Ok, il post dell'altra volta non era il massimo ve l'appoggio, quindi questa volta parlerò di qualcosa di più allegro, che a farmi ricordare del mio Gatto pazzo ci pensa già la Belva chiedendomi almeno una volta al giorno "Gatto miao?", ci manco solo io a scrivere post lacrimosi.
Volevo invece parlarvi dei nostri martedì, perchè a casa nostra il martedì è giorno di piscina. Porto infatti entrambi i nani a fare acquaticità, la mattina il Vitellino, il pomeriggio la Belva. Entrambi hanno iniziato prestissimo, intorno ai 2 mesi, e con la Belva è stata una bella scoperta, con il Vitellino invece una conferma.
Li porto a orari diversi e le attività che fanno sono ovviamente diverse: con il Vitellino mi immergo nell'acqua calda della piccola piscina facendogli un massaggio e cantando piano piano una canzoncina insieme agli altri bambini della sua età; alle volte può capitare che abbia voglia di mangiare e quindi mi metto in un angolo ad allattare e tutta la lezione è incentrata a capire i suoi limiti, i suoi punti di forza, quanto è stanco e se è in grado di fare una determinata cosa. C'è molto silenzio a parte qualche bimbo che ogni tanto piange (soprattutto dopo le immersioni) e la maestra che ci spiega come fare le prese. Finita la lezione ci mettiamo sotto la doccia e metto in conto almeno un paio di tette sia perchè escono molto assetati, sia perchè hanno bisogno di calmarsi dopo tutti quegli stimoli. Abituata alla Belva che si addormentava quasi subito pensavo che anche al Vitellino facesse quest'effetto, invece lui se non è orario di sonno col cavolo che chiude gli occhi! E io invece, che mi sono talmente rilassata tra acqua calda e bisbigliamenti vari, vorrei solo stramazzare sul divano.
Con la Belva è tutto diverso, il percorso è iniziato nello stesso modo, ma ovviamente in un anno e mezzo si è evoluto e ora siamo a questo punto: arriviamo e lei si deve buttare in acqua sola, come vuole lei, poi si canta la canzoncina, che nulla ha a che fare con quella tranquilla e cantata a bassa voce della mattina con il Vitellino, si canta, si lanciano i pargoli in acqua, si fanno schizzi e si ride, poi si va alla ricerca di palline o giocattoli sparsi per la piscina, si fanno immersioni, ci si aggrappa al bordo piscina, si usano attrezzi come il tappettone o le ciambelle, che lei odia profondamente, infine si fanno i tuffi. Poi ci si fa la doccia, unico momento in cui la Belva sta tranquilla in braccio e infine ci si deve asciugare i capelli, che grazie al cielo ci pensa il padre, visto che io devo quasi sempre dare la tetta al Vitellino. Anche in questo caso vorrei solo stramazzare sul divano, ma non perchè mi sono rilassata, perchè la lezione della Belva è tutto fuorchè rilassante!
Insomma il martedì sera arrivo a casa uno straccio, ma davvero felice perchè è un'esperienza bellissima con entrambi e per entrambi. Assolutamente consigliata, se potete fatelo!
giovedì 24 gennaio 2013
lunedì 21 gennaio 2013
Tanto tanto dolore
Ho aspettato di scrivere, ho aspettato che tutto si sistemasse e poi che tutto il dolore svanisse. Impossibile.
Nel mio profilo e nello stick family che si trova in fondo al blog noi siamo in cinque, la mia famiglia è composta da cinque membri. Il più piccolo e peloso, quello che è entrato per primo nel nostro nucleo familiare cinque anni fa è il Gatto pazzo, è quello di cui non ho mai parlato, forse troppo presa dai miei bimbi e quindi l'ho dato un po' per scontato.
Ne parlo ora che non c'è più, ne parlo ora dopo due settimane di sofferenza sua e nostra, ne parlo ora e mi salgono ancora le lacrime agli occhi, perchè non ne vorrei parlare solo ora e non ne vorrei parlare così, al passato.
L'abbiamo adottato in Spagna nel settembre 2007, era il più piccolo, il più sfigato e il più incazzuso della cucciolata, l'ho scelto per tutte queste caratteristiche, anche se volevo una femmina. E sicuramente gli ho salvato la vita perchè era nei campi e non sarebbe sopravvissuto, sopraffato dai fratelli più grandi, così è la natura. Ci ha seguito nelle nostre peregrinazioni, ha visitato con noi mezza Spagna e tutto il Portogallo, preso treni, aerei e navi, fatto tutti i traslochi senza battere ciglio, pure da mia suocera che odia gli animali (e qua si capisce che io&lei mai potremmo andare d'accordo) l'ho portato; ogni tanto quando ci facevamo qualche vacanza fuori lo lasciavamo da mia madre e lui era il gatto più felice del mondo perchè i miei hanno un giardino enorme e lui ci stava come un pascià. Grazie a lui abbiamo conosciuto il nostro primo amico in Spagna, il suo veterinario, che in realtà era italiano e questa amicizia dura ancora.
Forse mi prenderete per scema, forse sembrerò una bambina, ma il dolore che sto provando in questo momento è indescrivibile, riesco a vederlo mentre fa le fusa sul divano, mentre muove quella sua coda storta incavolato perchè la Belva lo disturba, mentre miagola come un ossesso per chiedere da mangiare, mentre attacca qualsiasi cosa che si muove (vi dico solo che una volta mi ha portato in casa un pipistrello!), mentre ci viene a svegliare con le fusa la mattina presto...solo per avere cibo ovviamente! Non ci credo che non lo vedrò fare più queste cose, non ci credo che non girerà più per casa, non ci credo che non potrò toccarlo mai più.
