giovedì 27 febbraio 2014

Vigilia di un viaggio speciale

Ebbene sì, ci siamo quasi: domani ore 4 del mattino, macchina carica, nani ancora appigiamati, gatta nel trasportino e via verso l'Italia, prima tappa casa dei miei e poi domenica ci attende un lungo viaggio aereo verso le Seychelles, dove ci starà aspettando a braccia aperte il Navigante!
Quasi non mi sembra vero, questo viaggio significa tante cose: significa prendermi la responsabilità dei miei nani sola, farci un viaggio senza il Navigante che di solito è quello che tiene le redini della situazione, significa dovermi districare in aereoporti stranieri con solo l'aiuto di au Pair, e per fortuna che c'è!
Ma significa anche rivedere il Navigante dopo più di tre mesi, significa fare una settimana di vacanza con la sua presenza, di cui abbiamo fatto a meno per così tanto tempo, significa risate con lui, coccole con lui, giocare con lui in un ambiente nuovo da esplorare.
Eh, sì perchè questo viaggio significa anche, come ogni qualsiasi altro viaggio, andare alla scoperta del nuovo, in questo caso un nuovo piuttosto paradisiaco, stando alle tantissime foto che si trovano su internet.
E quindi oggi è una giornata un po' frenetica, ultime cose da preparare, valigie da chiudere e macchina da caricare, frigo da svuotare, finestre da sbarrare, casa da mettere in stand by per due settimane. Ho rubato qualche minuto alle molte cose da fare per scrivere questo post, perchè ho bisogno di staccare, di rilassarmi, di mettere nero su bianco questa mia agitazione e sperare che se ne vada, in modo che questa notte io riesca a chiudere occhio, anche se ne dubito altamente.
In camera c'è una valigia piena di vestiti estivi, una di vestiti invernali, uno zaino di libri e peluche per intrattenere i nani in aereo e un trolley con le cose utili in aereo: il cambio vestiti (partiremo con il freddo e arriveremo con il caldissimo), i pannolini, le salviette, i bavaglini, qualcosa da mangiare. Sono così eccitata che ho una paura folle di dimenticarmi qualcosa di indispensabile...ecco, i passaporti...meglio che vada a metterli subito in borsa!!!
E poi dopo una settimana in paradiso e una settimana a casa dei miei, torneremo qui a Toulon con la consapevolezza che manca meno di un mese per tornare ad essere di nuovo tutti insieme, ad essere di nuovo famiglia :)

