giovedì 29 gennaio 2015

Pronti, partenza...

E quindi eccoci qua alla vigilia della partenza.
Ho due trolley, uno zaino, una valigia grande da imbarcare che attendono sulla porta, due nani eccitati che non si vogliono addormentare ma che domani dovrò buttare giù dal letto mezz'ora prima del solito, e lo stomaco sottosopra.
Sono eccitata come quando sono partita per il viaggio di nozze e non credo stanotte dormirò molto. Non lo so come mai, forse perchè è uno dei miei viaggi-sogno, forse perchè è la prima volta che organizzo un viaggio così tutta sola, forse perchè ho la responsabilità anche dei miei genitori oltre che di due nani scalmanati da intrattenere per un giorno intero di viaggio.
Comunque sono venuta qua per salutarvi tutti, ci si risente tra un paio di settimane, avrò un sacco di cose da raccontarvi, questo è certo!!

martedì 27 gennaio 2015

Ospite...particolare.

Da venerdì scorso abbiamo avuto un ospite in casa: Pompon, un orsetto di peluche, nonchè mascotte della classe della Belva.
Qui in Francia, o quantomeno a Tolone, c'è quest'usanza di avere una mascotte che va a turno nelle case di ogni allievo, per passare il fine settimana con lui e la sua famiglia; i momenti più salienti vengono fotografati e raccontati con delle piccole frasi nel quaderno del pupazzo in questione.
Non so di preciso cosa vogliano far passare come messaggio, cose come "la scuola ti segue anche a casa" o "non ti libererai facilmente di noi" :)) ma tutto ciò che fa in modo di collegare scuola e famiglia per me ha sempre un valore positivo. Ho più volte ripetuto quanto ami poter partecipare alla vita scolastica dei miei bimbi e se questo viene spinto anche dalla scuola non posso che esserne felice.
Bè con noi Pompon è venuto all'Ikea venerdì per comprare un paio di cosette, passare un po' di tempo a giocare nell'area bimbi e mangiare le amatissime polpette; sabato ha fatto un tuffo in piscina, assaggiato un vero e delizioso piatto di pasta italiana; ha partecipato alla nostra prima esperienza in un parco giochi indoor e, soprattutto, ci ha aiutati a fare le valigie per il nostro imminente viaggio (peccato Pompon tu abbia deciso di passare questa settimana con noi, perchè se avessi scelto la prossima saresti venuto alle Antille :D).
La Belva come suo solito non ha mostrato chissà quale grande interesse per questa novità (le novità per lei sono sempre un ostacolo...), tanto che lo stava dimenticando a scuola venerdì e, se non fosse stato per la maestra, Pompon avrebbe passato il fine settimana solo in classe, inoltre siamo sempre noi a ricordarle di portarlo con sè. Però sfoglia tantissimo il quaderno con le foto dei suoi compagni e non vede l'ora di poter anche lei far parte della storia.
È così strano trovarsi in una cultura scolastica completamente diversa, ma come al solito è arricchente per tutti trovarsi di fronte alle diversità del mondo.

E giusto così, non c'entra niente, ma questo è il mio 300esimo post...ammazza quanto parlo!!!