È stato tutto così improvviso, da una cistite al blocco della vescica al blocco renale. Avrei potuto accorgermene, anche se tutti mi dicono che non è vero, che i gatti nascondono bene i sintomi. Ma io qualcosa di diverso l'avevo notato, perchè io il mio Gatto pazzo lo conosco fin troppo bene...conoscevo pardon.
So che passerà, ne ho avuti tanti di animali, anche se questo è sempre stato il MIO gatto, non di mia madre, non di mio padre, mio e basta. Passerà e ne prendermo un altro e magari anche un cane che la Belva adora gli animali (come la sua mamma), e starò male ancora quando mancheranno pure loro, ma il mio Gatto pazzo no, non potrò dimenticarmelo mai.
E ora scusate, ma piango un po'.
Nel mio profilo e nello stick family che si trova in fondo al blog noi siamo in cinque, la mia famiglia è composta da cinque membri. Il più piccolo e peloso, quello che è entrato per primo nel nostro nucleo familiare cinque anni fa è il Gatto pazzo, è quello di cui non ho mai parlato, forse troppo presa dai miei bimbi e quindi l'ho dato un po' per scontato.
Ne parlo ora che non c'è più, ne parlo ora dopo due settimane di sofferenza sua e nostra, ne parlo ora e mi salgono ancora le lacrime agli occhi, perchè non ne vorrei parlare solo ora e non ne vorrei parlare così, al passato.
L'abbiamo adottato in Spagna nel settembre 2007, era il più piccolo, il più sfigato e il più incazzuso della cucciolata, l'ho scelto per tutte queste caratteristiche, anche se volevo una femmina. E sicuramente gli ho salvato la vita perchè era nei campi e non sarebbe sopravvissuto, sopraffato dai fratelli più grandi, così è la natura. Ci ha seguito nelle nostre peregrinazioni, ha visitato con noi mezza Spagna e tutto il Portogallo, preso treni, aerei e navi, fatto tutti i traslochi senza battere ciglio, pure da mia suocera che odia gli animali (e qua si capisce che io&lei mai potremmo andare d'accordo) l'ho portato; ogni tanto quando ci facevamo qualche vacanza fuori lo lasciavamo da mia madre e lui era il gatto più felice del mondo perchè i miei hanno un giardino enorme e lui ci stava come un pascià. Grazie a lui abbiamo conosciuto il nostro primo amico in Spagna, il suo veterinario, che in realtà era italiano e questa amicizia dura ancora.
Forse mi prenderete per scema, forse sembrerò una bambina, ma il dolore che sto provando in questo momento è indescrivibile, riesco a vederlo mentre fa le fusa sul divano, mentre muove quella sua coda storta incavolato perchè la Belva lo disturba, mentre miagola come un ossesso per chiedere da mangiare, mentre attacca qualsiasi cosa che si muove (vi dico solo che una volta mi ha portato in casa un pipistrello!), mentre ci viene a svegliare con le fusa la mattina presto...solo per avere cibo ovviamente! Non ci credo che non lo vedrò fare più queste cose, non ci credo che non girerà più per casa, non ci credo che non potrò toccarlo mai più.
È stato tutto così improvviso, da una cistite al blocco della vescica al blocco renale. Avrei potuto accorgermene, anche se tutti mi dicono che non è vero, che i gatti nascondono bene i sintomi. Ma io qualcosa di diverso l'avevo notato, perchè io il mio Gatto pazzo lo conosco fin troppo bene...conoscevo pardon.
So che passerà, ne ho avuti tanti di animali, anche se questo è sempre stato il MIO gatto, non di mia madre, non di mio padre, mio e basta. Passerà e ne prendermo un altro e magari anche un cane che la Belva adora gli animali (come la sua mamma), e starò male ancora quando mancheranno pure loro, ma il mio Gatto pazzo no, non potrò dimenticarmelo mai.
E ora scusate, ma piango un po'.
mercoledì 16 gennaio 2013
La furbizia dei bilingue
Quando mi dicevano che i bambini bilingue si sbloccano e parlano all'improvviso non è che avessi ben chiaro com'era la questione. Ora ne ho piena coscienza, nel bene e nel male :)
La Belva ormai si è letteralmente lanciata nel mondo delle parole e ripete, ripete e ripete che siano parole in spagnolo o in italiano per lei è lo stesso. E inizia anche ad utilizzarle con senso, ma la cosa più divertente è che usa una lingua o l'altra a seconda di quale parola le piaccia di più o sia più facile per lei.
Un esempio su tutti: quando dobbiamo uscire lei inizia a dire "ghiacca" ossia giacca e "patos" ossia zapatos (scarpe in spagnolo)!
La cosa sarebbe anche divertente, un po' meno se però devi stare a tradurre tutto quello che dice e ti chiedi se quella parola che ti sta ripetendo da mezz'ora sia in italiano o in spagnolo, come qualche giorno fa quando passeggiando continuava a dire "cocia" e io proprio non riuscivo a capire finchè - lampo di genio!! - ho pensato che stesse dicendo coche ossia automobile in spagnolo e infatti così era.
Insomma lei sta, con grande facilità, destreggiandosi tra due lingue, scegliendo però sempre la via più comoda e dando per scontato che anche per noi la scelta è così ovvia, io invece mi arrovello tutto il giorno dietro a quello che dice per capire, anche perchè quando non la capisco fa una faccia talmente delusa che mi si spezza il cuore, mi fa sentire proprio una deficiente.
E se iniziamo già adesso non oso immaginare quando sarà adolescente!
