martedì 14 agosto 2018

Upgrade di viaggio: impressioni a caldo sulla Bosnia

Vi scrivo in questo orario improponibile da un campeggio alle porte di Sarajevo, unico momento di pace in cui tutti dormono, ma diciamo che anche il caffè turco di oggi pomeriggio non mi concilia molto il sonno!
Dopo una settimana di amici e picnic in spiaggia a Tolone abbiamo recuperato nonna e nipote e ora stiamo quasi terminando le tappe in Bosnia...le vacanze sono sempre troppo corte!
La Bosnia è stata una rivelazione, tanto che siamo indietro di un giorno rispetto al mio programma serratissimo proprio perché abbiamo voluto allungare la permanenza qui; tralasceremo probabilmente la zona croata di Zara, più facilmente raggiungibile rispetto alla zona montagnosa tra Banja Luka e Sarajevo che abbiamo fatto tra ieri ed oggi.
La Bosnia è strana, una terra di contrasti e culture che convivono in un equilibrio che sembra debba scoppiare da un momento all'altro, spesso è abbandonata o mal tenuta, ancora più spesso sembra semplicemente ferma, statica rispetto al resto del mondo che corre veloce. È affascinante però nei paesaggi, specie quelli di montagna, nell'essere fuori dal tempo, nella moschea accanto alla chiesa cattolica, nei prezzi ridicoli. Ed insegna, insegna visivamente quanto male può fare una guerra, quanto stupidi sono gli esseri umani che prima sono vicini di casa e poi si scannano tra loro, quanto difficile sia la convivenza nella diversità.
Oggi abbiamo visitato il tunnel che è stato costruito per portare i viveri e far scappare le persone da una Sarajevo sotto assedio, abbiamo visto immagini, video, oggetti e percorso un piccolo pezzo di questo lungo tunnel. Le parole sono un di più.
Questa guerra per me, che vivevo in Friuli, che passavo i weekend nella casa in montagna al confine con la Slovenia, che iniziavo a guardare con attenzione tg e giornali, è qualcosa che sento dentro, come se l'avessi vissuta anche io, come se potessi dire io c'ero. È sciocco e altezzoso, ma lo sento. E domani Sarajevo, un misto di eccitazione e turbamento mi smuovono lo stomaco per l'incontro con questa città di cui ho immagini nella mente di fuoco, spari ed edifici crollati.
I bambini non sono facilissimi da gestire, ma avere un marito militare aiuta molto per quanto riguarda l'analisi e la spiegazione di questi eventi, il caldo e i ritmi a volte serrati invece sono più duri da digerire. Non mi preoccupo, tra qualche giorno saremo al mare e dovremo litigare per farli uscire dall'acqua :))

2 commenti:

  1. Sarajevo (ma mi sa che te l'ho già detto) è un posto dove vorrei assolutamente andare :)

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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