domenica 25 gennaio 2015

Parco giochi indoor, prima esperienza e riflessioni

Per oggi avevamo programmato una mattinata un po' al di fuori dei nostri schemi.
Premetto che qui nei dintorni ci sono moltissime possibilità di svago per i bambini, aperti in particolare il mercoledì (qui alcune scuole sono chiuse, altre fanno solo la mattina), il weekend venerdì compreso, durante le vacanze e giorni festivi in genere; molti sono i parchi tematici, le feste a tema, le attività dedicate e anche parchi gioco indoor, quest'ultimi però non hanno mai attirato molto la mia simpatia, anche se a pensarci bene da piccola mi avrebbero davvero fatto andare fuori di testa per la felicità.
Le ragioni di questa antipatia sono un po' vaghe: posti troppo rumorosi, costosi, con possibilità di mangiare ma con qualità scadentissima e, soprattutto, mi davano il senso di "rinchiudere" i miei figli dentro delle gabbie, super plasticose per giunta. Sì ok potete pensare che io sia una mezza mitomane piena di pregiudizi e un po' fissata, ma riconoscendo i miei limiti ho provato a sperimentarne uno grazie a un coupon di Groupon.
I prezzi di questi parchi nell'area di Toulon sono più o meno gli stessi: 9 euro per i bambini (alcune 6 euro per i bambini sotto ai 3 anni), genitori gratis, alle volte c'è la possibilità di pagare a ore (3 euro l'ora), spesso menù incluso con una maggiorazione di qualche euro, comunque non c'è la possibilità di portarsi da mangiare da casa quindi se si pensa di rimanere tutto il giorno si deve aggiungere il pranzo. Con Groupon abbiamo speso 15 euro l'entrata di due bimbi con menù compreso per entrambi che includeva: cheeseburger o nuggets, patatine fritte, bevanda e dessert.
Il parco aveva gonfiabili (scivoli e campo da calcetto), piscina con le palline, saliscendi, scale e torre in gommapiuma dove arrampicarsi, tappeto elastico, casetta, grandi blocchi di costruzioni, macchinine e moto...il paese dei balocchi, un po' plasticosi, non c'è dubbio, ma per i bambini di certo non è un problema.
I nani...oooh com'erano fuori di sè dalla gioia!!! Non sapevano dove saremmo andati di preciso, ma solo che ci saremmo incontrati con un'amica in un parco. Erano davvero incontenibili, non so proprio come abbiamo fatto a farli sedere per mangiare e a convincerli che era ora di rientrare, il Vitellino poi con l'eccitazione ha fatto pipì così tante volte addosso che ho perso il conto e, anzi, mi sono anche un po' spaventata in vista del viaggio di 15 ore per le Antille fracesi...
Il mangiare...nota dolentissima! Devo ammettere che non era caro come mi aspettassi, ma la qualità era forse peggio, se possibile, di quanto immaginassi. Abbiamo preso in realtà un croque monsier (tipo toast) perchè il cheeseburger era finito, ma comunque surgelato ed io l'ho mangiato a forza, mentre i bimbi quasi non l'hanno toccato, il panino prosciutto crudo e formaggio del Navigante invece non era malissimo, pane precotto, ma riempito con cose fresche.
Sono però rimasta davvero colpita dalla pulizia generale e dei bagni in particolare, che venivano passati e ripassati molte volte dalla ragazza che anche cercava di tenere in ordine tutto. Poraccia era continuamente che raccoglieva palle in un secchio per ributtarlo nella piscina :D Questo è decisamente un punto a favore, soprattutto in queste zone, dove una pulizia così non si deve dare decisamente per scontata.

Riflessione finale: continuano a non starmi simpatici, ma devo ammettere che quando fuori tira un vento assurdo e ci sono sì e no 10º come oggi (quindi impossibile pensare di andare al parco non prima delle 11 abbondanti) o magari piove da una settimana e di stare in casa non se ne può più, questi posti sono la manna dal cielo. A posteriori direi che l'idea di passarci mattinata + pranzo + qualche ora del dopo pranzo come aveva detto di fare oggi è eccessivo, anche solo un paio d'ore possono essere sufficienti, anche perchè i miei nani sono ancora decisamente piccoli per reggere ritmi di gioco sfrenato per così tanto tempo e infatti dopo aver pranzato siamo rimasti giusto una mezz'oretta e per le 14 erano già a fare la siesta, come tutti i giorni.
In Italia questi parchi sono ancora una rarità, anche in zone come le mie, molto piovose e fredde dove invece dovrebbero proliferare. Ne ho parlato con il Navigante per capire il perchè e abbiamo pensato che innanzitutto noi non siamo così rispettosi e i giochi finirebbero distrutti dopo poco (che tristezza!), inoltre forse siamo più propensi a fare passeggiate, ad andare al mare, in montagna o stare semplicemente davanti alla tv, lasciando i bimbi giocare in giardino o in casa. Inoltre da noi il bambino non è ancora visto come fonte di reddito, almeno non per strutture come queste, che necessitano di un certo numero di bambini e, soprattutto, di autorizzazioni e controlli fuori misura.
Voi cosa ne pensate?