La Belva ormai si è letteralmente lanciata nel mondo delle parole e ripete, ripete e ripete che siano parole in spagnolo o in italiano per lei è lo stesso. E inizia anche ad utilizzarle con senso, ma la cosa più divertente è che usa una lingua o l'altra a seconda di quale parola le piaccia di più o sia più facile per lei.
Un esempio su tutti: quando dobbiamo uscire lei inizia a dire "ghiacca" ossia giacca e "patos" ossia zapatos (scarpe in spagnolo)!
La cosa sarebbe anche divertente, un po' meno se però devi stare a tradurre tutto quello che dice e ti chiedi se quella parola che ti sta ripetendo da mezz'ora sia in italiano o in spagnolo, come qualche giorno fa quando passeggiando continuava a dire "cocia" e io proprio non riuscivo a capire finchè - lampo di genio!! - ho pensato che stesse dicendo coche ossia automobile in spagnolo e infatti così era.
Insomma lei sta, con grande facilità, destreggiandosi tra due lingue, scegliendo però sempre la via più comoda e dando per scontato che anche per noi la scelta è così ovvia, io invece mi arrovello tutto il giorno dietro a quello che dice per capire, anche perchè quando non la capisco fa una faccia talmente delusa che mi si spezza il cuore, mi fa sentire proprio una deficiente.
E se iniziamo già adesso non oso immaginare quando sarà adolescente!
martedì 15 gennaio 2013
10 ottimi motivi
Volevo fare un post sull'altro membro della famiglia, il Gatto Pazzo, che ci ha fatto prendere un bello spavento ed è il motivo per cui non sono riuscita a scrivere in questi giorni, ma ho bisogno di elaborare con clama la cosa, ho bisogno prima di essere certa che vada tutto bene altrimenti vi beccate un ennesimo post da buttarsi sotto al treno e non mi va.
Poi ci sono alcune cose divertenti sulla Belva che ho raccolto in questi giorni e di cui devo assolutamente rendervi partcipi.
Però poi mi sono imbattuta in questo post e siccome pecco sempre di autostima e con i figli sono messa anche peggio, ho deciso di provarci anch'io a stilare una lista di 10 ottimi motivi per cui io mi ritengo una brava mamma. Sia mai che questo aiuti un po' la mia autostima sgangherata...
Poi ci sono alcune cose divertenti sulla Belva che ho raccolto in questi giorni e di cui devo assolutamente rendervi partcipi.
Però poi mi sono imbattuta in questo post e siccome pecco sempre di autostima e con i figli sono messa anche peggio, ho deciso di provarci anch'io a stilare una lista di 10 ottimi motivi per cui io mi ritengo una brava mamma. Sia mai che questo aiuti un po' la mia autostima sgangherata...
- Ho cambiato radicalmente la nostra alimentazione e il nostro stile di vita (vedi decrescita), decisamente più ecosostenibili di una volta, in modo tale che loro abbiano un buon esempio e magari anche un mondo più pulito dove vivere.
- M'informo (anche troppo...) prima di prendere qualsiasi decisione sul come crescerli ed educarli, dando però sempre ampio spazio al mio istinto
- Favorisco più che posso il rapporto con il padre, seguendolo nelle sue peregrinazioni e rendendolo parte attiva del nostro quotidiano, anche e soprattutto quando è lontano
- Li lascio sperimentare con tutti gli oggetti che li circondano, visionando sempre se si tratta di cose potenzialmente pericolose, ma mai dicendo NO a priori e i "no che cadi", "attento che ti fai male" and so on sono praticamente banditi
- Li cresco da sola, senza aiuti esterni e i parenti sono tutti lontani, stando con loro tutto il giorno e tenendo anche la casa in modo semi decente.
- Cerco di favorire per quanto possibile il contatto con la natura e con gli animali
- Li rendo partecipi quando cucino, quando faccio la spesa, quando passo lo swiffer, quando preparo la tavola...e cerco di farlo anche quando sono di fretta
- Leggo e rileggo e ririleggo all'infinito sempre le stesse storie e gioco e rigioco e ririgioco sempre agli stessi giochi anche se io odio rifare sempre le stesse cose!
- Spingo molto la leva dell'autonomia e dell'indipendenza, sono i miei figli, ma non sono proprietà privata
- Mi arrovello giorno e notte per trovare modi che gli possano spianare la strada nel futuro, con il bilinguismo, insegnandogli e mettendoli a contatto con la diversità e altre culture, ma anche mettendo da parte tutte le mie passioni per seguirli il più possibile ora che ne hanno bisogno e incitando il marito a trovare qualcosa di meglio, non fossilizzandosi a quello che abbiamo ora
venerdì 11 gennaio 2013
Induzione del parto: tecniche farmacologiche.
Sono passati un po' di mesi e, sebbene abbia continuato a scrivere sull'altro blog, questo l'ho lasciato un po' in disparte perchè per aggiornarlo mi ci vuole un po' più di tempo per ricercare le notizie su internet e mettere vicino un articolo utile, di tempo ovviamente con due nani sotto i due anni ce n'è davvero molto poco, ma alla fine eccomi qua.
L'ultimo post, scritto prima del mio secondo parto, parlava delle tecniche non farmacologiche di induzione al parto, tra cui io ho sperimentato lo scollamento delle membrane, poi però tutto è proceduto molto naturalmente fino alla nascita del mio Vitellino.
In questo post parliamo invece delle tecniche farmacologiche, che consistono nell'uso di farmaci a livello topico o sistemico; nell'altro post ho già parlato di quando si deve indurre il parto, quindi passiamo direttamente alle tecniche.
Uno dei metodi più utilizzati, perchè da un rilascio più graduale dei prostaglandine e quindi il travaglio si avvia meno bruscamente, sono le benderelle, fettucce di circa 15 cm da inserire nella vagina tipo assorbente interno e che si possono togliere o mettere a seconda di come si evolve il tutto.