lunedì 24 febbraio 2014

Prevenire e curare la candida con rimedi naturali

Sin da adolescente ho sofferto di candida e so che purtroppo è un problema comune a molte donne; per anni poi non ho più avuto questo problema che mi si è ripresentato a gennaio, dopo una settimana di antibiotici, unita allo stress del periodo e a un'alimentazione abbastanza sregolata per le feste natalizie. Questa volta, al contrario di un tempo in cui prediligevo medicine e creme topiche, ho cercato dei rimedi un po' più naturali e ho scoperto che per questo problema si può fare davvero molto, sia per prevenirlo che per curarlo.
Innanzitutto l'alimentazione è il primo gradino, la candida infatti è un fungo che cresce con prodotti di fermentazione quindi tutto ciò che ha zuccheri raffinati e lieviti la rende più forte. Quando la candida sta per morire, infatti, o anche solo quando ha difficoltà ad espandersi, si ha normalmente una voglia incessante di dolci. Di fatto si deve quindi cercare di eliminare almeno per un periodo tutti quegli alimenti contenti queste sostanze (compresi formaggi con muffe, alcool e caffeina).
Per ristabilire una buona flora intestinale, oltre a prediligere un'alimentazione ricca di fibre, sono ovviamente consigliatissimi i fermenti lattici, perchè la sola alimentazione non può fare molto in casi come il mio ad esempio, ossia dopo una settimana di antibiotici e quindi una flora intestinale distrutta. Per ripristinare o favorire le funzioni intestinali può essere utile assumere un cucchiaio di semi di lino, con un po' di acqua e senza masticarli. Infine includere nella dieta cibi ed erbe aromatiche funghicide, come lo zenzero, la cannella, l'aglio e l'origano.
Molto utili sono inoltre gli impacchi locali, soprattutto per sedare il prurito che porta questo fungo; si possono usare oli essenziali (tea tree oil e lavanda) da mettere nell'acqua e fare degli sciaqui oppure, se non si hanno a disposizione, si può mettere in ammollo la zona in acqua tiepida, aceto e sale. Ho letto inoltre che è molto efficace usato a livello topico, tipo crema per capirci, lo yogurt bianco senza zucchero, ricco di fermenti lattici, pare sia fenomenale.
Mi è stata poi consigliata una lavanda quotidiana preparata con:
- mezzo litro d'acqua fatta bollire
- un cucchiaio di argilla ventilata
- venti gocce di tintura madre di calendula
- dieci gocce di estratto di semi di pompelmo
- 5 gocce di olio essenziale di tea tree
e da applicare tramite un eteroclisma, ossia una sacca con applicatore che si può comprare in qualsiasi farmacia, per almeno una settimana ogni giorno e poi a giorni alterni per un'altra settimana, anche se il problema si risolve prima.
Per lavarsi sarebbe bene utilizzare dei detergenti a PH acido, non neutro, io ne ho uno con azione antimicotica grazie alla presenza dell'olio di Neem, e sarebbe inoltre opportuno non lavarsi troppo spesso, per non alterare le difese naturali del proprio organismo.
Ultima, ma non per questo meno importante, la raccomandazione di utilizzare intimo di cotone, possibilmente naturale e bianco, pantaloni comodi, non stretti, lasciando traspirare quanto più possibile la pelle, magari dormendo senza mutande.

E voi, avete qualche rimedio della nonna per questo fastidioso problema?

