Periodo particolarmente intenso per quanto riguarda luoghi nuovi da visitare e vita sociale in genere, soprattutto nel fine settimana, tanto che che arrivo la domenica sera pensando stremata "Sì, finalmente domani è lunedì e mi rilasso un po!".
Durante la settimana, pur non lavorando, sono sempre abbastanza di corsa, tra impegni quotidiana, spesa, creche, corso di francese, poi ho anche deciso di andare in palestra almeno 3 volte a settimana (dopo la seconda gravidanza sono ritornata al mio peso più o meno, ma ho guadagnato comunque una taglia, sono disperata!) quindi la giornata mi vola.
I nani, dopo un paio di settimane davvero infernali, si sono ritarati ed io con loro, quindi siamo tutti un po' meno agitati e strilloni. Stanno crescendo a vista d'occhio, la Belva fa dei ragionamenti che mi lasciano davvero basita e il Vitellino ormai si è lanciato nell'avventura del parlare e non lo ferma più nessuno. Sono una forza della natura anche durante i nostri movimentati weekend, non perdono un colpo, anche se poi la sera è un travaglio perchè sono stancherrimi!
Stiamo organizzando poi la nostra estate, le vacanze in Bretagna con il camper (nuova esperienza per tutti!), le varie feste di compleanno che ancora non so se accorpare o meno (la Belva compie gli anni a luglio quando molti non saranno qui), il mio progetto, tanti amici da incontrare (tra cui una nuova amica expat incontrata sabato per la prima volta dal vero!) e da ospitare.
Insomma giornate piene! Sorrido se ripenso alla mia vita da expat in Spagna, sola, senza figli, senza una vera routine, a bighellonare annoiandomi spesso e volentieri a morte. Alle volte vorrei tanto poter passare una giornata come allora, ma poi penso che in questo momento sono proprio contenta e ho tutto in equilibrio, tanto che mi aspetto a breve qualche drastico cambiamento. Per ora mi godo il momento!
lunedì 26 maggio 2014
giovedì 22 maggio 2014
Mi intervistano!
Niente post, solo un annuncio: anche io sono stata finita sulla bellissima rubrica di Alessandra - Mommyplanner sulle famiglie expat nel mondo!
Sono molto emozionata innanzitutto perchè amo moltissimo quella rubrica e poi perchè, con questo blog, ho sempre cercato di rimanere quanto più possibile nell'anonimato e invece nell'intervista ho raccontato tutta la nostra storia, messo foto (anche se non sono visibili i volti) e pure il mio nome! Mi sento come una timida scolaretta che racconta di sè in piedi davanti a tutta la classe :))) Bugia, mai stata timida io!!! :D
Andate a darci un'occhiata, sia alla mia intervista che spero vi piaccia, sia a tutto blog, Alessandra mette foto magnifiche e racconta un sacco di cose interessanti! Vedere per credere ;)
Sono molto emozionata innanzitutto perchè amo moltissimo quella rubrica e poi perchè, con questo blog, ho sempre cercato di rimanere quanto più possibile nell'anonimato e invece nell'intervista ho raccontato tutta la nostra storia, messo foto (anche se non sono visibili i volti) e pure il mio nome! Mi sento come una timida scolaretta che racconta di sè in piedi davanti a tutta la classe :))) Bugia, mai stata timida io!!! :D
Andate a darci un'occhiata, sia alla mia intervista che spero vi piaccia, sia a tutto blog, Alessandra mette foto magnifiche e racconta un sacco di cose interessanti! Vedere per credere ;)
martedì 20 maggio 2014
La paura del mondo esterno
Una frase, passeggera, detta in tono tranquillo, senza grande enfasi "la maestra ha dato una botta a Jules" da una bambina che solitamente non racconta niente della creche, ma che ieri era in vena di chiacchiere.
Mi si è momentaneamente gelato il sangue prima, per poi ripartire a mille e far ingrippare il cervello a suon di pensieri "Cos'ha voluto dire?" "Cosa sarà successo?" "Ma sarà davvero successo?".