Tecnica invece innovativa, ma in fase sperimentale è quella del palloncino, che viene infilato in vagina fino al collo dell'utero e lì gonfiato di circa 4-5 cm il che porta a una stimolazione meccanica con scollamento delle membrane e quindi produzione locale di prostaglandine, ammorbidimento e accorciamento del collo dell'utero.
Ormai superato invece è l'utilizzo del gel a base di prostaglandine, superato perchè porta a un'ipercontrattilità dell'utero che non si può controllare; stessa cosa vale per la somministrazione di olio di ricino, che sollecitano le contrazioni intestinali e di conseguenza quelle uterine.
Infine, quando ormai il collo dell'utero è morbido e accorciato, ma le contrazioni non partono e quindi il travaglio non si avvia si somministra ossitocina tramite flebo endovenosa. Il metodo è valido, ma bisogna somministrare il minor quantitativo possibile, ma efficace di farmaco perchè l'ossitocina rende il travaglio molto doloroso e porta rischi di emorragia post parto.
Spero di essere stata utile e comunque vi auguro un bellissimo parto naturale ;)
L'ultimo post, scritto prima del mio secondo parto, parlava delle tecniche non farmacologiche di induzione al parto, tra cui io ho sperimentato lo scollamento delle membrane, poi però tutto è proceduto molto naturalmente fino alla nascita del mio Vitellino.
In questo post parliamo invece delle tecniche farmacologiche, che consistono nell'uso di farmaci a livello topico o sistemico; nell'altro post ho già parlato di quando si deve indurre il parto, quindi passiamo direttamente alle tecniche.
Uno dei metodi più utilizzati, perchè da un rilascio più graduale dei prostaglandine e quindi il travaglio si avvia meno bruscamente, sono le benderelle, fettucce di circa 15 cm da inserire nella vagina tipo assorbente interno e che si possono togliere o mettere a seconda di come si evolve il tutto.
Tecnica invece innovativa, ma in fase sperimentale è quella del palloncino, che viene infilato in vagina fino al collo dell'utero e lì gonfiato di circa 4-5 cm il che porta a una stimolazione meccanica con scollamento delle membrane e quindi produzione locale di prostaglandine, ammorbidimento e accorciamento del collo dell'utero.
Ormai superato invece è l'utilizzo del gel a base di prostaglandine, superato perchè porta a un'ipercontrattilità dell'utero che non si può controllare; stessa cosa vale per la somministrazione di olio di ricino, che sollecitano le contrazioni intestinali e di conseguenza quelle uterine.
Infine, quando ormai il collo dell'utero è morbido e accorciato, ma le contrazioni non partono e quindi il travaglio non si avvia si somministra ossitocina tramite flebo endovenosa. Il metodo è valido, ma bisogna somministrare il minor quantitativo possibile, ma efficace di farmaco perchè l'ossitocina rende il travaglio molto doloroso e porta rischi di emorragia post parto.
Spero di essere stata utile e comunque vi auguro un bellissimo parto naturale ;)
mercoledì 9 gennaio 2013
Passioni
Ne ho tante di passioni, sono curiosa ed entusiasta e farei sempre milioni di cose, forse perchè da giovinastra mi sono buttata a capofitto su studio&sport non lasciando il tempo per null'altro, comunque sta di fatto che ora come ora trovo sempre qualcosa di nuovo che mi affascina. Poi però il tempo è tiranno (e da un paio d'anni sempre di più ;P) e mi ritrovo a risicare piccoli spazi per alcune cose ed eliminarne altre.
Per esempio fin da piccola sono stata una grafomane sfegatata (e non si capisce, no?), non solo mi piaceva scrivere, ma ero anche abbastanza brava e quindi quando ho lasciato il lavoro per seguire il Navigante, mi sono buttata in molte attività nel web utilizzando questa mia capacitá. Avrei voluto fare un corso di scrittura creativa e dare a questa attività molto più tempo e risorse, ma complice il mio continuo muovermi e la nascita dei miei due nani, sono riuscita a mantenere solo i miei blog, e tra l'altro non li seguo nemmeno tutti bene come vorrei.
Poi ho scoperto che mi appassiona moltissima cucinare. Mi ero buttata a capofitto seguendo un corso professionale di cucina e facendo torte decorate per feste di compleanno, volevo andare a fare una stagione in qualche ristorante, ma sono rimasta incinta e quindi continuo a cucinare e a comprare stampi in silicone, ma non riesco proprio a dare lo spazio che merita a quest'attività. Però non l'abbandonerò, perchè è una delle poche cose che in questi ultimi anni mi ha dato davvero tante soddisfazioni.
Nei due anni in Spagna insieme al Navigante mi sono data ai balli latino americani, ma una volta ritornarti in Italia non avevo la stessa passione che avevo là, con la cerchia di amici e le serate e le uscite...si era creato un circolo (vizioso!!) bellissimo e ricreandolo in Italia mi sembrava di poter fare solo una copia sbiadita di quel meraviglioso periodo passato in Spagna. La voglia di ballare c'è ancora tanta, ma quasi sempre legata alla mia voglia di tornare da quelle parti, ma chissà che invece di iscrivermi in palestra per riprendere un filo di tono, mi iscriva a un corso di latino americano...nella vita non si sa mai.
Adoro leggere e chi ha dei figli sa quanto questo viene messo in secondo piano. Impossibile trovare minuti liberi pre leggere qualcosa di più di un semplice fumetto (sono super appassionata di Dylan Dog) o una rivista (quasi sempre di cucina). C'è anche il cinema...appena ero riuscita a ritornarci...è nato il Vitellino!!
