giovedì 20 ottobre 2016

Una mamma cresciuta in Francia

Sono una mamma cresciuta in Francia; quando sono arrivata qui ero infatti una mamma bis, ma da solo due anni e dovevo imparare ancora tanto sui miei figli e su di me come mamma e lo sto facendo giorno per giorno in una terra non mia, impregnata di culture diverse, circondata da amici, ma raramente da parenti.
So come funziona la scuola francese, mi sono abituata ai suoi orari stravaganti e alle vacanze che arrivano quando non ti sei nemmeno abituata al ritmo scolastico; sono nel consiglio di scuola da tre anni ormai e so di cosa di parla alle riunioni, cosa ci si aspetta da me come rappresentate e cosa aspettarmi come mamma di alunni.
Ormai mi sono rassegnata al bonbon a scuola come in piscina, alla feste di compleanno dove ci sono solo dolci, alle gouter in cui il gateau au chocolat la fa da sovrano, ai menù dell'asilo che non proprio raramente comprendono anche fritti e dolci, alle mini porzioni quando si pranza o si cena da amici, alla non presenza di tovaglioli e tovaglie e a dover chiedere sempre il pane, che altrimenti non ti arriva.
Mi pare normale trovare sempre un giochino a disposizione mentre si aspetta, che sia in un ristorante, in farmacia o dal dottore, così come avere parchi divisi per età e ben recintati, menù apposito con giochino un po' dappertutto e tante attvità da poter fare in famiglia o solo per loro, come ormai non mi sembra più strano vedere genitori che smollano i figli a destra e a manca per avere un po' di tempo per sè, né dover insistere affinché si fermino a bere o a mangiare qualcosa alle feste di compleanno.
Di contro conosco lo sguardo di quelli che mi vedono, o sanno, che allatto ancora il Francese, so cosa pensano del fatto che ancora dorma nella nostra camera, che si addormenti con qualcuno vicino e che non lo lascio piangere un quarto d'ora prima di andare a vedere cosa succede. Lo sguardo peggiore comunque è dei vecchietti che si trovano nei paraggi quando arriva un capriccio, uno strillo, un pianto, soprattutto quando non si riesce a gestire la situazione velocemente e senza troppo rumore, mentre in Italia lo sguardo peggiore è quello di chi ti guarda come una pazza quando dici di avere tre figli fatti in quattro anni e di non disdegnarne un altro, anche se sai che non lo farai perché stai rientrando in Italia, mentre se rimanessi in Francia...chi lo sa! In fondo qui la famiglia con tre figli è quasi lo standard e quelle con quattro o cinque (o più!) non sono poi così rare.
I miei figli non sono abituati a sorrisi e chiacchiere con un qualsiasi sconosciuto sul treno, ma sanno che salutare non è solo cortesia, ma un dovere morale, anche se si tratta di dover salutare, baciando per giunta (ma questo ai miei figli lo risparmio!), per la terza volta nella giornata sempre la stessa persona. E lo sanno da quando vanno al nido e la direttrice si aspettava un cenno di saluto anche dai bimbi di quattro o cinque mesi (giuro!!! Però la vecchia direttrice, invece quella nuova, che è più giovane è anche decisamente più easy...).
Sono una mamma cresciuta in Francia con dei figli che hanno vissuto più della metà della loro vita in Francia e per tutti sarà un vero shock culturale rientrare, per me come mamma, per loro come figli, ma pur non avendo parchi divisi per età, menù speciali, giochi per intrattenerli saprò che il calore umano della gente mi farà ricordare cosa significa rilassarsi anche se i bambini sono stanchi e fanno le bizze e potrò finalmente smettere di dire in continuazione, anche al parco, "non urlate"! E forse tante cose che faccio come mamma sembreranno strane, ma tante altre ritroveranno finalmente un significato.

4 commenti:

  1. Scavalla le Alpi e torna in questa terra di mamma caciarone, folli, urlatrici ma che amano alla follia i loro figli.
    Ti aspettiamo!!!!
    PS però dai, al cioccolato non si può dire di no!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sa che anche non volendo mi toccherà ritornare, ma ci sono tanti pro che sto valutando pian piano ed è il motivo per cui li scrivo, per imprimerli per bene in testa.
      Bè il Vitellino non mangia la cioccolata, non gli piace, e nemmeno i gelati! Sì, sono un po' fissata con l'alimentazione sana, ma decisamente meno di un tempo...

      Elimina
  2. Paese che vai.... vero è che qui siamo mamme in certo qual modo più rilassate... in Italia i bambini possono quantomeno giocare chiassosamente senza che nessuno si sconvolga. Però non ti nascondo che la buona educazione degli stranieri mi ha sempre in qualche modo fatto invidia. Si dice "di default" dei tedeschi, ma non penso siano solo loro. Più di una volta ho visto famiglie straniere di 3-4 figli, seduti al tavolo, composti, mangiare senza tante storie mentre noi mamme latine rincorriamo i pargoli urlanti per andarli a recuperare dall'altra parte del ristorante (o parco o zona picnic...) Ecco forse ci vuole una sorta di "durezza" che non ci appartiene, la stessa che non ci consente di aspettare 15 minuti prima di andare a vedere perché il bimbo piange nel lettino. cosa è meglio, cosa è peggio... e chi lo sa.
    Di base penso che il meglio sia seguire la propria natura, in queste cose. Il proprio istinto.
    Quando torni?? :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tornata :D
      Di sicuro il bello di poter vivere all'estero è di far tesoro delle cose buone e buttare quelle non buone, fare un mix con il buono della nostra cultura ed allo stesso tempo essere un po' più autocritici.
      L'esperienza all'estero mi ha aiutato molto, sia la prima senza figli, che questa, dove ho certamente imparato a essere una mamma migliore. In Italia sarei stata una sclerata che cerca di essere perfetta dappertutto, annullandosi come donna e moglie; però non li avrei fatti correre in giro al ristorante :D le mie origini austriache non mentono!!

      Elimina

I commenti sono graditissimi, se firmati ancora di più!