giovedì 7 luglio 2016

Di arrivederci/addii e prossimo futuro

Periodo di addii questo, come tutte le estati, quando ci sono i vari "cambi di guardia" tra gli stranieri che lavorano con il Navigante.
Quest'anno però è particolare, quest'anno sarebbe dovuto essere anche il nostro cambio di guardia, ma hanno cambiato la legge proprio mentre noi eravamo qui, passando da tre a quattro gli anni per chi lavora all'estero. Inoltre molti di quelli che partono sono quelli arrivati con noi, oltre ad un'altra coppia di italiana con un figlio dell'età della Belva, arrivati un anno prima di noi e con cui abbiamo condiviso molti momenti.
E quindi: ieri pomeriggio tra donne (con annessi figli tutti in vacanza da scuola) per ultimo "snacking and chatting", oggi picnic con gli amichetti del piccolo italiano che torna a Roma (tranquillo, mi sa che ci rivediamo là!), domani cena tra adulti per salutare le tre coppie in partenza...
A parte che alla fine avrò messo su almeno 5 kg a forza di mangiare, ma vabbè...poi tutto questo mi pare davvero strano, principalmente perché di solito quella che saluta per andarsene sono io e, soprattutto, non mi par vero che siano già passati tre anni e che ne manchi solo uno (verosimilmente, visto che potremmo avere ancora una chance per stare un altro anno in più) al nostro rientro.
Sono arrivata qui con una bimba di due anni e un bimbo di 11 mesi, me ne andrò con una bimba che entrerà alle elementari e soprattutto con un bimbo in più nel conto finale! Due lingue parlate perfettamente (francese e italiano), una compresa e un poco parlata (spagnolo) e una quarta (l'inglese) con cui hanno familiarizzato; amici proveniente da due continenti e almeno 6 stati differenti, una ricchezza culturale che ce la sogniamo, tanti viaggi, tante scoperte.
Le partenze di quest'anno mi toccano davvero tanto, perché sebbene abbia imparato a non legarmi troppo per preservare la mia sanità emotiva (dopo la Spagna per riprendermi dall'aver perso persone a cui mi ero legata davvero tanto ci ho messo svariati mesi, se non anni...), ho comunque incrociato persone interessanti che hanno marcato questo mio cammino e i ricordi legati ad esso; inoltre le partenze altrui, soprattutto quella della coppia italiana, non fanno altro che rimarcare che tra un anno toccherà a me rientrare, avere a che fare con il trasloco, lo svuotamento della casa, il riassettare le notre vite...e non credo di essere pronta, nè ora, nè tra un anno!

4 commenti:

  1. Non lo so se potrei fare una vita così.
    Certo a sentirla raccontare mi piacerebbe un sacco, sempre posti nuovi gente nuove esperienze nuove, culture diverse da scoprire e condividere, viaggi.... Ma lasciare le persone? trattenersi dal legarsi per non soffrire quando si parte? oddio non so se farebbe per me

    Di sicuro i tuoi figli avranno un bagaglio che il 99% delle persone DEL MONDO se lo sognano, e questo ripaga un po' della fatica dei traslochi no?

    :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio, non è che ho deciso coscientemente di chiudere il cuore agli altri! Un po' anche le contingenze della vita, l'essere legata agli orari dei bimbi, l'inglese come lingua comunque che è quella con cui mi muovo peggio...insomma diciamo che non ho fatto niente perché i legami diventassero forti quanto avrebbero potuto.
      Perché il problema è che io quando mi lego, lo faccio per sempre e poi è un casino se tu vivi in America o in Norvegia, mentre io sto in Italia!
      In compenso non escludo di andare a trovare tutti, in America o in Norvegia che sia!!!!

      PS: comunque è un tipo di vita che ti da tanto, ma ti toglie tanto non c'è dubbio.

      Elimina
  2. Mai voi oramai siete cittadini del mondo!
    Porte e cuore aperto!
    Basta stare uniti e si supera tutto!
    Per i 5 kg.....pazienza!!!

    RispondiElimina

I commenti sono graditissimi, se firmati ancora di più!