Ho poi sempre voluto fare del volontariato in qualche canile o gattile, ma il nostro stile di vita girovago non me l'ha mai permesso. Ma prima o poi ci fermeremo e allora farò direttamente a casa mia un personalissimo zoo...che terrebbe pure lontana la suocera, il che non guasta!
E infine, ultimi, ma forse la passione più importante: i viaggi. Mi sembra di viaggiare sempre troppo poco, di conoscere sempre troppo poco mondo, troppe poche culture. Passione un po' limitata, ma assolutamente da tramandare ai figlioletti quindi la manteniamo più che possiamo.
Perchè tutta questa lista? Per non smettere mai di ricordarmi che ci sono anche io, con le mie passioni, i miei hobby, la mia vita...momentaneamente tutti accantonati per un progetto ancora più importante: i miei figli :) Ma accantonati, non dimenticati!
Per esempio fin da piccola sono stata una grafomane sfegatata (e non si capisce, no?), non solo mi piaceva scrivere, ma ero anche abbastanza brava e quindi quando ho lasciato il lavoro per seguire il Navigante, mi sono buttata in molte attività nel web utilizzando questa mia capacitá. Avrei voluto fare un corso di scrittura creativa e dare a questa attività molto più tempo e risorse, ma complice il mio continuo muovermi e la nascita dei miei due nani, sono riuscita a mantenere solo i miei blog, e tra l'altro non li seguo nemmeno tutti bene come vorrei.
Poi ho scoperto che mi appassiona moltissima cucinare. Mi ero buttata a capofitto seguendo un corso professionale di cucina e facendo torte decorate per feste di compleanno, volevo andare a fare una stagione in qualche ristorante, ma sono rimasta incinta e quindi continuo a cucinare e a comprare stampi in silicone, ma non riesco proprio a dare lo spazio che merita a quest'attività. Però non l'abbandonerò, perchè è una delle poche cose che in questi ultimi anni mi ha dato davvero tante soddisfazioni.
Nei due anni in Spagna insieme al Navigante mi sono data ai balli latino americani, ma una volta ritornarti in Italia non avevo la stessa passione che avevo là, con la cerchia di amici e le serate e le uscite...si era creato un circolo (vizioso!!) bellissimo e ricreandolo in Italia mi sembrava di poter fare solo una copia sbiadita di quel meraviglioso periodo passato in Spagna. La voglia di ballare c'è ancora tanta, ma quasi sempre legata alla mia voglia di tornare da quelle parti, ma chissà che invece di iscrivermi in palestra per riprendere un filo di tono, mi iscriva a un corso di latino americano...nella vita non si sa mai.
Adoro leggere e chi ha dei figli sa quanto questo viene messo in secondo piano. Impossibile trovare minuti liberi pre leggere qualcosa di più di un semplice fumetto (sono super appassionata di Dylan Dog) o una rivista (quasi sempre di cucina). C'è anche il cinema...appena ero riuscita a ritornarci...è nato il Vitellino!!
Ho poi sempre voluto fare del volontariato in qualche canile o gattile, ma il nostro stile di vita girovago non me l'ha mai permesso. Ma prima o poi ci fermeremo e allora farò direttamente a casa mia un personalissimo zoo...che terrebbe pure lontana la suocera, il che non guasta!
E infine, ultimi, ma forse la passione più importante: i viaggi. Mi sembra di viaggiare sempre troppo poco, di conoscere sempre troppo poco mondo, troppe poche culture. Passione un po' limitata, ma assolutamente da tramandare ai figlioletti quindi la manteniamo più che possiamo.
Perchè tutta questa lista? Per non smettere mai di ricordarmi che ci sono anche io, con le mie passioni, i miei hobby, la mia vita...momentaneamente tutti accantonati per un progetto ancora più importante: i miei figli :) Ma accantonati, non dimenticati!
martedì 8 gennaio 2013
Differenze
I miei nani dormono. Li guardo dormire così tranquilli e beati e penso a quanto siano assolutamente diversi.
Lei così testarda, indipendente, determinata, piena di vita.
Lui coccolone al limite dell'appiccicoso, lagnone, forte, dolcissimo.
Con entrambi ho un approccio totalmente diverso, però entrambi mi sanno mettere in crisi.
Guardo lei è vedo una piccola me, che vorrei prendere a sberle 9 volte su 10 perchè non ascolta, deve fare tutto da sola, non gliene frega proprio un bel niente se una tua parola potrebbe aiutarla, deve riuscirci sola, si incavola quando non ce la fa, ma non ha la pazienza di fare le cose con calma. Però vederla perseverare e poi alla fine averla vinta mi riempie di orgoglio, so che la sua non sarà una vita facile per il carattere che si ritrova, ma ne varrà la pena, quello che otterrà sarà sempre il meglio. So anche che vivremo in continuo scontro, so che vivrò di sensi di colpa perchè vedo in lei i miei difetti e m'infastidisco quasi fosse colpa sua, ma vedersi allo specchio cavoli quanto fa male e quanto destabilizza! Quando mi dicono "che brava che è: fa già la cacca nel vasino / si addormenta sola / mangia sola" etc.etc. non mi sento una brava mamma, perchè tutti i traguardi finora raggiunti sono stati merito suo, io ho solo spinto un po' quando vedevo che ormai era pronta, so quindi che succederà lo stesso per tutto il resto, come spennolinamento e levarsi il ciuccio per esempio.
