mercoledì 4 settembre 2013

La classica mamma stressata e chioccia all'italiana maniera

È stato un periodo lungo, difficile per tutti noi. Abbiamo affrontato tanti cambiamenti, una marea di stress per tutti e i miei nani non ne sono stati esenti. Tante cose da fare, tante novità da metabolizzare, una mamma al limite dell'esaurimento nervoso, tante discussioni ascoltate, tante urla...
Ho preso la decisione di mandarli al nido, tre volte a settimana, anche se siamo appena arrivati e anche se non conoscono una cippalippa della lingua. Ne ho assoluto bisogno e loro hanno bisogno di una mamma serena, io davvero non lo sono più da tanto tempo...alle volte mi chiedo se lo sono mai stata e se mai lo sarò...
So che il Vitellino è ancora piccolo, che con la Belva sarebbe stato meglio magari aspettare che capisse qualche parola in più di francese, ma ho bisogno di quelle poche ore per studiare francese e per sentire la loro mancanza, perchè da quando è nato il Vitellino ci siamo separati davvero molto molto poco e questo lungo perenne contatto mi sta mandando fuori di testa.
Anche perchè i loro bisogni aumentano e io non riesco a starci dietro: il Vitellino cammina e mi distrugge davvero tutto, sono quasi quasi tentata di risoprannominarlo Attila flagello di Dio; Serena invece chiacchiera continuamente e io mi sento sempre di non riuscire a dare abbastanza spazio a entrambi, arrivo esaurita al momento della nanna pomeridiana, così esaurita che se non si addormentano all'istante (cinque minuti mi pare un tempo lunghissimo...davvero assurdo, no?) inizio a dare di matto, ma in modo che mi rendo perfettamente conto io di quanto sia irragionevole, eppure non riesco a calmarmi. Lo stesso vale per la sera, anche se ho l'aiuto del Navigante.
Quindi che creche (=nido) sia. Anche se non sono convinta, anche se mi hanno fatto fare un inserimento lampo di una settimana, dove io sono stata presente solo il primo giorno (qui è la norma, altro che l'Italia, dove passa anche un mese!), anche se la maestra con cui la Belva ha fatto inserimento (e di cui parla ancora, tanto le era piaciuta) è andata via, anche se mi hanno chiesto mille volte di portare un ciuccio o un doudou e che mi hanno guardata frastornate quando ho risposto che loro non usano niente, anche se mi sono ritrovata il Vitellino in lacrime senza che nessuno se lo calcolasse ed aveva semplicemente caldo e sete, anche se sono un po' incasinati con il personale e decisamente hanno un altro modo di rapportarsi ai bimbi. Sono passate solo due settimane e già mi sento la classica mamma italiana chioccia che ha da ridire su tutto. Sono combattuta per certi versi se continuare a mandarli, ma d'altra parte so che si tratta di sole poche ore e per solo 3 giorni a settimana e che, soprattutto, questa esperienza all'estero ci deve insegnare proprio ad adattarci volenti o nolenti ad altri stili di vita, anche nell'educazione dei bimbi. E poi staremo qui almeno 3 anni, la Belva avrà 5 anni, il Vitellino 4, mica posso tenerli sempre con me! Anche perchè credo che ci ammazzeremmo a vicenda!!!
Spero di non fare troppi danni...spero che il nido non sia troppo per loro, spero che ci adatteremo tutti, spero che le mie urla diminuiscano o che per lo meno siano una percentuale minima rispetto ai sorrisi e alle risate, spero in un po' di serenità, spero che alla fin fine mi amino anche per la persona irascibile, senza pazienza e assolutamente imperfetta quale sono. Anche se li ho mandati al nido da piccolini per potermi fare un pacco di fatti miei.

17 commenti:

  1. Immagino che sia un periodo difficile con due bimbi così piccoli e nessuno a cui lasciarli ogni tanto per startene un pò da sola e tranquilla.
    Secondo me hai fatto la scelta giusta a mandarli al nido, credimi che non sarà così traumatico per loro (siamo noi mamme a pensarlo). E poi farà bene a te che sarai più serena durante il tempo che passerai con loro!

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  2. Meglio qualche ora al nido e la mamma serena che uno stress continuo per tutti :-)
    La conosci la metafora della maschera d'ossigeno? Quando ce n'è bisogno in aereo se la mette prima il genitore e poi il bimbo, perché se fosse il contrario magari il genitore sarebbe in difficoltà!
    Quindi se stai bene tu staranno bene anche i tuoi bimbi.

