giovedì 22 marzo 2018

Discussioni

A mio marito hanno assegnato l'ufficio per i prossimi 2/3 anni. Il peggio che gli potesse arrivare, quello che aveva espressamente richiesto di non avere, quello che è da anni che io continuavo a dire sarebbe stato suo, ma che lui negava in maniera assoluta.
In realtà pare che gli orari non siano così disastrosi, però ci sono - ancora e ancora - alcune settimane di imbarco operativo. Sì, esatto, quello che doveva finire con il primo comando, esattamente 7 anni fa.
Avevo espressamente detto che se lo avessero mandato là, mi sarei trasferita da mia madre e già questo era stato elemento di forte discussione. Visti gli orari fattibili e la necessità di muoversi con macchina o scooter perché troppo lontano per la bici (il che aiuta a livello di orario di uscita e rientro), mi sono detta che avrei quantomeno potuto provarci, ma volevo essere chiara per quanto riguarda alcuni punti come la flessibilità, soprattutto in caso di bambini ammalati, e gli orari, perché sono già stata gabbata più volte, e non è ho proprio più voglia.
Non l'avessi mai fatto. Mi sono sentita vomitare addosso parole tipo "egoismo estremo" per l'ultimatum che gli ho dato e che "non ho le palle di trasferirmi perché so che è la scelta sbagliata" e quindi metto dei paletti assurdi, oltre al risottolineare come io voglia andare da mia madre a farmi tenere il dito in culo perché non riesco a gestire tre bambini da sola, pur non lavorando (frase che secondo lui avrei detto io).
Credo che quest'uomo voglia ritornare single.

martedì 20 marzo 2018

Ritornare è un po' come morire

Come ho già accennato nel post precedente, abbiamo passato questo weekend a Tolone, ospitati da amici; siamo partiti giovedì sera, in modo tale da poter andare venerdì mattina a scuola dei bimbi e salutare i vecchi amici e le maestre, per poi rientrare domenica nel pomeriggio e quindi poter passare un po' di tempo tra crepes, picnic in spiaggia, raclette e vecchie abitudini.
L'amica della Belva, la figlia degli amici che ci hanno ospitato, ha fatto la sua festa di compleanno sabato, due settimane in ritardo, e così hanno festeggiato tutti insieme. Poi la sera sono andata entrambe a casa di un'altra amichetta dove hanno fatto la loro amata Soirèe Pijama!
E' stato un bel weekend, è stato bello rivedere i vecchi amici, passeggiare in vie conosciute, riassaporare piatti e sapori, godere di un clima primaverile che mi ha fatto davvero bene. Un po' meno bene mi ha fatto vedere la Belva in lacrime che non voleva tornare a casa, che singhiozzando diceva "Voglio restare qui! Non voglio andare via"; lei, che perde il suo aplomb e mostra tutto il suo dolore nel lasciare un posto che considera casa a tutti gli effetti. A Roma ci sta bene, ma vedo che per lei non è lo stesso, vedo che la vita qua non le entra nel sangue come quella francese, tutto al contrario del Vitellino che invece ormai parla pure già romanaccio! (ma gli bastano sempre un paio di giorni e poi il francese torna a scorrere come niente fosse)
Ho cercato di non pensare a quello che abbiamo lasciato, è una cosa che ormai ho imparato a fare in tutti questi anni di nomadismo, ma vedere lei in quello stato mi ha scosso non poco. E credo abbia scosso anche quella roccia che è il Navigante, quello per cui tutto è normale, quello per cui "tanto ci si adatta" e "la vita è così punto".
In tutto questo chi si è divertito di più è stato sicuramente il Francese, non tanto per essere tornato nella sua madrepatria, visto che lui è ancora troppo piccolo per rendersi conto di tutto, ma quanto per aver preso l'aereo, cosa che lo ha eccitato moltissimo.
Il rientro è stato meno traumatico del previsto, la sveglia del lunedì è stata senza intoppi (ma ha aiutato moltissimo averli messi nel letto alle 19.30!) e la routine è ripresa a scorrere calma come sempre. In attesa di notizie, come sempre.

martedì 13 marzo 2018

Di pazienza ne abbiamo? Ehm...non a casa mia...

