mercoledì 3 aprile 2013

Per me (e per la mia autostima)

Quando il Navigante torna a casa di solito è tutto un leggere libri, fare le torri, andare a fare un "paseito"...insomma quelle due ore è completamente dedicato ai bimbi. Ed è bravo. Se ci sono crisi, riesce a parlare, a distrarre, a non urlare, a mettersi dalla parte della Belva e anche se non riesce ad arginarle sempre per lo meno non rischia di prolungarle come invece capita a me quando la pazienza inizia ad esaurirsi.
Poi però capita, poco, ma capita, che ci sia qualche giorno di festa, qualche ponte inaspettato, le ferie, Pasqua, Natale e il Navigante vive la nostra quotidianità, con la differenza che ci sono anche io. E quando le ore con i nani iniziano ad essere più di due, il parlare, distrarre, non urlare, mettersi dalla parte della Belva non gli riesce più così facilmente. Non arriva alle punte di nervosismo che capitano a noi, ma è anche vero che lui non è da solo e non deve anche cercare di tenere un minimo di decenza in casa e far da mangiare.
Quindi in questi giorni non solo ho ritemprato fisico e mente per il suo aiuto, ma ho anche ringalluzzito un po' la mia autostima, perchè in fondo è facile per lui arrivare a casa trovare tutto a posto, la cena pronta, la lavatrice fatta - no bugia! Quella la facciamo insieme la sera ;P - e potersi dedicare con tutta la pazienza di questo mondo ai due nanetti.
E sì, lui è un padre magnifico e speciale, sempre attento, presente finchè può (e traslasciamo che se volesse...), che mi da una mano in tutto, ma in fondo quando lui sta a casa tutto il giorno perde la pazienza, si innervosisce, si stufa di ripetere cinquecento volte la storia di Ettore il trattore e di ripetere sempre le stesse cose esattamente come succede a me...È umano anche lui, come lo sono io.
E quando lui è a casa tutto il giorno e si innervosisce, sgrida e si arrabbia la Belva magicamente inizia a chiamare anche mamma, non solo papà. Ed è una bella sensazione, quando mi cerca.
Questo post che senso ha? Ha senso per me, per il mio senso di inferiorità, per la mia autostima, per il mio bisogno sfrenato di confronti. Ha senso per ricordarmi che quello che faccio non è facile e che i difetti non li ho solo io :)

9 commenti:

  1. Un bel sospiro: stai facendo bene, sicuramente del tuo meglio, ma ogni tanto averne la conferma va davvero bene al cuore!

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    1. Già, soprattutto perchè il confronto con il papà fa sempre un po' paura se si ha a che fare con figlie femmine

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    1. Ah, bè grazie mille...anche questo fa bene alla mia autostima!!

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  3. Allora...ci sono genitori che son bravissimi a passare un po' di tempo con i loro pupi, quelli che hanno poco tempo spesso lo sono ancora di più. Ma la quotidianità...ehhh quella lì è roba da duri. Il ripetersi dei giorni sempre uguale, il raccontare sempre le stesse storie, l'essere vittima sacrificale di scleri, dolori e problemi vari. E lì si fa tosta. La differenza è quella che passa tra un professionista e un amatore...per capirci. Forse il mio commento è un po' confuso. Era per dirti che ti stimo!

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    1. Grazie! E mi piace un sacco rapportare questo al mondo dello sport: così sono un'altra volta un'agonista professionista, che bello!

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  4. Altroché se hai ragione! Che poi i papà quando stanno con i figli quello fanno, punto. Lo fanno benissimo, per carità, ma solo quello. Noi invece abbiamo la casa da sistemare, la cena da preparare e i panni da lavare. E ti credo che ci parte l'incazzatura....

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    1. Eccome se parte! Anche se non dovrebbe, ma parte! Mi piacerebbe fare un giorno a parti invertite, allattamento compreso, sarebbe da ridere!

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    2. impossibile! ma ce lo vedi un uomo (sto pensando a mio marito) che in piedi tiene con un braccio il piccolo mentre lo allatta, con l'altra mano mescola la zuppa e intanto risponde ad una domanda sui massimi sistemi di uno dei fratelli?

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