Ho cercato di indagare, con una calma che decisamente non mi appartiene, e dalle parole della mia Belva sembrava proprio che una maestra avesse fatto male/dato una botta a un bimbo e che lo avesse fatto di proposito.
Io sono...o forse sarebbe meglio dire ero prima di diventare mamma...della scuola che le maestre, gli insegnati, in generale gli adulti dovrebbero essere per il bambino un punto fermo da cui imparare, non qualcuno da combattere e contro cui scontrarsi per difendere il figlio, che ha sempre ragione. Sono della scuola che se la maestra ti ha punito aveva le sue ragioni, che se prendi un 2 o vieni bocciato la colpa è tua e non di un insegnante che ti ha preso di mira, perchè queste persone prendono i nostri figli e li allevano dopo di noi, hanno nelle mani il loro futuro e quindi della società in generale, faccio quindi fatica a vederci del marcio.
Poi mi sono scontrata con quegli occhi candidi, ho rivisto i miei sensi di colpa quando urlo troppo o mi parte uno scapellotto e ho incrociato immagini di telegiornali dove si parla delle peggio nefandezze fatte a dei bambini ancora più piccoli di lei. Per un attimo mi sono sentita la madre peggiore al mondo perchè ho deciso di farle fare tre ore di asilo tre volte a settimana, perchè non mi sono posta il problema di affidare a mani estranee i miei figli, perchè mai posso essere davvero sicura che vada tutto bene.
Sono ovviamente andata a parlare con la maestra in questione, insieme a mio marito che padroneggia molto meglio la lingua, poi anche la direttrice ha voluto parlare con me e ovviamente hanno negato che si utilizzino certi metodi e la direttrice ha rimarcato più volte che se mai vedesse una cosa del genere sarebbe la prima a prendere provvedimenti. Abbiamo cercato di capire cosa possa essere successe perchè siamo entrambe d'accordo che se la Belva ha raccontentato questo, qualcosa deve averla colpita, lei mi ha detto che il bimbo in questione parla molto bene e forse ha detto qualcosa tipo "mi hai fatto male" mentre veniva sgridato o portato al coin, che sarebbe un angolino dove fanno sedere i bambini se fanno qualcosa che non va, dove li fanno calmare e li fanno pensare a quello che è successo.
Sono ancora molto scossa e probabilmente si nota da questo post, scritto un po' alla rinfusa, mescolando fatti ed emozioni. È già un periodo un po' complicato, dove la Belva non fa che dire no, non fa che opporsi, non fa che cercare i limiti, non fa che imitare i nostri lati peggiori. Sono una che si mette sempre in discussione, che sa i suoi limiti e fa fatica a darsi una buona pacca sulla spalla, quindi non ho pensato nemmeno per un secondo che questo suo volerci mettere continuamente alla prova, sia il risultato di qualcosa che abbia fatto o detto qualcun altro e non io (egocentrica!). E se invece volesse semplicemente farci capire il suo malessere fuori dalle mura di casa?
Mi rendo conto, razionalmente, che la cosa più probabile è che stia passando una fase, ma dopo aver sentito quella frase inizio a convincermi che forse io, le mie urla, i miei scatti di rabbia siamo decisamente il meno peggio che possa capitarle nella vita...
Mi si è momentaneamente gelato il sangue prima, per poi ripartire a mille e far ingrippare il cervello a suon di pensieri "Cos'ha voluto dire?" "Cosa sarà successo?" "Ma sarà davvero successo?".
Ho cercato di indagare, con una calma che decisamente non mi appartiene, e dalle parole della mia Belva sembrava proprio che una maestra avesse fatto male/dato una botta a un bimbo e che lo avesse fatto di proposito.
Io sono...o forse sarebbe meglio dire ero prima di diventare mamma...della scuola che le maestre, gli insegnati, in generale gli adulti dovrebbero essere per il bambino un punto fermo da cui imparare, non qualcuno da combattere e contro cui scontrarsi per difendere il figlio, che ha sempre ragione. Sono della scuola che se la maestra ti ha punito aveva le sue ragioni, che se prendi un 2 o vieni bocciato la colpa è tua e non di un insegnante che ti ha preso di mira, perchè queste persone prendono i nostri figli e li allevano dopo di noi, hanno nelle mani il loro futuro e quindi della società in generale, faccio quindi fatica a vederci del marcio.