Mentre lui sembra il figlio che sempre pensavo di avere: dolcissimo al limite del diabetico, vuole sempre me, si rilassa con me, si addormenta con la testa sul petto abbandonandosi completamente nell'abbraccio, ride sempre se però non ha qualcosa (o le coliche o i denti o il ruttino o un po' di reflusso)...sta sempre a lamentarsi di qualcosa e guarda caso io sono l'unica che riesce a calmarlo...che bello, ma che pizza! So che togliergli la tetta sarà un'impresa, so che sarà vittima del bullismo di sua sorella, so che sarà il gigante buono e sebbene fortissimo (già inizia a girarsi sul fianco e non ha nemmeno 4 mesi!!) sarà sempre quello che le prenderà, in senso metaforico e non, so che sarà dolce, educato, gentile, un sogno di ragazzo, ma ne prenderà tante nei denti poverino che quasi quasi dico a quella prepotente di sua sorella di dargli qualche lezioncina teorica di sopravvivenza alla vita.
Due vite, due mondi, un amore al quadrato.
Lei così testarda, indipendente, determinata, piena di vita.
Lui coccolone al limite dell'appiccicoso, lagnone, forte, dolcissimo.
Con entrambi ho un approccio totalmente diverso, però entrambi mi sanno mettere in crisi.
Guardo lei è vedo una piccola me, che vorrei prendere a sberle 9 volte su 10 perchè non ascolta, deve fare tutto da sola, non gliene frega proprio un bel niente se una tua parola potrebbe aiutarla, deve riuscirci sola, si incavola quando non ce la fa, ma non ha la pazienza di fare le cose con calma. Però vederla perseverare e poi alla fine averla vinta mi riempie di orgoglio, so che la sua non sarà una vita facile per il carattere che si ritrova, ma ne varrà la pena, quello che otterrà sarà sempre il meglio. So anche che vivremo in continuo scontro, so che vivrò di sensi di colpa perchè vedo in lei i miei difetti e m'infastidisco quasi fosse colpa sua, ma vedersi allo specchio cavoli quanto fa male e quanto destabilizza! Quando mi dicono "che brava che è: fa già la cacca nel vasino / si addormenta sola / mangia sola" etc.etc. non mi sento una brava mamma, perchè tutti i traguardi finora raggiunti sono stati merito suo, io ho solo spinto un po' quando vedevo che ormai era pronta, so quindi che succederà lo stesso per tutto il resto, come spennolinamento e levarsi il ciuccio per esempio.
Mentre lui sembra il figlio che sempre pensavo di avere: dolcissimo al limite del diabetico, vuole sempre me, si rilassa con me, si addormenta con la testa sul petto abbandonandosi completamente nell'abbraccio, ride sempre se però non ha qualcosa (o le coliche o i denti o il ruttino o un po' di reflusso)...sta sempre a lamentarsi di qualcosa e guarda caso io sono l'unica che riesce a calmarlo...che bello, ma che pizza! So che togliergli la tetta sarà un'impresa, so che sarà vittima del bullismo di sua sorella, so che sarà il gigante buono e sebbene fortissimo (già inizia a girarsi sul fianco e non ha nemmeno 4 mesi!!) sarà sempre quello che le prenderà, in senso metaforico e non, so che sarà dolce, educato, gentile, un sogno di ragazzo, ma ne prenderà tante nei denti poverino che quasi quasi dico a quella prepotente di sua sorella di dargli qualche lezioncina teorica di sopravvivenza alla vita.
Due vite, due mondi, un amore al quadrato.
lunedì 7 gennaio 2013
Prime interazioni
I miei due piccoli nanetti iniziano a interagire tra loro. E questo mi fa vedere i cuoricini manco fossi un cartone animato giapponese anni Ottanta (mitici!).
La Belva è sempre andata alla ricerca del fratello: lo sbaciucchia, gli fa caro-caro (con una leggiadria da elefante, ma questo è un altro discorso), da qualche tempo gli prende la mano solo così per avere un contatto fisico, lo chiama (ormai sa dire quasi perfettamente il nome) ed è contentissima quando lo vede.
Da qualche giorno a questa parte il Vitellino risponde a tutto questo con grandi sorrisoni e risate, non è mai stato parco in questo, ma mai erano rivolte alla sorella.
Oggi ho passato una buona mezz'ora con lui in braccio e lei seduta davanti a noi che gli metteva il dito in bocca e segnava le parti del viso e lui rideva come un pazzo. Quasi mi metto a piangere dall'emozione, non scherzo!
E poi succede sempre più spesso che posso lasciarli vicini e si fanno da baby sitter uno con l'altro. Esempio: la mattina metto la Belva sul vasino e se io mi allontano per troppo tempo (di solito ne approfitto per andare in bagno anche io o finire di mettere a posto la cucina post colazione) si alza e viene a cercarmi; il Vitellino nel frattempo si stanca di stare nella palestrina con i suoi giochi e mi reclama. Soluzione: piazzo il Vitellino nell'ovetto con un giochino (ormai afferra alla grande tutto!) davanti alla sorella che sta sul vasino e magicamento riesco ad avere cinque minuti liberi...che di solito "spreco" rimirandoli con i suddetti occhi a cuoricino :))
Sono i momenti in cui mi ricordo perchè ho cercato il secondo figlio così presto!
La Belva è sempre andata alla ricerca del fratello: lo sbaciucchia, gli fa caro-caro (con una leggiadria da elefante, ma questo è un altro discorso), da qualche tempo gli prende la mano solo così per avere un contatto fisico, lo chiama (ormai sa dire quasi perfettamente il nome) ed è contentissima quando lo vede.
Da qualche giorno a questa parte il Vitellino risponde a tutto questo con grandi sorrisoni e risate, non è mai stato parco in questo, ma mai erano rivolte alla sorella.
Oggi ho passato una buona mezz'ora con lui in braccio e lei seduta davanti a noi che gli metteva il dito in bocca e segnava le parti del viso e lui rideva come un pazzo. Quasi mi metto a piangere dall'emozione, non scherzo!