lunedì 19 gennaio 2015

Due settimane alle Antille francesi, l'organizzazione

È la terza volta che provo a scrivere questo post, ho mille cose di cui vorrei parlare, è un periodo di umore sotto i tacchi, pazienza inesistente, tante cose da organizzare. Ho provato a fare un post di sfogo, l'ho riscritto rendendolo meno lagnoso, spiegando quello che sta succedendo, ma alla fine credo di aver bisogno di qualcosa che mi aiuti a vedere il bello.
E il bello in questo momento è una cosa molto frivola, nata dalla voglia di dimenticare uno dei dolori più grandi che abbia mai dovuto sopportare: un viaggio, un lungo viaggio ai Caraibi.
L'anno scorso stavamo iniziando a pianificare una settimana da passare in Martinique o in Guadalupe, ma poi sono rimasta incinta e quindi tutto è saltato. E se c'è una cosa che ho fatto appena uscita dall'ospedale dopo il raschiamento è stato proprio ricominciare l'organizzazine di questo viaggio, salvo però aggiungerci una settimana e fare entrambe le isole! Il Navigante di certo non poteva negarmelo e io ora ne ho proprio bisogno.
L'organizzazione è iniziata con l'acquisto del volo, dopo alcune ricerche ho trovato che la XL airways avesse i prezzi migliori e quindi trovate le date da incastrare con il lavoro del Navigante abbiamo prenotato Parigi-Pointe-a-Pitre e Fort de France-Paris.
Da una isola all'altra prenderemo il ferry, su internet non è possibile comprare i biglietti (anche se c'e scritto che prossimamente sarà disponibile), ma ci è stato assicurato che potremo farlo una volta là...speriamo...Mentre per arrivare all'aeroporto di Paris abbiamo la fortuna che da Toulon parte un tgv che arriva direttamente a Roissy, siamo stati un po' lenti nel riservarlo e i prezzi sono un po' saliti, ma facendo la carte Enfant alla Belva siamo rimasti nei ranghi.
Poi siamo passati alla ricerca, davvero lunga ed estenuante, dell'alloggio. Essendo in sei (si sono aggiunti anche i miei genitori...qualche litigata in più, ma baby sitter gratis e nani contenti!) subito abbiamo pensato a una casa e vagliare le mille offerte su entrambe le isole ha preso davvero molto tempo. Alla fine abbiamo deciso per una guesthose a Sainte Rose (nord di Basse Terre) in Guadalupe e una guesthouse a Vauclin (nella costa sud est) in Martinique.
Parallelamente ci siamo studiati varie guide in italiano e in francese, cercando di fare il punto su quello che vorremmo vedere (tutto!) nel tempo a nostra disposizione (poco!). Non credo mancheremo di visitare alcune isole intorno alla Guadalupe, il museo di cacao e quello del rhum, poi come al solito ci lasceremo ispirare.
Questi giorni sono stati dedicati alla ricerca dell'auto a noleggio e siamo al 50% del lavoro, per la Martinique ok, ora manca la Guadalupe. Ci sono davvero moltissimi siti e i prezzi possono variare anche di molto quindi la ricerca è davvero essenziale se si vuole risparmiare.
Poi ora si inizia con l'organizzazione del viaggio in treno e aereo: quante e quali valigie, giochi e distrazioni per il viaggio, riempimento di e-book con guide e libri, domenica poi inizierò a tirar fuori i vestiti estivi e fare una cernita di quelli da portare...
Ormai ci siamo quasi...mi merito questo viaggio, ce lo meritiamo tutti e io voglio e devo approfittare di tutto, ne ho davvero bisogno, ho ancora delle ferite aperte da curarmi e al ritorno dovrò affrontare altri 4 mesi senza il Navigante. Devo essere serena, per me e la mia famiglia.

lunedì 12 gennaio 2015

Io, me e Charlie

Da brava expat in Francia dovrei fare un bel post per Charlie. Dovrei parlare, scrivermi, indignarmi. Ma se c'è qualcosa che non mi descrive per niente sono proprio le discussioni religiose, etiche, politiche; motivo per cui avere la televisione spenta tutto il giorno ed essere estranea ai fatti di cronaca proprio non mi pesa.
Non sento particolare indignazione per quello che è successo forse perchè non sono francese, forse perchè nel mondo ne succedono ben di peggio, forse perchè sofferenza e morte impregnano il nostro pianeta fin dall'arrivo dell'uomo e inizio a non stupirmene più.
Non mi sento particolarmente vicina a questo popolo forse perchè questo popolo non si sa far voler bene, forse perchè seppur vicini geograficamente sono lontani anni luce dal nostro modo di pensare, forse perchè la loro cultura è permeata di qualcosa a noi del tutto estraneo: la libertà. A loro interessa solo la libertà, di parola, di espressione, di azione, non gli importa d'altro.
Non credo nelle manifestazioni, di nessun tipo, dagli scioperi alle marce, dai comizi agli insulti. Credo nel cercare nel proprio piccolo di fare il meglio, per te, la tua famiglia, il mondo intero, credo nella gentilezza dei piccoli gesti quotidiani, credo nell'amore e non nell'odio.
Ma rispetto, questo sì. Rispetto il dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari, rispetto queste persone che mi ospitano nel loro paese e che si sentono ferite, rispetto le persone che si sentono addidate da presunti giudici solo perchè portano un velo, perchè non mangiano un certo tipo di carne o non bevono un certo tipo di bevanda, ma non per questo colpevoli di quanto successo. Rispetto chi ha rispetto, non chi uccide o giudica o fa del male, non importa da che parte stia.