Poi mi sono scontrata con quegli occhi candidi, ho rivisto i miei sensi di colpa quando urlo troppo o mi parte uno scapellotto e ho incrociato immagini di telegiornali dove si parla delle peggio nefandezze fatte a dei bambini ancora più piccoli di lei. Per un attimo mi sono sentita la madre peggiore al mondo perchè ho deciso di farle fare tre ore di asilo tre volte a settimana, perchè non mi sono posta il problema di affidare a mani estranee i miei figli, perchè mai posso essere davvero sicura che vada tutto bene.
Sono ovviamente andata a parlare con la maestra in questione, insieme a mio marito che padroneggia molto meglio la lingua, poi anche la direttrice ha voluto parlare con me e ovviamente hanno negato che si utilizzino certi metodi e la direttrice ha rimarcato più volte che se mai vedesse una cosa del genere sarebbe la prima a prendere provvedimenti. Abbiamo cercato di capire cosa possa essere successe perchè siamo entrambe d'accordo che se la Belva ha raccontentato questo, qualcosa deve averla colpita, lei mi ha detto che il bimbo in questione parla molto bene e forse ha detto qualcosa tipo "mi hai fatto male" mentre veniva sgridato o portato al coin, che sarebbe un angolino dove fanno sedere i bambini se fanno qualcosa che non va, dove li fanno calmare e li fanno pensare a quello che è successo.
Sono ancora molto scossa e probabilmente si nota da questo post, scritto un po' alla rinfusa, mescolando fatti ed emozioni. È già un periodo un po' complicato, dove la Belva non fa che dire no, non fa che opporsi, non fa che cercare i limiti, non fa che imitare i nostri lati peggiori. Sono una che si mette sempre in discussione, che sa i suoi limiti e fa fatica a darsi una buona pacca sulla spalla, quindi non ho pensato nemmeno per un secondo che questo suo volerci mettere continuamente alla prova, sia il risultato di qualcosa che abbia fatto o detto qualcun altro e non io (egocentrica!). E se invece volesse semplicemente farci capire il suo malessere fuori dalle mura di casa?
Mi rendo conto, razionalmente, che la cosa più probabile è che stia passando una fase, ma dopo aver sentito quella frase inizio a convincermi che forse io, le mie urla, i miei scatti di rabbia siamo decisamente il meno peggio che possa capitarle nella vita...
giovedì 15 maggio 2014
Un cammino graduale
Il tema del blogstorming di genitoricrescono di questo mese è un tema che mi tocca molto da vicino, perchè sono ormai anni che il cibo buono e la sana alimentazione fanno parte della mia vita.
Tutto è probabilmente iniziato con il mio essere a casa, senza lavorare, in un paese straniero, ho cominciato a cucinare piatti e preparazione che invece prima compravo, ho aperto un foodblog, sono entrata nel mondo del cakedesign; poi è arrivata la prima gravidanza e con essa la consapevolezza che dovevo saperne di più, ho fatto corsi, ho imparato a fare a meno di molti preconcetti imparati da piccola, che per esempio mettevano la carne al di sopra di ogni altro alimento, ho cominciato a leggere sul serio le etichette, a seguire la stagionalità, a fare a meno di tante cose che prima mi sembravano essenziali e ora anche il progetto di cui vi parlavo nel post scorso sarà attinente in qualche modo a tutto ciò.
Il tutto si è unito a una sensibilità verso l'ambiente sempre più crescente, ho incrociato quindi parole come decrescita, natural e bio, il tutto senza smettere di mangiare, ma anzi diventando quando serviva più critica ed esaltando invece sapori nuovi o prima mai apprezzati.
È stato un cammino molto graduale, all'inizio mi ero ripromessa di non diventare una talebana in questo senso, ma ora mi ritrovo a boicottare catene, ad evitare determinati marchi, a cambiare abitudini alimentari se trovo qualcosa che non quadra, a fare il 70% delle cose homemade e a curare un giardino di zucchine e melanzane.
