Sono due mesi ormai che il Navigante è partito.
Non si sa quando torna perché ancora non ha un sostituto, sta moltissimo tempo in mare, il che significa non vedersi in videochiamata e anche le chiamate non sono sempre così facili. Inoltre mai come adesso la situazione è tesa, anzi direi proprio pericolosa.
Ha lasciato indietro come ogni missione compleanni (il mio, ça va sans dire...), feste comandate, tornei...insomma tutto ciò che fa parte della nostra vita o comunque di una normale vita in famiglia.
Le frasi tipiche di una persona che interagisce con me sono:
- Tanto ormai ci sarai abituata!
- Bè lo sapevi che lavoro faceva!
- Magari il mio partisse per tutto sto tempo!
- Aaaah, non so come fai, io non lo farei!
- Ah bè, il mio è come se non ci fosse, torna sempre tardi la sera e quando c'è non fa niente!
Cerco di dare risposte di circostanza, ma non sono molto brava a fare la diplomatica e quindi mi ritrovo a spiegare che no, non mi sono abituata, né credo che mai mi abituerò, che sapere che lavoro facesse non ti può impedire di stare male quando parte, di avere paura per la situazione in cui si trova, men che meno decidere coscientemente di non innamorarti. E, soprattutto, avere un marito poco partecipe alla vita familiare e con cui non vuoi avere niente a che fare non è minimamente paragonabile ad un padre e marito che per mesi non c'è. E se devo essere incisiva sul serio dico sempre: pensa se ti viene un coccolone, almeno hai qualcuno che possa fare qualcosa, io ho dovuto insegnare ai miei figli cosa fare se sto male quando non erano nemmeno alle elementari...
Ogni volta penso che la missione prima o poi finisce ed è sempre bello quando ritorna, ma sono ormai quasi 20 anni che stiamo insieme e tutto il tempo "perso" non ce lo ridarà mai nessuno, né a me né ai miei figli e questa è la cosa più triste di questa situazione.