E poi succede sempre più spesso che posso lasciarli vicini e si fanno da baby sitter uno con l'altro. Esempio: la mattina metto la Belva sul vasino e se io mi allontano per troppo tempo (di solito ne approfitto per andare in bagno anche io o finire di mettere a posto la cucina post colazione) si alza e viene a cercarmi; il Vitellino nel frattempo si stanca di stare nella palestrina con i suoi giochi e mi reclama. Soluzione: piazzo il Vitellino nell'ovetto con un giochino (ormai afferra alla grande tutto!) davanti alla sorella che sta sul vasino e magicamento riesco ad avere cinque minuti liberi...che di solito "spreco" rimirandoli con i suddetti occhi a cuoricino :))
Sono i momenti in cui mi ricordo perchè ho cercato il secondo figlio così presto!
giovedì 3 gennaio 2013
La routine dei cambiamenti
Quest'anno, come tutti gli altri del resto, inizia con tante incognite, il lavoro del Navigante non aiuta ad avere una vita stabile e nemmeno i nostri piani per il futuro prossimo o lontano che sia. Quest'anno poi abbiamo in ballo davvero tanto. E questo è stimolante, avventuroso e adrenalico, ma con due bimbi è anche tanto tanto faticoso mentalmente e psicologicamente.
Avete idea di che significhi fare un trasloco? Io in 7 anni ne ho fatti 7, ho vissuto per ben due anni di fila solo in Spagna, mentre per il resto è stato un continuo spostarsi ogni anno, se non meno; quest'anno è il secondo anno che passiamo a Spezia, ma abbiamo comunque cambiato casa, quindi mi sono beccata lo stesso il trasloco.
E ora vi chiedo anche: avete idea di cosa significhi spostarsi con due bambini piccoli? L'anno scorso, incinta di 8 mesi e con la Belva che aveva un anno, ho fatto un trasloco e ogni volta che il Navigante parte con la nave mi trasferisco dai miei, perchè qui sono completamente sola e un aiuto mi serve, non avete idea di quanta roba si deve spostare, fortuna che abbiamo la macchina grande!
Solo a pensarci mi viene mal di testa.
E quest'anno si prospettano forse due traslochi, forse un lungo periodo senza il Navigante a casa, forse un cambio totale di vita, forse chissà che altro.
Che fosse solo per i cambiamenti, vabbè uno poi ci fa l'abitudine, ma il problema è che lo sappiamo sempre all'ultimo istante e non ti puoi organizzare niente che sicuro va in fumo, questa è la cosa che più mi destabilizza.
Si vede che sto invecchiando, una volta tutto ciò non mi dava nemmeno mezzo fastidio, si prendeva e si partiva, ma ora anche solo fare una valigia con tutta la roba dei nani da portare mi incasina, per non parlare del fatto che non ci si riesce a fare mezzo amico. Però d'altro canto mi emoziona sempre tanto il cambiare vita, luogo dove stare e persone da incontrare.
Insomma un post inutile, giusto per dirvi che questo 2013 non sarà poi tanto diverso dalla vita che ho fatto finora, ma che proprio per questo mi porterà novità e tanto stress!! Insomma la mia routine è fatta di continui cambiamenti :)
Avete idea di che significhi fare un trasloco? Io in 7 anni ne ho fatti 7, ho vissuto per ben due anni di fila solo in Spagna, mentre per il resto è stato un continuo spostarsi ogni anno, se non meno; quest'anno è il secondo anno che passiamo a Spezia, ma abbiamo comunque cambiato casa, quindi mi sono beccata lo stesso il trasloco.
E ora vi chiedo anche: avete idea di cosa significhi spostarsi con due bambini piccoli? L'anno scorso, incinta di 8 mesi e con la Belva che aveva un anno, ho fatto un trasloco e ogni volta che il Navigante parte con la nave mi trasferisco dai miei, perchè qui sono completamente sola e un aiuto mi serve, non avete idea di quanta roba si deve spostare, fortuna che abbiamo la macchina grande!
Solo a pensarci mi viene mal di testa.
E quest'anno si prospettano forse due traslochi, forse un lungo periodo senza il Navigante a casa, forse un cambio totale di vita, forse chissà che altro.
Che fosse solo per i cambiamenti, vabbè uno poi ci fa l'abitudine, ma il problema è che lo sappiamo sempre all'ultimo istante e non ti puoi organizzare niente che sicuro va in fumo, questa è la cosa che più mi destabilizza.
Si vede che sto invecchiando, una volta tutto ciò non mi dava nemmeno mezzo fastidio, si prendeva e si partiva, ma ora anche solo fare una valigia con tutta la roba dei nani da portare mi incasina, per non parlare del fatto che non ci si riesce a fare mezzo amico. Però d'altro canto mi emoziona sempre tanto il cambiare vita, luogo dove stare e persone da incontrare.
Insomma un post inutile, giusto per dirvi che questo 2013 non sarà poi tanto diverso dalla vita che ho fatto finora, ma che proprio per questo mi porterà novità e tanto stress!! Insomma la mia routine è fatta di continui cambiamenti :)
mercoledì 2 gennaio 2013
E anche io proposito...
Siamo ormai entrati nel 2013, l'anno in cui mi affaccerò negli -enta...che strano mi suona, mi sento ancora una giovinastra...mi chiedo se sarò una di quelle mamme incapaci di capire quando è ora di smetterla con i pantaloni a vita bassa e le minigonne, ma non sviamo, non è di questo che voglio scrivere.