Siamo alle porte della primavera e io sono in fermento. Quando cominciano le belle giornate, il sole inizia a scaldare e le ore di luce aumentano, mi parte il cervello e mi cominciano a nascere idee, voglie di viaggi strani, nonché la stanchezza della routine invernale diventa un'amica costantemente presente.

Peccato che:
A. di belle giornate ce n'è pochissime, pare pure che debba tornare Burian e sta cosa mi sta uccidendo. Vedere questa enorme terrazza inutilizzata, anzi peggio usata tipo magazzino, da un lato mi innervosisce parecchio, dall'altro mi mette un'ansia non da poco pensando a quando mai troverò il tempo di risistemarla.
B. di routine invernale purtroppo non ne possiamo fare a meno per almeno un altro paio di mesi abbondanti, inoltre posso avere tutte le idee di questo mondo, ma la vita qui è piuttosto inquadrata per tutti, tra lavoro del Navigante, scuola e sport vari. Grazie al cielo c'è qualche break da qui a giugno, come le vacanze di Pasqua, alcuni ponti e due settimane in cui il Navigante andrà a lavorare a Madrid e noi ci infileremo da bravi prezzemolini.
C. i 4 anni in Francia ci hanno permesso di mettere via un po' di soldi che potremmo dover utilizzare a breve per svariate cosucce non proprio economiche. Ora non voglio piangere un morto che non c'è, ma tolti quei soldi, stiamo facendo un po' di fatica a restare nel mensile prefissato, la qual cosa mi mette sempre un po' di ansia, visto che io sono il ministro con il portafoglio di casa perché vado a far la spesa, ma sono anche quella che nel portafoglio non ci mette niente non lavorando.

Insomma un po' di nervosismo e ansia generalizzata, data anche dal fatto che stiamo aspettando di capire che fine farà il Navigante al termine del master che sta seguendo in questo momento; sarà sicuramente Roma, ma dove? Speriamo in un ufficio clemente, ce n'è uno pure a pochi chilometri da casa nostra, ma ho il terrore di quegli uffici dove sai quando entri, ma non sai quando esci, per non parlare del tragitto per arrivarci.
Passerà anche questa, come sono passate tutte le altre, ma questi sono i momenti che odio: l'attesa per qualcosa che potrebbe cambiare tutte le carte in tavola, il non poter far altro che aspettare, la mente che lavora per pensare a tutti i possibili scenari.
Per alleggerire il tutto pensiamo a questo weekend che sta per arrivare: si torna a Toulon per riabbracciare tutti i nostri amici e siamo tutti in fermento, bimbi per primi che non vedono l'ora di rivedere le loro maestre e i loro amici!

