mercoledì 4 ottobre 2017

Davanti a scuola

Mi diverto un sacco davanti a scuola, mentre aspetto i nani, ad osservare la fauna delle mamme italiane e faccio divertenti confronti con la fauna francese.
Tipica situazione mattutina: milioni di mamme e qualche papà accompagnano i bimbi a scuola. I primi giorni c'è stato il delirio (la scuola è comunque un bel po' più grande di quella a cui eravamo abituati): mamme che accompagnavano i bimbi fino dentro scuola e poi stavano a salutarli dalla finestra, tanto che io ho deciso di lasciare la Belva sul portone perché con gli altri due nani non riuscivo a muovermi nella folla; bacio al volo e la tenevo d'occhio fino a che non entrava. Solo dopo ho scoperto che in realtà non si può affatto accompagnarli dentro ed era stato chiuso un occhio solo per le mamme di quelli di prima elementare (tranne la sottoscritta, che da madre snaturata l'ha sempre lasciata sul portone...), senza però inerpicarsi sulle finestre per salutarli ovviamente.
La situazione con il tempo è migliorata, ora non entra nessuno, ma accompagnarla fino al portone è sempre problematico: lei sta davanti con la sua amata cartella-trolley, io dietro tenendo per mano gli altri due. Dopo averla salutata vengo risucchiata da una folla ciacolante che mi risputa direttamente sul portone della materna, dove invece devo mollare il Vitellino direttamente in classe dalla maestra, decisamente molto più facile.
L'uscita è come in Francia: la maestra consegna i bimbi dal portone direttamente ai genitori, sia per la materna che per la primaria, con l'eccezione che qui i genitori non stanno a debita distanza, ma accalcati uno sull'altro o salutandoli dalle sbarre della recinzione, perché aspettare due minuti che ti venga consegnato è impossibile.
Io me ne sto sempre in disparte. Spicco in maniera incredibile: sono la nuova, non conosco nessuno e quindi tendenzialmente sono l'unica che non urla parla con chicchessia, vestita relativamente estiva (mi mancano solo i sandali, ma la mattina fa frescolino per quelli), con i bambini che se ne vanno camminando liberi per il marciapiede senza che li segua e non hanno nè canottiera, nè maniche lunghe, anzi alcune volte con ancora i pantaloni corti.
Da qualche giorno e, soprattutto dopo la prima festa di compleanno a cui è stato invitato il Vitellino, qualche mamma della materna inizia ad approcciarmi. Ovviamente mi conoscono tutti, sanno che sono la mamma del Vitellino e che sono nuova, ma non sanno niente di me e sono tutte avidissime di dettagli e non mancano assolutamente di raccontarmi tutti i fatti loro o di qualcun altro.
Tutto ciò è fantastico! Tanto irritante, quanto fantastico! Mi rendo conto di essere stata catapultata in una cultura completamente diversa dalla mia in quanto italiana del super nord e in quanto expat appena rientrata. Tutti questi anni in giro però mi hanno aiutato davvero a capire il significato di "adattamento ad altre culture" ed è proprio quello che sto facendo in questo momento, con l'unico beneficio di riuscire a farlo nella mia lingua madre.
Sebbene sia cresciuta in Italia, certi meccanismi sono fuori dal mio essere mamma: non capisco come ci si possa preoccupare così tanto della merenda, anche quando il primo giorno di scuola la Belva è entrata alle 10.30 per uscire alle 13.20, l'unica senza cartella (io avevo scritto una mail per capire se servisse, ma mi è stato detto che le maestre mi avrebbero detto il primo giorno cosa portare) e la grande preoccupazione di direttrice e maestra è stata appunto la fantomatica merenda: "ma che mangerà questa bimba?" mi sono sentita dire.
Merenda anche per il Francese che arriva alle 8.30 alla creche (o meglio spazio Be.bi) e alle 12.30 mangia, nel mezzo merendina, fatta di cereali e pizza. Alla faccia della merendina di metà mattina!!!
Vogliamo poi parlare della preoccupazione delle mamme che hanno i figli nella classe del Vitellino? Lì la maestra è arrivata il primo giorno di scuola come sostituta della maestra che è in maternità. Tralasciamo il fatto che questa è andata in maternità a giugno e la sostituta temporanea è stata avvisata il giorno stesso dell'inizio delle lezioni, organizzazione saltami addosso! Vabbè, chiudiamo un occhio, tanto siamo alla materna...macché la fauna locale fuori da scuola sta facendo discussioni lunghissime su chi verrà, se verrà, se questa poi se ne va che le danno la cattedra annuale, e mica li conosce sti bambini, come farà mai??? Oh mammasantissimabeata...ma come come farà?? E' il suo lavoro! Che deve conoscere di sti bambini?? Se c'è qualcosa di grave, tipo allergie o malattie, le sarà stato comunicato no?
Parliamo poi del fatto che chi ha i bambini di 5 anni sta già iniziando a pensare alle classi del prossimo anno sperando che i propri figli vadano nella stessa sezione dei loro amici? No, non parliamone perché io invece sto già pensando al prossimo spostamento e mi sento davvero una mamma degenere!!

5 commenti:

  1. Benvenuta nel club!!!! Ironicamente parlando perché credimi anche io che non sono mai stata un expat, che ho sempre abitato in un paesino di provincia dove si sa tutto di tutti, certi meccanismi non riesco a capirli. L'entrata e l'uscita sono un delirio che non capirò mai con un cicaleccio continuo sul niente...e vedrai quando piove! Io per starmene in disparte, a volte addirittura in auto fino all'ultimo, sono oramai sul libro nero dei tre quarti delle mamme!

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    1. No, ma infatti mica bisogna essere stata expat per sentirsi fuori, ma per lo meno tu ne sei abituata! Per me è tutto nuovo e molto folkloristico mettiamola così!

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    2. Io purtroppo invece del folklore inizio ad intravederci tanta tristezza e mi chiedo "ma non lo capiscono?, ma non si accorgono?"...evidentemente no, oppure sono io che sono strana

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  2. Da un certo punto di vista potresti dire che è tutto molto "pittoresco"...

    anche se francamente... di queste pessime abitudini italiote ne faresti volentieri a meno.

    Ed è solo l'inizio questo cara la mia angolo... su queste cose ancora ancora ci puoi ridere sopra....

    Italia, gran paese demmerda, nave senza nocchier in gran tempesta... ecc.. ecc

    Come diceva il poeta

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    1. Vedetta nella vita bisogna prendere il meglio che ci capita, sennò non si va avanti. O almeno io lo devo fare, visto che spesso la vita non è clementissima...quindi o mi sparo, o sorrido di quello che capita...cosa è meglio secondo te?
      Sai che faccio, mi mangio una pizza guardando il Colosseo e tutto il resto passa in secondo piano!

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