Voglio essere poco originale, anche io voglio parlare di buoni propositi. Tutti sono soliti fare propositi per il nuovo anno, a me non è mai capitato. Io fissavo obiettivi, organizzavo studio, allenamenti e gare, ma non ho mai fatto la lista di quello che avrei dovuto fare o non fare durante l'anno, la trovavo una cosa alquanto artificiosa perchè in un anno possono cambiare mille cose e i propositi stessi possono cambiare; desideri quelli sì, ne ho sempre avuti tanti (ma anche questo esula e magari ne parlerò più avanti di tutto quello che desidero per l'anno nuovo).
Da un paio di settimane a questa parte invece non faccio altro che pensare ai propositi per il nuovo anno e non per stilare una lista, ma perchè ne sento proprio il bisogno.
Continuo a ripetermi che va bene la decrescita, ma che se una volta in più uso un pannolino usa e getta, l'ambiente non mi si rivolterà contro, così come se farò qualche lavatrice prima delle 19 per poter riuscire ad andare a dormire presto; e che va bene che i figli sono i miei e me li cresco io, ma che se chiamo qualcuno ad aiutarmi cono loro o con la casa non importa, non diventerò una madre degenere; e che se non mangiamo sempre cibi salutari e non industriali, non seguendo precisamente la piramide alimentare, non arreccherò danno permanente ai miei figli; e che d'accordo che sono mamma, ma sono anche moglie e non me lo devo dimenticare, così come non mi devo dimenticare di me stessa in tutta questa baraonda e un buon modo sarebbe quello di ricominciare a cucinare come si deve, che mi rilassa e gratifica e magari usare i miei tantissimi e bellissimi stampi di silicone, che l'ultima che li ha usati è stata la Belva per giocarci. Insomma tutto gravita intorno a un punto: non sono Wonder Woman e in questo 2013 è quello che devo imparare ad accettare, nell'anno passato ho voluto fare troppo e sto ancora pagando per questo, io come chi mi sta intorno.
Ho bisogno di questo buon proposito, ho bisogno di riuscire in questo buon proposito perchè questi ultimi mesi sono stati pesanti e stancanti, sono e siamo arrivati fino al baratro, anche perchè non riesco a riconoscere i miei limiti e la mia famiglia è quella che poi ne risente maggiormente.
Le acque tra me e il Navigante si sono calmate grazie a un suo passo avanti e questo ha aiutato molto, ora se io riesco a dare la giusta direzione alla nostra barca andremo alla grandissima, ne sono certa.
Se anche i due nanetti ci dessero una mano e diventassero un po' più gestibili il quadro sarebbe a dir poco perfetto, ma questo è decisamente fuori dalla portata persino di Babbo Natale e della Befana messi insieme!! ;)
E infine vi auguro quello che ho augurato a tutti i miei amici e parenti: gioia e amore, poco originale ne sono certa, ma ci avete mai pensatoche non ce n'è mai abbastanza di entrambi?!
Voglio essere poco originale, anche io voglio parlare di buoni propositi. Tutti sono soliti fare propositi per il nuovo anno, a me non è mai capitato. Io fissavo obiettivi, organizzavo studio, allenamenti e gare, ma non ho mai fatto la lista di quello che avrei dovuto fare o non fare durante l'anno, la trovavo una cosa alquanto artificiosa perchè in un anno possono cambiare mille cose e i propositi stessi possono cambiare; desideri quelli sì, ne ho sempre avuti tanti (ma anche questo esula e magari ne parlerò più avanti di tutto quello che desidero per l'anno nuovo).
Da un paio di settimane a questa parte invece non faccio altro che pensare ai propositi per il nuovo anno e non per stilare una lista, ma perchè ne sento proprio il bisogno.
Continuo a ripetermi che va bene la decrescita, ma che se una volta in più uso un pannolino usa e getta, l'ambiente non mi si rivolterà contro, così come se farò qualche lavatrice prima delle 19 per poter riuscire ad andare a dormire presto; e che va bene che i figli sono i miei e me li cresco io, ma che se chiamo qualcuno ad aiutarmi cono loro o con la casa non importa, non diventerò una madre degenere; e che se non mangiamo sempre cibi salutari e non industriali, non seguendo precisamente la piramide alimentare, non arreccherò danno permanente ai miei figli; e che d'accordo che sono mamma, ma sono anche moglie e non me lo devo dimenticare, così come non mi devo dimenticare di me stessa in tutta questa baraonda e un buon modo sarebbe quello di ricominciare a cucinare come si deve, che mi rilassa e gratifica e magari usare i miei tantissimi e bellissimi stampi di silicone, che l'ultima che li ha usati è stata la Belva per giocarci. Insomma tutto gravita intorno a un punto: non sono Wonder Woman e in questo 2013 è quello che devo imparare ad accettare, nell'anno passato ho voluto fare troppo e sto ancora pagando per questo, io come chi mi sta intorno.
Ho bisogno di questo buon proposito, ho bisogno di riuscire in questo buon proposito perchè questi ultimi mesi sono stati pesanti e stancanti, sono e siamo arrivati fino al baratro, anche perchè non riesco a riconoscere i miei limiti e la mia famiglia è quella che poi ne risente maggiormente.
Le acque tra me e il Navigante si sono calmate grazie a un suo passo avanti e questo ha aiutato molto, ora se io riesco a dare la giusta direzione alla nostra barca andremo alla grandissima, ne sono certa.
Se anche i due nanetti ci dessero una mano e diventassero un po' più gestibili il quadro sarebbe a dir poco perfetto, ma questo è decisamente fuori dalla portata persino di Babbo Natale e della Befana messi insieme!! ;)
E infine vi auguro quello che ho augurato a tutti i miei amici e parenti: gioia e amore, poco originale ne sono certa, ma ci avete mai pensatoche non ce n'è mai abbastanza di entrambi?!
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