giovedì 26 novembre 2015

Non news

E' giorni che volevo scrivere, ma tra una cosa e l'altra ho sempre rimandato, poi il commento di Aurora su questo post mi ha fatto innanzitutto ridere, poi mi ha un po' obbligato a darvi qualche news. Che poi news non sono perché, come gli altri miei figli, anche numero tre ha deciso di farsi attendere fino alla fine!
La quarantesima settimana è ormai quasi alla fine, visto che sabato è alle porte e questo significa che dovrò chiamare all'ospedale nel caso fossi ancora con panza appresso, mi verrà fatta una visita e probabilmente verrà praticato lo scollamento delle membrane, manovra non particolarmente simpatica che ho provato con il Vitellino e che ha lo scopo di staccare meccanicamente (ossia con un dito) le membrane dell'utero da quelle fetalli. In questo modo il corpo inizia a produrre prostaglandine oltre a stimolare attivamente le contrazioni e quindi a far partire o accellerare il travaglio. Normalmente è una manovra che viene eseguita solo se l'utero è già un minimo dilatato, sennò non ha quasi mai riuscita.
Ho riso per il commento, perché la domanda tipica di chi mi vede ai corsi di francese è "Tu es encore là!?!" (Sei ancora qua?!?) e la risposta è sono qua, siamo qua, stiamo bene e sinceramente per la prima volta non ho nemmeno tutta sta ansia di far uscire numero tre. Non so se è il ricordo del parto del Vitellino (e guai chi mi dice che il dolore del parto si dimentica!) o il semplice fatto che in fondo non ho grossi fastidi in questo termine gravidanza, ma mi sa che sono l'unica a non pensare "ma ancora non è nato/a??".
Vabbè anche se nè io nè numero tre abbiamo fretta, ormai il termine è arrivato e tra una settimana sarà sicuramente tris-mamma...che solo a dirlo mi fa un'impressione!
A presto...stavolta con vere news!

giovedì 12 novembre 2015

Il plurilinguismo procede

E' un po' che non parlo della nostra situazione linguistica, quindi oggi onde evitare un ennesimo post da "donna incinta quasi alla fine non ce la posso fare più!" mi accingo a un piccolo riassunto degli ultimi tempi.
Entrambi i nani sono ora all'ecole maternelle, fanno anche due giorni interi a settimana, il che significa un'esposizione alla lingua francese maggiore, sia in termini di quantità che in termini di qualità.
Il Navigante inoltre è tornato e, a parte qualche momento di defaiance, c'è di nuovo lo spagnolo quotidiano; in più nel nostro giro di amici stranieri è arrivata una coppia americana-messicana e questo ha dato una spinta impressionante, soprattutto alla Belva, al provare a lanciarsi anche in questa lingua che sicuramente tra tutte è la più bistrattata.
L'italiano non è decisamente un problema, io sono sempre presente (e questo suona come una minaccia, ma giuro che non lo è :D) e, a parte qualche parola che proviene normalmente dal francese e viene italianizzata, è decisamente la lingua che ha la prerogativa su tutte.
Infine c'è una specie di new entry ossia l'inglese, non perché noi abbiamo iniziato a fare niente, ma l'esposizione continua con il gruppo degli stranieri dove i bimbi sentono gli adulti parlare in inglese (tra i bambini invece si parla francese) e il trasferimento di zii e cugini in Inghilterra con nostra relativa vacanza in aprile di due settimane ha aperto una breccia. Non è raro infatti sentire i due nanetti fare conversazioni senza senso logico, nè con una parola che si capisca, ma dall'incredibile accento british!
Ricapitolando: la Belva, che ha un anno di più ed è decisamente portata, è ormai perfettamente bilingue italiano-francese (e che ve lo dico a fà che mi corregge sempre la pronuncia?!), ogni tanto parla in spagnolo utilizzando frasi semplici, ma corrette e ora vuole imparare l'inglese. Il Vitellino più precipitoso, tende invece a mescolare molto, oppure a impappinarsi nelle frasi, ma questo secondo me c'entra più con il carattere e la voglia di parlare continuamente, che con l'esposizione a diverse lingue, visto che l'ho sentito più volte fare frasi perfette in francese quando si trova in un ambiente francofono o quando gioca con la sorella (il momento gioco è quasi sempre in francese).
Mi chiedo alle volte come faremo una volta tornati in Italia, come devo francamente comportarmi quando la Belva mi chiede di insegnarle a scrivere una parola o a leggerla, come portare avanti tutto questo bagaglio senza esagerare o fare le cose male, ma soprattutto mi chiedo come facciano a non incasinarsi, perché io stessa alle volte faccio veramente fatica a connettere; ma ovvio loro sono bambini, spugne, in divenire, per loro è tutto molto più facile, è tutto un gioco di suoni, di musica, non di regole grammaticali.
Del resto...la richiesta più in voga del momento? Ascoltare la canzone di Frozen in tutte e quattro le lingue...fortuna che almeno è bella!!!