martedì 18 febbraio 2014

Cambiamenti: Italia VS Francia VS Spagna

Da quando sto con il Navigante ho già spiegato come i cambiamenti siano la nostra routine: si cambia casa, città, nazione ogni uno, due o massimo tre anni e di conseguenza si cambiano amici, conoscenti, necessità, stili di vita. Il cambiamento fa parte di noi e della nostra famiglia, questo è quello che vogliamo e ci piace, anche se a volte è un po' faticoso, soprattutto il non poter organizzare il tutto con un certo anticipo.
Mi sono però resa conto che questa nostra vita diciamo movimentata, mi mette in ansia quando la relaziono ai miei nani, ho paura di destabilizzarli, di non dargli la stabilità di cui hanno bisogno e le certezze con cui sono cresciuta io, sempre ferma nello stesso paese, nella stessa casa, con gli stessi amici. Razionalmente so che per loro invece questo tipo di vita sarà la normalità, sapranno relazionarsi a distanza con le persone care, sapranno farsi amici velocemente, potranno conoscere mondi differenti e questo non può essere che un bene per loro.
La mia ansia di mamma però non mi lascia tranquilla e discutendo con un'altra italiana che vive qui a Toulon, siamo arrivati a confrontarci riguardo a questo, in particolare confrontandoci con quello che invece i francesi pensano riguardo al cambiamento.
Il tutto è nato da un mio pensiero sulla esperienza della Au Pair: per noi è tutto molto positivo, anche troppo, tanto che i nani si sono affezionati a lei come fosse una sorella maggiore o una zia. Mi sto quindi chiedendo se è il caso in futuro di utilizzare di nuovo questa soluzione, rischiando di farli affezionare a persone che, dopo qualche mese a strettissimo contatto, non faranno poi più parte della loro vita o quasi.
Per i francesi invece cambiare au pair ogni anno è normale, come lo è anche cambiare ogni anno a scuola insegnanti amici, non rimanendo mai di fatto nella stessa classe, fin dalla prima elementare. Il cambiamento per i francesi è arricchimento, crescita, progresso. Come dargli torto? Come possiamo dire che si sbagliano, noi italiani, così ancorati fortemente a certe convizioni, alla nostra cultura, tanto da credere che ogni cambiamento possa essere dannoso o tutt'al più inutile? Come possiamo dire che il nostro sia il modo migliore di affrontare un mondo sempre più propenso al cambiamento veloce e immediato?
Gli estremi però non fanno mai bene e se da una parte vedo il nostro popolo rimanere ancorato tanto da rischiare di andare a fondo durante la prima tempesta, d'altra parte vedo un popolo, quello francese, capace di adattarsi e assolutamente incolume all'ansia da cambiamento, ma vedo anche un popolo che non riesce a creare legami davvero forti nemmeno con la famiglia d'origine, un popolo a cui interessa il proprio orticello e il resto non importa, un popolo che cambiando in continuazione non riesce a trovare un filo conduttore comune in nessun campo.
E poi penso agli spagnoli, fortemente legati al loro passato, anche più di noi, dove ancora resistono le famiglie con 12 figli, dove ci sono ancora le classi agiate, la monarchia, i militari di rango superiore che fanno mondo a sè, restii anche solo a mettere in discussione la loro routine, la loro vita, le loro convinzioni, anche le più ignobili come la corrida. Per loro semplicemente il cambiamento non è contemplato e se deve avvenire è senza dubbio l'ultima spiaggia, qualcosa di obbligatorio, non si destabilizzano, non si agitano nè si stressano (e quando mai loro??) però l'adattamento ecco non è propriamente il loro forte, se possono evitano il cambiamento come la peste.
E l'unica cosa che mi viene in mente è che in medio stat virtus, che in fondo il cambiamento può essere positivo o negativo, ma che non è nè il male nè il bene assoluto, è solo un momento specifico in una vita fatta di tanto altro. Questo lo so per certo se si tratta di me, ora devo solo imparare che vale anche se si tratta dei miei nani ;)


Con questo post partecipo al blogstorming di questo mese di genitoricrescono.