Da poco ho comprato un libro all'Ikea qui in Francia (ma penso che ci sia anche in Italia) che parla di come cucinare in modo sano con un occhio di riguardo anche per l'ambiente e mi sono sorpresa a ritrovarmi in quasi tutto quello che veniva consigliato.
Sento che questo nostro cammino così graduale e senza forzature sia ottimo anche come insegnamento ai bambini, che ho felicemente autosvezzato (qui e qui due post riguardo a questo), sia per una questione ambientale sia per quanto riguarda l'approccio al cibo.
Non mi sento perfetta, assolutamente, adoro il junk food, che però cerco di preparare in casa una volta ogni tanto per togliermi lo sfizio, amo fare e mangiare i dolci, mi piace sollazzarmi al ristorante, non compro tutto bio, continuano a piacermi certe cose industriali anche se le evito...insomma di strada da fare ne ho tanta, ma mi piace pensare che sto facendo già molto, come educazione all'alimentazione e al rispetto per l'ambiente, e spero che i miei figli sapranno apprezzare, capire e condividere questi nostri valori nel loro futuro da adulti
Questo post partecipa al blogstorming di questo mese.
Tutto è probabilmente iniziato con il mio essere a casa, senza lavorare, in un paese straniero, ho cominciato a cucinare piatti e preparazione che invece prima compravo, ho aperto un foodblog, sono entrata nel mondo del cakedesign; poi è arrivata la prima gravidanza e con essa la consapevolezza che dovevo saperne di più, ho fatto corsi, ho imparato a fare a meno di molti preconcetti imparati da piccola, che per esempio mettevano la carne al di sopra di ogni altro alimento, ho cominciato a leggere sul serio le etichette, a seguire la stagionalità, a fare a meno di tante cose che prima mi sembravano essenziali e ora anche il progetto di cui vi parlavo nel post scorso sarà attinente in qualche modo a tutto ciò.
Il tutto si è unito a una sensibilità verso l'ambiente sempre più crescente, ho incrociato quindi parole come decrescita, natural e bio, il tutto senza smettere di mangiare, ma anzi diventando quando serviva più critica ed esaltando invece sapori nuovi o prima mai apprezzati.
È stato un cammino molto graduale, all'inizio mi ero ripromessa di non diventare una talebana in questo senso, ma ora mi ritrovo a boicottare catene, ad evitare determinati marchi, a cambiare abitudini alimentari se trovo qualcosa che non quadra, a fare il 70% delle cose homemade e a curare un giardino di zucchine e melanzane.
Da poco ho comprato un libro all'Ikea qui in Francia (ma penso che ci sia anche in Italia) che parla di come cucinare in modo sano con un occhio di riguardo anche per l'ambiente e mi sono sorpresa a ritrovarmi in quasi tutto quello che veniva consigliato.
Sento che questo nostro cammino così graduale e senza forzature sia ottimo anche come insegnamento ai bambini, che ho felicemente autosvezzato (qui e qui due post riguardo a questo), sia per una questione ambientale sia per quanto riguarda l'approccio al cibo.
Non mi sento perfetta, assolutamente, adoro il junk food, che però cerco di preparare in casa una volta ogni tanto per togliermi lo sfizio, amo fare e mangiare i dolci, mi piace sollazzarmi al ristorante, non compro tutto bio, continuano a piacermi certe cose industriali anche se le evito...insomma di strada da fare ne ho tanta, ma mi piace pensare che sto facendo già molto, come educazione all'alimentazione e al rispetto per l'ambiente, e spero che i miei figli sapranno apprezzare, capire e condividere questi nostri valori nel loro futuro da adulti
Questo post partecipa al blogstorming di questo mese.
martedì 13 maggio 2014
Progettando
Sono un po' assente dal blog ultimamente, ma a parte la gita a Parigi, mio marito che da quando è tornato è rimasto molto a casa, mia madre che si è fermata una settimana in più e il bel tempo che ci tiene sempre fuori casa, c'è anche dell'altro...ancora dell'altro?? direte...eh già!
