lunedì 9 marzo 2015

Gli alleati e, soprattutto, le alleate

Questi sono giorni molto busy, tante cose da fare, tante cose da pianificare, l'arrivo della bella stagione e quindi la voglia di stare fuori e non chiudersi in casa. Finalmente ho però il tempo di raccontarvi le ultime riflessioni che sto facendo riguardo a questa esperienza expat con figli.
La nostra è davvero una particolare nonchè entusiasmante situazione: viviamo in Francia, in casa parliamo italiano e spagnolo, siamo circondati da una comunità straniera particolarmente attiva in cui la lingua che primeggia è l'inglese.
E quindi capita che giovedì mi incontro con un'amica spagnola per un caffè insieme con la Belva, sabato andiamo ad un barbecue a casa di una coppia tedesca con figli piccoli di cui una dell'età del Vitellino e l'altro di pochi mesi, e infine domenica sera festeggio il giorno internazionale delle donne con una dozzina tra francesi, inglesi, americane, una spagnola, una tedesca, una norvegese (la padrona di casa) ed io. Queste famiglie, questo gruppo di persone è per noi il gruppo degli Alleati, che inizialmente aveva un'accezione più che altro militare, ora invece inizia a prendere forma qualcosa che va ben oltre.
Certo sono alleati militari per quanto riguarda il lavoro, ma sono alleati perchè sono quelli che sanno cosa stai vivendo, quelli a cui puoi chiedere di tenere il gatto o di fare lo spurgo della piscina durante il periodo delle vacanze, quelli con cui t'incontri per un caffè, un picnic, una cena, quelli con cui condividi questa esperienza in toto.
E le donne, le alleate, in tutto questo sono le migliori amiche su cui puoi contare in questo momento, quelle che possono capire cosa significa veder partire il tuo uomo per quattro mesi, quelle con cui gioire quando torna, quelle che ti raccontano tutte le loro tremende esperienze per farti sentire meno sola quando gli racconti quello che è successo, quelle con cui ti organizzi per vedersi al parco con i bimbi durante le vacanze scolastiche.
Siamo una piccola comunità sempre in cambiamento, c'è chi viene per due, chi tre, chi otto anni, chi parte, chi resta, chi si aggiunge, ci sono mogli di militari, alcune esse stesse militari, ma in aspettativa, amiche aggiunte strada facendo, di solito mogli di militari francesi, c'è chi non si incontra quasi mai, chi si vede solo ai Cheese&Wine (una serata organizzata una volta al mese da militari francesi a cui però partecipano quasi tutti gli alleati) o alle Ladies breakfast (una colazione al mese che facciamo tra noi donne), chi vorrebbe restare per sempre e chi vorrebbe ripartire domani, chi parla perfettamente il francese, chi invece dall'inglese non si schioda o chi come me cerca di sopravvivere tra le varie lingue :D
È rassicurante tutto ciò. È come camminare su una fune in bilico, ma sapere che comunque vada qualcuno sotto ti potrà aprire una rete di salvataggio e vi posso assicurare che non è poco. Inoltre trovo così bello poter raffrontarmi a così tante culture differenti, sapendo che però in fondo siamo tutti molto simili e che avremo la certezza di avere degli amici pronti ad accoglierci a braccia aperta in casa loro. Ovunque sia, casa loro...
Se poi invece penso ai miei figli, le emozioni sono ancora più forti: sono orgogliosa di potermi permettere di fargli fare questa vita, di fargli vivere un'esperienza così internazionale, ma nel contempo di poter essere per lor il porto sicuro, quello che comunque vada non si sposta; inoltre sono orgogliosa di come la stanno vivendo, di cosa stanno imparando, di quanto si sanno adattare, di come per loro giocare con le lingue sia naturale, tanto che ormai iniziano ad apprendere le parole basilari di inglese senza che nessuno gliele abbia insegnate, ma solo sentendole pronunciare tra noi adulti.

E questo secondo me è l'esempio migliore che possa darvi, una breve conversazione mentre aspettavo la mia amica spagnola per il caffè insieme giovedì alla Belva:
La Belva: Mamma, come si chiama la tua amica?
Io: A.
La Belva: E che lingua parla la tua amica?

Ho sorriso, stupita per la domanda, e le ho detto che parla spagnolo, come papà. Lei è stata contenta e ha detto: Mamma mi piace tanto A. :)

11 commenti:

  1. Quando diversità diventarà sinonimo di arricchimento, la parola razzismo sparirà dal vocabolario.
    Voi ne siete uno splendido esempio!

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    1. Quello che hai scritto è davvero bellissimo, grazie mi ha commossa!

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  2. Sembra interessante e bello...
    avrei una domanda da farti, e sei l'unica persona a cui posso chiedere !
    allora, mi pare di capire che siete in Francia da 1 anno e mezzo o giù di lì, ho capito bene?
    Se si, hai fatto vaccinare i bimbi in Italia, e se si, hai dovuto fare che so, traduzioni / certificazioni del libretto delle vaccinazioni per iscriverli a scuola lì in Francia ?
    Ti ringrazio anticipatamente
    Rossella

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    1. Bambini vaccinati in Italia e non ho dovuto fare niente, solo portare libretto di vaccinazioni, certificato di nascita, giustificativo di domicilio in Francia e una fototessera...sei fortunata l'ho fatto oggi per il Vitellino e quindi mi ricordo tutto perfettamente ;)

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  3. che esperienza grandiosa che state facendo. evviva!

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  4. Grazie 1000 gentilissima !
    Rossella

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  5. Credo che i tuoi figli ne trarranno una grande ricchezza, soprattutto grazie al tuo approccio aperto e postivo :-)

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    1. Grazie mille, non so se sia grazie a me, io di sicuro faccio del mio meglio perchè prendano tutto il positivo di questa esperienza.

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