domenica 16 febbraio 2014

Botte da orbi

Ero partita ieri con un post su Au Pair, ma mi sa che lo lascio per più avanti, perchè c'è una questione che mi preme molto di più.
Dopo i malanni la Belva sta passando un periodo davvero pesante, sembra un'adolescente arrabbiata con il mondo intero e lo dimostra in particolare picchiando il Vitellino e la Gatta Koala, oltre che inveendo e alzando le mani contro di me quando la sgrido o la castigo. In tutto questo se prima il Vitellino subiva passivamente ora inizia a ritornarle con gli interessi, anche quando lei magari vorrebbe solo prendergli la mano o leggere un libro insieme, urlando "nonono!!! viavia!!"
Non so più a che santo votarmi. So che le liti tra fratelli sono normali e sane per certi versi, ma non riesco a capire da dove arrivi questa improvvisa ondata di violenza e cattiveria.
Sto facendo un esame di coscienza, cercando di capire se la causa di ciò posso essere io o meglio il mio carattere nervoso e a tratti aggressivo, forse mettere qui nero su bianco i miei pensieri mi può aiutare a vedere le cose dal di fuori, oltre che ovviamente sperare in qualche miracoloso antidoto di mamme più esperte :))
Di base sono contro il picchiare i bimbi, niente schiaffetti sulle mani nè sculaccioni di punizione, ma ci sono volte in cui proprio non riesco a trattenermi e la mano parte sola, è più uno sfogo mio, non è assolutamente il modo in cui voglio crescere i miei figli, perchè sono convinta che l'imitazione sia alla base dell'educazione e se io rispondo con le botte a qualcosa che non mi va, di sicuro lo faranno anche loro prima o poi. Quando succede quindi mi sento prima di tutto una fallita (come madre) e poi una persona non coerente, che chiede di non alzare le mani e poi lo fa lei stessa; normalmente quando le acque si calmano chiedo scusa e spiego le mie ragioni, ma non sono molto convinta che questo possa aiutare, non nel breve periodo per lo meno.
Altro punto a mio sfavore, di cui ho già ampiamente parlato in passato, io sono una persona che urla, quando mi arrabbio perdo proprio il lume della ragione, ma in generale con tutti, non solo con i bimbi, e sicuramente il Navigante ve lo potrebbe confermare. E quindi se io urlo, come posso sperare che mia figlia non lo faccia quando si arrabbia con me? E, soprattutto, quando lo fa, perchè mi arrabbio ancora di più?
Inoltre questa spirale di nervosismo ci tiene intrappolati da ormai due settimane, senza che si riesca a scorgere la luce in fondo al tunnel. Io dal canto mio sto cercando davvero di calmarmi, di lasciarli che se la vedano da soli, ma sono urla continue, soprattutto del Vitellino che non fa altro che piangere, anche quando in realtà la Belva non gli fa niente oppure è lui ad essere andato ad infastidirla, ma ne esce perdente.
So che probabilmente è una fase, che questo lungo periodo senza il papà e in inverno, quindi sempre chiusi in casa o malati, non fa altro che incancrenire certe situazioni e che l'unica cosa che posso fare è cercare di affrontare il tutto con più calma, spiegando perchè non si fa, ma tutto ciò non mi aiuta affato, anzi mi rende solo più difficile affrontare queste ultime lunghe settimane.
Bene, detto questo...avete antidoti miracolosi da darmi pliiiiss??

venerdì 14 febbraio 2014

I francesi (prima parte)

È un po' che pregusto questo post...dai, in fondo sparlare dei francesi è uno dei passatempi migliori che abbiamo quasi tutti noi italiani, non possiamo nasconderlo! Se ne sentono di tutti i colori, str..., maleducati, sporchi, che fanno finta di non capire quando tenti di parlare francese...prima di arrivare qua mi chiedevo quanto e se avrei sfatato queste dicerie.
Per ora, dopo circa 6 mesi quello che so è che i francesi sono proprio diversi, mentre gli spagnoli possono essere considerati nostri cugini, loro sembrano essere un lontano eccentrico parente che con noi ha solo delle radici storiche comuni.
I francesi ti salutano e risalutano e ti dicono grazie, prego, scusi mille e cinquecento volte, ma poi se fai un piccolo sgarro non ci mettono nemmeno cinque secondi a sottolineare la tua inettitudine, il tuo errore, la tua malafede. Poi dopo una settimana ti accorgi che magari loro fanno di peggio infischiandosene altamente.
Esempio pratico: dopo un mese che eravamo arrivati il vicino è venuto a sottolineare di non lasciare la macchina davanti alla porta tutta la notte (mai fatto, solo qualche ora caso ma per comodità) che ci sono gli spazi appositi. È lo stesso vicino che poi parcheggia sistematicamente nel posto dei disabili e che ora che ha la bambina nata da un mese ha la macchina fissa davanti alla porta O_O
O vogliamo parlare della direttrice della creche che è un continuo "bonjour, pardon, au revoir" e salamelecchi vari, per poi lasciarti messaggi minatori e farti la predica perchè non ho chiamato lunedì per avvisare dell'assenza dei nani, dopo che avevo chiamato giovedì per avvertire che erano malati? Stessa direttrice che poi, quando si dimentica di cambiare il pannolino al Vitellino, il giorno della giornata con lo spettacolo di magia, si offende quando glielo si fa notare dicendo "avevamo troppi bambini da guardare" e questo sarebbe un mio (anzi del Vitellino che si è tenuto il pannolino sporco dalla mattina alle 8) o un tuo problema??
Però voglio sfatare il mito del francese che fa finta di non capire se non pronunci perfettamente, non è che fanno finta, è che proprio non capiscono!! Sono proprio bloccati con la loro lingua, non hanno un'apertura mentale adeguata per venire incontro a poveri sventurati stranieri. La cosa è per loro davvero problematica, è un limite davvero difficile da superare e quando trovi un francese un po' più aperto degli altri e magari ti scusi per il tuo francese, la risposta è sempre "magari sapessi io parlare italiano come tu parli francese!". Sembra che proprio il loro cervello non ce la possa fare quando si tratta di altre lingue.
Per quanto riguarda gli altri stereotipi, posso solo dare una visione superficiale non conoscendo ancora perfettamente questo paese, quindi beccatevi un bel ...to be continued!

