venerdì 26 ottobre 2018

Ai loro occhi

Quest'anno come ho già detto, avendo un po' di tempo libero, ho infilato un po' di attività al di fuori della famiglia, quindi il lunedì e il giovedì ho le lezioni di italiano, il mercoledì vado allo spazio Be.Bi e infine sono rappresentante della sezione della materna dove c'è il Francese, quindi molti lunedì pomeriggio sono impegnata per riunioni; oltre a questo cerco di infilare l'attività fisica che mi aiuta nello sfogo delle emozioni poco sane.
Non ho fatto tanto pubblicità in giro, soprattutto quando si tratta di volontariato la gente ti guarda con sospetto come se si sentisse minacciato o pensasse "nessuno fa niente per niente" e, in generale, non parlo molto nemmeno a casa, come se volessi preservare quelle attività come mie e solo mie. Sì, lo so, un po' da malati...
Comunque pian piano queste cose sono arrivate all'orecchio dei bimbi, che ogni volta rimangono estasiati, come se ogni attività che io faccio, sia quella di un vero supereroe, in particolare per la Belva che l'altro giorno se n'è uscita con questa frase: "Tu sei una mamma, una cuoca, una maestra, un'insegnante e pure una rappresentante! WOW!". Aveva gli occhi grandi che scintillavano, entusiasta come se stesse raccontando le gesta di una vera eroina.
E siccome io sono bravissima a martoriarmi, mi sono crogiolata molto poco, anzi sono passata subito a pensare che quando saranno grandi tutto ciò sarà magari qualcosa di cui si vergogneranno e la mia vita, le mie scelte risulteranno scontate, banali, senza senso.
Per ora sono la loro eroina e dovrei solo imparare a godermi questa fama e alle volte considerarmi davvero tale!

martedì 16 ottobre 2018

Sono un'iguaribile...testa di c...

Venerdì scorso, ultimo giorno prima del ritorno del Navigante, dopo aver lasciato i nani a scuola, ho recuperato tutti i soldi per un progetto scolastico, sono andata in Posta a fare il bollettino, sono passata in segreteria a lasciare il bollettino, ho fatto un pochino di spesa, sono tornata a casa e sono andata a correre. Ero talmente stanca che sarei rientrata dopo il primo passo, invece siccome ho ancora la mente bacata dell'agonista che non si ferma nemmeno se lo stirano, ho continuato e dopo nemmeno un chilometro mi sono ritrovata faccia a terra, ossia mi sono inciampata e sono finita giù come un pero. Mi sono sbucciata le mani e mi sono fatta un vero e proprio buco nel gomito.
Mi sono seduta in mezzo alla strada bianca (leggi: sassolini nella ferita, infezione garantita!) e ho guardato in giro, trovando il colpevole: un tombino un po' sporgente; poi mentre rientravo mestamente a casa, mi sono chiesta se effettivamente fosse colpa del tombino o mia che mi ostino a caricarmi di cose da fare, sapendo che non ho il tempo nemmeno di andare in cesso, tanto per essere fini.
E niente, alla fine sono diventata rappresentante di classe del Francese, alla materna, che non volevo, ma un po' nessuno si era candidato e un po' la maestra che conosco dall'anno scorso mi ha praticamente supplicato. Lunedì mi hanno eletto, entro venerdì dovevo raccogliere tutti i numeri di telefono (una classe al 90% composta da bambini nuovi e quindi di mamme e papà che non conoscevo per niente), spiegare il progetto e raccogliere i soldi. Sono impazzita. Non avevo nemmeno un elenco decente, mi sono ritrovata a scrivere tutto su un quadernino e a metà raccolta soldi avevo il nome di un bambino scritto due volte (il papà si era sbagliato e mi aveva pagato due volte)! A un certo punto volevo mettermi a piangere!
Il fatto che fossi da due settimane in carenza di sonno (da quando ho i nani e il Navigante non c'è, io dormo malissimo) non ha certo aiutato, ma io non so semplicemente dire: "oggi te ne stai seduta sul divano a cazzeggiare!" NO! Sia mai...e quindi usciamo a correre e spiattelliamoci alla prima curva!
Non ho piegato il braccio per tutto il giorno e dalla ferita ha continuato a scendere sangue fino a sera, quando ho coperto con una garza per non sporcare il letto, garza che il giorno dopo era attaccata alla ferita e che mi ha dovuto tagliare la Belva, visto che io non ci arrivavo.
Per inciso il giorno dopo sono comunque andata a fare allenamento di rugby touch.