Normalmente sono una grande chiacchierona, ma se c'è qualcosa che mi sta a cuore e di cui non sono sicura al 1000% me ne sto zitta zitta fino a che mi rilasso e penso che forse ora posso raccontare, dare qualche dettaglio in più, condividere tutte le mille emozioni.
Ormai un mese e mezzo fa ho iniziato un corso online su come costruirsi una carriera portatile, ossia una carriera lavorativa che può essere spostata, traslocata con me e le esigenze della mia famiglia. Da cosa nasce cosa e tra una chiacchiera, una lezione e qualche compitino sta nascendo qualcosa.
È ancora presto per i dettagli, ma sono molto emozionata perchè per la prima volta da quando è nata la Belva sto facendo qualcosa di diverso dall'essere mamma e per la prima volta da quando ho lasciato il lavoro per seguire il Navigante mi sto rimettendo in gioco.
Da un lato sono impaziente, contenta e piena di energia positiva, ma d'altro canto anche molto spaventata: riuscirò a dare il giusto spazio a questo progetto senza mettere a lato la mia famiglia? Sarò in grado di gestire la stanchezza e il tran tran quotidiano? E se il Navigante dovesse ripartire, riuscirei a portare avanti tutto il carico di lavoro da sola? Mille e uno dubbi, mille e una paure, ma come mi disse qualcuno quasi 10 anni fa: abbi tutti i dubbi del mondo, ma nel contempo non averne mai...e guarda che popò di vita abbiamo costruito insieme io, i miei dubbi e quel qualcuno...
Normalmente sono una grande chiacchierona, ma se c'è qualcosa che mi sta a cuore e di cui non sono sicura al 1000% me ne sto zitta zitta fino a che mi rilasso e penso che forse ora posso raccontare, dare qualche dettaglio in più, condividere tutte le mille emozioni.
Ormai un mese e mezzo fa ho iniziato un corso online su come costruirsi una carriera portatile, ossia una carriera lavorativa che può essere spostata, traslocata con me e le esigenze della mia famiglia. Da cosa nasce cosa e tra una chiacchiera, una lezione e qualche compitino sta nascendo qualcosa.
È ancora presto per i dettagli, ma sono molto emozionata perchè per la prima volta da quando è nata la Belva sto facendo qualcosa di diverso dall'essere mamma e per la prima volta da quando ho lasciato il lavoro per seguire il Navigante mi sto rimettendo in gioco.
Da un lato sono impaziente, contenta e piena di energia positiva, ma d'altro canto anche molto spaventata: riuscirò a dare il giusto spazio a questo progetto senza mettere a lato la mia famiglia? Sarò in grado di gestire la stanchezza e il tran tran quotidiano? E se il Navigante dovesse ripartire, riuscirei a portare avanti tutto il carico di lavoro da sola? Mille e uno dubbi, mille e una paure, ma come mi disse qualcuno quasi 10 anni fa: abbi tutti i dubbi del mondo, ma nel contempo non averne mai...e guarda che popò di vita abbiamo costruito insieme io, i miei dubbi e quel qualcuno...
lunedì 5 maggio 2014
Parigi
E alla fine sono partita e anche già tornata da Parigi.
Anzi siamo, perchè dopo tre anni finalmente io e il Navigante ci siamo presi una pausa, soli io e lui nella città dell'amore, che avevamo visitato già insieme ad una Belva cinquemesenne. Ricordo quella vacanza come la prima nostra vacanza relax, senza corse, lunghi digiuni, camminate senza una pausa, per stare dietro ai ritmi della Belva, avevamo scoperto una Parigi fredda e disseminata di mercatini di Natale, senza toccare nemmeno un museo, con allattamenti random, di cui uno, mitico, al secondo piano della Torre Eiffel...altro che la banalità del pattinare sul ghiaccio sulla Torre Eiffel!!
Invece questa volta siamo tornati alle origini: ore passate dentro i musei, lunghe camminate senza soste, colazioni al volo, ma pranzi e cene tutte da ricordare. Ci siamo dati alla gastronomia, abbiamo voluto scoprire qualche posticino particolare e provare l'ebbrezza della stella Michelin paragina (per favore non mi chiedete quanto abbiamo pagato...), chiacchierando e fotografando senza dover pensare a niente se non a noi.