venerdì 6 novembre 2015

Agli sgoccioli...(un po' di pippe ormonali)

Ovviamento dopo la fretta a 35 settimane, nano numero tre se ne sta beato in pancia e non credo uscirà prima delle 41+2 degno compare dei suoi due fratelli maggiori; ma volente o nolente al massimo tra qualche settimana sarà fuori. E dentro di me si affollano i soliti dubbi, le paure, le emozioni che solo una mamma in prossimità del parto può avere.
Penso a come questa gravidanza rimarrà impressa nella mia mente come la migliore e la peggiore di tutte, penso a come mi spaventa e rattrista pensare che sia l'ultima (o almeno questo sarebbe il piano) e non abbia potuto goderne appieno come avrei voluto e avrebbe meritato.
Perché la peggiore e la migliore insieme?
Bè ho fatto il test 10 giorni prima che il Navigante partisse per quattro mesi, mi sono quindi ritrovata sola a gestire un tumulto emotivo dove la paura che succedesse qualcosa a me, a numero tre, ai nani o al Navigante ne faceva da padrone. Non riuscivo a concentrarmi su altro se non paura, tristezza, senso di abbandono. Ho passato i primi mesi angosciata, per poi iniziare il secondo trimestre con una magagna fisica dietro l'altra, niente di grave, ma sempre sola e sentendo di non riuscire a gestire tutto. Poi è ritornato il Navigante e abbiamo dovuto affrontare una delle sfide peggiori di una coppia: il dubbio, la voglia che manca, la crisi; sono stati mesi lunghi, ancora pianti, un avvenire incerto, un nonno che muore, equilibri da ristabilire.
Ma in tutto questo non posso non ricordare la gioia di avere la pancia, una gravidanza liscia come l'olio, numero tre che sgambetta praticamente da sempre, facendomi ricordare che nemmenno volendo potrei essere sola, non lo sarò mai più dopo tre figli, niente fastidi collegati a questa pancia che crescendo mi fa sentire bella e che adoro accarezzare. Per gli altri non è stato così, ho odiato essere incinta da sempre, dalle nausee, i dolori, le pance immense che non mi facevano respirare, camminare, mangiare. Ho sempre detto che avrei preferito partorire mille volte, ma non farmi i nove mesi di gravidanza.
Ora invece non vorrei quasi staccarmi da questa pancia, non vorrei far uscire numero tre, vorrei che restasse dentro di me, per proteggerlo, per sentirlo ancora mentre scalcia e si muove, per non dover perdere questa sensazione di beatitudine che mi ha regalato.
Questa gravidanza, l'ultima, mi ha messo in pace con il mondo delle pance e quasi quasi mi fa ripensare alla decisione di fermarmi a tre, fortuna che il Navigante invece è sempre irremovibile ;P Perchè in fondo tre è un bel numero, un ottimo numero e va bene così. Però un velo di tristezza mi rimane, forse è solo una questione di ormoni o forse paura che una volta chiusa questa porta non mi rimanga più niente per cui sognare, per cui lottare, per cui vivere.
Perchè a 15 anni volevo due cose: vincere le Olimpiadi e avere tre figli...sto per raggiungere uno dei miei sogni, è una sensazione strana, come quando arrivi alla fine del Cammino di Santiago. L'obiettivo è Santiago, ma il Cammino è quello che conta sul serio.
Il dopo...il dopo spaventa un po'...