mercoledì 7 marzo 2018

Un misero weekend, ma tante emozioni

Il weekend a Parigi non solo è volato, ma sembra essere già passata un'eternità! Tra l'altro: siamo partiti venerdì, io ancora ammalata, con l'aereo in ritardo di un'ora e mezza causa vento (però senza figli...che pacchia! In tranquillità abbiamo aspettato chiacchierando e leggendo...una favola!), sabato sera arrivano notizie di un Vitellino con 39° di febbre, domenica a Parigi pioggerellina incessante e fastidiosa per tutto il giorno...insomma sto weekend non s'era da fà!!!
E invece contro tutto e tutti, siamo partiti e ci siamo goduti ogni singolo momento, anche se il periodo non è buono, anche se io era ammalata, anche se, anche se...niente se! I momenti per noi sono per approssimazione praticamente zero e quindi non potevamo permetterci di sprecare nulla.
L'idea di questa scappata veloce a Parigi è venuta per poter andare al Salon de l'Agriculture, una fiera agricola annuale dove vengono riuniti i diversi settori dell'agricoltura intorno a quattro principali ambiti: i prodotti gastronomici (che attira maggiormente la curiosità del grande pubblico), l'allevamento in tutte le sue forme, il mondo vegetale e i servizi e i mestieri dell'agricoltura.
Era un evento che ci aveva destato molta curiosità la prima volta che ne avevamo sentito parlare a Toulon da una coppia di amici norvegesi e ci era rimasta la voglia di andarci. Tra l'altro ci siamo trovati con questi amici norvegesi a casa di un'altra coppia di inglesi, entrambi parte del gruppo di expat al nostro arrivo in Francia e con cui abbiamo passato tre anni fantastici tra cene, aperitivi e picnic in spiaggia. E' stato bello rincontrarsi dopo così tanti mesi, riabbracciarsi in un luogo diverso, questo ritrovarsi così dà un senso a questa vita da girovaghi dove gli amici vanno e vengono, ma in fondo quelli veri restano sempre.
Insomma alla fine abbiamo passato il sabato intero alla fiera, terminando con una stupenda passeggiata nella Parigi by night che non ci era mai capitato di vedere, visto che nei nostri precedenti soggiorni abbiamo sempre prediletto le camminate diurne fino allo sfinimento serale; domenica poi ce la siamo presa con calma per poi andare tutti a pranzo fuori prima di prendere treno e aereo per il rientro in patria.
E' stato rilassante, tranquillo, ricco come solo un weekend senza figli può essere. Perché avere tre figli è bellissimo, appagante, divertente, una sfida continua, ma tornare ad essere semplicemente io&te è qualcosa di davvero inspiegabile, soprattutto per noi che non riusciamo a parlarci per giornate intere, crollando miseramente nel letto alle 21.30. So che in Italia lasciare i figli per curare la coppia è spesso visto in modo se non negativo, quantomeno sospetto, ma io trovo che sia un grande insegnamento che ci ha dato la Francia, del resto senza noi come coppia non esisterebbero loro tre!
E niente, attendiamo con ansia la prossima volta...

giovedì 1 marzo 2018

35 e sentirli proprio tutti...

Di cosa vogliamo parlare?
Della neve a Roma? No, dai che immagino non ne potrete più...però vi assicuro che è stato davvero emozionante svegliarsi con 20 cm di neve fuori dal balcone e marito a casa causa blocco dei mezzi (in bicicletta non era il caso...). Tutti a dire "eh, ma ad Oslo come fanno?" "eh, ma in Trentino le scuole sarebbero chiuse per tutto l'inverno" senza pensare per un attimo che prevedere un piano antineve in una città dove la neve non arrivava dal 12 febbraio 2010 è un inutile spreco di soldi. E senza pensare che nel Nord Europa quando le temperature arrivano intorno ai 30° la gente si rintana in casa...
Tant'è che ne siamo usciti, siamo rimasti a casa due giorni (+ oggi causa termosifoni guasti nella scuola dei due grandi), abbiamo giocato con la neve in giardino e ci siamo goduti questa vacanza inaspettata, aspettando quella delle elezioni, visto che la scuola è seggio elettorale.
Se volete posso lamentarmi dell'influenza che ha beccato prima la Belva, poi il Vitellino e infine me e il Navigante, che pur di andare a lavorare si è imbottito di farmaci e a malincuore ha lasciato a casa la bicicletta muovendosi con treni cancellati o in super mega ritardo.
Quindi ieri, vigilia dei 35 anni, ho passato la giornata con 39° di febbre e ringraziando la mia mamma venuta qui per tenerci i nani durante il weekend, mentre io e il Navigante ce ne andiamo - influenzati - a Parigi. Oggi, ho compiuto questi 35 anni sempre nel letto, con un mal di gola fortissimo e una febbre molto più blanda che per lo meno mi ha permesso di farmi il mio dolce preferito: il tiramisù! (nonché ricetta originale visto che io sono friulana :D).
Domani partiamo. E' da san Valentino che non riusciamo a risolvere alcune questioni. Non che non ci siano momenti per farlo, peggio, evidentemente non ne abbiamo voglia, cosa per me molto rara visto che tendo a voler risolvere tutto subito. Ma sono francamente stanca, la vita qui mi richiede uno sforzo incredibile e tutto quello che non concerne l'organizzazione della vita quotidiana, viene semplicemente accantonato per tempi migliori. Perché spero che prima o poi ci saranno tempi migliori no...?!?!
Per il momento ritorno sotto le coperte, devo fare il pieno di riposo prima della partenza...