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  3. Carissima! Anzitutto, ben tornata da Zanzibar! E...che storia: rientro da Zanzibar e espatrio immediato in quel della Francia! Sei una vera dura!
    Cosa ti posso dire...io mando Zeno al nido (tutte le mattine) e all'inizio ero un po' presa male pure io. Però adesso, ti assicuro, va bene! All'inizio è molto difficile, per tutti...ma forse più per te che per loro. Tieni botta, vedrai che ne guadagnerete tutti e tu potrai finalmente trovare del tempo per te (e guadagnarci in salute).
    D'altra parte, però, non sentirti "in colpa" perché troppo chioccia...è normale che tu abbia delle perplessità e dei patemi d'animo ed è normale che tu voglia il meglio per i tuoi bimbi. Francamente trovo l'approccio "alla francese" (mamma al più presto al lavoro e a tempo pieno, bambini lasciati in nidi "pollaio" con inserimento minimo e minima considerazione) piuttosto fastidioso. Quindi se trovi il tuo bambino solo e urlante perché ha sete..hai tutto il diritto di incazzarti (non fosse altro, perché paghi e quindi un certo servizio lo pretendi). E se proprio, nella tua pancia, c'è qualcosa che ti dice "non funziona", prova a vedere altri nidi...non sono tutti uguali! Io ad esempio, nel primo che ho visitato (che costava anche poco, avevano posto e gli spazi erano anche carini) dopo qualche giorno, ho detto no... E ho cercato oltre. E ora sono veramente contenta!

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  4. Grazie a tutte! Il vostro sostegno e le vostre parole di incoraggiamento sono veramente una ventata di aria fresca!

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  5. hai fatto benissimo, tieni duro in fase di adattamento, sarà faticoso ma poi troverete una routine che convenga a tutti. 3 giorni a settimana sono la perfezione! Per te e per loro. Va benissimo. Esplora la città e poi accompagnali a scoprirla e soprattutto studia tantissimo il francese, senza di quello sei tagliata fuori, per dirlo alla oxford fottuta. Se hai bisogno di uan mano per la lingua, info pratiche o altro la mia mail è squabus at gmail
    coraggio sorella!

    mi è piaciuta tantissimo la metafora dell'ossigeno di Robin. E' dannatamente vero!

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    1. Infatti la prossima settimana inizio il corso.
      Ho visto che non abiti molto lontano da qua, magari ci incontriamo una volta!

      PS: commento mandato e ricevuto, ho l'approvazione attivata ;)

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  6. In francia in linea di massima tendono a cercare di rendere I'll bambino indipendente (ha sete? Domanda o fa capire che vuole acqua. Ha fame.idem, vuole giocare?va e prende I giochi, nn aspetta di essere servito) e contemporaneamente non forzano I distaccamenti dalla comfort zone: se I'll bimbo ha bisogno di ciuccio orsetto pannoilino etc x sentirsi sicuro di se e trovare I'll coraggio di sviluppare la sua autonomia, va bene, non sono ossessionati dal calendario tipo via ciuccio a tot anni via pannolimo a tot anni. Lo spannolinamento e' gestito dai genitori xche si pensa che questi sappiano meglio wqando I'll bambino e' pronto. E' una mentalita' piu' nordica senza essere anaffettiva, io mi ci son trovata bene xche combaciava con le mie idee su che tuipo di mamma essere e l ho abbracciata in pieno, ora ho una bimba che sa fare un milione di cose senza timori (tre giorni di asilo e ci corre dentro felice) ma ogni tanto ha bisogno del ciuccio x gestire le sue emizioni, in italia tutti mi rompono che ha ancora I'll ciuccio ma nn vedono com e brava gia a mangiare da sola, a riordinare I giochi dopo l uso, a stare al ristorante o in aereo...prova a cercare in italiano un libro di pamela duckermaN che si chiama bebe francese, cosi tu fai un idea della mentalita' locale e puoi capire cosa ti piace e cosa no

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    1. Sono d'accordo sull'indipendenza e l'autonomia, la Belva ha poco più di 2 anni e fa tutto sola, è già spannolinata, il ciuccio l'ha abbandonato a 18 mesi e a noi chiede l'acqua, non so se lo chieda alle maestre. Quello che mi preoccupa è il Vitellino, lui come fa a chiedere l'acqua, visto che ancora non parla? Più che spingere sull'indipendenza mi pare si comportino come diceva rosi mamma qualche commento più su, ossia con minima considerazione.

      Comunque a riprova che la storia dell'acqua non era molto normale, da quel giorno gliela danno sempre. Hanno detto che solitamente la danno di pomeriggio, ma visto che fa caldo ora la propongono anche la mattina (dato che l'abbiamo fatto notare più di un genitore). Se vuoi favorire l'indipendenza, la lasci a portata di mano, non la proponi tu ad orario, no?
      Comunque andrò a cercare il libro che suggerisci, può essere sicuramente interessante conoscere il loro metodo.