Quindi scusatemi se quando penso a cosa raccontare in questo blog mi vengono in mente le colazioni con le alleate, compagne di avventura in questi anni di vita francese, o i miei nani con cui giorno dopo giorno sto costruendo un rapporto sempre più stretto, o ancora alla mia vacanza imminente nei Caraibi (e scusate se quando hanno chiuso l'aeroporto di Roissy ho pensato che tra tre settimane parto proprio da là!), o infine al Navigante in procinto di partire per altri 4 mesi lontano da noi. Non è egoismo il mio o superficialità, ma proprio io con situazioni del genere non vado d'accordo, mi si tappa la bocca e tutto il fiume di parole che di solito esce inarrestabile, si blocca.
Per chi volesse sapere come si vive tutto ciò in Francia, anche se ben lontano da Parigi, posso solo dire che loro manifestano con una candela sulla finestra, una maglietta bianca con la scritta je suis Charlie, comprando tutti i quotidiani il giorno dopo l'accaduto e riunendosi tutti insieme nella grande piazza della città. In silenzio. Mentre in Italia si sprecano fiumi di parole, qui la vivono come fanno sempre, nel loro piccolo angolino, senza esternare nulla, senza rendere partecipe nessuno.
Bounjour, ça ca? Ça va merci et vous? Ça va...Au revoir! Au revoir!

venerdì 9 gennaio 2015

E il 2015 appena iniziato ci regala l'antibiotico!

Alla fine ci siamo riusciti, abbiamo cercato di scamparcela, ma l'antibiotico è arrivato. Per la Belva, come sempre, perchè sì, siamo tutti abbastanza forti e non ci prendiamo mai niente, non posso proprio lamentarmi, ma di solito quella che ne prende di più e peggio è la mia piccola nana.
Dopo la febbre alta di inizio anno, continuava ad avere una febbricciattola che non superava i 37.5º e che qui in Francia non considerano febbre, quindi lunedì è rimasta a casa ma poi martedì l'ho mandata all'ecole (l'epifania non è festa in Francia), anche perchè era attiva e tranquilla. Fino a ieri.
Si è svegliata piagnucolando, dicendo di essere caduta dal letto e di aver preso una botta nell'orecchio.
- Ma Belva dove sei caduta di preciso?
Abbiamo avuto due risposte:
1. sul cuscino
2. sul letto di Jacopo
...ehm...ok...forse è il sonno, forse sognava, ci siamo detti. E invece alle 10.00 mi chiamano dall'ecole dicendo che la Belva continua a piangere toccandosi l'orecchio. Ohi ohi...La visita dal medico non ha smentito: otite, tutto l'orecchio infiammato povera cucciola.
Quindi vagonata di gocce da mettere nell'orecchio, da prendere oralmente, antibiotico e fermenti lattici, niente piscina questa settimana, a casa anche oggi da scuola.
E ora niente, bisogna minacciarla che si comporti bene, altrimenti non le diamo le medicine e non può andare all'ecole. Eh sì, perchè la Belva è disperata, vuole andare all'ecole e inoltre adora le medicine O__o ma che figlia ho fatto?!?!

Alcune chicche di questo periodo malaticcio:
Il 2 gennaio, a pranzo:
- Belva, amore, so che stai male, ma dovresti mangiare qualcosina, altrimenti il tuo corpo fa fatica a guarire e non puoi andare all'ecole.
Alla fine ha finalmente mangiato un po' di pasta, dopo due giorni di quasi totale digiuno e afferma contenta:
- Papà la pasta mi ha fatto andare via la febbre!!

Il 3 gennaio, mentre si discuteva se farla andare a scuola o no, visto che il pomeriggio continuava ad avere 37.5º: - Papà, ma io posso andare all'ecole anche con la febbre se vuoi!