lunedì 10 febbraio 2014

Per un'uscita

Succede che decido di uscire la sera per una ladies night con le army wifes e mollare i nani alla Au Pair, prima volta che i nani vengono allettati da qualcuno che non sia io, il Navigante o la nonna.
Succede che a inizio settimana il Vitellino inizia a star male, poi fa star male me, poi fa star male la sorella e infine torna a star male lui, ma siamo solo a metà settimana e venerdì, giorno dell'uscita, è ancora lontano.
Poi succede che alla Belva peggiora questo fungo o eczema o quel che è, che ha su patata e culetto da quando siamo arrivati qui in Francia. Abbiamo provato di tutto, ma ancora non abbiamo capito cosa sia e perchè venga. Quindi andiamo dal docteur, unico momento utile h.19.15 di venerdì, solo un quarto d'ora prima della mia ladies night.
Quindi mi lavo, mi vesto per uscire e vado dal docteur tutta in tiro, che secondo me avrà pensato che ci sto provando. Visita la Belva, mi da una crema per adulti perchè sta cosa ha preso troppo piede e, già che c'è, le fa una visitina generale...responso: 38º di febbre!!!
Esco lo stesso imperterrita, tanto sono a meno di 500mt, vado in auto perchè ho una teglia di tiramisù da portare e non mi va di farmela a piedi con sto chilo di tiramisù tra le mani. Parcheggio in una stradina secondaria un po' dissestata e vado a divertirmi un po'.
Alle undici Au Pair mi whatsappa che la Belva si è svegliata piangendo per il mal di gola, decido di rientrare e quando arrivo alla macchina mi ritrovo la gomma completamente a terra. Torno a casa pian piano, quasi con le lacrime agli occhi, pensando che tutto questo è stata la mia punizione al voler uscire una sola sera.
La storia finisce così: la Belva ancora malata, il Vitellino pure, passiamo notti infernali di tossi, pianti e chi più ne ha più ne metta, giornate in casa da suicidio con nani nervosi che si arrampicano sui muri, forse oggi è il primo giorno di normalità.
E la macchina? Siccome la VW non ha predisposto una ruota di scorta, ti da il soccorso con carro attrezzi gratuito anche all'estero, quindi sabato se la sono venuti a prendere dicendo che me l'avrebbero riportata lunedì pomeriggio (per una gomma????). Ora hanno appena chiamato dicendo che se hanno la gomma riparano subito, sennò se ne parla per domani o dopodomani...dico io: ed è una gomma, se succede qualcosa al motore????????

Ora evito ogni altro genere di commenti, vi riporto solo quello che mi ha detto mia sorella: Sfiga è il tuo secondo nome!...come darle torto?

venerdì 7 febbraio 2014

AVVISO

Sono in fase di manutenzione! Sto unendo i miei due blog A.A.A.bimbo cercasi e L'angolo di me stessa, entrambi sotto quest'ultimo. Appena ho ben sistemato torno!
Se notate qualche incongruenza segnalatemelo pure in un commento a questo post, grazie!

giovedì 6 febbraio 2014

Chi di unzione ferisce...