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    2. Andando a cercare, ho capito di chi parlavi e avevo letto diversi articoli a proposito. E, no, mi spiace non sono d'accordo.
      I bambini hanno bisogno di essere bambini dentro una famiglia, la socializzazione e la collettività arrivano dopo, intorno ai 3 anni, te lo saprebbe dire chiunque ha studiato un po' di pedagogia.
      A parte tutto, io sono decisamente più per un metodo diverso, dove autonomia e indipendenza vengono messe in primo piano, come anche i bisogni dei bimbi. Non può essere più importante andare a lavorare quando il bimbo ha ancora 4 mesi, piuttosto che prendersi cura di lui.
      Con questo non dico che i bisogni dei genitori debbano passare in secondo piano, ma che per i primi tempi sicuramente è il bimbo ad avere la priorità.
      Al nido i bambini hanno ancora bisogno di rassicurazioni, di comprensione e non solo di regole.
      Infine credo che un bambino che a 4, 5 anni abbia ancora bisogno del suo doudou (e ne ho visti parecchi) sia tutto fuorchè autonomo e indipendente; che poi si integri perfettamente nella società o non pianga mai o che non esprima mai un desiderio (o faccia i capricci che dir si voglia) è altra cosa.
      Sono assolutamente convinta che un bimbo sotto i 2 anni che chiami la mamma o il papà piangendo (per esempio per l'addormentamento) e non venga ascoltato, smetterà sicuramente di piangere, ma avrà imparato che mamma e papà non lo ascoltano in un momento di bisogno.

      Ecco questo a grandi linee è il mio pensiero, ciò non toglie che i miei nani andranno al nido qualche ora a settimana perchè hanno bisogno di una mamma serena e per svariati motivi io non lo so al 100%
      Scusa la lunghezza delle mie risposte, forse era meglio fare un post a parte :))

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  7. Guarda con me sfondi una porta aperta visto che mi sono tenuta la bimba a casa x tre anni e intendo far uguale con la piccola, volevo solo suggerirti I'll libro x farti capire con che "mainstream" hai a che fare, cosi' puoi prendere le tue misure ed intervenire sulle maestre,come gia' hai fatto col discorso dell'acqua, certo che se nn la lasciano a disposizione un bambino che nn parla muore di sete! Detto questo, io non ho adottato nessun manuale, ho letto tanto,ho osservato tanto,ho preso degli spunti da alcuni e fatto di testa mia x altri, nessun metodo fa dormire mia figlia se non e' oltremodo stanchissima :-)

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  8. La mia ha I'll ciucco a disposizione quando lo vuole, I'll doudou nn glien e mai importato niente fino a qualche mese fa quando e arrivata la paura del buio, non credo che far piangere un bambino che nn vuole dormire sia un sisdtema x allenarlo a non rompere..ma ci sono anche tante cose positive, che noterai nei prossimi anni, non sara' sempre guerra tra te e I'll sistema

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    1. Sì, immagino che troverò dei lati positivi :) Sono partita in quarta, perchè certe tematiche mi stanno molto a cuore, sono abbastanza un carro armato, devi scusarmi :))
      Comunque non so se conosci Jesper Juul, è un terapeuta familiare danese che ha scritto dei libri molto interessanti, mi ritrovo molto nel suo pensiero.

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  9. E' quello del "bambino competente"? Ne ho letto degli stralci, tanto buonsenso!
    Non ti scusare, e' ovvio che ci scriviamo per confrontarci e darci spunti a vicenda e questi sono temi che ci toccano da vicino e siamo sempre stanche coi nervi tesi,io per prima,ma non ho pensato neanche per un attimo che fossi un carroarmato: solo chi ha la coda di paglia si offende leggendo o scrivendo su internet (e di solito lascia I commenti offensivi o offesi da anonimo)

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    1. Sì, proprio lui! Il suo pensiero è in teoria perfetto per quanto mi riguarda, quello che mi frega è la pratica perchè la mia pazienza è praticamente inesistente e poi faccio fatica a staccarmi dai "metodi" con cui sono cresciuta e a cui sono abituata.
      Qui poi hanno un approccio talmente diverso che mi hanno un po' spiazzato. Ovviamente non aiuta nemmeno un po' che io non sappia farmi capire, perchè se mi parlano io capisco, ma non so rispondere.
      Fare la expat non mi ha dato problemi, ma la mamma expat è tutta un'altra storia!

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  10. vedrai che ce la fai! o meglio, loro ce la faranno molto prma di te: i bimbi si adattano, si fanno capire a gesti e imparano facilmente la lingua.
    tu...cerca di guardare e portare a casa il positivo che sicuramente c'è.

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I commenti sono graditissimi, se firmati ancora di più!