Che dopo tre anni, su otto di vita insieme non è poi così semplice, non tutto è così fluido come all'inizio, qualche ingranaggio è da oliare, ma ce ne sono di nuovi che mandano avanti molto meglio tutta la baracca.
La prima volta Parigi non mi era sembrata chissà che, una fama immeritata sotto certi punti di vista, ho pensato. Questa volta Parigi mi è rimasta nel cuore: ho scoperto quanto possa offrire questa città alle mie papille gustative (e ai miei fianchi...), quanti angoli nascosti fuori dalle rotte turistiche ti invogliano a camminare senza meta, le enormi librerie e i negozi specializzati che se vuoi qualcosa sicuro lo trovi.
Parigi poi mi ha ridonato un po' di vita solo mia, mi ha permesso di leggere in metro, mi ha permesso di fare tardi la sera, mi ha permesso di dormire una notte intera con il Navigante e svegliarmi tra le sue braccia quando e quanto semplicemente ne avevo voglia, mi ha permesso di evadere.
I nani sono rimasti con i nonni, sono stati viziati per tre giorni di fila e quando siamo tornati non mi hanno quasi salutato saltando in braccio al papà, in barba al fatto che era la prima volta che li lasciavo per più di mezza giornata...ma, non me ne cruccio, in fondo - questo loro non lo sapranno mai - a me in questi tre giorni non sono mancati proprio per niente!!
Anzi siamo, perchè dopo tre anni finalmente io e il Navigante ci siamo presi una pausa, soli io e lui nella città dell'amore, che avevamo visitato già insieme ad una Belva cinquemesenne. Ricordo quella vacanza come la prima nostra vacanza relax, senza corse, lunghi digiuni, camminate senza una pausa, per stare dietro ai ritmi della Belva, avevamo scoperto una Parigi fredda e disseminata di mercatini di Natale, senza toccare nemmeno un museo, con allattamenti random, di cui uno, mitico, al secondo piano della Torre Eiffel...altro che la banalità del pattinare sul ghiaccio sulla Torre Eiffel!!
Invece questa volta siamo tornati alle origini: ore passate dentro i musei, lunghe camminate senza soste, colazioni al volo, ma pranzi e cene tutte da ricordare. Ci siamo dati alla gastronomia, abbiamo voluto scoprire qualche posticino particolare e provare l'ebbrezza della stella Michelin paragina (per favore non mi chiedete quanto abbiamo pagato...), chiacchierando e fotografando senza dover pensare a niente se non a noi.
Che dopo tre anni, su otto di vita insieme non è poi così semplice, non tutto è così fluido come all'inizio, qualche ingranaggio è da oliare, ma ce ne sono di nuovi che mandano avanti molto meglio tutta la baracca.
La prima volta Parigi non mi era sembrata chissà che, una fama immeritata sotto certi punti di vista, ho pensato. Questa volta Parigi mi è rimasta nel cuore: ho scoperto quanto possa offrire questa città alle mie papille gustative (e ai miei fianchi...), quanti angoli nascosti fuori dalle rotte turistiche ti invogliano a camminare senza meta, le enormi librerie e i negozi specializzati che se vuoi qualcosa sicuro lo trovi.
Parigi poi mi ha ridonato un po' di vita solo mia, mi ha permesso di leggere in metro, mi ha permesso di fare tardi la sera, mi ha permesso di dormire una notte intera con il Navigante e svegliarmi tra le sue braccia quando e quanto semplicemente ne avevo voglia, mi ha permesso di evadere.
I nani sono rimasti con i nonni, sono stati viziati per tre giorni di fila e quando siamo tornati non mi hanno quasi salutato saltando in braccio al papà, in barba al fatto che era la prima volta che li lasciavo per più di mezza giornata...ma, non me ne cruccio, in fondo - questo loro non lo sapranno mai - a me in questi tre giorni non sono mancati proprio per niente!!
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