venerdì 15 giugno 2018

Casa

Sono a casa di mia mamma da quasi una settimana ormai, mentre lei è in clinica per la riabilitazione post operazione protesi all'anca; il Navigante tornerà oggi per il weekend, ma per il resto vivo in questa casa sola con i miei figli. Una situazione piuttosto rara, credo in vita mia di essere rimasta sola in questa casa assai poco, forse un paio di volte prima di andarmene definitivamente, quando mia sorella era andata già a convivere e io ero ormai maggiorenne, quindi i miei viaggiavano senza portarmi con loro.
Passo da una stanza all'altra, mi muovo nel buio, metto a posto, apro luci, cerco cose...faccio tutto senza nemmeno pensare e quando trovo qualcosa di diverso rimango molto stupita, come se questo fosse un mausoleo dove non è permesso spostare nulla. Devo dire che questa trasformazione da casa a mausoleo è cominciata con la partenza mia e di mia sorella, alcune stanze hanno cominciato ad assumere un aspetto congelato nel tempo e quando per esempio abbiamo cambiato i letti (per prendere dei letti a scomparsa per quando arriviamo con i bimbi) il risultato è sempre un po' strano. Ora che mio padre è morto, quasi tutta la casa sembra congelata: mia madre è spesso da me o da mia sorella, quando è a casa vive davvero poco tutti questi metri quadrati. Perché poi questa casa è davvero enorme, me ne accorgo quando decido di fare una semplice scopata tra cucina e sala, interminabile!
Ma questa per me è l'unica abitazione che considero CASA. Ho ancora qui la residenza, ho ancora qui casse di oggetti o vestiti, ho ancora qui le mie coppe e le mie medaglie, come quel set di tazzine da caffè che avrei spostato in casa mia prima o poi, ho ancora qui un tronchetto della felicità che mi aveva regalato mia madre quando vivevo in capitaneria di porto e che le ho lasciato per i miei e poi nostri spostamenti. Ed è qui che i miei figli si sentono davvero a casa, chissà poi perché, visto che non ci hanno mai vissuto se non per brevi periodi.
E questa sarà casa nostra davvero, dopo che mia madre avrà diviso i beni tra me e mia sorella, allora sarà il momento per scongelarla e trasformarla in qualcosa di vivo.
Tutto è nato dalla morte di mio padre e dal desiderio di mia madre di vendere la casa: troppo grande, troppo vuota. Non potevo pensare di vendere la casa dove è nato mio nonno, dove è nata mia mamma, dove ho vissuto per 21 anni.
Abbiamo deciso quindi di dividere la casa in due, di fare un piccolo appartamento nella zona garage/lavanderia per mia madre e rimettere a nuovo il primo piano per noi, per adesso o per la pensione. Le uniche parti che non verranno toccate saranno la taverna e la cantina, le due zone che racchiudono tutto quello che significa per me questa casa. Stiamo addirittura pensando a una piscina nella zona del giardino dove prima c'erano le viti di mio nonno e mio padre, ormai sradicate e diventate legna da ardere per Natale.
Stare qui mi aiuta a elaborare tante cose, ad affrontare il mio passato che ho lasciato scappando via a 21 anni. Ricostruire questa casa mette finalmente le basi per un futuro che unisca il mio passato e il mio presente. E finalmente quelle tazzine di caffè decorate con i quadri di grandi pittori saranno a casa mia!

5 commenti:

  1. Avere un posto da chiamare casa e dove mettere radici oggi come oggi è un lusso. Anche da me le cose sono molto cambiate e per molti aspetti.
    Non ho voglia di affrontare ora il discorso, ma sappi che ti capisco benissimo.
    Come va la mamma?
    Un bacio

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    1. Sinceramente con la vita che mi sono scelta insieme a mio marito non pensavo più di mettere radici. Ma dopo un po' il nomadismo stanca, anche se è arricchente da molti punti di vista, anche se mai avrei pensato che questo posto sarebbe stato davvero l'unico da chiamare casa.
      Mia mamma ok, tolti i punti, continua la riabilitazione. Io purtroppo rientro a Roma, ma lei la prossima settimana dovrebbe tornare a casa.

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  2. E' un post splendido, pieno di profondità e passato... Mi è piaciuto davvero molto. Io purtroppo non ho più una casa di questo tipo, tutto quello che era infanzia e adolescenza è stato spazzato via e francamente mi manca. Quando sogno "casa", sogno ancora, a distanza di tantissimi anni, QUELLA casa là, che ora non c'è più

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    1. Penso che le radici dell'infanzia siano difficili da sradicare. Quelle sensazioni non ci lasceranno mai e arrivati a un certo punto della vita sono quelle che ti portano conforto nei momenti brutti.
      Dare vita a questa casa ormai spenta è un buon inizio per lenire le ferite...

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    2. Credo tu abbia davvero ragione...

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