venerdì 5 ottobre 2018

Compiti per casa

Questo sarò un post che non ha nulla di nuovo, è un problema diffuso me ne rendo conto, ma io ho bisogno di sfogarmi un po'. Perché anche io sono entrata nel tunnel dei famigerati, lunghissimi, interminabili compiti a casa.
Con la Belva l'anno scorso è stata una passeggiata, lei non aveva bisogno di aiuto, sapeva già leggere e scrivere, tutto filava liscio e veloce, a parte un paio di momenti che sono più che comprensibili lungo l'arco di un anno scolastico. Si ricordava perfettamente quello che doveva fare per casa, di darmi gli avvisi e il suo comportamento in classe è sempre stato irreprensibile, anche se di suo è un filino polemica e la soluzione adottata dalla maestra quando si inizia il circolo vizioso della polemica, è stata la stessa che io uso a casa: è così perché lo dico io!
Sapevo che non sarebbe stato così facile quest'anno con il Vitellino, ma sinceramente non sapevo quanto sarebbe stato più difficile. E lo è tanto, soprattutto per me e la mia flebile pazienza.
Lui è intelligente, è avanti rispetto agli altri, si annoia spesso e volentieri MA se decide che non gli piace, che non vuole, che non ce la fa, può passare anche tutto il pomeriggio per leggere una semplice parola, dopo magari averne lette già diverse.
"Non ce la faccio" "Non voglio fare i compiti" "E' troppo difficile" sono le frasi che ripete in loop e se anche ci provo a farlo ragionare, a dirgli che ci deve provare, anche a spiegare qualcosa parte la frigna o peggio ancora le urla e lo sbattere i pugni sul tavolo o i piedi per terra (atteggiamento che mi rende giusto un filino nervosetta...).
E quindi dopo essere stata ferma sul: i compiti si fanno punto e basta ed essere abbastanza sicura che in realtà lo può fare e abbia capito la consegna, me ne vado in un'altra stanza per evitare che i miei nervi saltino del tutto. Ma non cambia molto la situazione, continua a frignare, a urlare, a chiamarmi e più passano i minuti, più diventa stanco e meno concentrato ovviamente. E io meno predisposta.
Forse, da un certo punto di vista sarebbe più facile se fosse uno che veramente non ce la fa, che avesse delle difficoltà oggettive, invece semplicemente siccome non gli piace non ci si mette d'impegno. In questo momento l'unica soluzione che prevedo è farlo andare al doposcuola ogni giorno così almeno mi devo smazzare solo i compiti del fine settimana. Del resto ho studiato per fare la maestra, ma sono la loro mamma e i compiti sono completamente diversi, giusto?

mercoledì 3 ottobre 2018

Itinerario tra Croazia e Bosnia con mappa + i miei the best of


Ecco il nostro itinerario on the road tra Bosnia e Croazia a cui vi aggiungo i miei 10 the best of in ordine di apparizione!

  1. I panorami bosniaci: da quello montagnoso tra Banja Luka e Sarajevo ai laghi nei dintorni di Mostar, dal nulla assoluto per arrivare a Trebinje agli svettanti minareti circondati da sfilze di tombe rivolte verso la Mecca...
  2. Il bunker segreto di Tito
  3. L'autocamp Blagaj per la disponibilità dei gestori, le ottime cene casalinghe, le birre offerte e i giri in canoa sul fiume
  4. Le cascate, sia quelle di Kravice che quelle di Krka (anche se l'acqua di queste ultime era un filino freddina)
  5. L'acqua cristallina dell'isola di Mljet
  6. Il bar del campeggio a Korcula e le mega birre che ci bevevamo al tramonto mentre i bimbi tentavano di catturare i granchi
  7. La magnata di pesce alla konoba Madrac a Broce
  8. I panorami, il vino e la gastronomia della penisola di Peljesac
  9. La spiaggetta alla fine del mondo di Okrug Donji
  10. Il rifugio degli orsi e la magnata fantasmagorica nella locanda del paese
Vabbè, ammetto che mi sono imposta il limite di 10 perché sennò non finivo più! Ho volutamente tralasciato luoghi ovvi e scontati come Dubrovnik, Spalato, Sarajevo e Mostar, ma devo dire che ho anche dovuto escluderne altri meno conosciuti, ma che meriterebbero una visita, come il centro storico di Korcula, Trogir o Primosten.
Come al solito, seppur questo viaggio non mi convincesse al 100%, i ricordi che rimangono, le foto, i souvenir mangerecci lasciano sempre una sensazione di appagamento, ma anche la voglia di ripartire ancora e ancora per scoprire ancora e ancora. Lo so che prima o poi mi diranno che il viaggio è una droga su cui fare estrema attenzione perché crea una forte dipendenza!