Una sera, prima dell'arrivo dell'otite, senza febbre, ma solo con tosse:
- Mamma la medicina!
- Sì, adesso ti do lo sciroppo per la tosse.
- Ma, mamma, io voglio anche quella rosa!! (n.d.r. tachipirina)

Grazie 2015! Era proprio quello che volevo, iniziare l'anno con malanni!! Chi ben comincia...

lunedì 5 gennaio 2015

Amici e tradizioni che nascono

Sono rientrata ormai da un paio di giorni e dopo aver disfatto le valigie, fatto mille mila lavatrici, essermi aggiornata sui vari blog, letto le decine di mail, essermi ripresa - quasi - dall'influenza sono pronta per tornare a raccontarvi di noi.
Del mio Natale ormai sapete tutto visto che ve ne ho parlato qui, qui e qui; del capodanno invece non ho mai accennato granchè, perchè ogni anno è sempre una sorpresa. Generalmente in quel periodo viaggio, l'ho fatto da sportiva, l'ho fatto con il Navigante (Norvegia, Svezia, Finlandia, Amsterdan...) e da quest'anno finalmente anche con i nani, sì perchè in questi tre anni non siamo mai riusciti per un motivo o per un altro a festeggiare in viaggio.
Quest'anno abbiamo organizzato quello che dovevamo fare l'anno scorso, ossia qualche giorno con due coppie di amici molto speciali. Due di loro hanno fatto il corso militare con me, quando ho conosciuto il Navigante, uno stava con una ragazza dall'età di 16 anni, che ho conosciuto ovviamente e con cui poi si è sposato e ha fatto una bimba dell'età della Belva; l'altra ha incontrato dopo l'uomo della sua vita, che si è trovato a lavorare a stretto contatto con il Navigante, e anche loro hanno una bimba coetanea della Belva.
Ci siamo ritrovati così anni dopo tutti a La Spezia con le nostre tre bimbe coetanee di pochi mesi. Ed è stata subito forte amicizia tra tutti, tra di noi come adulti, tra le bimbe prima e con il Vitellino dopo. Lasciarci dopo due anni (una coppia si è trasferita a Taranto qualche mese dopo la nostra partenza per la Francia) è stata dura, ma abbiamo continuato a sentirci, ritrovarci, rivederci a coppie o tutti insieme.
Avevamo già fatto un capodanno insieme a La Spezia, con un Vitellino duemesenne in piena fase di coliche e tre bimbe poco più che unennni. E abbiamo replicato quest'anno, di nuovo insieme, con una pancia in più (che era come la mia...il destino!), con un Vitellino duenne in piena fase terrible two e tre bimbe grandi che parlano di smalti, capelli lunghi e scarpe O__o A-I-U-T-O!!
Abbiamo deciso di andare sulla neve, anche se di neve quest'anno ben poca, abbiamo affitatto tre mini appartamenti in un agriturismo a Paesana, siamo andati a mangiare fuori, siamo saliti con la motoslitta in baita dove abbiamo giocato con la neve e abbiamo mangiato polenta concia e salsiccia. La mia famiglia era a mezzo servizio, visto che mio nipote l'untore ci ha attaccato un virus contaggiosissimo che ha prima falciato la Belva e il Navigante e poi, una volta ritornati a casa, anche me e il Vitellino, anche se in misura decisamente minore, però è stato comunque bellissimo.
Abbiamo discusso come facevamo davanti alla pizza, alle focacce o ai panigacci spezzini, abbiamo riso e fatto battute sconce, abbiamo urlato dientro ai bimbi, ma decisamente meno rispetto a un tempo, abbiamo fatto foto e girato video, ci siamo goduti tutto e tutti, tanto che alla fine il nostro gruppo su whatsapp è cambiato da "capodanno arriviamo" a "Dove andiamo il 31/12/15?".
Non ho mai considerato il capodanno come una festa da tradizioni, non ho mai sentito l'esigenza di festeggiare, di uscire, di fare per forza qualcosa, nè tanto mai ho pensato che avrei voluto fare sempre la stessa cosa. Ma questo capodanno, l'idea di passare tutti i prossimi capodanni in questo modo...mi rende felice e mi emoziona. È dura avere delle persone a cui vuoi così bene lontane, ma è bello sapere che sono sempre lì per te, che faranno sempre parte della tua vita e avranno sempre un posto speciale nel tuo cuore. Grazie a chi ha permesso tutto questo.