Due giorni fa lamentavo di essere uno zombie causa unzione del Vitellino. Ieri è stata la volta della Belva che poveretta se l'è beccata proprio forte e ho dovuto darle la tachipirina perchè la febbre ha subito un'impennata pazzesca verso l'ora di pranzo.
Bè, mi sono detta, visto com'era andata a me e al Vitellino, tanto è una giornata poi passa tutto...
Seeeeeeeeeee...mentre la tachipirina lavorava velocemente sulla Belva, tanto velocemente il Vitellino si trasformava in zombie con febbre e un raffreddore da paura.
Nooooo, il circolo senza fine nooooo, non ce la posso fare!!!
Però, dopo ennesima notte con mille risvegli, nasi chiusi, tante bevute del Vitellino, Belva che si fa cambiare pannolino, io che sudo come fossero 40º...ad oggi nemmeno una linea di febbre, ma tanto di quel moccio che posso riempirci la piscina per l'estate. Fortuna che lunedì ho comprato scorta di fazzoletti, anche se siamo ormai in dirittura d'arrivo con l'inverno.
Dramma su dramma ho finito lo spray omeopatico che tiene il naso libero e dramma su dramma nella farmacia qui vicino non avevano niente di simile, mi hanno rifilato uno spray fludificante con Bromure de benzododécinium, che ok, va bene, non sono anti-medicine, ma volevo qualcosa di un po' più naturale per combattere un semplice raffreddore! Vabbè continuerò con le pippette di fisiologica e a mali estremi useremo lo spray.
Insomma qui un bollettino medico continuo, solo Au Pair per ora si salva...per ora...

martedì 4 febbraio 2014

Influenza e chicche della Belva

Ancora una volta il Vitellino fa l'untore, lui si becca qualche notte di eterni risvegli, un giorno di febbriciattola e sta bene, io invece sono qua mezza moribonda da domenica che faccio fatica a tirare avanti, anche perchè comunque di notte i suoi risvegli me li ciuccio io e quindi addio riposo. In questi momenti ringrazio sentitamente di aver preso la decisione di avere un au pair in questi mesi senza Navigante, da sola non ce l'avrei mai fatta, e ringrazio anche colui che mi ha mandato un au pair così brava e a cui posso fare sempre affidamento.
E quindi ieri la mia piccola Belva è andata alla creche da sola, l'ho accompagnata io, eravamo sole, silenzio in macchina, abbiamo camminato una accanto all'altra tranquillamente, tutto è stato semplice. E io che mi lamentavo che avere un figlio era difficile...averne due è un continuo incastrare tempistiche, momenti di coccole, di preparazione, è un delirio, ma un delirio pieno d'amore. Stare sola con la Belva mi fa respirare, mi rilasso, tutto è più semplice, anche se un po' noioso. Posso ascoltarla senza avere un'orecchio verso di lei e uno verso il Vitellino, posso non forzarla a muoversi e camminare perchè non ho un bimbo iperattivo di più di 10kg in braccio, posso semplicemente ammirarla nella splendida bambina che sta diventando.
Non che il Vitellino mi dia noia...bè ecco se mi lasciasse dormire un po' di più sarebbe meglio...però ecco lui ancora è in quella fase dove deve cercare il suo posto nel mondo, deve capire i limiti, deve esplorare ed è un po' dura per me che sono sola riuscire a cogliere la bellezza di questo momento.
E poi la Belva è ormai entrata in pieno nel mondo delle discussioni e delle conversazioni, chiacchiera, fa frasi sempre più complesse, sia in italiano che in spagnolo, il francese si sta pian piano prendendo il suo spazio. e mi fa davvero morire dal ridere.

E la chicca della settimana è questa:

La Belva: voglio l'acqua!!!
Io: e io voglio la pace nel mondo...
La Belva: NO!!!! Sono IO la pace nel mondo!!!!

O____O comiciamo bene!!! Capite cosa intendo?