezzi. Si comincia con cose semplici, si girano tutti pezzi verso l'alto, si inizia ad assemblare il puzzle partendo dall'esterno o da immagini particolarmente facili da individuare. Poi man mano che si va avanti tutto comincia ad incastrarsi sempre più facilmente, ci si inceppa qualche volta, ma basta prendersi un attimo di pausa e poi ricominciare per essere più attenti e precisi.
Trovo che rispecchi molto il ricostruire l'equilibrio dopo la nascita di un figlio, all'inizio non si sa ce pesci pigliare, quindi si comincia dalle cose base, si cerca di comprendere i ritmi del proprio bimbo e i propri dando un senso alla nuova giornata.
Poi pian piano si incastra tutto il resto: il lavoro, gli amici, la casa...alle volte ci sono battute d'arresto, momenti di sconforto, ma basta una buona dormita, un pomeriggio a leggere sul divano o a far shopping utilizzando nonni o papà per tenere il piccolino per poi riprendere la lunga corsa.
Ecco in questi giorni io ho aggiunto delle tessere piuttosto significative nel puzzle della mia vita da mamma: innanzitutto ho ripreso a fare un po' di movimento, iscrivendomi in palestra, dove frequento dei corsi di zumba e sh'bam insieme a un'amica italiana conosciuta al corso di francese. Salto, ballo, rido e scarico i nervi, mentre il papino (e fra un paio di settimane la au pair) si sciroppa i nanetti nel pre e durante cena.
In seconda battuta ho deciso di comprare una lucina per leggere, quelle che si attaccano ai libri, per potermi rilassare la sera nel letto con un bel libro, perchè sono ormai due anni che almeno un nano dorme con noi, il che significa che dalle 21 la nostra camera da letto è off limits. E perchè non sul divano, vi chiederete. No, non è la stessa cosa! Il relax di leggere un libro nel letto per poi scivolare dolcemente sotto le coperte appena si finisce è qualcosa di inspiegabile, l'alzarmi dal divano, fare le scale e mettermi nel letto vanificherebbe il relax post lettura.
Quindi ieri sera dopo aver ballato un'ora in palestra, ho allettato i nani, sono scesa per riordinare la sala e chiudere il computer mentre si addormentavano (non odiatemi, ma ora come ora entrambi si addormentano soli!!) e poi mi sono messa comoda comoda nel letto con un libro che trascinavo da mesi non trovando mai il tempo per sedermi in santa pace e dedicarmici. L'ho finito. Ero a metà e l'ho finito, chiudendo la mia nuova lucina quasi all'una di notte il che significa aver perso almeno un paio di ore di sonno, ma aver guadagnato anche una dose di relax senza pari.
Ma prima di spegnere la lucina ho fatto un giro guardando i volti addormentati dei miei nani, della gatta e del Navigante e ho sentito crescere dentro di me un'amore sconfinato, per loro, per la nostra famiglia, per me stessa che finalmente pezzo dopo pezzo sto rimettendo a posto il puzzle della mia vita.